Cappella Suardi, parete e soffitto @ Ente Turismo Val Cavallina

La cappella Suardi di Lorenzo Lotto a Trescore Balneario

Cappella Suardi @ Ente Turismo Val Cavallina
Cappella Suardi @ Ente Turismo Val Cavallina

A pochi minuti da Bergamo si trova la cappella Suardi, piccolo oratorio interamente affrescato da Lorenzo Lotto fra il 1523 e il 1524. L’impresa venne commissionata al pittore che nel 1513 era giunto a Bergamo per realizzare la magnifica pala Martinengo, e che si era trattenuto in città grazie alle numerose commissioni pubbliche e private ricevute in seguito (i suoi capolavori sono tutt’oggi custoditi nelle chiese e nei musei cittadini, e possono essere ammirati con un itinerario dedicato). La popolarità del pittore divenne tale da valergli anche l’incarico di affrescare le pareti di questa piccola cappella, adiacente alla villa della famiglia Suardi a Trescore Balneario, sulla strada che collega Bergamo con il lago d’Iseo.

Sibille e profeti - sibilla Delfica
Sibille e profeti – sibilla Delfica

L’oratorio era stato costruito intorno al 1502 e dedicato a Brigida d’Irlanda, protettrice della campagna dal cattivo tempo, e a Barbara, soccorritrice dai fulmini e dalla morte improvvisa: l’intitolazione della cappella si spiega con il pronostico, assai diffuso all’inizio del Cinquecento, di un grande diluvio che nel febbraio 1524 avrebbe devastato l’Europa. Gli astrologi interpretarono la congiunzione dei pianeti nel segno dei Pesci prevedendo esiti catastrofici per l’umanità, diffondendo un senso di panico e rovina all’interno della quale si inserì anche la protesta luterana, da alcuni interpretata come avvento dell’anticristo e distruzione della fede cristiana, e la discesa di truppe mercenarie d’Oltralpe, milizie che compivano violenze e saccheggi.

In questo contesto Battista Suardi, patrizio bergamasco, decise di far affrescare la cappelletta di famiglia, costruita insieme al cugino Maffeo e nel 1502 affrescata nella zona absidale da un pittore locale. Per adempiere a un voto – così si legge in un epigrafe al centro della parete principale – Battista Suardi, la moglie Orsolina e la sorella Paolina decisero di far rappresentare “Cristo e la propaggine di santi che nasce dalla Vite di Cristo e i martìri subiti per il nome del Cristo da santa Barbara, e la sua crudele morte per mano del padre”.

Martirio di Barbara - dettaglio del padre che insegue la figlia
Storie di santa Barbara – dettaglio del padre che insegue la figlia

Lorenzo Lotto affrescò il soffitto a capanna e le tre pareti della cappella, lungo le due pareti laterali con le storie di Barbara e Brigida e nella parete di fondo con gli episodi della vita delle sante Caterina e Maddalena. Sul soffitto immaginò un pergolato su cui arrampicano i tralci di vite, mentre numerosi putti si adoprano nella vendemmia dei grappoli.

Sulla parete sinistra della cappella Suardi campeggia la figura di Cristo Vite, sopra la quale è dipinto il versetto del Vangelo di san Giovanni (15:5) che ne ispirò la figura: “Ego sum vitis vos palmites”. Dalle mani del Cristo si dipartono infatti tralci di vite che avvolgono in alto dieci girali con le immagini dei Santi, mentre ai tralci più esterni sono appoggiate due scale dalle quali precipitano vendemmiatori che portano in mano roncole e falcetti. Ai piedi del Cristo sono raffigurati, in posizione orante e a mezzo busto, i ritratti di Battista Suardi, della moglie Orsolina e della sorella Paolina, mentre alle spalle si sviluppano gli episodi della storia di santa Barbara ripresi dalla “Legenda Aurea” di Jacopo da Varagine e da altre fonti. Gli episodi della vita della santa sono articolati in quattro sequenze di cinque azioni ciascuna, secondo la forma della sacra rappresentazione medievale, all’interno e all’esterno di edifici che, come una quinta scenica, sono disposti uno di fianco all’altro lungo tutta la parete.

Cristo vite
Cristo vite

La narrazione parte con la visita di Barbara alla torre fatta costruire dal padre Dioscoro, ricco cittadino di Nicomedia, per rinchiudervi la bellissima figlia durante la propria assenza. Nella torre Barbara trova un sacerdote che la prepara alla vita cristiana e al battesimo, ricevuto poco lontano in un bagno in rovina. Quando il padre torna a casa – vestito con il turbante perché all’epoca Nicomedia era sotto il dominio turco – annuncia alla figlia la volontà di maritarla: Barbara invece rimanda al suo sposo, Gesù Cristo, indicando il cielo. Il padre, irato, impugna la scimitarra per ucciderla, mentre la giovane fugge nel bosco perdendo il suo mantello. Si nasconde dietro un cespuglio, ma un pastore ne rivela il luogo a Dioscoro, che la trascina per i capelli nell’aula del pretore Marziano. Ha inizio il martirio della giovane, che viene svestita e fustigata, poi sospesa a testa in giù mentre viene colpita a martellate in testa. In prigione le appare il Cristo che sana le sue ferite e la benedice. All’indomani un nuovo tormento, con torce ardenti che la torturano mentre è appesa per le mani a un arco sormontato da una statua di Cesare. Poi le vengono tagliati i seni ed è esposta alla vergogna, nuda e tirata per una corda, in una piazza dove si svolge il mercato.

Storie di Barbara - l'apparizione di Cristo a Barbara
Storie di santa Barbara – l’apparizione di Cristo a Barbara

Un angelo in volo le porge un telo bianco che, a contatto con il corpo martoriato, sana ogni ferita. In fondo alla piazza Barbara compare di nuovo di fronte al pretore, mentre una scorta a cavallo è già pronta per condurla sul monte dove verrà eseguita la sua condanna a morte, la decapitazione eseguita dal padre. Dioscoro e la scorta vengono poi inceneriti da un fulmine, mentre una piccola processione con il corpo della giovane scende dal monte verso il luogo di sepoltura. Nel cielo soprastante il paesaggio si trovano i dieci girali che racchiudono le immagini di venti santi, sormontati da cartigli che ne indicavano i nomi e identificati dai rispettivi attributi: il primo e l’ultimo sono san Girolamo e sant’Agostino, che fanno cadere dalle scale i vendemmiatori armati e “abusivi”, indicati come eretici.

Sulla parete destra della cappella Suardi, interrotta dalle due finestre e dalla porta d’ingresso, Lorenzo Lotto immagina una partitura architettonica a pilastri che articola lo spazio in tre riquadri, di cui sfrutta la profondità organizzando le scene su più piani. Al di sopra dei pilastri corre un architrave lungo il quale il pittore dispone dieci oculi in cui vengono inseriti alternativamente profeti e sibille, ciascuno indicato dal nome iscritto in un cartiglio: questi furono ebrei e pagani che preannunciarono la venuta di Cristo.

Storie di santa Brigida - dettaglio della famiglia di Maffeo Suardi
Storie di santa Brigida – dettaglio della famiglia di Maffeo Suardi

Le due finestre sono ornate in alto da cherubini, mentre in basso corrispondono a due targhe, nella prima delle quali si trova un sonetto di Battista Suardi dedicato a santa Brigida. Vissuta in Irlanda nel VI secolo, Brigida si distinse per le sue opere di carità e l’amore per i poveri. In età da marito ottenne dal padre il permesso di monacarsi, e proprio alla vestizione della santa è dedicata la prima scena raffigurata dal Lotto: mentre il vescovo legge le parole del rito, Brigida – che ha deposto la veste mondana – appoggia la testa sulla predella dell’altare che, per miracolo, si cosparge di erba e fiori: il miracolo è notato da un bambino che lo indica con veemenza, tenuto per la mano da un astante riconoscibile in Maffeo Suardi – cugino di Battista e comproprietario dell’oratorio. Maffeo è ritratto a lato dell’altare insieme alla moglie e ai figli. Alle spalle di questa scena, da una breccia aperta nel muro, si osserva la santa che – ormai monaca – distribuisce pane e latte ai poveri. Seguono altre tre scene, relative a tre miracoli compiuti da Brigida: la santa benedice della carne cruda tenuta da una popolana, carne che – portatale da Brigida – non le ha però macchiato l’abito bianco. Inoltre nei due secchi che una giovane regge, l’acqua è stata tramutata in birra. In secondo piano la santa benedice un cieco nato, a cui torna la vista.

Sibille e profeti - David
Sibille e profeti – David

Nel paesaggio sullo sfondo sono ambientati altri episodi: la santa ammansisce un cinghiale che aveva messo in fuga un gregge di pecore e il suo pastore, sì che la bestia e le pecore possono poi pascolare insieme; accanto, Brigida prega il cielo di non rovinare il raccolto con pioggia e grandine, salvando il raccolto che i contadini cercano affannosamente di mietere. Segue infine il terzo riquadro, con Brigida che soccorre tre lebbrosi e salva un uomo dall’aggressione: in alto – all’interno di un palazzo – la santa cerca di convincere tre uomini a non uccidere un comune nemico, mentre in basso i tre aggrediscono l’uomo, ma in realtà si tratta soltanto della sua ombra.

A metà parete, di fronte alla figura del Cristo vite, si trova l’autoritratto di Lorenzo Lotto, all’epoca quarantaquattrenne, che porta in spalla un fascio di panioni – verghe di legno cosparse di pania o vischio per catturare vivi gli uccelli – e tiene in mano una gruccia a cui è legata una civetta: il necessario per l’uccellagione con la civetta.

Autoritratto di Lorenzo Lotto
Autoritratto di Lorenzo Lotto

La parete di fondo della cappella Suardi è articolata in due riquadri: a sinistra la decollazione di santa Caterina d’Alessandria, a destra l’estasi di santa Maria Maddalena. Nel primo riquadro si osserva in primo piano la santa, inginocchiata con accanto la ruota in frantumi che l’ha inutilmente torturata. Di spalle, con in mano la sentenza, si trova l’imperatore e – accanto a lui – il boia che sta per fendere il colpo mortale e alcuni soldati. Sulla collina in secondo piano un rogo avvolge i filosofi che Caterina ha convertito al cristianesimo. La rocca che è dipinta sulla destra evoca il luogo dove il corpo della santa venne trasportato dagli angeli per essere sepolto, il monastero di santa Caterina sul monte Sinai. Nel riquadro di destra si osserva la Maddalena, coperta solo dai suoi capelli, che dall’interno di una spelonca si rivolge a mani giunte verso un angelo che le porge l’eucarestia. Sull’architrave in alto si trovano sette tondi con all’interno, disposti alternativamente, profeti e sibille, come continuazione del fregio della parete lunga di destra.

Il soffitto a capanna è sostenuto da travi a vista, che entrano a far parte dell’affresco diventando i sostegni di un pergolato attorno al quale si avvolgono i tralci della vite originata dal Cristo. Tra il pergolato e i tralci si intravede il cielo, mentre alcuni cartigli sono disposti qua e là riferendo parole della Bibbia relative all’eucaristia e alla transustanziazione. Numerosi putti si muovono tra i tralci, giocando e vendemmiando, mentre uno di loro fa la pipì proprio in corrispondenza della sottostante acquasantiera collocata accanto alla porta e del ritratto di Lorenzo Lotto: un modo per indicarne l’identità, visto che in alchimia l’urina è detta “Lot” (da “lotium”).

Cappella Suardi, soffitto - spiovente destro, prima parte
Cappella Suardi, soffitto – spiovente destro, prima parte

La decorazione dell’abside non è di mano di Lorenzo Lotto, come indicato dalla data qui riportata, 1502. E’ invece attribuita alla cerchia del pittore Jacopino de’ Scipioni e mostra – nel catino absidale – Cristo con la Vergine assunta fra le quattro sante Barbara, Brigida, Caterina d’Alessandria e Maddalena. Nell’emiciclo è raffigurata la famiglia di Battista Suardi, devotamente inginocchiata ai lati dell’altare.

L’aspetto neomedievale della cappella Suardi si deve a un rifacimento del 1883-85 per annettere una piccola sagrestia in corrispondenza della parete di fondo (dove venne aperta un’altra porta rispetto all’unica originaria – disposta sul lato lungo di destra) e sanare alcuni problemi di umidità.

Storie di santa Brigida - dettaglio del miracolo della vestizione
Storie di santa Brigida – dettaglio del miracolo della vestizione

Per la bibliografia relativa alla cappella Suardi rimando al fondamentale volume di Francesca Cortesi Bosco “Lorenzo Lotto. Gli affreschi dell’Oratorio Suardi a Trescore”, edito da Skira nel 1997, del quale mi sono in parte avvalsa anche per la redazione di questo articolo, nonché a: “Lotto: gli affreschi di Trescore”, a cura di Carlo Pirovano, Milano, Electa, 1997, “Lorenzo Lotto a Trescore: immagini, documenti, temi dall’Oratorio Suardi”, Comunità Montana Val Cavallina, 2001, e infine Luigi Angelini, “Gli affreschi di Lorenzo Lotto nella cappella Suardi in Trescore-Bergamo”, Bergamo, Stamperia Conti, 1942.

Le foto inserite in questo articolo – dove non diversamente indicato – sono scansioni di quelle pubblicate nei volumi sopra menzionati, perché all’interno dell’oratorio Suardi non è consentito scattare fotografie. Per visitare questo luogo straordinario è necessario partecipare a una delle visite guidate organizzate dalla Pro Loco di Trescore Balneario, secondo le indicazioni riportate sul sito internet www.prolocotrescore.it.

Chi ama Lorenzo Lotto potrebbe inoltre ammirarne le opere nelle Marche, dove il pittore visse prima e dopo il soggiorno a Bergamo: in particolare, i capolavori custoditi nella Pinacoteca Civica di Jesi e presso Villa Colloredo Mels a Recanati, nonché ad Ancona e Macerata e infine nel palazzo apostolico di Loreto, dove nel 1554 il maestro si trasferì – divenuto oblato del santuario mariano – e infine morì, nel più assoluto silenzio, nel 1557.

Altre immagini della cappella Suardi:

Mappa della cappella Suardi:

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