Teatro di Marcello e a sinistra tre colonne del Tempio di Apollo Sosiano

L’area archeologica del Teatro di Marcello e del Portico d’Ottavia a Roma

Il propileo dell'antico Portico d'Ottavia e la chiesa di Sant'Angelo in Pescheria
Il propileo dell’antico Portico d’Ottavia e la chiesa di Sant’Angelo in Pescheria

L’area archeologica del Teatro di Marcello e del Portico d’Ottavia a Roma testimonia con i suoi monumenti la storia millenaria della città. Camminando sull’antica pavimentazione romana si costeggia il Portico d’Ottavia, quel che resta di un grandioso quadriportico edificato da Metello nel 146 a.C., ricostruito da Augusto tra il 27 e il 23 a.C. e dedicato alla sorella Ottavia: all’interno del quadriportico si trovavano due templi, due biblioteche, un grande ambiente per le riunioni.

Le strutture che oggi si osservano sono risalenti in gran parte al restauro compiuto da Settimio Severo nel 203 d.C. e corrispondono a uno dei due ingressi monumentali, che fu parzialmente inglobato nell’VIII secolo nella chiesa di Sant’Angelo in Pescheria (o in Foro Piscium). In epoca medievale l’area fu intensamente abitata e i porticati accolsero il mercato del pesce in virtù della vicinanza al Tevere, attività che si protrasse fino all’Ottocento. Nel 1555 fu qui costituito il Ghetto, del quale il propileo del Portico di Ottavia divenne uno dei limiti.

Teatro di Marcello
Teatro di Marcello

Proseguendo lungo il tracciato romano si costeggia sulla destra il Teatro di Marcello, progettato già da Giulio Cesare e portato a compimento da Augusto nel 13 o nell’11 a.C., dedicato al nipote Marcello. È un magnifico esempio di teatro autoportante – non realizzato, come i teatri greci, sfruttando un declivio naturale – con la facciata curvilinea in travertino a tre ordini di arcate, destinato ad ospitare 15.000 spettatori. Il palcoscenico era chiuso da un frontescena a tre ordini sovrapposti e dietro alla scena si trovava una grande esedra fiancheggiata da due ambienti absidati.

Il teatro rimase in uso fino al IV secolo d.C. e in età medievale fu trasformato in fortezza dalla famiglia Faffi, a cui seguirono i Savelli che nel Cinquecento incaricarono Baldassarre Peruzzi di realizzare il palazzo che ancor oggi si ammira (divenuto proprietà degli Orsini nel Settecento). Nel corso dei secoli al teatro furono addossate moltissime abitazioni e botteghe, che vennero demolite nella prima metà del Novecento con la cancellazione di tutte le testimonianze di epoca medievale.

Tre colonne reinnalzate nel 1940 appartenenti al Tempio di Apollo Sosiano
Tre colonne reinnalzate nel 1940 appartenenti al Tempio di Apollo Sosiano

In occasione delle demolizioni novecentesche furono riportati alla luce i resti dei due templi affiancati di Apollo Sosiano e di Bellona che si trovavano di fronte al Teatro di Marcello, le cui testimonianze si possono osservare sulla sinistra passeggiando sulla pavimentazione romana.

Il tempio di Apollo, esistente già nel 431 a.C., fu ricostruito da Gaio Sosio per far spazio al Teatro di Marcello, e ospitava alcune riunioni del Senato (ad esempio in occasione dei ricevimenti delle delegazioni straniere). Il suo frontone, decorato con un’Amazzonomachia di sculture originali greche del V secolo a.C., è stato ricostruito presso il museo della Centrale Montemartini (un museo splendido, che consiglio di visitare). Del tempio di Apollo nel 1940 furono reinnalzate ad angolo le tre colonne che oggi si ammirano, a scopo scenografico. Il Tempio di Bellona fu edificato a fianco di quello di Apollo nel 296 a.C. a seguito di una vittoria sugli Etruschi: usato per alcune riunioni del Senato, oggi ne rimane il nucleo del podio.

Portico d'Ottavia, il propileo
Portico d’Ottavia, il propileo

Informazioni utili: secondo le indicazioni riportate all’ingresso, l’area archeologica del Teatro di Marcello e del Portico d’Ottavia è aperta tutti i giorni in orario 9,00-19,00 in estate e 9,00-18 in inverno. Rimane chiusa in caso di condizioni meteo eccezionalmente avverse. A pochi passi da qui, alle pendici del Campidoglio, si trova la chiesa e il complesso di San Giovanni Decollato, sede dell’Arciconfraternita omonima fondata nel 1488 per dare assistenza ai condannati a morte: custodisce le opere di alcuni maestri del Manierismo come Giorgio Vasari, Francesco Salviati, Jacopino Del Conte, Jacopo Zucchi, Pomarancio, Pirro Ligorio.

A breve distanza si estende infine area dell’antico Foro Boario di Roma, ricchissima di monumenti e luoghi da visitare come la chiesa di santa Maria in Cosmedin, il tempio di Ercole Vincitore, il tempio di Portuno, la casa dei Crescenzi, l’arco quadrifronte di Giano. Vi ho dedicato un articolo proponendo un itinerario di visita.

Altre immagini del Teatro di Marcello e del Portico di Ottavia:

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