Basilica di san Lorenzo, interno

La Basilica di san Lorenzo a Firenze, il tempio dei Medici

Basilica di san Lorenzo, interno
Basilica di san Lorenzo, interno

La Basilica di san Lorenzo è la più antica cattedrale fiorentina: la sua origine si deve a una donna, una delle tante che hanno segnato in modo indelebile la storia di Firenze: di nome Giuliana, visse nella seconda metà del IV secolo. Era sposata con tre figlie, ma desiderando la prole maschile si votò a San Lorenzo, ottenendo un figlio, Lorenzo, divenuto “lettore”, mentre le tre figlie vissero nello stato virginale. Rimasta vedova del marito, presbitero, Giuliana si consacrò a Dio. La chiesa primitiva, collocata alla periferia della città romana, venne consacrata da Sant’Ambrogio nel 393 d.C., ma di questa costruzione nulla è giunto fino a noi: la Basilica che ammiriamo è infatti il frutto delle imponenti trasformazioni cominciate nel 1418 ad opera di Giovanni di Bicci, capostipite della famiglia Medici, che abitava a pochi passi da San Lorenzo, nel palazzo edificato da Michelozzo in via Larga (al n. 1 di via Cavour).

Sagrestia nuova, Madonna col Bambino tra i santi Cosma e Damiano e tomba di Lorenzo il Magnifico e di Giuliano de' Medici
Sagrestia nuova, Madonna col Bambino tra i santi Cosma e Damiano e tomba di Lorenzo il Magnifico e di Giuliano de’ Medici

Da quell’anno san Lorenzo fu indissolubilmente legata alla casata Medici, diventandone la chiesa ufficiale, un vero e proprio tempio familiare: qui furono celebrati i matrimoni, i battesimi e i funerali dei suoi membri, qui i Medici presenziarono alle cerimonie di stato e qui seppellirono i loro morti fino all’ultima discendente, Anna Maria Luisa. L’ascesa di san Lorenzo coincise dunque con l’ascesa dei Medici, un legame che in parte spiega il fascino ancor oggi esercitato da questo luogo e dal suo complesso: san Lorenzo è infatti non solo la più antica chiesa fiorentina, ma è anche basilica palatina e mausoleo, scrigno dei tesori realizzati dai più grandi talenti dell’epoca (per citarne alcuni: Filippo Lippi, Donatello, Rosso Fiorentino, Bronzino, Verrocchio…), modello dell’architettura del Rinascimento (grazie alle opere di Brunelleschi e Michelangelo), custode del sapere del tempo (raccolto nella Biblioteca medicea laurenziana).

Basilica di san Lorenzo, la facciata e le cupole della Cappella dei Principi (a sinistra) e della Sagrestia nuova (a destra)
Basilica di san Lorenzo, la facciata e le cupole della Cappella dei Principi (a sinistra) e della Sagrestia nuova (a destra)

La Basilica di san Lorenzo è priva della facciata, simbolo di un cantiere rimasto interrotto: secondo la volontà di papa Leone X, figlio di Lorenzo il Magnifico, la chiesa avrebbe dovuta essere degnamente completata dal paramento marmoreo, tanto che nel 1518 il papa ne affidò l’incarico a Michelangelo. Il progetto però non venne mai realizzato, ma se ne ammirano i disegni e un modello ligneo presso il Museo di Casa Buonarroti.

L’interno della chiesa testimonia l’intervento di Filippo Brunelleschi, che curò la radicale ristrutturazione del vecchio edificio e ne concepì l’idea spaziale che oggi si ammira: limpida, razionale, armoniosa. Fra queste pareti sono custoditi importantissimi capolavori: sopra il secondo altare della navata di destra si trova lo Sposalizio della Vergine di Rosso FiorentinoDonatello realizzò i pulpiti pur essendo già in età avanzata (era ultrasettantenne), insieme ad aiuti di bottega (gli apporti del Maestro e della sua bottega sono tutt’oggi oggetto di studio).

Donatello, Pulpito della resurrezione, scena della resurrezione di Cristo
Donatello, Pulpito della resurrezione, scena della resurrezione di Cristo

Queste opere colpiscono per l’espressività e l’originalità drammatica della rappresentazione, di una forza inaudita: a sinistra si trova il pulpito della “Passione”, i cui rilievi raccontano la passione e la morte di Cristo, a destra quello della “Resurrezione”, con gli episodi seguenti la morte di Gesù. Di fronte al pulpito di destra si trova il famoso tabernacolo di Desiderio da Settignano (1416). Nella cappella Martelli del braccio sinistro del transetto si ammira l’Annunciazione del Lippi (1437-1441), sulla parete della navata sinistra il Martirio di San Lorenzo, grande affresco del Bronzino. In controfacciata la Tribuna delle reliquie realizzata da Michelangelo.

Dal transetto sinistro una porta in legno intarsiato conduce alla Sagrestia vecchia, prima parte ad essere ultimata nel progetto di ampliamento e completo rinnovamento voluto dai Medici. Ideata come cappella di famiglia, venne completata da Brunelleschi entro il 1428, come indicato dalla data inscritta nella cupola della lanterna.

Sagrestia vecchia, decorazioni di Donatello
Sagrestia vecchia, decorazioni di Donatello

Il suo fascino deriva dalla semplicità della sua concezione, un cubo coperto da una cupola divisa in dodici spicchi, e dalla scelta del contrasto cromatico tra la pietra serena, che mette in evidenza gli elementi portanti, e l’intonaco delle pareti: la bellezza della semplicità. Entro questa architettura si collocano gli stucchi policromi di Donatello, realizzati a più riprese tra il 1428 e il 1443 e raffiguranti i quattro evangelisti e gli episodi della vita di san Giovanni (nei pennacchi). Ai lati dell’abside si ammirano le porte bronzee di Donatello, sormontate da lunettoni con i santi medicei Cosma, Damiano, Stefano e Lorenzo, anch’essi donatelliani: un’armonica fusione tra spazio architettonico e decorazione plastica che rende questo luogo una delle realizzazioni più compiute e significative del primo Rinascimento fiorentino. Sulla parete sinistra si trova il monumento funebre di Piero il Gottoso e Giovanni de’ Medici – capolavoro di Andrea del Verrocchio (1472) – e al centro della sala un tavolo, la cui base è costituita dal sarcofago di Giovanni di Bicci e sua moglie.

Sagrestia vecchia, cupola della scarsella
Sagrestia vecchia, cupola della scarsella

La cupola della scarsella rappresenta un’immagine astronomica che esemplifica lo stretto rapporto tra arte e scienza: si rappresenta scientificamente la congiuntura astrale dell’emisfero boreale del 4 luglio 1442, secondo la concezione geocentrica di origine tolemaica. I corpi celesti sono raffigurati con estrema precisione, evidenziati in oro sullo sfondo azzurro: si osservano la Luna, il Sole, Giove, Venere e le principali coordinate della sfera celeste, oltre alle personificazioni di alcune costellazioni tratteggiate in nero con lumeggiature in bianco. Sembra evidente – secondo quanto sottolineano gli studiosi del Museo Galileo di Firenze – che l’autore abbia seguito i suggerimenti di un astronomo, forse Paolo del Pozzo Toscanelli, amico di Filippo Brunelleschi. La finalità del dipinto è comunque commemorativa e astrologica, a conferma dello stretto rapporto tra astronomia e astrologia nella cultura rinascimentale. Un analogo affresco si trova nella Cappella dei Pazzi a Santa Croce.

Basilica di san Lorenzo, Sagrestia nuova, tomba di Lorenzo de' Medici duca di Urbino
Sagrestia nuova, tomba di Lorenzo de’ Medici duca di Urbino

La Sagrestia nuova della Basilica di san Lorenzo si trova in posizione speculare rispetto alla vecchia, ovvero in concomitanza del transetto destro (sebbene il suo accesso non avvenga dalla chiesa ma da piazza Madonna degli Aldobrandini, come indicato in fondo all’articolo). Fu pensata da papa Leone X per ospitare le spoglie del padre Lorenzo il Magnifico e dello zio Giuliano, insieme al fratello Giuliano duca di Nemours e al nipote Lorenzo duca di Urbino, ma venne effettivamente iniziata solo nel 1520 per volontà di Clemente VII. Michelangelo si dedicò alla sua realizzazione fino al 1534, anno del suo definitivo trasferimento a Roma. Adottò il modello brunelleschiano della Sagrestia vecchia costruendo un ambiente cubico sormontato da una cupola emisferica e impiegando sempre la pietra serena a sottolineare gli elementi architettonici. Inserì però due monumenti funebri sormontati da gruppi scultorei animando lo spazio con una nuova concezione plastica.

Sagrestia nuova, ritratto di Giuliano de' Medici duca di Nemours e dettaglio della Notte
Sagrestia nuova, ritratto di Giuliano de’ Medici duca di Nemours e dettaglio della Notte

Sulle pareti laterali si trovano dunque i monumenti sepolcrali di Giuliano duca di Nemours (a destra) e di Lorenzo duca di Urbino (a sinistra), morti in giovane età e raffigurati nel fiore degli anni. Ai loro piedi giacciono quattro figure allegoriche, rispettivamente il Giorno e la Notte, l’Aurora e il Crepuscolo, figure del tempus fugit, che accompagnano le simbologie della vita attiva – riconoscibile nella raffigurazione di Giuliano – e quella riflessiva – richiamata dalla rappresentazione di Lorenzo. Il tempo è quindi il tema delle tombe medicee, che essendo sepolcreto cristiano rimandano al tema dell’immortalità dell’anima, grazie al tramite misericordioso di Maria “porta del cielo” cui gli sguardi di entrambi i Medici sono diretti. Lorenzo il Magnifico non ebbe in fine una sepoltura d’importanza pari alla sua figura, ed è qui sepolto in un semplice basamento marmoreo collocato sotto la statua della Vergine, insieme al fratello Giuliano ucciso durante la congiura dei Pazzi nel 1478.

Cappella dei Principi, urna di Cosimo III
Cappella dei Principi, urna di Cosimo III

La terza cappella del complesso di san Lorenzo, accanto alla quattrocentesca Sagrestia vecchia e alla cinquecentesca Sagrestia nuova, è la seicentesca Cappella dei Principi, che risponde all’esigenza di autocelebrazione della casata medicea. La sua imponenza è tale da rappresentare una vera e propria chiesa a pianta centrale, appoggiata al presbiterio e al coro della Basilica ma al contempo indipendente da essa. La sua cupola, guardando lo skyline fiorentino, è seconda solo a quella di santa Maria del Fiore, testimonianza visibile della potenza della famiglia Medici. Concepita da Cosimo I fin dal 1568, la sua costruzione venne avviata da Ferdinando I, e prosciugò le risorse finanziarie sempre più esigue del Granducato. L’ultima discendente della famiglia, Anna Maria Luisa, l’Elettrice Palatina, volle imprimere al cantiere un’accelerazione decisiva, determinando finalmente l’ultimazione della cupola. Le pareti del mausoleo familiare vennero rivestite con i materiali più preziosi e incorruttibili: marmi, graniti, diaspri, alabastri, lapislazzuli, coralli e madreperle, simbolo di eternità. L’Opificio delle pietre dure, fondato nel 1588 da Ferdinando I, dedicò per secoli gran parte della propria attività alla decorazione di questa Cappella. Sulla cupola si ammira un ciclo di affreschi concernenti le storie della Genesi, la vita di Cristo e il Giudizio universale, mentre in sei delle otto pareti si aprono nicchie che ospitano le urne dove riposano i granduchi medicei, due delle quali coronate dalle statue a figura intera di Ferdinando I e Cosimo II, ritratti con il corredo dei loro attributi.

Chiostro dei canonici
Chiostro dei canonici

Accanto alla chiesa si trovano i chiostri: quello più piccolo e non visitabile (risalente alla fine del Trecento) ha conservato l’aspetto che aveva prima del rinnovamento compiuto da Brunelleschi su commissione dei Medici. E’ la parte più antica di tutto il complesso monumentale. Il più grande – chiamato Chiostro dei canonici perché vi si affacciavano le celle dei canonici e tutti gli spazi dedicati alla vita in comune (cucine, refettorio, sala del capitolo) – venne ristrutturato da Antonio Manetti tra il 1457 e il 1462 probabilmente su progetto di Michelozzo.

Dal Chiostro dei canonici salendo una scala si giunge alla Biblioteca medicea laurenziana: fu voluta da papa Clemente VII per ospitare i preziosissimi manoscritti di famiglia. Venne progettata da Michelangelo che diresse personalmente i lavori tra il 1523 e il 1534, anno del suo trasferimento a Roma. Venne ultimata nel 1571 da Giorgio Vasari e Bartolomeo Ammannati, che seguirono i progetti michelangioleschi, e fu aperta al pubblico quello stesso anno: di proprietà dei Medici, i suoi volumi potevano essere consultati con grande liberalità da studiosi di ogni condizione e provenienza.

Biblioteca medicea laurenziana, ricetto
Biblioteca medicea laurenziana, ricetto

La biblioteca vera e propria è preceduta da un vestibolo – chiamato ricetto – in cui il bianco dell’intonaco si alterna al grigio della pietra serena: salendo la scala che l’Ammannati realizzò su disegno del Maestro si arriva al vasto salone di lettura, uno dei pochi ambienti cinquecenteschi al mondo ad essersi conservato pressoché integro: qui infatti tutto è originale, dal soffitto in legno di tiglio intagliato alle vetrate con gli stemmi medicei, al pavimento in cotto rosso e bianco, progettato da Niccolò Tribolo. Gli stessi banchi lignei furono disegnati da Michelangelo, con la duplice funzione di leggìo e custodia, tutt’oggi indicanti la collocazione originaria dei codici.

I volumi qui custoditi testimoniano l’interesse per gli autori classici sorto alla corte medicea grazie all’influsso della filosofia neoplatonica e tra di essi si trovano alcuni dei libri più importanti al mondo.

Basilica di san Lorenzo, Biblioteca medicea laurenziana, la sala di lettura
Biblioteca medicea laurenziana, la sala di lettura

La loro storia merita un piccolo approfondimento: i libri raccolti da Cosimo il Vecchio per sé e per la propria famiglia nel palazzo di via Larga, ai quali si erano aggiunti quelli del figlio Piero e del nipote Lorenzo il Magnifico, nel 1494 vennero trasferiti e messi in serbo, alla cacciata dei Medici, nel savonaroliano convento di San Marco. Riscattati nel 1508 dal cardinale Giovanni dei Medici, poi papa Leone X, furono trasferiti a Roma. Ma un altro cardinale mediceo, Giulio, salito al trono pontificio con il nome di Clemente VII, li restituì a Firenze, dando a Michelangelo il compito di costruire la Biblioteca laurenziana presso la chiesa di San Lorenzo.

Il video della Biblioteca medicea laurenziana:

Nei primi decenni dell’Ottocento alla Biblioteca medicea venne aggiunta la Tribuna dell’Elci, progettata da Pasquale Poccianti per ospitare la collezione di manoscritti di Angelo Maria d’Elci.

Biblioteca medicea laurenziana - dettaglio della decorazione del pavimento
Biblioteca medicea laurenziana – dettaglio della decorazione del pavimento

Un altro luogo preziosissimo della Basilica di san Lorenzo – non visitabile – è l’Archivio capitolare, che custodisce documenti risalenti fino al 1059 relativi alle attività della parrocchia. Sono documenti d’importanza capitale, perché raccontano non solo la storia della Basilica e del Capitolo, ma anche la vita cittadina del tempo e le azioni compiute dagli esponenti della famiglia Medici.

Nella cripta e nella sagrestia di sinistra della Cappella dei Principi si trovano alcuni degli arredi sacri che componevano il preziosissimo tesoro di san Lorenzo, che nelle grandi occasioni veniva mostrato ai fedeli grazie alla tribuna progettata ad hoc da Michelangelo nella facciata interna della chiesa. Oggi questo tesoro si trova in parte qui, in parte nella Basilica, in parte nel Museo degli Argenti di Palazzo Pitti. Sempre nella cripta si trova il monumento funebre a Cosimo il Vecchio, “pater patriae”: nella chiesa la sepoltura è segnalata da una semplice grata posta di fronte all’altare maggiore perché in effetti si trova nella cripta sottostante, nel pilastro che sostiene il presbiterio della chiesa. Una collocazione che secondo la tradizione medievale era riservata alle spoglie del martire cui era dedicato l’edificio sacro e che testimonia lo strettissimo rapporto tra la famiglia Medici e la Basilica di san Lorenzo.

Cappella dei Principi, affreschi della cupola
Cappella dei Principi, affreschi della cupola

Informazioni utili per visitare il complesso: la visita richiede un po’ di organizzazione. la Sagrestia nuova e la Cappella dei Principi hanno un accesso a se stante sul retro della chiesa e costituiscono il Museo delle Cappelle medicee gestito dal Mibact. Il Museo comprende inoltre la cripta, dove sono sepolti i Medici e i loro familiari, la cripta lorenese, che custodisce le spoglie dei Lorena e il monumento funebre a Cosimo il vecchio, e infine parte del prezioso Tesoro della Basilica di san Lorenzo, costituito da parati sacri e reliquiari (informazioni sul sito: www.bargellomusei.beniculturali.it). La Basilica, la Sagrestia vecchia, il Museo del tesoro, il Salone e la tomba di Donatello fanno invece parte del percorso di visita gestito dall’Opera Medicea Laurenziana, con un biglietto dedicato. La biglietteria si trova poco prima del Chiostro dei canonici, con accesso a sinistra della facciata. La Biblioteca medicea laurenziana ha infine un biglietto a se stante, acquistabile sempre presso la biglietteria dell’Opera Medicea Laurenziana.

Filippo Lippi, Annunciazione
Filippo Lippi, Annunciazione

Ho inserito la Sagrestia vecchia, la Sagrestia nuova e la Cappella dei Principi all’interno di un itinerario di visita in dodici tappe dedicato alle cappelle di Firenze. A breve distanza dalla basilica si trova palazzo Medici Riccardi, il primo palazzo della famiglia Medici, che all’interno custodisce la magnifica cappella dei Magi, interamente affrescata da Benozzo Gozzoli.

Ho redatto questo articolo avvalendomi di fonti diverse, tra le quali segnalo la guida ufficiale al Museo delle Cappelle Medicee e san Lorenzo edita nel 1999 con il testo di Antonio Paolucci, che consiglio come validissimo e agile supporto alla visita del complesso. Inoltre: di Franco Cesati “Le chiese di Firenze”; il numero dedicato a santa Giuliana del mensile di san Lorenzo “La Graticola” (luglio-agosto 1977); la guida “Arte, fede, storia” dell’Arcidiocesi di Firenze; di Piero Bargellini “Questa è Firenze” e “La città di Firenze”; di Mario Lopes Pegna “Le più antiche chiese fiorentine”.

Altre immagini:

Mappa della basilica di san Lorenzo:

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