Piazza Federico II a Jesi

Visitare Jesi con Federico II, Giovan Battista Pergolesi, Lorenzo Lotto

Torrione angolare rotondo e cinta muraria in Costa del Montirozzo
Visitare Jesi: torrione angolare rotondo e cinta muraria in Costa del Montirozzo

È difesa da una splendida cinta muraria trecentesca la cittadina di Jesi, che ha dato i natali a Federico II di Svevia, nato – secondo la tradizione – in una tenda nell’attuale piazza del Duomo il 26 dicembre 1194.  I bastioni difensivi sono perfettamente conservati nella parte occidentale e sono percorribili in alcuni tratti, mentre esternamente si impongono con forza i torrioni angolari, che impressionano per la loro forza: rappresentano un’occasione per ammirare questa cittadina dall’alto, prima di discendere e inoltrarsi nelle vie che ne caratterizzano il centro storico. Ecco dunque un itinerario per visitare Jesi e scoprirne i tesori, in compagnia di Federico II, Giovan Battista Pergolesi e Lorenzo Lotto.

Piazza Federico II
Piazza Federico II

Piazza del Duomo sorge sul luogo dove si trovava il foro romano ed è intitolata a Federico II per ricordarne la nascita, “Imperatore del sacro romano impero, re dei romani, d’Italia, di Germania, di Sicilia, di Gerusalemme, di Arles e su tutto uomo di pace”, come recita una lapide posta su Palazzo Ripanti. Proprio per celebrare questa figura straordinaria, in Palazzo Ghisleri è stato allestito il museo  “Federico II Stupor mundi, che in sedici sale su tre livelli permette di conoscere la storia dell’imperatore svevo, spaziando tra l’arte, la letteratura e la cultura scientifica di quell’epoca.

La ricostruzione, assolutamente fedele ai fatti storici, si avvale di installazioni video, plastici, rievocazioni architettoniche e sartoriali, e accompagna il visitatore in un viaggio che, dalla nascita di Federico II, figlio di Costanza d’Altavilla e di Enrico VI (figlio a sua volta di Federico Barbarossa), rammenta la sua educazione e la sua incoronazione a Re di Germania e Sicilia e quindi ad imperatore del Sacro Romano impero, avvenuta all’interno della Basilica di San Pietro di cui è ricostruito l’interno di epoca romanica.

Museo Federico II Stupor Mundi, Sicilia arabo-normanna
Museo Federico II Stupor Mundi, Sicilia arabo-normanna

Evocando la Zisa di Palermo si ricrea l’atmosfera della Sicilia della sua epoca, caratterizzata dalla convivenza di culture diverse e dalle architetture arabo-normanne, e in un’altra sala si racconta la storia di Lucera, dove l’imperatore fece trasferire i saraceni di Sicilia che gli si erano ribellati. Con il plastico di Castel del Monte si mostrano le rocche che Federico II fece costruire e si racconta l’iconografia della Porta di Capua, oggi completamente distrutta. Si narra la crociata che lo vide impegnato nel 1228, con la quale conquistò Gerusalemme senza alcun combattimento ma grazie a un accordo diplomatico con il nipote di Saladino, il difficile rapporto con il papato e la lotta contro i comuni: quindi il declino, dopo la sconfitta a Parma e infine la morte, sopraggiunta a Fiorentino di Puglia.

Museo Federico II Stupor Mundi, La falconeria
Museo Federico II Stupor Mundi, La falconeria

Una sala è riservata alla falconeria, cui egli – da appassionato cacciatore con il falco – dedicò il trattato “De arte venandi cum avibus”. In ogni sala il visitatore può decidere quanto approfondire le tematiche proposte, grazie ai vari livelli di lettura che affascinano e intrigano sia chi si avvicina per la prima volta a questa figura, sia l’appassionato e l’esperto di Medioevo. Consiglio fortemente la visita di questo museo, davvero di grande interesse, capace di avvincere e affascinare nel rispetto della verità storica, ben allestito e con personale di grande gentilezza.

Altre immagini del Museo:

Al termine della mia visita ho pranzato presso l’Hostaria dietro le quinte, che si trova in piazza della Repubblica accanto al Teatro Pergolesi: mi sono trovata benissimo, con una cucina di ottimo livello, piatti originali e preparati con cura, un servizio accogliente e tempestivo, un giardino incantevole per riposarsi e mangiare con calma.

L’Hostaria e i suoi piatti:

Galleria degli stucchi di Palazzo Pianetti - soffitto
Galleria degli stucchi di Palazzo Pianetti – soffitto

Al termine del pranzo ho proseguito il percorso di visita e mi sono recata presso Palazzo Pianetti, dove si trova la Pinacoteca Civica e la Galleria di Arte contemporanea. Il palazzo risale al 1748 ed è l’esempio più significativo di architettura settecentesca a Jesi: è un edificio residenziale patrizio che al piano nobile vanta un’eccezionale Galleria degli Stucchi, meraviglioso esempio di rococò realizzato tra il 1767 e il 1770 che, per una lunghezza di settanta metri, narra il viaggio dell’uomo verso la conoscenza. Ricorrendo ad allegorie e simbologie che riempiono ogni superficie visibile, si rappresenta il tempo che scorre, il ciclo dei quattro elementi, i continenti, le Arti Liberali, le Virtù Cardinali, scene lagunari e marine.

Oltre alla Galleria, i soffitti del Palazzo catturano l’attenzione per la loro bellezza e sviluppano il tema delle Storie di Enea dispiegandone i motivi nelle volte di sei stanze. La Pinacoteca custodisce inoltre alcune opere davvero imperdibili di Lorenzo Lotto, fra cui la concitata e commovente Deposizione (ogni personaggio esprime in modo unico ed originale il dolore per la morte del Cristo), l’Annunciazione, che si caratterizza per la spontaneità delle reazioni (Maria è rappresentata quasi spaventata, colta di sorpresa dall’apparizione improvvisa dell’Angelo), la Pala di Santa Lucia (che nella scenografia rievoca l’architettura esina di Palazzo della Signoria), la Madonna delle Rose, con un vivacissimo Bambin Gesù che si slancia verso Giuseppe, la Visitazione, con quattro figure femminili raccolte in un interno domestico e l’unico uomo, Zaccaria, posto ad assistere dal limite di una porta. A chi ama Lorenzo Lotto, suggerisco un itinerario di visita nella città di Bergamo, dove il pittore visse tredici anni, prima e dopo la sua permanenza nelle Marche.

Lorenzo Lotto, Cristo deposto nel sepolcro - dettaglio
Lorenzo Lotto, Cristo deposto nel sepolcro – dettaglio

Oltre alla Pinacoteca, collocata al piano nobile, il Palazzo offre la Galleria d’arte contemporanea ospitata al piano superiore, nell’appartamento ottocentesco, e infine il Museo Archeologico presso le Scuderie. Si tratta di uno spazio che permette di ricostruire la storia di Jesi e della Vallesina dal Paleolitico fino all’epoca romana, e che – tra le opere in esposizione – vanta otto statue di età giulio-claudia scoperte all’interno di una cisterna sotto l’attuale Palazzo Mestica.

Visitare Jesi. Altre immagini di Palazzo Pianetti e delle sue opere:

Al termine della visita mi sono concessa una passeggiata nel centro storico, ammirando il Teatro cittadino intitolato a Giovan Battista Pergolesi, nato a Jesi nel 1710 e divenuto uno dei più importanti compositori di musica barocca in Italia, e contemplando Palazzo della Signoria, che mostra le sue forme rinascimentali riconducibili al genio del senese Francesco di Giorgio Martini. Ho lasciato questa cittadina a malincuore, perché non sono riuscita a vedere tutto quel che avrei voluto (ad esempio la Casa-Museo Colocci-Vespucci, Palazzo Bisaccioni e la sua quadreria, la Biblioteca Planettiana, l’interno del teatro Pergolesi), ma con la certezza di tornare presto, magari in occasione del Palio di San Floriano (il santo protettore della Città) che si svolge ogni anno a maggio.

Teatro Pergolesi
Teatro Pergolesi

Come ultimo ricordo, ho visitato la Chiesa di San Marco, situata subito fuori il centro cittadino, che venne fondata dai monaci benedettini nella prima metà del XIII secolo. Conserva magnifici affreschi risalenti al XIV secolo, testimonianza preziosa dell’influenza della lezione giottesca nelle Marche: tra le scene che si possono ammirare, sopravvissute a distruzioni e rimaneggiamenti successivi, quello meglio conservato è la Crocifissione, collocata dietro l’altare.

Sono stata a Jesi nel corso di una gita nelle Marche, viaggio che mi ha consentito di visitare Recanati, città natale di Giacomo Leopardi, Urbino – nel cui Palazzo Ducale ho ammirato lo Studiolo di Federico da Montefeltro – Pergola e il suo museo con gli splendidi bronzi di Cartoceto.

Per visitare Jesi, consiglio il blog di Destinazione Marche, che è ricco di spunti e suggerimenti utili, ad esempio sulle dieci cose da fare e vedere a Jesi, oltre che il sito del turismo del Comune di Jesi (che indica anche un elenco delle guide turistiche abilitate) e ovviamente il portale turismo della Regione Marche.

Visitare Jesi, la mappa:

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