La cripta della basilica del Santo Sepolcro ad Acquapendente

La Basilica del Santo Sepolcro di Acquapendente, gioiello romanico

La cripta della basilica del Santo Sepolcro ad Acquapendente
La cripta

Lungo la via Francigena ad Acquapendente (in provincia di Viterbo) si trova la Basilica del Santo Sepolcro, così chiamata perché nella cripta custodisce un sacello che riproduce in scala ridotta il sepolcro di Gesù a Gerusalemme: il sacello è la copia più antica del Santo Sepolcro fra quelli conservati, e fu qui edificato quale luogo di devozione lungo la strada che porta a Roma.

La Basilica di Acquapendente è a tre navate divisa da pilastri, con transetto ed abside sopraelevati, al di sotto dei quali si estende la cripta, in stile romanico del X-XI secolo.
Alla cripta si accede dal piano della basilica tramite due scalinate: dalla pianta a “T”, è divisa in nove piccole navate longitudinali e tre trasversali da 24 colonne di uguale altezza, con campate coperte da volte a crociera costolonate.

Capitello decorato con teste di ariete e foglie di acanto
Capitello decorato con teste di ariete e foglie di acanto

Le colonne sono sormontate da capitelli decorati con motivi zoomorfi, antropomorfi, fitomorfi: si osservano volti umani, uccelli, teste di ariete e di toro, racemi e foglie.

Il sacello, con la sua copertura piramidale, è visibile sin dalla navata della chiesa soprastante: come recita un’iscrizione davanti all’apertura, custodisce alcune pietre dell’aula del Pretorio di Pilato a Gerusalemme, pietre che sarebbe state bagnate – secondo la tradizione – del sangue di Gesù Cristo durante la sua Passione.

La fondazione della chiesa, con la realizzazione della cripta e del sacello, è legata a una leggenda: una regina di nome Matilde era diretta a Roma per fondarvi una chiesa dedicata al Santo Sepolcro. Arrivata ad Acquapendente i muli del suo seguito, carichi dell’oro necessario alla costruzione, si rifiutarono di procedere e si inginocchiarono. Una visione convinse la regina – variamente identificata con alcune “Matilde” tra cui Matilde di Westfalia e Matilde di Scozia – a edificare ad Acquapendente una chiesa adatta a custodire il Sacello del Santo Sepolcro. Sempre secondo la tradizione, alcuni cavalieri crociati dopo la conquista di Gerusalemme portarono qui le pietre del Pretorio macchiate dal sangue di Cristo.

Il sacello al centro della cripta
Il sacello al centro della cripta

La prima testimonianza documentale dell’edificio risale al 1025 e consiste in una bolla pontificia, mentre la costruzione fu consacrata nel 1149 da papa Eugenio III. Nel 1251 la chiesa assunse il titolo di basilica e dal 1262 vi è attestato il rispetto della Regola di san Benedetto. Nel 1326 si insediarono qui i canonici regolari di Gerusalemme, in fuga dalla Terra Santa e nel 1649 papa Innocenzo X vi trasferì la sede vescovile di Castro: la basilica divenne quindi cattedrale. Nel Settecento l’edificio fu rinnovato e fu rifatta la facciata.

La sua realizzazione si inserisce nella pratica dell’epoca di costruire luoghi di culto ad imitazione o memoria del Santo Sepolcro, voluti soprattutto da alcuni ordini monastici, ad uso dei pellegrini che non potevano affrontare il viaggio fino a Gerusalemme.

Capitello decorato con figure zoomorfe e foglie
Capitello decorato con figure zoomorfe e foglie

Informazioni utili: per visitare la basilica del Santo Sepolcro suggerisco di consultare gli orari di apertura contattando il centro visite della città (laperegina.it) o la ProLoco (www.prolocoacquapendente.it).

Per approfondire la storia della basilica e del suo sacello consiglio l’articolo di Giuseppe M. Della Fina “La Gerusalemme replicata” pubblicato sulla rivista Medioevo nel febbraio 2017.

A breve distanza da Acquapendente si trovano alcuni borghi la cui visita è a mio avviso imperdibile: segnalo in particolare Pitigliano, Sorano e Sovana.

Lungo la via Francigena ho ammirato la Gerusalemme di San Vivaldo (nel comune di Montaione, in provincia di Firenze): realizzata ai primi del Cinquecento, riproduce la topografia di Gerusalemme con una serie di cappelle al cui interno si trovano gruppi statuari in terracotta policroma di scuola robbiana, raffiguranti i momenti della vita, Passione e Resurrezione di Cristo.

Altre immagini della cripta del Santo Sepolcro:

Mappa della basilica del Santo Sepolcro:

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