Visitare Rouen

Visitare Rouen in Normandia, cosa vedere in due giorni

Case a graticcio in Place du Vieux-Marché
Case a graticcio in Place du Vieux-Marché

La città di Rouen evoca la storia di Giovanna d’Arco, che in place Vieux-Marché venne arsa sul rogo – appena diciannovenne – nel 1431, le immagini della cattedrale immortalata da Claude Monet, le opere imperiture di Gustave Flaubert, Pierre Corneille e Théodore Géricault che qui ebbero i natali, per non parlare degli impressionisti come Pissarro e Sisley, che ne dipinsero luoghi e scorci. Capoluogo della Normandia, è conosciuta come “città museo”, celebre per le case a graticcio, le chiese gotiche e i musei ricchi di opere d’arte, tutti ottimi motivi che inducono a visitare Rouen almeno durante un fine settimana.

Situata a un paio di ore di macchina da Parigi, la città sorge sulle sponde della Senna e rappresenta il punto di incontro tra l’Île-de-France e il mare: di origine romana, dal 911 al 1204 fu capitale del regno di Normandia. Durante la Guerra dei Cent’Anni, nel 1419, cadde sotto il controllo inglese, condizione che si protrasse per un trentennio. Fino alla metà del 1700 conobbe un lungo periodo di prosperità e ricchezza, come testimoniano le splendide architetture cittadine. Durante la Seconda Guerra Mondiale subì pesantissimi danni, a causa di un incendio nel 1940 e dei bombardamenti aerei nel 1944.

Cattedrale di Notre-Dame - dettaglio della facciata
Cattedrale di Notre-Dame – dettaglio della facciata

Suggerisco un itinerario per visitare Rouen e scoprirne i maggiori centri di interesse, a partire dalla cattedrale di Notre-Dame attorno a cui si raccoglie la parte più antica della città. Costruita nel XII secolo sulle fondazioni di una basilica del IV secolo e di un preesistente edificio romanico, colpisce immediatamente per lo splendore della sua facciata, che racconta l’evoluzione dell’arte dal XIII al XVI secolo affiancando a elementi romanici le forme del gotico fiammeggiante. Presenta incredibili portali: i laterali risalgono al XII secolo e sono di gusto romanico, quello centrale è del 1509-1514 ed è popolato da oltre 350 figure di profeti, sibille, santi e patriarchi. La torre di sinistra, Saint Romain, è romanica alla base, gotica negli ordini intermedi e fiammeggiante nel superiore. La torre di destra è chiamata Tour de Beurre perché si credeva innalzata con il denaro pagato dai fedeli per ottenere il permesso di consumare burro durante la quaresima.

Cattedrale di Notre-Dame, navata centrale
Cattedrale di Notre-Dame, navata centrale

Alle testate del transetto si aprono a destra il portale della Calenda, iniziato nel 1280 e ornato di sculture con storie dell’Antico e Nuovo Testamento, e a sinistra il portale dei librai, con storie della creazione, scene faunistiche medievali e il Giudizio Universale. L’interno a tre navate colpisce per la sua imponenza e il senso di leggerezza, con uno sviluppo verticale a quattro piani su dieci campate e volte a crociera ogivali. La torre-lanterna è un capolavoro di architettura normanna del XIII secolo, con finestre alte e doppie per far penetrare la luce all’interno. Si ammirano le vetrate tre-quattrocentesche e rinascimentali, solo in parte, purtroppo, risparmiate dai bombardamenti che nel 1944 distrussero la navata laterale meridionale: in particolare quelle del deambulatorio (XIII secolo) e della cappella absidale (XIV-XV secolo).

Cattedrale di Notre-Dame, tomba di Riccardo Cuor di Leone, che custodisce il cuore del re
Cattedrale di Notre-Dame, tomba di Riccardo Cuor di Leone, che custodisce il cuore del re

La cappella absidale, dedicata alla Madonna, divenne nel corso dei secoli luogo di sepoltura degli arcivescovi e di personalità di rilievo: qui si trovano 150 sepolture, tra cui a destra la monumentale tomba dei due cardinali d’Amboise (1516-1525) e a sinistra quella di Louis de Brézé. Nel transetto sinistro la scala della Libreria (1480) è un raffinato esempio di gotico fiammeggiante: così chiamata perché collegava la chiesa alla biblioteca del Capitolo, ha le prime due rampe risalenti al 1479, opera di Guillaume Pontif, mentre le successive vennero aggiunte nel 1788 per accedere al nuovo piano degli archivi. Nel deambulatorio si trovano anche le tombe di Rollon (fondatore del ducato di Normandia nel 911) e di Riccardo Cuor di Leone, re d’Inghilterra e duca di Normandia, di cui qui è custodito il cuore.

Di fronte alla cattedrale si trova il Bureau des finances (oggi ufficio turistico di Rouen), edificio in stile rinascimentale costruito ai primi del Cinquecento. Al primo piano Monet dipinse la serie delle cattedrali, fra il 1892 e il 1894.

Cattedrale di Notre-Dame, vetrata della cappella di san Severo - dettaglio
Cattedrale di Notre-Dame, vetrata della cappella di san Severo – dettaglio

Lungo il fianco sinistro della cattedrale si trova Rue Saint Romain, uno dei luoghi più antichi e meglio conservati della città, sulla quale affacciano case a graticcio del XV-XVII secolo, mentre a destra si apre – in corrispondenza con la Porta dei Librai – la corte omonima, fiancheggiata da arcate gotiche. Poco prima si trova l’Arcivescovado, tutt’oggi abitato dall’arcivescovo di Rouen, che al suo interno ospita anche l’Historial Jeanne d’Arc: in questo edificio infatti si svolse una parte del processo, con la pronuncia della condanna nel 1431 e poi, nel 1456, il processo di riabilitazione della pulzella di Orleans. Il percorso di visita – che mediante la tecnologia immersiva consente di rivivere i momenti più significativi della vita della santa, permette inoltre di ammirare alcuni ambienti altrimenti chiusi al pubblico, attraverso un viaggio lungo la storia del palazzo.

Casa pendente in Place Barthélémy
Casa pendente in Place Barthélémy

Rue Saint Romain termina di fronte alla chiesa di Saint Maclou, in stile gotico fiammeggiante, eretta tra il 1436 e il 1521: famosa per il suo portico a cinque arcate, presenta tre portali con belle porte in legno scolpito di epoca rinascimentale. Anche nella piazzetta antistante – Place Barthélémy – si ammirano le caratteristiche case a graticcio, di cui una – al n. 4, con la facciata incredibilmente obliqua – sembra sfidare la forza di gravità: è la famosa “casa pendente”, antica “chambre d’hôte” la cui inclinazione sembra fu causata dai lavori per la costruzione del sagrato, che comportarono la demolizione delle case vicine.

Proseguendo lungo Rue Martainville, al numero 186 si trova l’ingresso a un ampio cortile porticato, con quattro ali a graticcio su pilastri in legno: è l’Atrio di San Maclovio, ossario a gallerie che venne costruito nel 1526-1533 per ospitare le vittime dell’epidemia di peste. La sua funzione è ben esemplificata dalla decorazione sulle travi e le colonne, con motivi macabri quali teschi, tibie e falci.

Rue Eau de Robec. In alto una casa con il prolungamento del tetto e ai piedi delle abitazioni l'acqua del torrente Robec
Rue Eau de Robec. In alto una casa con il prolungamento del tetto e ai piedi delle abitazioni l’acqua del torrente Robec

Tornando indietro in Place Barthélémy si può prendere a destra Rue Damiette, rinomata strada di antiquari con belle case a graticcio: percorrendola si arriva alla chiesa abbaziale di Saint Ouen. Prima di giungere alla chiesa consiglio però di svoltare in Rue Eau de Robec: è una via molto particolare, nella quale l’acqua del Robec scorre ancora ai piedi delle case a graticcio, e sulla sommità di alcune di esse si possono osservare insoliti prolungamenti dei tetti. Questa era la via dei tessitori e dei tintori, che in mancanza di spazio stendevano i tessuti ad asciugare all’ultimo piano delle abitazioni, proteggendoli sotto i “prolungamenti” dei tetti. Al numero civico 185 si trova un’altra casa a graticcio da non perdere, costruita nel 1475 e considerata una delle più notevoli, tanto che le sue facciate in ardesia sono classificate monumento storico: oggi è centro espositivo del Museo nazionale dell’educazione.

Casa a graticcio in Rue Amiens
Casa a graticcio in Rue Amiens

Al n. 99 di Rue Amiens si trova un’altra abitazione molto particolare, immediatamente riconoscibile perché la sua facciata, oltre ad essere a graticcio, è decorata da statue: in origine queste facciate appartenevano a un edificio che si trovava nei pressi di Rue du Gros-Horloge, ma vennero smontate per evitarne la distruzione e rimontate qui, su un nuovo edificio. Le statue rappresentano i quattro elementi e gli dei dell’Olimpo.

Dopo questa piccola deviazione si giunge alla chiesa di Saint Ouen, la cui costruzione venne avviata nel 1318 e terminata nel 1400: fu la chiesa dell’antica abbazia di Saint Ouen, uno dei monasteri benedettini di Normandia più potenti fra il XIV e il XVI secolo. La parte più interessante è quella che si ammira dal giardino attorno all’abside, con le cappelle a raggiera e la torre della crociera in gotico fiammeggiante. All’interno si conservano vetrate del XIV e XV secolo e l’imponente organo maggiore, considerato uno degli strumenti più accordati al mondo, classificato monumento storico di Francia.

Chiesa abbaziale di Saint Ouen, l'area absidale
Chiesa abbaziale di Saint Ouen, l’area absidale

Saint Ouen è un altro luogo della città legato a Giovanna d’Arco: nel cimitero dell’abbazia, infatti, la santa abiurò. Costeggiando la facciata ottocentesca e superando l’adiacente hôtel de Ville (edificato nell’antico dormitorio dei monaci dell’abbazia) si giunge a place de la Rougemare, dove al civico 8 si eleva un’altra casa in graticcio di stile romanico-gotico: chiamata “Vieux Logis” venne costruita nel 1898 per Charles Morel, collezionista d’arte gotica e del Rinascimento, ed è ricca di dettagli architettonici e di sculture che ne ornano la facciata. Arrivando su Rue Beauvoisine, girando a destra si arriva al Musée des Antiquités – che custodisce pezzi di epoche diverse, ritrovati nella regione o provenienti da civiltà lontane (reperti dall’Egitto e dalla Mesopotamia, mosaici romani, vetrate dalle chiese del territorio, oreficerie medievali, alabastri inglesi…) – voltando a sinistra si arriva al Musée Le Secq des Tournelles, che presenta una raccolta – fra le più ricche al mondo – di 15.000 oggetti in ferro, bronzo e rame, dall’epoca gallo-romana al XIX secolo, oltre a una collezione di ferri chirurgici del XVI-XVII secolo.

Musée des Beaux-Arts di Rouen
Musée des Beaux-Arts di Rouen

Poco oltre si trova il magnifico Musée des Beaux-Arts, che offre un percorso attraverso la pittura e la scultura europee dal medioevo ai nostri giorni. Capolavori indiscussi sono La Vergine tra le vergini di Gérard David e la Flagellazione di Caravaggio, mentre una sala è dedicata a Théodore Géricault, nato a Rouen nel 1791. Molto interessante è la raccolta di arte italiana (comprendente dipinti di Perugino, Veronese, Palma il Giovane, Bassano, Guercino), le opere della scuola di Fontainebleu, i paesaggi ottocenteschi e le tele impressioniste, nel cui numero si annoverano capolavori di Degas, Renoir, Pissarro, Caillebotte, Dufy…: si tratta infatti della più importante collezione impressionista fuori da Parigi, primato che deriva da una precisa ragione storica. Il Museo di Rouen fu tra le prime istituzioni a mostrare al pubblico le opere degli impressionisti grazie al clima favorevole che, alla fine dell’Ottocento, la città seppe offrire ai maestri della nuova arte: qui si trovavano una borghesia ricca e colta, critici d’arte eruditi, gallerie di avanguardia, collezionisti accorti.

Gérard David, La Vergine tra le vergini
Gérard David, La Vergine tra le vergini

Nel 1872 il Salone Municipale ospitò opere di Monet, Pissarro, Sisley, che nelle loro opere raffiguravano le strade, i palazzi, i ponti della città. Grazie all’influenza di questi maestri più tardi nacque la “Scuola di Rouen“, che ebbe la sua consacrazione in due esposizioni leggendarie: la prima nel 1907, con opere di Dufy, Matisse e Braque, la seconda nel 1912. Fra tutte le opere, merita ricordare la serie delle cattedrali realizzate da Monet: ventotto rappresentazioni della facciata di Notre-Dame – raffigurata nel trascolorare delle sue superfici in base alle variazioni atmosferiche – dipinte per la maggior parte dal primo piano del Bureau des finances: all’epoca il pittore viveva a Giverny, dove stava realizzando una delle sue creazioni più importanti, la casa e i giardini della sua tenuta normanna. Al pari della serie di Monet, vanno ricordate anche le innumerevoli vedute del porto – una cinquantina di opere – dipinte da Pissarro durante la sua permanenza a Rouen.

Isidore Patrois, Jeanne d'Arc allant au supplice - dettaglio. A destra si nota la Tour de Jeanne d'Arc
Isidore Patrois, Jeanne d’Arc allant au supplice – dettaglio. A destra si nota la Tour de Jeanne d’Arc

Oltre al Musée des Beaux-Arts, su Place Verdrel affaccia anche il Musée de la Ceramique, che racconta l’evoluzione delle tecniche di lavorazione e degli stili ceramici attraverso una raccolta di pezzi dal XVI al XIX secolo. Alle spalle del museo lungo Rue di Donjon si trova la Tour de Jeanne d’Arc, torre cilindrica circondata da un fossato, unica struttura rimasta della fortezza del 1204 dove, dal dicembre 1430 al maggio 1431, fu rinchiusa Giovanna d’Arco prima di essere bruciata sul rogo.

Tornando verso il centro lungo una delle vie – tutte pedonali – che portano in Rue aux Juifs si arriva al Palais de justice, senza dubbio un capolavoro di architettura civile in gotico fiammeggiante: la parte più antica (il corpo centrale e l’ala ovest, a sinistra della corte) risale al 1499-1509, edificata sulle rovine del quartiere ebraico distrutto dopo l’espulsione degli ebrei nel 1306.

Palais de justice - corte
Palais de justice – corte

Sotto la scala orientale della corte, nel 1976 sono stati stati scoperti resti di un edificio ebraico, forse un’università di epoca romana, dimostrazione che all’epoca di Guglielmo il Conquistatore Rouen fu uno dei più importanti centri intellettuali d’Europa. Nel 1515 il Palais de justice venne trasformato in Parlamento della Normandia, mentre nel XIX venne aggiunta l’ala est (a destra della corte). Le numerose tracce di proiettili che si osservano sull’edificio sono la testimonianza dei violenti bombardamenti alleati che la città subì nel 1944.

Parallela a Rue aux Juifs corre Rue du Gros-Horloge, sulla quale si trovano case in graticcio del XIV-XVIII secolo, alcune in aggetto, e il Gros-Horloge: si tratta di un complesso architettonico che comprende il torrione gotico, un’arcata rinascimentale e, al suo centro, l’orologio costruito nel 1527-29, con figure allegoriche relative ai giorni e alle fasi lunari. Il meccanismo dell’orologio – risalente al 1389 – è situato nel torrione, che ospita  un Museo che ne svela la storia e l’apparato decorativo e custodisce anche le campane della città Salendo fino in cima alla torre si gode di uno splendido panorama sui tetti cittadini e sui pinnacoli gotici della cattedrale, quelli che valsero a Rouen l’appellativo di “città dai cento campanili“.

Gros-Horloge, dettaglio dell'orologio e dell'arcata
Gros-Horloge, dettaglio dell’orologio e dell’arcata

Rue du Gros-Horloge collega la cattedrale a Place du Vieux-Marché, nella quale una colonna indica il luogo dove venivano eseguite le condanne capitali e dove, il 30 maggio 1431, venne arsa sul rogo Giovanna d’Arco. La chiesa al centro della piazza è dedicata alla santa e venne costruita nel 1979: custodisce vetrate rinascimentali appartenenti alla vecchia chiesa di Saint Vincent. Nei pressi della piazza si trovano anche la casa dove Pierre Corneille nacque e visse per cinquantasei anni, oggi museo, e l’Hôtel de Bourgtheroulde, magnifico “hôtel particulier” risalente al 1506, in stile gotico-rinascimentale. Nella corte interna custodisce due insiemi scolpiti di grande valore storico-artistico, tra cui una serie di bassorilievi con allegorie tratte dai Trionfi del Petrarca.

Chiesa di Giovanna d'Arco in Place du Vieux-Marché, e croce che indica il punto del suo martirio
Chiesa di Giovanna d’Arco in Place du Vieux-Marché, e croce che indica il punto del suo martirio

A breve distanza si trova infine il Musée Flaubert et d’Histoire de la medicine, ospitato in un padiglione dell’Hôtel-Dieu: vi si visita la stanza dove nacque Gustave Flaubert nel 1812, figlio di un chirurgo dell’ospedale, con ricordi di giovinezza e ritratti di famiglia. Insieme, si osserva una collezione di oggetti legati alla storia del luogo, alcuni davvero particolari come un letto da ricovero a sei piazze, un vaso per sanguisughe, un manichino del parto del XVIII secolo.

Fra le possibilità di visita di Rouen suggerisco infine due luoghi collocati al di fuori del centro storico, che offrono una visione diversa della città: le rive della Senna, in particolare le banchine della riva destra – riqualificate nell’ambito di un programma di recupero e valorizzazione – e la collina Sainte-Catherine, dalla cui sommità si gode uno splendido panorama della città.

Claude Monet, Vue generale de Rouen (vista dalla collina Sainte-Catherine)
Claude Monet, Vue generale de Rouen (vista dalla collina Sainte-Catherine)

Fra gli eventi più importanti di Rouen, vi sono senza dubbio il Festival “Normandie Impressioniste“, che celebra la nascita dell’impressionismo in Normandia con esposizioni, conferenze, spettacoli, concerti, e l’Armada, sfilata di eccezionali imbarcazioni che, provenienti da tutti i mari del mondo, passano l’estuario della Senna giungendo qui per  una festa di dieci giorni che coinvolge tutta la città.

Informazioni utili: per visitare Rouen consiglio di fare riferimento al sito ufficiale dell’Ufficio turistico cittadino, ricchissimo di indicazioni, spunti, suggestioni,  e informazioni logistiche per organizzare al meglio la propria visita, www.rouentourisme.com. Il sito, veramente ben fatto, rimanda per ciascun luogo all’eventuale sito internet dedicato, così come per le manifestazioni cui ho accennato.

Ho visitato Rouen in occasione di un viaggio in Normandia e Bretagna che ha avuto come tappe, tre le altre, JumiègesBayeuxGuimiliauCarnacGivernyChartres, Mont-Saint-Michel.

Altre immagini della mia visita a Rouen:

La mappa dei luoghi visitati:

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