Allineamento e dettaglio di menhir

I megaliti di Carnac, misteriosi simboli del Neolitico

Allineamento e dettaglio di menhir
Allineamento del Ménec e dettaglio di menhir

I megaliti di Carnac furono eretti durante il Neolitico, tra il 5.000 e il 2.000 a.C., da alcune comunità sedentarie che si dedicavano all’allevamento e all’agricoltura. Sono costruzioni in pietra disposte in file di menhir – parola bretone che significa “pietra lunga” – e in cerchi, ma si trovano anche pietre isolate, tumuli (ovvero tombe individuali) e dolmen (tombe collettive). Innalzati prima delle piramidi egizie, sono l’insieme più celebre e affascinante di quel periodo, tanto che Carnac è considerato uno dei centri più importanti al mondo per la cultura neolitica, candidato a diventare patrimonio dell’umanità dell’Unesco.

Le pietre che qui si ammirano sono tremila, iscritte nel paesaggio della Bretagna non solo come monumento storico, ma anche quale architettura eccezionale e sito naturale straordinario.  L’area archeologica è articolata in più siti, dei quali il più imponente è l’allineamento del Ménec, con 1099 menhir disposti in 11 file parallele che poi, attorno al villaggio di Ménec, formano un semicerchio di 70 megaliti. Seguono l’allineamento di Kermario, con 1029 menhir disposti su 10 file, e l’allineamento di Kerlescan, con un colonnato di 555 pietre terminante in un semicerchio di 39 menhir. Vi sono il gigante di Manio, una pietra di quasi 6 metri circondata da un recinto di piccole lastre in pietra, e il tumulo di Kercado, risalente al 3.800 a.C.. Poco oltre l’abitato di Carnac si trova infine il tumulo di Saint Michel, un rilievo artificiale di terra e pietre lungo 120 metri e largo 12 che ricopre due camere sepolcrali: sopra il tumulo si trovano una cappella cinquecentesca e un piccolo calvario.

Dolmen di Kermario
Dolmen di Kermario

I monumenti preistorici, disposti secondo un preciso disegno e organizzati in sistemi complessi su un ampio territorio, non hanno ancora svelato il loro scopo, testimoniando un messaggio che ancor oggi è indecifrato: secondo le credenze popolari, l’origine dei megaliti è stata associata al non visibile e al sacro, rappresentando una soglia tra due mondi, un luogo di passaggio. Con il trascorrere dei secoli si è creato un insieme di leggende, tentativi per comprendere e interpretare le origini del luogo alla luce del folklore e della storia: secondo la leggenda di san Cornelio, il santo – divenuto papa nel III secolo – inseguito fino alla riva del mare dai soldati pagani e non trovando vascelli per fuggire, si voltò e trasformò tutti i soldati in pietre. Negli anni Cinquanta e Sessanta si diceva invece che le pietre indicassero un antico cimitero gallico: se il morto era ricco, la pietra era grossa, se era povero, piccola. Altri racconti parlavano dei monoliti come esseri viventi o guardiani di un tesoro, a volte abitati da fate e nani. A partire dalla metà del XVIII secolo i menhir cominciarono ad attirare l’attenzione degli eruditi, che ipotizzarono fossero steli funerarie rilevandone precise misurazioni, mentre alla fine dell’Ottocento furono intrapresi i primi scavi archeologici: fra i reperti portati alla luce, casse di pietra contenenti offerte funerarie e cocci qualificati come “celtici”. Nel 1830 lo Stato francese cominciò infine a organizzare una politica patrimoniale e disporne la classificazione, il restauro e consolidamento.

Dolmen di Kercado
Dolmen di Kercado

Oggi sappiamo che i costruttori dei megaliti furono popolazioni organizzate gerarchicamente, con un capo in grado di governare e convincere gli uomini al lavoro e architetti che conoscevano la resistenza dei materiali e padroneggiavano le misure: praticavano un culto degli antenati che avrebbe legittimato l’appropriazione delle terre e la loro trasmissione ereditaria, erigendo su di esse i megaliti quali architetture religiose. I menhir si ponevano inoltre in rapporto con il cielo, eretti in una posizione calcolata rispetto alla traiettoria del sole e, forse, anche a quella della luna, presupponendo quindi delle conoscenze astronomiche notevoli.

La visita agli allineamenti di Carnac può includere anche il Museo della Preistoria, situato nel centro abitato, che racconta l’evoluzione dell’uomo in Bretagna dal Paleolitico (450.000 anni a.C.) fino al Medioevo. Oltre ad arricchire ed integrare la visita dei siti, permette di comprendere la vita quotidiana degli uomini del Neolitico, le loro costruzioni in pietra e i riti funebri.

Allineamento
Allineamento del Ménec

Altri siti si trovano a Locmariaquer, a Gavrinis e infine a Arzon, località nei dintorni la cui visita è consentita a tariffa agevolata con il Pass dei Megaliti. Consiglio infine di consultare tutte le attività di mediazione culturale organizzate presso le varie archeologiche (aterliers artistici e visite per famiglie, tra tutte) e, per ammirare da vicino le pietre monumentali, avvalersi di una delle visite guidate in partenza presso la Maison de Mégalithes di Carnac (acquistabile anche on line sul sito www.menhirs-carnac.fr/): la visita infatti – oltre a consentire l’approfondimento storico al sito e alla popolazione che ha eretto le pietre, permette di entrare all’interno dell’area archeologica, altrimenti ammirabile solo dall’esterno della recinzione protettiva.

La mappa del sito di Carnac:

Mappa del sito di Carnac

Altre immagini:

Mappa:

About the author