Sale I e II del Museo Napoleonico - Il Primo Impero

Il Museo Napoleonico a Roma, la casa-museo della famiglia Bonaparte

Sale I e II del Museo Napoleonico - Il Primo Impero
Sale I e II – Il Primo Impero

Il Museo Napoleonico di Roma ha sede nel Palazzo Primoli, donato dal suo proprietario – il conte Giuseppe Primoli – alla città nel 1927, insieme all’importante collezione di opere d’arte, cimeli napoleonici e memorie familiari che qui aveva raccolto. Il conte Primoli era figlio di Pietro Primoli e della principessa Carlotta Bonaparte, nipote di Luciano, fratello di Napoleone I.

Il Museo racconta il rapporto tra Roma – città dalla storia millenaria, riferimento simbolico fondamentale di Napoleone nel suo disegno di costruire un nuovo impero europeo – e la famiglia Bonaparte: un rapporto complesso, fatto di scelte politiche, strategie e aggressioni militari, questioni matrimoniali, ingenti deportazioni del patrimonio artistico italiano.

Sala III del Museo Napoleonico - Il Secondo Impero
Sala III – Il Secondo Impero

Il percorso del Museo Napoleonico – che si snoda al piano terreno nel susseguirsi di tredici sale, allestite secondo un criterio tematico – permette di approfondire la conoscenza dei vari esponenti Bonaparte: dopo le prime sale, dedicate al Primo Impero e il Secondo Impero, seguono il re di Roma (ovvero il figlio di Napoleone), i francesi a Roma, Paolina, Giuseppe e Carolina (fratello e sorella di Napoleone che si avvicendarono sul trono di Napoli: Giuseppe dal 1806 al 1808, in seguito Carolina con il marito Gioacchino Murat), Napoleone, Carlotta e Zenaide (le figlie del fratello maggiore Giuseppe), Luciano, i Bonaparte a Roma, Giuseppe Primoli e Matilde Bonaparte.

Sala VII - Il Regno di Napoli. Giuseppe e Carolina
Sala VII – Il Regno di Napoli. Giuseppe e Carolina

Dipanando il filo della storia è interessante soffermarsi su alcune figure, il cui destino fu intrecciato alle vicende della città: tra di esse Giuseppe – il fratello maggiore di Napoleone – ambasciatore della Repubblica Francese a Roma presso Palazzo Corsini alla Lungara nel 1797. In seguito agli scontri fra i gendarmi pontifici e i giacobini romani avvenuti nel dicembre di quell’anno e a causa del precipitare degli eventi, la città conobbe la traumatica e breve esperienza della Repubblica Romana. Papa Pio VI fu costretto all’esilio e alla firma del Trattato di Tolentino, che determinò la cessione alla Francia di tanti capolavori d’arte antica e moderna.

Una sala del Museo, dettaglio
Una sala del Museo, dettaglio

L’altro fratello Luciano, bisnonno di Giuseppe Primoli, nel 1804 si trasferì nella capitale in aperto dissidio con Napoleone – del cui successo era pure stato artefice, con la proclamazione di Primo Console – dando avvio al “ramo romano” della famiglia: proclamato principe del feudo viterbese di Canino da parte di papa Pio VII, ebbe undici figli, molti dei quali si stabilirono a Roma imparentandosi con nobili famiglie.

Nel 1803 Paolina, sorella prediletta dell’imperatore, sposò Camillo Borghese: della sua presenza in città – che l’accolse con calore nonostante la sua insofferenza all’ambiente chiuso e conformista – rimane imperitura memoria grazie al capolavoro di Canova “Paolina Bonaparte Borghese come Venere vincitrice”. In seguito al matrimonio con Camillo, nel 1807 parte della collezione Borghese (oltre cinquecento marmi) fu acquisita da Napoleone per arricchire l’allora costituendo museo del Louvre, e ancora oggi la raccolta rappresenta il nucleo fondamentale della sezione archeologica delle antichità greche, etrusche e romane del Museo parigino.

Dettaglio degli arredi
Dettaglio degli arredi

Nel 1808 Roma conobbe la seconda occupazione francese, a causa al mancato riconoscimento da parte di papa Pio VII dell’autorità di Napoleone sulla città: la capitale fu annessa all’impero e nel 1811 fu proclamata “città libera e imperiale”, mentre il papa venne esiliato. Al figlio di Napoleone – Napoleone Francesco Giuseppe Carlo – fu conferito, già prima della nascita, il titolo di “Re di Roma”.

Dopo la caduta dell’Impero, nel 1814, molti membri della famiglia chiesero asilo a papa Pio VII e si stabilirono a Roma: la madre di Napoleone Letizia – che fino alla morte, nel 1836, dimorò nel palazzo di piazza Venezia – i fratelli Luigi e Girolamo, la sorella Paolina, che visse separata dal marito in una villa presso Porta Pia.

Nel 1851 nacque a Roma Giuseppe Primoli, e dopo la giovinezza trascorsa a Parigi alla corte dello zio Napoleone III, nel 1870 con il crollo del II Impero tornò a Roma, nel palazzo che oggi ospita il Museo Napoleonico. Qui dette vita a un salotto mondano assai vivace, frequentato tra gli altri anche da Gabriele D’Annunzio ed Eleonora Duse, dedicando infine gli ultimi anni della propria vita alla raccolta di oggetti e cimeli legati alla figura di Napoleone e alla storia familiare. Nel 1927 Primoli donò il primo piano del palazzo e la collezione che vi aveva raccolto – unitamente a quella del fratello Luigi, morto qualche tempo prima – alla città di Roma.

L'ingresso di Palazzo Primoli, sede del Museo Napoleonico
L’ingresso di Palazzo Primoli

Informazioni utili: il Museo Napoleonico appartiene alla rete dei Musei Civici cittadini. Per visitarlo, suggerisco di consultare il sito internet www.museonapoleonico.it. Il palazzo dove ha sede, Palazzo Primoli, ospita al terzo piano un’altra casa-museo, il Museo Mario Praz: si tratta dell’abitazione dove l’anglista e scrittore visse e lavorò.

Il palazzo è inoltre sede della Fondazione Primoli, creata dal conte Giuseppe, il cui patrimonio è costituito dal fondo fotografico frutto dell’attività di fotografo del Primoli stesso e dal suo personale archivio documentale: Giuseppe Primoli fu infatti pioniere della fotografia di reportage alla fine dell’Ottocento, e le sue foto mostrano la città di Roma, le sue trasformazioni urbanistiche, la vita della gente comune, delle celebrità e dell’aristocrazia, gli eventi di grande richiamo dell’epoca. Suggerisco di ammirarne la selezione disponibile sul sito internet archivio.fondazioneprimoli.it.

Altre immagini del Museo Napoleonico:

Mappa del Museo Napoleonico:

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