
Lo straordinario gruppo scultoreo dei grifi di Ascoli Satriano (Foggia) – rappresentante due grifoni nell’atto di azzannare un cerbiatto a terra – faceva probabilmente parte di una tomba aristocratica dell’antica Ausculum, oggetto di saccheggio e deportazione illegale negli anni Settanta del Novecento.
L’opera, scolpita nel marmo di Aphrodisias di Caria (l’attuale Turchia) nel IV secolo a.C., era destinata a sostenere una mensa e mostra ancora sulla propria superficie tracce dell’originaria policromia, con dettagli in rosa, giallo, porpora, azzurro, bianco, verde: il giallo era impiegato sul corpo del cerbiatto e sul bordo interno delle ali dei grifi, l’azzurro sul bordo esterno delle stesse ali, sfumato con il bianco che definiva anche le solcature delle piume, il verde si trovava sulla base (ad evocare il contesto naturale della scena), il rosa nelle narici delle bestie e all’attacco delle piume al corpo, il rosso porpora sulla testa e sul muso del cerbiatto, forse a raffigurare le macchie del pelo.

La mancanza di informazioni precise sul luogo del ritrovamento impedisce di affermare con certezza la collocazione e la funzione del gruppo scultoreo ma lascia ipotizzare che facesse parte di una lussuosa tomba a camera: il corredo era composto, oltre che dai grifi, da un insieme di recipienti quali un cratere con corona d’oro a foglie d’edera con un grappolo di piccoli frutti (corona purtroppo andata perduta), un bacino rituale “podanipter”, altri sette pseudo-contenitori (privi di cavità interna) tutti realizzati in marmo di Paros e accomunati dalla ricca decorazione policroma. Secondo un’ipotesi, una parte dei contenitori era posta sopra la mensa sorretta dai grifi, con il cratere con corona d’oro al centro, mentre davanti era collocato il bacino rituale, forse pieno d’acqua in funzione della cerimonia funebre.

Il bacino rituale “podanipter” ha conservato una parte della decorazione interna, raffigurante il trasporto delle armi che Efesto forgiò per Achille su richiesta della madre Teti: si osserva una Nereide che cavalcando un mostro marino reca lo scudo, mentre le altre portavano la spada e l’elmo. Alcuni elementi decorativi ed iconografici della rappresentazione nonché il ricorso al color rosso-violaceo ricordano il Sarcofago delle Amazzoni, probabilmente di origine tarantina, custodito presso il Museo Archeologico di Firenze. La variegata gamma di colori impiegata nel complesso dei marmi – ne sono stati individuati almeno nove differenti – testimonia inoltre la passione per la policromia nutrita dalle aristocrazie della Daunia, come emerge anche dalle vivaci ceramiche di Canosa di Puglia (cui ho dedicato un articolo). La maggior parte dei vasi fu realizzata al tornio, come testimoniano le tracce circolari e concentriche lasciate dalla gradina, mentre il “podanipter” e il cratere furono scolpiti a mano libera.

La storia del ritrovamento dei grifi di Ascoli Satriano è davvero travagliata. Negli anni Settanta del Novecento furono effettuati alcuni scavi clandestini nella campagna di Ascoli Satriano: il frutto del saccheggio fu in parte intercettato e sequestrato dalla Guardia di Finanza, che lo mise al riparo nei magazzini della Soprintendenza a Foggia, in parte – il gruppo dei grifi e il “podanipter” – venduto ed esportato illegalmente. In seguito a una serie di passaggi di proprietà le due opere più pregiate furono acquistate nel 1985 dal J.P. Getty Museum di Malibu in California: grazie a una complessa indagine del Nucleo Tutela del Patrimonio dei Carabinieri e dopo lunghe trattative condotte dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali nel 2007, a 22 anni dall’acquisto, i reperti sono stati infine restituiti all’Italia.

I grifoni, insieme a tutte le opere facenti parte del corredo funerario, si ammirano permanentemente presso il Polo Museale di Ascoli Satriano. Ho scattato le fotografie di questo articolo quando l’ho visitato e nell’ambito della mostra “Tota Italia” – svoltasi presso le Scuderie del Quirinale – durante la quale il gruppo dei grifi è stato allestito, insieme al cratere e al bacino rituale, ipotizzandone la disposizione originaria.
Informazioni utili: per ammirare il gruppo dei grifi suggerisco di consultare il sito internet del Polo Museale di Ascoli Satriano (polomusealeascolisatriano.blogspot.com), sì da conoscerne orari e modalità di accesso, nonché eventuali prestiti dell’opera in occasione di esposizioni temporanee.
Altre immagini dei grifi di Ascoli Satriano:
Mappa: