Giardino d'inverno di Palazzo Martelli

Palazzo Martelli a Firenze, la casa-museo di un’antica famiglia fiorentina

Facciata di Palazzo Martelli
Facciata di Palazzo Martelli

Palazzo Martelli a Firenze è uno splendido esempio di casa-museo a pochi passi da piazza Duomo. Appartenuta alla famiglia Martelli, una delle più antiche famiglie fiorentine legata al potere prima dei Medici e poi dei Lorena, è una dimora storica in cui la famiglia ha vissuto sino al 1986, quando l’ultima erede, Francesca, la donò alla Curia fiorentina e alla basilica di San Lorenzo, di cui la famiglia era stata nei secoli parrocchiana.

Il legame con i Medici fu essenziale per l’affermazione della famiglia e si sostanziò sin dalla collaborazione nelle attività commerciali e finanziarie: i Martelli furono titolari del banco mediceo a Basilea, posizione in virtù della quale svolsero anche uffici diplomatici come il trasferimento del Concilio a Firenze nel 1439 (evento immortalato nella Cavalcata dei Magi di Benozzo Gozzoli a Palazzo Medici Riccardi). Palazzo Martelli dista pochi passi dal palazzo mediceo di via Larga, ed entrambe le famiglie parteciparono all’edificazione della vicina fabbrica di San Lorenzo, la chiesa dei Medici che custodisce la cappella Martelli, con l’Annunciazione di Filippo Lippi e il sarcofago di Niccolò e Fioretta scolpito da Donatello. L’unione delle due casate si attuò inoltre nel matrimonio morganatico tra Camilla e Cosimo I, avvenuto nel 1570.

Antonio Marini, La famiglia Martelli @ Palazzo Martelli
Antonio Marini, La famiglia Martelli @ Palazzo Martelli

La prima realizzazione di Palazzo Martelli risale al 1627 quando, in occasione del matrimonio tra due lontani cugini, Maria di Baccio e Marco di Francesco, due rami della famiglia si riunirono e furono aggregate e ristrutturate alcune case di proprietà sin dal Cinquecento. Altre modifiche furono attuate dal 1637, finalizzate alla restituzione di un aspetto unitario alle varie dimore: tali lavori portarono anche allo scontro con il Capitolo della Basilica di San Lorenzo, i cui edifici confinanti furono soverchiati in altezza dal cantiere del Palazzo. In occasione del matrimonio tra Niccolò Martelli e Teresa Gerini – figlia di un importante collezionista fiorentino – furono realizzati il grande scalone d’accesso e la facciata su via Zannetti (uniformando tutto il prospetto sulla via), nonché acquistati numerosi dipinti per destinarli alla quadreria del Palazzo, già formatasi a partire dal XV secolo con la funzione di arredo delle dimore di residenza.

Un contributo determinante alla collezione fu apportato da Domenico, abate residente a Roma e grande appassionato d’arte: dalla sua raccolta provengono circa un quarto delle opere oggi presenti nella pinacoteca di Palazzo Martelli. Per le nozze tra Niccolò e Maddalena Tempi, fra 1737 e 1739, furono avviati altri importanti lavori, come la sistemazione delle sale a piano nobile – destinate all’abitazione della famiglia – e la loro sontuosa decorazione. Fra la fine del Settecento e i primi dell’Ottocento al piano terreno furono apportati altri interventi tesi a creare un “quartiere estivo”, dal momento che Palazzo Martelli non poteva contare su spazi esterni. Tra di essi: la decorazione pittorica, nel 1791, della stanza destinata a giardino d’inverno, la realizzazione della veduta prospettica, nel 1801, nel cortile d’ingresso, la stanza dipinta “a paese” nel 1809.

Prima sala del piano nobile di Palazzo Martelli
Prima sala del piano nobile

Per comprendere l’entità della collezione custodita a Palazzo Martelli nel momento di maggiore splendore, e la sua distribuzione nelle diverse sale, articolata per varietà di soggetti, occorre fare riferimento all’inventario redatto da Niccolò Martelli nel 1771. Da quella scelta si discostò la diversa sistemazione voluta dal figlio Marco, disposta per generi, con la decorazione delle volte delle sale ispirata ai temi dei dipinti che vi erano esposti. Il figlio di Marco, Niccolò, fece poi sostituire gli affreschi voluti dal padre con quelli che ancora oggi decorano le prime tre sale, destinati a celebrare gli episodi salienti della storia familiare: eseguiti fra il 1820 e il 1822, rappresentano Giovanni duca di Calabria concede a Domenico Martelli il privilegio dei gigli di Francia, il Matrimonio del granduca Cosimo I con Camilla Martelli, Roberto Martelli visita la bottega di Donatello.

Piero di Cosimo, Adorazione del Bambino @ Palazzo Martelli
Piero di Cosimo, Adorazione del Bambino @ Palazzo Martelli

Nel corso dell’Ottocento seguirono alcune difficoltà finanziarie, che comportarono la cessione e la vendita di parti importanti di Palazzo Martelli e della sua collezione: tutti i disegni, molti dipinti e anche le sculture andarono ad arricchire le raccolte private e pubbliche dei musei in tutto il mondo. Nel 1986, con la scomparsa dell’ultima discendente Francesca, Palazzo Martelli con la quadreria e i mobili non venduti passarono alla Curia Arcivescovile di Firenze e, in seguito, allo Stato Italiano, che aprì Casa Martelli al pubblico nel 2009 come sede museale.

La visita di Palazzo Martelli può prendere avvio dal piano terra dove, superato l’atrio d’ingresso decorato in trompe l’œil nel 1802, si accede alla sala affrescata come un giardino d’inverno nel 1791, opera di Gaetano Gucci: un pergolato da giardino ricoperto di rampicanti ornamentali, sorretto da erme dipinte che sostengono capitelli cinquecenteschi in pietra serena, e dal quale affacciano uccelli, gatti, scimmie.

Atrio di Palazzo Martelli decorato in trompe l'œil
Atrio di Palazzo Martelli decorato in trompe l’œil

Segue la stanza “a paese”, dipinta da Niccolò Contestabili in occasione del rinnovamento degli ambienti al piano terreno, disposto in concomitanza con le nozze di Niccolò Martelli e Caterina de’ Ricci (1809). Il soggetto deriva dall’interesse per il paesaggio, con una veduta fluviale che rievoca l’Arno e si dispiega senza soluzione di continuità su tre pareti. Sulla quarta si ammira un prospetto architettonico in rovina in trompe l’œil, con due grandi nicchie che accolgono una vasca reale e una dipinta, e un finto bassorilievo con una figura alata intenta a scrivere su di uno scudo. L’acqua che scorreva nella vasca – insieme alla raffigurazione naturalistica del paesaggio – contribuiva a generare la sensazione di una completa immersione con la natura, creando un ambiente rilassante. In primo piano è ritratta una coppia di giovani – forse un riferimento agli sposi – accompagnati da tre bambini e forse dalla governante.

Affresco il Parnaso con le Muse
Affresco il Parnaso con le Muse

Per accedere al piano nobile di Palazzo Martelli è necessario salire l’elegante scalone realizzato in occasione delle nozze di Niccolò Martelli con Teresa Gerini, fra il 1668 e il 1669, con volta affrescata nel 1802 con il tema della Vigilanza. Al culmine dello scalone di trovava lo stemma di famiglia, opera di Donatello, oggi al Museo Nazionale del Bargello di Firenze. Prende quindi avvio la visita delle sale dedicate all’esposizione della quadreria: la prima reca sul soffitto l’affresco Giovanni duca di Calabria concede a Domenico Martelli il privilegio dei gigli di Francia, commissionato nel 1822 da Niccolò Martelli ad Antonio Marini per celebrare la storia familiare. Fra le opere esposte si nota, sulla parete di sinistra, il quadro commissionato nel 1777 a Giovan Battista Benigni avente a soggetto La famiglia Martelli: vi si osserva la famiglia, raccolta in una delle sale, mentre viene servita la cioccolata, con il capofamiglia Niccolò la moglie Maddalena Tempi seduti a sinistra del tavolo, accanto il figlio Marco con in piedi la consorte Teresa Pucci, accompagnata dal cognato, l’abate Giuseppe Martelli. Seduto a destra vi è il marchese Carlo Gerini, dietro al quale si osserva la scultura di San Giovanni Battista, opera della bottega di Donatello (oggi al Bargello). Nel quadro sono dipinti alle pareti alcuni quadri, tra i quali la Congiura di Catilina di Salvator Rosa ancor oggi esposta nella prima sala insieme al Giuramento di Bruto contro i Tarquini per la morte di Lucrezia di Luca Giordano, forse commissionato direttamente al pittore in occasione del suo soggiorno fiorentino nel 1685 per accompagnarlo all’opera del Rosa.

Affresco della seconda sala del piano nobile, Matrimonio del granduca Cosimo I con Camilla Martelli - dettaglio
Affresco della seconda sala del piano nobile, Matrimonio del granduca Cosimo I con Camilla Martelli – dettaglio

La seconda sala del piano nobile di Palazzo Martelli presenta sul soffitto l’affresco con il Matrimonio del granduca Cosimo I con Camilla Martelli: il granduca – rimasto vedovo di Eleonora di Toledo – nel 1570 sposò in nozze morganatiche la Martelli, regolarizzando una lunga relazione dalla quale era nata la figlia Virginia. Alle pareti si trovano i due dipinti di Domenico Beccafumi raffiguranti I lupercali e Il culto di Cerere o di Vesta, appartenenti al nucleo delle opere sistemate nella prima sala – adibita a “Camera de’ quadri” in occasione del matrimonio fra Niccolò Martelli e Teresa Gerini nel 1669 – insieme alla Vanitas di Michael Sweerts qui esposta. Si ammirano inoltre una Sacra Famiglia con santa Elisabetta, san Giovannino e due angeli di Charles-André van Loo appartenente alla collezione dell’abate Domenico, la Madonna con Bambino e san Giovannino di Alessandro Tiarini, il Ritratto di Jolis La Bercher, un’Adorazione dei Magi di Giovanni de Mio – tutti acquistati fra il 1790 e il 1801 da Marco Martelli nell’intento di incrementare la collezione di famiglia.

Giardino d'inverno di Palazzo Martelli
Giardino d’inverno

Il soffitto della terza sala di Palazzo Martelli, eseguito nel 1822 da Antonio Marini, raffigura Roberto Martelli in visita alla bottega di Donatello, con il dettaglio delle opere più famose dello scultore: il San Giorgio per Orsammichele, i rilievi con i putti per le cantorie dell’Opera del Duomo, il San Giovanni Battista e l’arme Martelli. Fra le opere esposte alle pareti, l’Estate e l’Inverno eseguiti dalla bottega di Salvator Rosa, alcuni dipinti dei fiamminghi Hendrick van Lint e Pieter van Bloemen appartenenti alla raccolta personale dell’abate Domenico, due scenette di Animali e pastori di Francesco Londonio e soprattutto due tavole di Pieter Bruegel il giovane raffiguranti Festa di nozze in una casa contadina e Scena campestre, tutte opere acquistate da Marco Martelli.

Scalone
Scalone

La quarta sala del piano nobile di Palazzo Martelli conserva una delle volte più antiche della casa, con l’affresco del 1758 eseguito da Tommaso Gherardini raffigurante il Parnaso con le Muse e i poeti toscani: tra i poeti si riconoscono Dante, Boccaccio, Petrarca, e forse una rappresentante della famiglia, ovvero il poeta Lodovico oppure Niccolò fondatore dell’Accademia degli Umidi. La sala – ritrovata in stato di abbandono – è stata arredata con opere prive di collocazione certa nelle stanze della galleria. Vi si ammirano un San Pietro inginocchiato di Pompeo Batoni, due teste di filosofo di Orazio Borgianni, sette sculture in legno di bosso riproducenti gruppi marmorei dell’antichità classica (Laocoonte, Ercole Farnese, Bacco, Fauno, Galata morente, Hermes, Gladiatore) comperate dall’abate Domenico nella bottega romana dell’autore Johannes Sporer.

Il percorso di visita del piano nobile di Palazzo Martelli prosegue nella stanza adibita a cappella dall’ultima discendente della famiglia, che desiderava un luogo dove pregare dimorando nella camera accanto. Sul soffitto si trova uno degli affreschi più antichi, il Ratto di Proserpina opera di Vincenzo Meucci del 1739. Segue la Sala delle Arti e del Commercio, dove si ritirò a vivere Francesca Martelli, con la volta decorata ad affresco da Vincenzo Meucci fra il 1757 e il 1758: al centro, fra le allegorie delle Arti e del Commercio, si legge il motto della famiglia Martelli “Soli virtuti honor”.

Salone Giallo
Salone Giallo

Lo stesso Vincenzo Meucci affrescò anche il soffitto del Salotto Giallo con l’Allegoria dei quattro continenti: la sala deriva il suo nome dalla seta giallo-oro con motivi all’orientale che ne tappezza le pareti. Commissionata appositamente dalla famiglia fra il 1799 e il 1800, si declina nell’arredo dell’ambiente, eseguito in epoche diverse tra il Sette e l’Ottocento. Al centro della parete si ammira l’Adorazione del Bambino, opera fondamentale della produzione di Piero di Cosimo. Accanto al salone vi è una piccola stanza di passaggio che conduceva alle stanze originarie della residenza, un passarino decorato con stucchi settecenteschi e affrescato sulla volta con Venere, riferimento al tema del matrimonio.

Il grande ambiente allineato al Salotto Giallo è la Sala dell’Amore, che fu costruita e decorata nel 1847, unificando due stanze in occasione del matrimonio di Alessandro Martelli con Marianna Velluti Zati dei Duchi di san Clemente. Sulla parete si osserva il Ritratto dell’Abate Domenico Martelli, opera di David Lüders. Il foyer introduce al Salone da ballo, grande sala voluta da Niccolò Martelli e realizzata tra il 1738 e il 1739. Di questo ambiente sono rimaste le Vedute fantastiche con rovine di Bernardino Minozzi: Marco infatti fece trasformare lo spazio realizzando tra l’altro il grande vano destinato all’orchestra. L’ultimo ambiente di Palazzo Martelli visitabile al piano nobile è il Salottino di Teresa Pucci, cui si accede sempre dal foyer, decorato con pareti a grottesche e sul soffitto Cerere e amore di Gaetano Gucci (1782).

Per visitare Palazzo Martelli suggerisco di consultare le pagine dedicate sul sito Musei dei Bargello (www.bargellomusei.beniculturali.it), dove sono indicati orari e modalità di visita. Per la redazione di questo articolo mi sono avvalsa, fra le altre fonti, della guida ufficiale “Museo di Casa Martelli” a cura di Monica Bietti e Maurizio Zecchini, edito da Sillabe nel 2015.

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