Galleria di Palazzo Farnese @ Mauro Cohen

Palazzo Farnese a Roma e i marmi della leggendaria collezione Farnese

Palazzo Farnese - facciata
Palazzo Farnese – facciata

Palazzo Farnese a Roma è un gioiello del Rinascimento, voluto dal cardinale Alessandro Farnese a Campo de’ Fiori ed edificato grazie al talento di quattro architetti di fama, tra cui Sangallo il Giovane e Michelangelo. Nei suoi ambienti, nella corte e nel giardino accolse la leggendaria collezione di marmi formatasi nel corso di un cinquantennio, forse la più grande raccolta di sculture antiche che sia rimasta sostanzialmente intatta, anche se oggi si ammira lontano dalla sua sede originaria, nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli.

Visitando il Palazzo e ammirandone la maestosa architettura e le magnifiche decorazioni, è possibile immaginarvi ancora presenti quei marmi, così come vennero disposti nel grande Palazzo e come oggi sono allestiti presso il MANN di Napoli.

Cortile di Palazzo Farnese @ Zeno Colantoni
Cortile di Palazzo Farnese @ Zeno Colantoni

La costruzione di Palazzo Farnese ebbe inizio nel 1513 per volere del cardinale Alessandro, eletto pontefice il 13 ottobre 1534 con il nome di Paolo III. L’edificazione richiese settantasei anni e vide all’opera il talento e l’inventiva di quattro grandi architetti, di cui il primo fu Antonio da Sangallo il Giovane: alla sua morte – avvenuta nel 1546 – subentrò nella direzione del cantiere Michelangelo, che apportò alcune modifiche al progetto iniziale tra cui l’inserimento – nella facciata – della finestra centrale, realizzò il cornicione e portò a compimento il cortile. Alla morte di Paolo III (1549) il Palazzo fu ereditato dai discendenti, i nipoti Ranuccio e Alessandro, e quindi il bisnipote Odoardo, tutti e tre cardinali, che completarono la costruzione e la decorazione. Nel 1552 il cardinale Ranuccio incaricò il Vignola della direzione dei lavori e affidò a Francesco Salviati la decorazione della sala dei Fasti Farnesiani, affresco terminato nel 1565 da Taddeo Zuccari. Il Vignola inoltre fu affiancato dallo scultore e restauratore Guglielmo Della Porta, perché integrazione delle statue antiche della costituenda Collezione e la loro collocazione rientravano nell’arredo del Palazzo. L’ultimo architetto di Palazzo Farnese fu Giacomo Della Porta, che nel 1589 completò la facciata sul giardino e concluse i cantieri. Nel 1595 Odoardo incaricò i fratelli Annibale e Agostino Carracci della decorazione del Camerino d’Ercole e successivamente dell’affresco della Galleria. L’ultima erede della famiglia Farnese fu Elisabetta, che sposò Filippo V di Spagna: con lei, il Palazzo divenne possesso dei Borbone di Napoli.

Galleria dei Carracci, volta @ Mauro Cohen
Galleria dei Carracci, volta @ Mauro Cohen

Dopo l’Unità d’Italia Palazzo Farnese fu affittato dall’ambasciatore francese e divenne sede dell’Ambasciata di Francia, mentre nel 1875 al secondo piano si installò l’École Française de Rome, istituto di ricerca e biblioteca. Il Palazzo fu acquistato dalla Francia nel 1911 e poi ricomprato dallo Stato Italiano nel 1936 in virtù di una clausola di prelazione. Lo stesso anno i due Stati firmarono un accordo di affitto reciproco delle due Ambasciate – la francese a Roma e l’italiana a Parigi, presso l’Hôtel de Boisgelin in rue de Varenne – per una durata di 99 anni, in cambio della corresponsione di una cifra simbolica.

Toro Farnese - Giardino
Toro Farnese – Giardino

La Collezione dei marmi si costituì grazie a un processo di lenta aggregazione, avvenuto tramite acquisti, scavi archeologici, ricerche sul mercato antiquario, dagli anni Quaranta del Cinquecento fino alla fine del secolo. Le prime opere provennero da alcuni scavi effettuati nelle aree archeologiche del Foro e dell’Hadrianeum, nonché dall’acquisizione di collezioni private come quelle dei Cesi e dei Colonna. Tra il 1545 e il 1546, nel corso dello scavo presso le Terme di Caracalla finalizzato al recupero di materiali da reimpiegare nel Palazzo Farnese, emersero alcune delle sculture eccezionali che decoravano l’antico edificio: fra di esse, due statue colossali di Ercole e soprattutto il gruppo rappresentante la Punizione di Dirce sulle balze del Citerone, la “montagna di marmo” poi nota come Toro Farnese.

Gruppo statuario dei Tirannicidi (dettaglio) - Salone di Ercole
Gruppo statuario dei Tirannicidi (dettaglio) – Salone di Ercole

Fu soprattutto grazie alla passione per il collezionismo del “Gran Cardinale” Alessandro, nipote di Paolo III, che la  Collezione Farnese assunse proporzioni smisurate, divenendo una delle massime raccolte di antichità, in grado di competere – per ricchezza e prestigio delle sue opere – con quelle papali e comunali. Alessandro portò avanti un’incessante attività di ricerca e acquisto – affiancato dall’antiquario di fiducia Fulvio Orsini – per tutta la seconda metà del Cinquecento. Per decenni, in concomitanza con la realizzazione dei lavori del Palazzo Farnese, i marmi affluirono nell’edificio (dove erano stati installati laboratori di restauro e depositi), venendo poi disposti negli ambienti esterni ed interni secondo un preciso progetto di arredo. Il proposito perseguito da Alessandro fu quello di celebrare la gloria della sua famiglia, da un lato attraverso l’ostentazione di fasto e magnificenza con la riproposizione dei colossi antichi, dall’altro mediante un’attenta scienza antiquaria volta allo studio filologico del passato, considerato fondamento della cultura del presente. Nel corso dei decenni, il Gran Cardinale acquisì importanti collezioni private e commissionò copie bronzee delle opere che non poté acquisire, come lo Spinario e il Camillo delle raccolte capitoline.

Sarcofago con togati e scena nunziale - Cortile
Sarcofago con togati e scena nunziale – Cortile

Le opere che non poterono essere accolte nel Palazzo di Campo de’ Fiori – trasformato in “scola pubblica” – furono collocate altrove, in proprietà acquistate anche per questo scopo: tra di esse, la villa acquisita dagli eredi di Agostino Chigi nel 1590, ribattezzata “Farnesina” e gli horti di Trastevere, Villa Madama, alcune vigne sul Palatino che andranno a costituire il grandioso complesso degli horti Farnesiani (visitabili all’interno del Foro romano grazie a un percorso dedicato), la fortezza di Caprarola. Accanto alla ricerca e alla collezione delle opere, il Gran Cardinale avviò anche importanti operazioni di restauro, incaricando gli scultori Guglielmo Della Porta e Giovan Battista de Banchi di integrare i marmi: è celebre a tale proposito il caso della statua colossale di Ercole, rinvenuta priva delle gambe, integrate da quelle scolpite dal Della Porta; successivamente vennero trovate le gambe originali, ma ad esse furono comunque preferite quelle di restauro, che rimasero in opera fino alla fine del XVIII secolo. Oggi si ammirano accanto alla statua.

Vestibolo di Palazzo Farnese @ Zeno Colantoni
Vestibolo di Palazzo Farnese @ Zeno Colantoni

Alla morte, avvenuta nel 1589, Alessandro dispose per testamento che le collezioni di famiglia rimanessero legate alla città con un vincolo indissolubile, nella consapevolezza che insieme al Palazzo costituissero un insieme inscindibile: “Omnes et singulas eius statuas marmorea et eneas et ex quacumque materia fabricatas, officiumque beate Maria Virginis per d. Julium miniatorem ornatum. Item totam Bibliothecam cum omnibus libris cuiscumque generis perpetuo ascripsit conservari custodiri et permanere mandavit in urbe in Palatio Farnesio et inde sub quovis pretextu amoveri in Toto vel in parte aliqua etiam minima esportari seu vendi donari pignorari vel commodari nullo modo possint“.  La sua eredità venne raccolta dal nipote Odoardo, che si dedicò all’organizzazione della Collezione all’interno di Palazzo Farnese finalmente ultimato. La disposizione delle sculture antiche si articolò intorno a precisi nuclei: nel cortile furono collocati i colossi, lungo lo scalone monumentale le statue dei fiumi, nella Sala grande al piano nobile i Gladiatori, nella Sala degli Imperatori i ritratti imperiali, nella Sala dei Filosofi i ritratti antichi dei pensatori, nella Galleria – affrescata tra il 1597 e il 1600 dai Carracci, cuore dell’arredamento statuario – le sculture ritenute di maggiore rarità e pregio. Al secondo piano la Libreria ospitava piccoli rilievi, iscrizioni e bustini, molti dei quali provenienti dalla collezione privata di Fulvio Orsini, donata ai Farnese dopo la morte. All’esterno del Palazzo nel giardino si trovava il Toro Farnese – privo di collocazione definitiva – e sculture relative alla licenziosità boschiva e agreste.

Scalone monumentale del MANN con le statue colossali di Oceano
Scalone monumentale del MANN con le statue colossali di Oceano

Con l’estinzione della famiglia Farnese, la Collezione passò ai Borbone di Napoli che – aggirando le disposizioni testamentarie di Alessandro e le norme sull’esportazione delle antichità dallo Stato della Chiesa – tra il 1786 e il 1800 ne disposero il trasferimento a Napoli. In questa occasione i marmi conobbero una nuova stagione di restauro, durante la quale le integrazioni cinquecentesche furono rimosse e sostituite, e talvolta subirono una pluralità di interventi che ne modificarono anche vistosamente l’aspetto originario.

La visita di Palazzo Farnese – possibile solo previa registrazione e solo con guida autorizzata (secondo le indicazioni che riporto in calce) – prende avvio dalla facciata, progettata da Antonio da Sangallo il Giovane, realizzata in mattoni e travertino e coronata dal cornicione disegnato da Michelangelo. Il Buonarroti introdusse alcune modifiche al progetto del Sangallo, tra le quali l’apertura della finestra centrale al primo piano, inquadrata da quattro colonne e sormontata allo stemma di Paolo III con le chiavi di san Pietro e la tiara. Nel XIX secolo vennero inseriti due altri stemmi, quelli del cardinale Ranuccio e quello del duca di Parma Ottavio.

Vestibolo di Palazzo Farnese - parete laterale @ Zeno Colantoni
Vestibolo di Palazzo Farnese – parete laterale @ Zeno Colantoni

Segue il vestibolo del Sangallo, a pianta basilicale con la navata centrale più larga delle laterali, scandita da colonne in granito provenienti dalle Terme di Caracalla. La volta a botte è decorata in stucco di polvere di marmo, una tecnica antica che venne qui ripresa per la decorazione del Palazzo, con la ripetizione entro riquadri dello stemma araldico del giglio e dell’unicorno, simbolo di purezza. Lungo le pareti laterali, all’interno di nicchie, si osservano i busti degli imperatori, evidente richiamo a una linea di continuità fra la Roma imperiale antica e quella pontificia rinascimentale.

Oltre il vestibolo si apre il cortile, scandito su tre ordini architettonici dalla partitura delle colonne in stile dorico, ionico e corinzio. Le arcate e le colonne erano state concepite dal Sangallo come una citazione del Teatro di Marcello, scoperto in quegli anni, e dovevano svilupparsi su tre livelli di logge. Michelangelo rivisitò il progetto chiudendo le logge laterali al primo piano e inserendo un fregio a ghirlanda di frutta e mascheroni, quasi un richiamo scherzoso di quello del Sangallo con trofei di armi. Nel cortile i Farnese disposero sei statue colossali, collocate simmetricamente a coppie, per rendere immediatamente manifesta la potenza della famiglia: le due celebri sculture di Ercole rinvenute nelle Terme di Caracalla, i due Gladiatori e le due statue femminili di Flora e Pomona.

Facciata posteriore di Palazzo Farnese @ Zeno Colantoni
Facciata posteriore di Palazzo Farnese @ Zeno Colantoni

Attraversando un secondo vestibolo, decorato in analogia con il primo, si giunge nel giardino, dove per più di due secoli fu collocato il gruppo scultoreo del Toro Farnese, che Michelangelo aveva progettato di trasformare in fontana. Il progetto non venne realizzato e il Toro rimase sotto una capanna di legno fino alla sua spedizione a Napoli. A destra si trova una terrazza realizzata nel 1603 per volere del cardinale Odoardo, sotto la quale erano stati disposti i suoi appartamenti privati: dalla terrazza si potevano ammirare le corse di cavalli e asini che si svolgevano durante il carnevale lungo la sottostante via Giulia, nonché gli spettacoli notturni sul Tevere. Dal giardino si può ammirare la facciata posteriore, l’ultima parte del Palazzo ad essere conclusa sotto la direzione di Giacomo Della Porta tra il 1569 e il 1573. Al primo piano si aprono le tre finestre corrispondenti alla Galleria dei Carracci, in corrispondenza delle quali al secondo piano si trova la Loggia a tre arcate disegnata dal Vignola. Anche questa facciata è coronata dal cornicione monumentale di Michelangelo.

Scalone monumentale @ Editions Nationales du Patrimoine
Scalone monumentale @ Editions Nationales du Patrimoine

Tornando nel cortile si accede allo scalone monumentale, che al piano ammezzato si apre su un cortile in origine aperto: qui si ammirano tre sarcofagi sormontati da sculture di navi da guerra romane. Lungo lo scalone si trovavano le due statue colossali raffiguranti Oceano (ora poste sullo scalone del MANN) e il gruppo statuario di Eros con il delfino, ornamento di fontana. Giunti al piano nobile, la prima sala che si ammira è il monumentale Salone di Ercole, realizzato con un soffitto a doppia altezza (18 metri) secondo il progetto di Michelangelo: entro le nicchie dorate ricavate lungo le pareti sono disposti copie di busti di imperatori romani mentre il camino in marmi policromi – disegnato dal Vignola – è affiancato dalle sculture dell’Abbondanza e della Carità opera di Guglielmo Della Porta. Il magnifico soffitto ligneo a cassettoni trova corrispondenza nei motivi geometrici del pavimento; alle pareti si ammirano tre arazzi della Manifattura dei Gobelins, che ripropongono le scene dipinte da Raffaello negli Appartamenti Vaticani con L’incendio del Borgo, L’incontro di Leone Magno e Attila e La Messa di Bolsena. Secondo il programma decorativo dei Farnese, l’accesso al Salone era preceduto dalle due sculture dei Daci prigionieri, mentre all’interno si trovava il gruppo statuario dei Tirannicidi, coerenti con la volontà autocelebrativa del casato farnesiano.

Salone di Ercole di Palazzo Farnese @ Zeno Colantoni
Salone di Ercole di Palazzo Farnese @ Zeno Colantoni

Il Salone dei Fasti Farnesiani, collocato al centro del piano nobile in corrispondenza del grande finestrone michelangiolesco su piazza Farnese, non è accessibile al pubblico perché adibito a ufficio dell’Ambasciatore, così come la Camera del Cardinale. E’ possibile ammirare la Sala dei Possedimenti, dove sono rappresentati ad affresco tutti i castelli e le città di proprietà della famiglia Farnese, collocati all’interno di riquadri ornati da grottesche: fra di essi, il ducato di Parma, Piacenza, Caprarola. Segue il Camerino d’Ercole, la prima opera commissionata ai Carracci dal Cardinale Odoardo Farnese: la volta decorata ad affresco celebra il cardinale come principe filosofo, decantandone le virtù. Le scene rappresentate sono accompagnate da spettacolari motivi decorativi a monocromo, che simulano lo stucco. Non è incluso nel percorso di visita il Salone Rosso, che fino al 1787 conteneva i busti antichi dei filosofi e dei poeti greci.

Galleria dei Carracci - parete con le nicchie per le sculture @ Mauro Cohen
Galleria dei Carracci – parete con le nicchie per le sculture @ Mauro Cohen

Il punto focale di Palazzo Farnese e dell’intera Collezione è la Galleria, affrescata dai Carracci con temi mitologici tra il 1597 e il 1600: qui furono collocate le opere considerate di maggiore rarità e pregio, secondo un programma espositivo che trovava una corrispondenza negli affreschi della volta. Le sculture erano inserite nelle nicchie lungo le pareti lunghe, e fra di esse si annoverano il Satiro con Dioniso bambino, il gruppo con Ganimede e l’aquila, l’Antinoo, l’Apollo citaredo in basalto, il gruppo di Pan e Dafni. La decorazione della volta è organizzata attorno a una finta architettura in monocromo (che simula il marmo) sostenuta da atlanti, con finte tavole dalle cornici dorate appoggiate alla volta e medaglioni che rievocano il bronzo. Le scene raffigurate raccontano soggetti mitologici provenienti dalle Metamorfosi di Ovidio.

Salone dei filosofi @ Editions Nationales du Patrimoine
Salone dei filosofi @ Editions Nationales du Patrimoine

La visita prosegue – attraversando le magnifiche Gallerie del piano nobile – al piano superiore: qui si percorrono gli ambienti di studio e biblioteca dell’École Française de Rome per giungere nel Salone Bianco, chiamato anche “Camera della regina Cristina di Svezia” dopo aver ricevuto la sovrana dal dicembre 1655 al luglio 1656. Da questo ambiente si accede alla Loggia, da cui si ammira uno splendido panorama non solo sul giardino e la terrazza sottostanti e sulla chiesa prospiciente di santa Maria dell’Orazione e Morte, ma anche sulla città, dal Gianicolo posto di fronte fino alla cupola di San Pietro all’estrema destra.

Giardino di Palazzo Farnese @ Zeno Colantoni
Giardino di Palazzo Farnese @ Zeno Colantoni

Informazioni utili. Per visitare Palazzo Farnese è necessario prenotare una visita guidata tramite il sito internet dell’Associazione Inventer Rome, cui l’Ambasciata di Francia ha conferito questo incarico: https://inventerrome.com. Per ammirare i marmi della collezione Farnese esposti al Museo Archeologico Nazionale di Napoli suggerisco di controllare il sito internet del MANN per tutte le indicazioni del caso: www.museoarcheologiconapoli.it.

Per la redazione di questo articolo mi sono avvalsa, fra le altre fonti, del volume “La Collezione Farnese” a cura di Carlo Gasparri per il Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Per approfondire la conoscenza del Palazzo e delle sue collezioni suggerisco inoltre lo studio del catalogo “Palazzo Farnèse. Dalle collezioni rinascimentali ad Ambasciata di Francia” edito in occasione della grande mostra del 2010-2011: i saggi che lo compongono, ricchissimi di testimonianze documentali ed ulteriori rimandi bibliografici, sono articolati per capitoli tematici – I Farnese, Palazzo Farnese, Le collezioni, Vita a Palazzo, I tempi moderni – e sono completati dal catalogo delle opere esposte. Durante la visita di Palazzo Farnese non è consentito scattare fotografie, motivo per cui in questo articolo ho fatto ricorso agli splendidi scatti disponibili sul sito internet dell’Ambasciata di Francia, indicandone per ciascuno i crediti.

Altre immagini di Palazzo Farnese e della Collezione Farnese:

Mappa di Palazzo Farnese a Roma:

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