Caravaggio a Roma

Il “museo” Caravaggio a Roma, l’itinerario per scoprirne le opere

Caravaggio, Cappella Contarelli, Chiesa di San Luigi dei Francesi
Caravaggio, Cappella Contarelli, Chiesa di San Luigi dei Francesi

Esiste un museo che non ha un sito internet dedicato, né una sede unica né un solo biglietto: è il “museo” delle opere di Caravaggio a Roma, cui dedico questa proposta di itinerario. Nella capitale si trova infatti il più ricco nucleo di opere del Maestro, ben ventitré sulle oltre sessanta sparse per il mondo, sicuramente attribuibili a lui.

A Roma Caravaggio trascorse il periodo della sua giovinezza, formandosi nelle botteghe di alcuni pittori e frequentando l’ambiente colto e raffinato del cardinale Francesco Maria del Monte, suo primo mecenate. Arrivato nel 1592, fino al 1599 realizzò una serie di dipinti giovanili che si trovano nei Musei Capitolini e nelle Gallerie Borghese, Dora Pamphilj, Corsini. Il suo primo debutto pubblico avvenne nel 1600, quando dipinse le tele dedicate a San Matteo nella Cappella Contarelli della chiesa di San Luigi dei Francesi, ottenendo un grandissimo successo. La sua fama lo rese il pittore più conteso dai facoltosi committenti privati, che ambivano ad aggiudicarsi le sue opere per le proprie collezioni: tra loro il cardinale Scipione Borghese, nella cui Galleria si trovano ancora oggi sei opere. Il successo arrise a Caravaggio fino al 1606, quando in uno scontro armato ferì mortalmente Ranuccio Tomassoni, fratello del capo rione di Campo Marzio, e venne condannato a morte per l’omicidio. Costretto a fuggire, non riuscì più a tornare a Roma. Ecco dunque l’itinerario romano dedicato a Caravaggio, articolato fra chiese e musei.

Caravaggio, Martirio di San Matteo, Cappella Contarelli, Chiesa di San Luigi dei Francesi
Caravaggio, Martirio di San Matteo, Cappella Contarelli, Chiesa di San Luigi dei Francesi

Consiglio di partire dal centro storico, dalla chiesa di San Luigi dei Francesi: qui, nella Cappella Contarelli, si trova il ciclo di tre tele dedicato alla figura di San Matteo che valse al pittore il successo e la fama. Le tele laterali vennero commissionate in occasione del Giubileo del 1600, e rappresentano il Martirio di San Matteo e la Vocazione di San Matteo. In entrambe sono evidenti i richiami a modelli di grandi maestri: nel Martirio la corporatura del carnefice – posto al centro della composizione – ricorda il Discobolo e il Torso Belvedere, nella Vocazione la mano di Cristo in piedi a destra rievoca quella michelangiolesca della Creazione di Adamo nella Cappella Sistina. Compare qui l’innovazione della luce, che illumina solo i dettagli realmente importanti della scena. La tela centrale, rappresentante San Matteo e l’angelo, risale al 1602 ed è la seconda versione di un dipinto precedente, rifiutato dalla congregazione di San Luigi dei Francesi: quell’opera, finita a Berlino e distrutta nel 1945, rappresentava Matteo come un contadino, con l’angelo seduto accanto a lui a guidarne la mano nella scrittura del Vangelo. La tela che oggi si trova sopra l’altare raffigura san Matteo come un uomo colto, intento a trascrivere ciò che gli suggerisce l’angelo in volo sopra di lui, con la veste drappeggiata classicamente.

A pochi metri da San Luigi dei Francesi si trova la chiesa di Sant’Agostino in Campo Marzio, dove Caravaggio realizzò la Madonna dei pellegrini tra il 1604 e il 1605 per volontà testamentaria del Marchese Cavalletti, devoto alla Madonna di Loreto. La tela raffigura la Vergine appoggiata all’uscio di casa con in braccio il Bambino, mentre due pellegrini, in misere vesti e con i piedi sporchi, sono in ginocchio di fronte a lei.

Cappella Cerasi, Chiesa di Santa Maria del Popolo
Cappella Cerasi, Chiesa di Santa Maria del Popolo

Nei pressi si trova anche la chiesa di Santa Maria del Popolo, nella cui Cappella Cerasi si ammirano due tele dipinte fra il 1604 e il 1605 raffiguranti la Crocifissione di san Pietro e la Conversione di san Paolo, collocate ai lati della pala d’altare, l’Assunta di Annibale Carracci. Quelle che oggi vediamo sono la seconda versione, realizzata su tela, dell’originaria commissione di dipinti su tavola di cipresso: delle prime due opere si è conservata solo la Conversione di Paolo, che si trova presso la Collezione Odescalchi, risalente al 1600. Della prima Crocifissione di san Pietro si sono invece perse le tracce. Le due tele collocate nella Cappella colpiscono per la loro semplicità compositiva, con pochi personaggi dalle dimensioni ingrandite, per agevolarne la contemplazione da una posizione ravvicinata, l’unica possibile a causa delle dimensioni limitate dello spazio.

Caravaggio, San Giovanni Battista, Galleria Borghese
Caravaggio, San Giovanni Battista, Galleria Borghese

Le altre opere di Caravaggio si trovano nei Musei e nelle Gallerie. Presso la Galleria Borghese vi sono sei opere, tra cui il Bacchino Malato, autoritratto del 1593 raffigurante il pittore ventiduenne convalescente al termine di una malattia: nell’opera compaiono già tutte le innovazioni stilistiche di Caravaggio, come la figura a grandezza naturale, il fondo scuro e l’uso della luce che colpisce solo i dettagli importanti, la passione per le nature morte. La stessa attenzione alle composizioni si trova anche nel Ragazzo con canestro di frutta, datato 1593-1594, con il ragazzo che sostiene la cesta, prima natura morta del pittore. Alla Galleria Borghese si trovano anche San Girolamo (1605-1606), dipinto forse donato al Cardinale dallo stesso Caravaggio; San Giovanni Battista (1609-1610), una delle poche opere che Caravaggio portò con sé durante il viaggio via mare che doveva riportarlo a Roma; Davide con la testa di Golia (1609), risalente al secondo periodo napoletano e donato al cardinale forse come appello disperato per ottenere aiuto dopo la condanna a morte per l’omicidio di Ranuccio Tomassoni: nella testa di Golia viene riconosciuto un autoritratto di Caravaggio, che si raffigura come già morto. Vi è infine la Madonna dei Palafrenieri, realizzata tra il 1605 e il 1606 per la congregazione della Reverenda Fabbrica di San Pietro e destinata all’altare della compagnia dei Palafrenieri: l’opera venne rifiutata – forse a causa della figura troppo carnale della Vergine, forse a causa del delitto compiuto in quel periodo dal pittore – e quindi acquistata dal cardinale Borghese per la propria collezione.

Caravaggio, Riposo durante la fuga in Egitto, Galleria Doria Pamphilj - dettaglio
Caravaggio, Riposo durante la fuga in Egitto, Galleria Doria Pamphilj – dettaglio

Altre due opere appartenenti al periodo giovanile si trovano alla Galleria Doria Pamphilj: sono la Maddalena Penitente (1595) e il Riposo nella fuga in Egitto (1595-1596) nelle quali la figura femminile è probabilmente il ritratto di una stessa giovane popolana. Nella prima colpisce la splendida natura morta di gioielli, ori e perle con un vaso pieno di unguento collocati ai piedi della Maddalena, nella seconda rimane impressa la composizione del quadro, con un angelo ritratto di spalle che suona il violino seguendo lo spartito sorretto da un pensoso San Giuseppe, mentre la Madonna con il Bambino riposano abbracciati.

Ai Musei Capitolini si trovano la Buona Ventura – opera sempre risalente al periodo giovanile (1594-1595) e simile a un’altra versione custodita al Louvre – e San Giovanni Battista (1601-1602), con il giovane nudo che abbraccia un ariete e guarda lo spettatore sorridendo. La Buona Ventura raffigura una zingara che con la scusa di predire il futuro a un giovane lo trattiene il tempo necessario a sfilargli un anello dal dito della mano.

Caravaggio, Deposizione, Musei Vaticani
Caravaggio, Deposizione, Musei Vaticani

Ai Musei Vaticani si ammira la Deposizione, destinata alla cappella dedicata alla Pietà nella chiesa di Santa Maria in Vallicella. Collocatavi nel 1604, venne portata a Parigi durante la dominazione napoleonica e quindi riportata a Roma e collocata alla Pinacoteca Vaticana nel 1816. Le cinque figure della composizione – Maria di Cleofa, la Maddalena, la Madonna, San Giovanni Evangelista e Nicodemo – sono illuminate da una luce proveniente dall’alto e stagliate contro un fondale nero. Tutte esprimono variamente il dolore e la sofferenza mentre Nicodemo e Giovanni reggono il corpo morto di Cristo per deporlo sul letto marmoreo dove, prima di deporlo nel sarcofago, verrà lavato, unto e profumato secondo la tradizione.

Per ammirare gli ultimi quattro dipinti è necessario recarsi presso le Gallerie Nazionali Barberini e Corsini: a Palazzo Corsini si trova il San Giovanni Battista del 1602-1603, con il giovane dal dorso nudo avvolto in un drappo di colore rosso intenso. A Palazzo Barberini invece si trovano il Narciso (1599), con il protagonista raffigurato mentre tenta di abbracciare la sua immagine riflessa sull’acqua, secondo il racconto delle Metamorfosi di Ovidio; Giuditta che taglia la testa di Oloferne (sempre 1599) con l’eroina di Betulia che affonda la lama nel collo del generale Oloferne, colto nel momento del trapasso, mentre la figura di una vecchia la affianca pronta a raccogliere la testa recisa del nemico; San Francesco in meditazione (1606), dove il santo – vestito con un saio sdrucito – contempla un teschio che tiene tra le mani, immagine della morte.

Caravaggio, Giove, Nettuno, Plutone, Casino Boncompagni Ludovisi @ repubblica.it
Caravaggio, Giove, Nettuno, Plutone, Casino Boncompagni Ludovisi @ repubblica.it

L’ultima opera di Caravaggio a Roma non è un quadro, ma un olio su muro: si trova sulla volta del camerino del Casino Ludovisi e raffigura Giove, Nettuno, Plutone. L’ambiente era destinato dal suo proprietario – il cardinale Francesco Maria del Monte – alle sperimentazioni alchemistiche. Le tre divinità sono facilmente riconoscibili perché raffigurate ciascuna con il proprio attributo mitologico, e della loro rappresentazione colpisce lo scorcio spettacolare, forse realizzato dal pittore dopo essersi osservato nudo in uno specchio in tre differenti posizioni.

Per la redazione di questo articolo è stata essenziale l’agile guida storico-artistica di Rossella Vodret “Caravaggio a Roma. Itinerario” (edita da SilvanaEditoriale), che consiglio per gli approfondimenti relativi a ciascuna opera cui ho fatto riferimento. Per organizzare l’itinerario descritto suggerisco di consultare gli orari di apertura di ciascuna chiesa e museo, disponibili sui siti internet o ai numeri telefonici indicati:

 

Mappa dei luoghi del Museo Caravaggio a Roma:

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