Place Rcif

Cosa vedere a Fes: tre giorni nella capitale culturale del Marocco

Place Rcif, Fes
Cosa vedere a Fes: Place Rcif

Sono tornata in Marocco per visitare Fes nel corso di un fine settimana lungo: tre giorni per immergermi nelle atmosfere, nei sapori e nei colori di questo paese che amo, a cui ho aggiunto una giornata intera dedicata alla visita della vicina città imperiale di Meknes, delle rovine romane di Volubilis e della città santa di Moulay Idriss.

Fes prende il suo nome dal piccone, “fes”, che ne operò il simbolico colpo di fondazione per mano di Moulay Idriss I, discendente del Profeta, alla fine dell’VIII secolo. Fu la prima capitale islamica del Marocco e continua ad esserne, anche grazie all’influenza dell’antica Università, la capitale religiosa e culturale. Il suo sviluppo urbanistico fu intenso nel corso del secoli: la medina, Fes-al-Bali (“Fes la vecchia”, patrimonio Unesco dal 1981), ne è il nucleo più antico, cresciuto attorno ai due borghi del quartiere degli Andalusi (dove Moulay Idriss fondò la città e poi nell’812 ripararono i musulmani andalusi cacciati dagli ommayadi di Cordoba) e della città collocata sulla riva opposta dello Uadi (“letto di torrente”) Fes, (dove Idriss II stabilì la sede definitiva della dinastia ed in seguito trovarono ospitalità gli abitanti provenienti di Kairouan in Tunisia).

Medersa el-Attarin, decorazione del cortile, Fes
Medersa el-Attarin, decorazione del cortile

Dopo la conquista della città da parte dei Merinidi nel 1250, fu eretta la seconda città, Fes-el-Jedid, “Fes la nuova”: qui nel XIV secolo fu stabilito il mellah in cui si trasferirono gli ebrei di Fes-el-Bali. Il Trecento fu un periodo di grande splendore, economico, culturale, artistico, sancito dalla costruzione di case e palazzi, dalla edificazione delle scuole coraniche (mederse), dalla fama conseguita dall’università Karaouine, capace di attirare pensatori e maestri da tutto l’Islam. A questa fase di grande prosperità e ricchezza seguì il declino, nel 1522 un terremoto distrusse gran parte della città, infine giunse l’età moderna, quando durante il protettorato francese venne costruita la terza città, la Ville Nouvelle in stile occidentale.

Incontri in Tala el-Kbira, Fes
Incontri in Tala el-Kbira

Consiglio l’itinerario seguente a chi non ha mai visitato il Marocco, e a chi invece – come me – c’è già stato altre volte: perché Fes non si rivela tutta insieme e anzi, necessita di un tempo ampio di visita, di calma e pazienza: “sciue sciue”, ovvero “piano piano, a poco a poco”, come tanti abitanti di questa città vanno raccomandando.

Ecco dunque i luoghi che consiglio di visitare a partire dalla città vecchia, compatibilmente con le possibilità di accesso ai non musulmani (in Marocco l’ingresso alle moschee è consentito ai soli musulmani, ad eccezione della grande Moschea di Hassan II a Casablanca) e con gli orari di chiusura (il venerdì quasi tutti i negozi sono chiusi perché è il giorno di riposo settimanale. Qualcuno si trova ancora aperto al mattino, ma al pomeriggio – dopo la preghiera delle 13,00 – ne rimangono aperti pochissimi, in genere quelli più turistici).

Medersa Bou Inania, Fes
Medersa Bou Inania

Fra le Mederse, ovvero le scuole coraniche, merita assolutamente una visita la Bou Inania, risalente al 1350-1357, caratterizzata dalla grande ricchezza delle decorazioni: articolata su due livelli, colpisce per le sue due grandi aule di studio simmetriche (al piano interrato), le facciate interne interamente decorate con zellige (i tipici mosaici marocchini), le porte e le finestre in legno di cedro scolpito (al piano superiore si trovavano gli alloggi degli studenti), la decorazione calligrafica e floreale modellata nel gesso, la cupola dell’ingresso ornata a stalattiti in legno dipinto, il pavimento del cortile centrale in marmo e onice. La sala della preghiera, vietata ai non musulmani, presenta un pregevole mirhab, colonne in marmo d’onice e antiche vetrate.

Medersa el-Attarin, dettaglio della decorazione del cortile, Fes
Medersa el-Attarin, dettaglio della decorazione del cortile

Un’altra medersa da visitare è la el-Attarin, edificata nel 1323-25 e unanimemente considerata il capolavoro dell’arte merinide. Più piccola rispetto alla Bou Inania, porta il nome del quartiere dei mercanti di spezie dove si trova: fu costruita per ospitare gli studenti provenienti da fuori città e si caratterizza per l’utilizzo sapiente e armonico dei materiali quali marmo, legno di cedro, zellige, gesso. Il marmo è utilizzato per l’impiantito del cortile interno, ornato al centro da una vasca, ma anche per le colonne e i capitelli del portico; lo zellige riveste le pareti e orna la sala di preghiera coronata da un candeliere in bronzo; in alto le mura sono decorate con motivi epigrafici in gesso cesellato e infine in legno di cedro scolpito.

Ingresso alla moschea Karaouine, Fes
Ingresso alla moschea Karaouine

L’ultima medersa da visitare – superflua se si sono viste le due precedenti – è la Cherratine, risalente al 1670 e destinata ad accogliere oltre 150 studenti: le sue pareti bianche della corte centrale – di una semplicità quasi monacale – contrastano con il colore scuro e caldo del legno di cedro scolpito.

La moschea principale della medina è al-Qarauoiyyin o Karaouine, la moschea di più antica fondazione del Marocco ed una delle più imponenti. Fu fondata da Fatima, figlia del mercante Mohammed el-Feheri – proveniente da Kairouan in Tunisia – nell’857, ed edificata nel quartiere abitato dai profughi di quella città, da cui prese il nome. Nel 1135-44 venne ampliata fino a raggiungere le dimensioni attuali. La sua visita è purtroppo interdetta ai non musulmani, che possono intuirne l’interno e il cortile principale affacciandosi a una delle sue porte.

Fedeli attorno alla moschea Karaouine, Fes
Fedeli attorno alla moschea Karaouine

Sempre inaccessibile ai visitatori non musulmani è – accanto alla moschea – la Zaouia di Moulay Idriss, luogo santo di Fes dove è custodita la tomba di Idriss II: costruita tra la fine del IX secolo e l’inizio del X, la Zaouia venne in seguito abbandonata e infine ricostruita nel 1437.

Annessa alla moschea si trova l’importantissima biblioteca, ricca di 30.000 volumi, che secondo alcuni è la più antica al mondo: anch’essa – come la Moschea e l’antica Università – fu fondata da Fatima. Custodisce manoscritti eccezionali, fra i quali vanno annoverate opere di Averroè, e pergamene di cui la più antica è una copia del Corano risalente al IX secolo, scritta in caratteri cufici su pelle di cammello. Arricchita nel corso dei secoli di volumi di grandissimo valore, è chiusa da una pesante porta a quattro serrature: sono quattro i guardiani preposti alla sua apertura, ciascuno dei quali possiede una sola chiave. Tutti devono essere contemporaneamente presenti affinché la porta possa essere aperta. Restaurata sotto la direzione di una donna originaria di Fes – l’architetto Aziza Chaouni – e finalmente riaperta nel 2016, è purtroppo accessibile ai soli studiosi, al fine di tutelare la conservazione dei volumi e delle pergamene.

Tetti e minareto della moschea Karaouine, Fes
Tetti e minareto della moschea Karaouine

Fra i quartieri della Medina consiglio la visita a quelli delle concerie Chouara o Guerniz (le più antiche): salendo sulle terrazze degli edifici circostanti, si possono ammirare dall’alto le vasche dove inizia il processo di lavorazione delle pelli attraverso la loro immersione in bacini di differenti colori. A partire dal trattamento con la calce, che elimina residui di carne e peli, segue l’ammollo in un liquido composto da guano di piccione e crusca, poi il risciacquo in acqua, la centrifuga e l’asciugatura, infine la colorazione con coloranti di origine naturale mescolati ad aceto: il papavero per il color rosso, lo zafferano per il giallo, l’indaco per il blu, l’henné per l’arancio, il kajal per il nero, la menta per il verde, il cedro per il marrone. L’osservazione – per la quale è essenziale munirsi di un rametto di menta che renda sopportabile l’odore nauseabondo proveniente dalle vasche – si conclude in genere con la visita ai negozi circostanti, dove le pelli confezionate in scarpe, babbucce, giacche, borse, vengono proposte in acquisto.

Vista delle concerie di Guerniz, Fes
Vista delle concerie di Guerniz
Fontana di place el-Nejjarine, Fes - dettaglio
Fontana di place el-Nejjarine

Passeggiando all’interno della Medina si giunge in due delle sue piazze principali e più caratteristiche: place el-Nejjarine, la più bella e nota di Fes, con una fontana decorata da zellige e il founduk omonimo che ospita il museo del legno, e place el-Seffarin, dove si osservano al lavoro gli artigiani del rame e si trova l’ingresso alla Biblioteca Karaouine.

Fra i suq, identificati dai nomi delle attività artigianali che qui un tempo si svolgevano, si incontra agevolmente il suq dell’henné, disposto attorno a una minuscola piazza in cui si vendono piante, essenze naturali, rimedi medicinali tradizionali. Questo suq faceva parte dell’ospedale multidisciplinare Maristane Sidi Frej, fondato dai sultani Merinidi nel 1286 e rimasto in funzione fino al 1944, considerato il modello del primo ospedale psichiatrico del mondo occidentale, quello costruito a Valencia nel 1410. Altri suq sono il suq degli artigiani del rame attorno a place el-Seffarine, il suq dei carpentieri nei pressi di place el-Nejjarine. Segnalo inoltre rue des Teinturiers, la via dei tintori dove è possibile vedere gli artigiani al lavoro, intenti a colorare matasse di lana.

Alcuni zellige, Fes
Alcuni zellige

Sono quattro i musei cittadini: oltre al Museo Nejjarine dell’artigianato ligneo, allestito in un fondouk nella piazza omonima, vi è il Museo Dar Batha, dedicato alle opere d’arte e del’artigianato marocchino (si trova al di fuori della medina, e purtroppo non ho potuto visitarlo perché in restauro). Il Dar Batha è l’istituzione museale più importante di Fes e la sua visita consente di farsi un’idea di tutte le manifestazioni artistiche della città e della sua regione: vi si ammirano infatti tappeti, gioielli, opere in ferro battuto e in legno scolpito, ceramiche, libri, strumenti musicali, manufatti in rame, ricami… Il terzo (nella città vecchia) è il museo Belgazi, privato, ed è paragonabile per la sua collezione a Dar Batha. Vi è infine il Museo delle armi, allestito nel Borj Nord, che ospita una ricca collezione suddivisa in armi bianche e armi da fuoco, articolata secondo un criterio cronologico e di provenienza geografica: vi si trovano armi europee, marocchine, indiane, malesi, cinesi…

Bab Boujeloud, Fes
Bab Boujeloud

Le porte e le mura della città vecchia meritano un’osservazione approfondita: Fes-el-Bali e Fes-el-Jedid sono infatti circondate da una cinta muraria edificata nel corso dei secoli, intervallata da numerose porte, “bab”, come Bab Ftouh (risalente al XVI secolo), Bab el Guissa (la più antica, del 1204), Bab Segma, Bab Boujeloud (forse la più famosa, smaltata all’esterno nel blu di Fes e all’interno nel verde dell’Islam). Per ammirarle tutte, le guide suggeriscono di compiere un giro in auto attorno alle mura, oppure attraversare la medina con percorsi dedicati “da porta a porta”: in alcune librerie cittadine si trova la bella guida di Hammad Berrada “Fès de bab en bab. Promenades dans la médina” che suggerisce gli itinerari migliori.

Vista delle mura da place Baghdadi, Fes
Vista delle mura da place Baghdadi

Consiglio inoltre di recarsi in punti soprelevati per osservare la città vecchia dall’alto: molti locali dispongono di terrazze che consentono la vista sui tetti, così come diversi fondouk e negozi di pellami che affacciano sulle concerie. Vedere Fes dall’alto permette di comprenderne meglio l’aspetto e lo sviluppo urbano. La vista senz’altro migliore si ha dall’esterno della cinta muraria: un punto di osservazione privilegiato – dove recarsi anche al tramonto, per approfittare della suggestione del crepuscolo – è in corrispondenza delle tombe dei sultani Merinidi: edificate per la maggior parte nel XIV secolo, oggi purtroppo sono in rovina. La vista che si gode dalla loro posizione è realmente indimenticabile.

Vista della medina di Fes - low
Vista della medina dalle tombe dei Merinidi

Al di fuori della medina si trova la città di Fes-el-Jedid, che per metà è occupata dal complesso del Palazzo Reale: i visitatori possono ammirarne la porta di accesso, perché l’interno è interdetto. Nelle vicinanze si trova il quartiere ebraico, Mellah, abitato sin dal XIV secolo, il cimitero ebraico e la sinagoga Habarim, dove è allestito un piccolo museo. Meritano una visita anche i giardini di Boujeloud, realizzati nel 1917 sul luogo di precedenti giardini: un luogo dove trovare pace e riposo, magari dopo un’intensa giornata passata nelle strade e nei vicoli della medina.

Uomini in djellaba, Fes
Uomini in djellaba

Dopo aver trascorso tre splendidi giorni alla (ri)scoperta di Fes, mi sento di dare alcuni suggerimenti.

Orientarsi nei vicoli della città vecchia non è facile, ma stabilire subito solidi riferimenti spaziali aiuta molto: tra questi vi sono senz’altro le due principali vie della Medina, Tala el-Kbira (“grande salita”) e Tala Sghira (“piccola salita”), che partono da Bab Boujeloud e procedono parallele fino a ricongiungersi a un centinaio di metri dalla moschea Karaouine. Inoltre bisogna tener presente che l’aspetto delle stesse strade cambia molto fra il giorno e la notte, quando i negozi sono chiusi: la via che di sera appare spoglia e disadorna, durante il giorno può essere completamente rivestita dai tappeti esposti in vendita, assumendo un aspetto che la rende irriconoscibile.

Suq dell'henné, Fes
Suq dell’henné

Inoltre la sera alcuni passaggi interni fra le vie della città vecchia possono venir chiusi, per cui potrà capitare di intraprendere un percorso già noto e memorizzato durante il giorno, e poi dover tornare indietro per cercare una strada alternativa. Nel corso delle passeggiate inoltre capiterà continuamente di ricevere offerte di aiuto da parte di ragazzi, uomini, e anche bambini: alcuni saranno sinceramente propensi a dare una mano, altri cercheranno di portarvi in qualche negozio di tappeti e ceramiche, altri ancora chiederanno un compenso in dirham. Personalmente consiglio di evitare di accettare simili richieste di aiuto: quando mi sono trovata in difficoltà, ho sempre preferito chiedere indicazione a negozianti già intenti al loro lavoro. Mai inoltre dare soldi ai bambini. Detto questo, ritengo che sia un’esperienza assolutamente interessante quella di perdersi, curiosare senza meta, e affidarsi al proprio istinto: permette di scoprire luoghi e angoli del tutto sorprendenti, pieni di vita e di quotidianità, magari neppure citati nelle guide, prendendosi tutto il tempo necessario. Del resto siamo in Marocco, e secondo un detto locale “chi ha fretta va al cimitero”…

Banco di frutta secca nella medina, Fes
Banco di frutta secca nella medina

Ritengo sia molto utile affidarsi anche a una guida turistica ufficiale, anche solo per mezza giornata, sia per imitarne l’innata capacità di orientamento, sia per ascoltare storie e aneddoti legati ai luoghi storici della città, sia per confrontarsi con un abitante del Marocco, capace di descrivere la società, la storia, la cultura del Paese in cui vive. Trovare una guida turistica ufficiale non è difficile: è sufficiente recarsi nei pressi di Bab Boujeloud dove le guide quotidianamente si raccolgono, riconoscibili per il tesserino che portano addosso. Altrimenti è possibile trovarne una tramite il proprio albergo, oppure ancora mediante i siti internet e i social networks. Ad ogni modo, consiglio di chiarire da subito con la propria guida le priorità della visita: nel mio caso ho dichiarato immediatamente che non ero interessata allo shopping, per evitare di essere condotta in negozi di vario tipo. La guida che mi ha accompagnato è stata effettivamente in gamba e mi sento di consigliarla: si chiama Said Gharib e parla in francese e inglese (i suoi contatti: said.gharib20@gmail.com, +212 644 796 095).

Ceramiche blu di Fes
Ceramiche blu di Fes

Oltre a scoprire il patrimonio storico-artistico di Fes, sono moltissime le attività che qui si possono vivere: tra queste senz’altro lo shopping, che diviene davvero divertente se si entra in sintonia con lo spirito della contrattazione, e che permette di apprezzare da vicino i prodotti più belli dell’artigianato locale come tappeti, ceramiche, ricami, oggetti in pelle, in metallo e legno lavorato, tessuti, oli essenziali e profumi, prodotti per la cura del corpo… Un’altra esperienza che consiglio è quella gastronomica: la cucina di Fes è eccezionale, sia nella strada sia nei ristoranti. Lo street food è ricco di sapori e colori, dolci e salati, e l’unica cosa da fare è provare tutto. Fra i ristoranti in cui sono stata questi sono quelli che consiglio:

  • Restaurant Marocain, per il menù abbondante, la qualità dei piatti (l’antipasto marocchino presenta da solo una decina di assaggi diversi), il servizio attento e lo splendore del suo contesto, un riad dal fascino antico (99, Zkak Rouah Terafine n.6, +212 661 186 281)
  • The ruined garden, ospitato in sale accoglienti, una con il camino, disposte attorno a un meraviglioso giardino (dove si mangia col bel tempo), uno staff di giovanissimi, l’atmosfera internazionale e la cucina genuinamente marocchina (Siaj, Sidi Ahmed Chaoui, +212 649 191 410)
  • Café Clock, locale giovane con cibo non solo marocchino, atmosfera informale e ottimi burger di cammello, servizio puntuale e cortese (7 Derb Magana, Talaa Kbira, +212 356 378 55)

Dopo una giornata di cammino può essere un’ottima idea rilassarsi in uno dei tanti hamman che si trovano a giro, c’è solo l’imbarazzo della scelta: in molti alberghi si trovano vere e proprie spa, anche di extralusso, e sono molteplici i bagni pubblici di vario livello. Un buon posto è il Royal Medina Spa, che sembra essere l’hamman più antico della medina. L’ambiente è affascinante e c’è solo l’imbarazzo della scelta fra i vari trattamenti proposti. L’unica raccomandazione che mi sento di fare è – come sempre – di non avere fretta: il servizio è lento ed è bene metterlo in conto.

Babbucce, Fes
Babbucce

Un’ulteriore esperienza che consiglio è godere di tutte le manifestazioni e gli spettacoli che possono svolgersi nei giorni della permanenza a Fes. Io ho assistito a un bel concerto di musica andalusa contemporanea presso il Kassr Annoujoum, sede della Fondazione Ducci. Una serata indimenticabile in un riad davvero suggestivo, con due giovani chitarristi e cantanti di talento, che mi hanno fatto scoprire la grande tradizione musicale andalusa di Fes e il fascino – pieno di nostalgia e dolcezza – delle sue melodie.

Per il pernottamento consiglio infine di scegliere un riad della medina situato a poca distanza dalle mura, per avere la comodità di accedervi anche in auto e al contempo trovarsi già a pochi passi dai luoghi di maggior interesse storico e artistico.

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