Statua di san Oronzo sul Duomo

Visitare Lecce, l’itinerario nella città plasmata nella pietra bianca

Piazza san Oronzo: il sedile, l'anfiteatro romano
Visitare Lecce. Piazza san Oronzo: il sedile, l’anfiteatro romano

Lecce affascina per la sua atmosfera elegante e aristocratica, per il colore bianco della sua pietra che al tramonto si accende di sfumature rosa, per la densità di luoghi di culto edificati nel Seicento e Settecento, i secoli che hanno plasmato il volto di questa perla del sud.

L’aspetto più noto è legato alle esuberanti decorazioni barocche di chiese e palazzi, ornate da un tripudio di ricami di pietra realizzati per esaltare la potenza dei nobili latifondisti locali, ma la città testimonia anche le sue origini messapiche, ostenta opere straordinarie di epoca romana, palazzi rinascimentali e architetture del primo Ottocento, nonché fa bella mostra di edifici novecenteschi. Questa stratificazione storica ed artistica è concentrata in piazza sant’Oronzo, vero cuore di Lecce, in cui si ammirano l’anfiteatro romano del I secolo (parzialmente portato alla luce nel Novecento), la chiesa di santa Maria delle Grazie (risalente al 1590-1606, poggia sull’area non scoperta dell’impianto romano), la colonna di sant’Oronzo (innalzata nel 1666 per ringraziare il santo dello scampato pericolo dell’epidemia di peste del 1656), il sedile (realizzato nel 1592 come sala per le udienze e le riunioni, ha grandi vetrate che testimoniavano la trasparenza delle decisioni pubbliche), la chiesetta di san Marco (costruita nel 1543 dai mercanti veneziani in stile rinascimentale).

Porta Napoli
Porta Napoli

Segnalo anche che nella piazza si trova lo storico caffé Alvino, dove si assaggiano i migliori pasticciotti leccesi, dolce tipico dal cuore di crema pasticcera in un guscio di pasta frolla, e ottimi rustici, vol-au-vent di pasta sfoglia con ripieno di besciamella, mozzarella, pomodoro e pepe. Piazza sant’Oronzo può essere un ottimo punto di partenza per visitare Lecce, perché collocata al margine del centro storico in una posizione strategica per raggiungere tutti i principali punti di interesse. Subito alle spalle della piazza si trova il castello Carlo V, di origine medievale, ristrutturato per volere di Carlo V nel 1539-1549 ad opera dell’architetto militare Gian Giacomo dell’Acaja. Il suo sistema difensivo, a pianta trapezoidale, era particolarmente innovativo per la sua epoca perché capace di resistere alle nuove tecniche di offesa basate sull’impiego di armi da fuoco. Nel castello si trova il Museo della Cartapesta, una delle arti tipiche del Salento e in particolare di Lecce: passeggiando per le vie della città, è facile imbattersi in alcune botteghe di maestri cartapestai, che portano avanti questa tradizione realizzando figure del presepe, ma anche angeli in volo, santi, Madonne, maschere e oggetti di uso quotidiano.

Convento dei Celestini
Convento dei Celestini

Lasciando alla propria sinistra la piazza, si raggiunge velocemente la chiesa del Gesù, eretta sulle rovine di una chiesa greca nel 1575, nonché la basilica di santa Croce, il più celebre esempio del barocco leccese opera di Gabriele Riccardi, realizzato nell’arco di un secolo e mezzo a partire dal 1549: la facciata (di Francesco Antonio Zimbalo il protiro e i portali laterali, di Cesare Penna la parte superiore) è un tripudio di decorazioni soprattutto nella parte alta, mentre l’interno è pieno di luce, scandito in tre navate e dalle forme di vaga memoria brunelleschiana. Sono da notare gli altari, riccamente ornati, in particolare quello dedicato a san Francesco di Paola (nella cappella a sinistra del presbiterio). Accanto alla basilica si trova il convento dei Celestini, la cui facciata è armoniosamente contigua a quella di santa Croce. L’edificio, eretto nel 1549, è sede dell’amministrazione metropolitana e della Prefettura: se ne può ammirare il cortile interno. Di fronte al convento si erge il bel palazzo Adorno – esempio di architettura civile del 1568 – mentre alle spalle si trovano i giardini pubblici, un tempo appartenenti ai Celestini, che possono offrono riposo e frescura durante il giro di visita della città.

Interno della chiesa del Rosario o di san Giovanni Battista
Interno della chiesa del Rosario o di san Giovanni Battista

Rimanendo su via Umberto I si giunge alla chiesa di san Nicolò dei greci, parrocchia della colonia greca ed albanese residente in città, e quindi a santa Maria di Costantinopoli, grandiosa costruzione barocca di Giuseppe Zimbalo (1663) nella cui facciata (incompiuta nella parte superiore) si ammira un portale con un fregio di angeli. Seguono la chiesa di san Giovanni Evangelista, fondata nel 1133 per le nobili di buona famiglia e poi ricostruita in forme barocche, e la chiesa di santa Maria degli Angeli, eretta per volontà del fiorentino Bernardo Peruzzi e ristrutturata da Gabriele Riccardi: presenta un magnifico portale scolpito. Da qui, tornando verso il centro storico, si trova la chiesa di santa Maria della Provvidenza e, subito accanto, Porta Napoli, la più monumentale delle tre porte di Lecce giunte fino a noi: dalla forma ad arco di trionfo, fu voluta alla metà del Cinquecento in onore di Carlo V, come si legge nell’iscrizione dell’architrave.

Chiesa dei Santi Niccolò e Cataldo, il chiostro del monastero, il pozzo e la cupola della chiesa
Chiesa dei santi Niccolò e Cataldo. Il chiostro del monastero, il pozzo e la cupola della chiesa

Dalla porta, imboccando via san Nicola, si giunge alla chiesa dei santi Niccolò e Cataldo, situata accanto al cimitero monumentale. La chiesa merita la passeggiata per raggiungerla, per la sua bellezza e la commistione di stili architettonici che in essa si ammirano: voluta da Tancredi d’Altavilla, conte di Lecce e ultimo re dei normanni, venne terminata nel 1180. Presenta una cupola emisferica di ispirazione islamica, una facciata romanica con decori barocchi, l’organizzazione accentrata degli spazi interni di derivazione bizantina. Annesso si trova il convento degli Olivetani, attualmente sede dell’Università di Lecce, anch’esso eretto per volontà di Tancredi, sede dei Benedettini prima, degli Olivetani poi.

Tornando a Porta Napoli e prendendo via Palmieri, lungo il cui corso si ammirano numerose architetture residenziali settecentesche tra cui palazzo Marrese, si giunge alla splendida piazza del Duomo, il cui accesso è segnato da propilei coronati da balaustre con statue di santi e padri della Chiesa.

Duomo
Duomo

Sulla scenografica piazza affacciano palazzi che sono tra le maggiori espressioni del barocco leccese, a partire dall’edificio più imponente della città, il Duomo: eretto per volere del vescovo Formoso nel 1100, venne ristrutturato nel 1659-1670 da Giuseppe Zimbalo, a cui si deve anche il campanile a cinque piani di cui l’ultimo formato da un’edicola ottagonale coperta da una cupola. La facciata che è disposta frontalmente alla piazza – ma lateralmente rispetto all’orientamento della chiesa – è uno splendido esempio di barocco leccese, culminante nella statua del santo Oronzo racchiusa in un arco trionfale; la facciata vera e propria, che guarda al palazzo vescovile, presenta invece un aspetto più semplice. L’interno è a croce latina su tre navate, custodisce preziosi altari e un presepe di Gabriele Riccardi, mentre la cripta è del XVI secolo su una precedente struttura romanica.

Chiesa di santa Irene
Chiesa di santa Irene

Il palazzo vescovile, di origine quattrocentesca, è stato rimaneggiato nel Settecento e al centro mostra uno dei primi orologi pubblici della città. Accanto si trova il palazzo del Seminario, opera di Giuseppe Cino: nell’impiego del bugnato liscio richiama il convento dei Celestini, mentre al centro del suo cortile si ammira un pozzo riccamente decorato, opera dello stesso architetto. L’edificio ospita il Museo Diocesano di Arte Sacra e la Biblioteca innocenziana, che custodisce volumi rari.

Uscendo dai propilei di piazza Duomo e girando a destra su via Giuseppe Libertini si giunge alla chiesa di santa Irene, patrona di Lecce prima di sant’Oronzo: al suo interno si trovano altari riccamente decorati, tra i quali si segnalano quelli del transetto dedicati a san Gaetano da Thiene e a sant’Oronzo. Tornando sui propri passi e proseguendo su via Libertini si possono osservare altre splendide chiese di cui la prima, intitolata a santa Teresa, ha una monumentale facciata – incompiuta – a colonne corinzie. Seguono l’ex conservatorio e la chiesa di sant’Anna, dalla facciata disegnata da Giuseppe Zimbalo. Il conservatorio era l’asilo per le donne di nobili famiglie; nel cortile retrostante conserva uno splendido esemplare di ficus secolare.

Dettaglio di altare della chiesa del Rosario o di san Giovanni Battista
Dettaglio di altare della chiesa del Rosario o di san Giovanni Battista

Vi è poi la meravigliosa chiesa del Rosario o di san Giovanni Battista, ricostruita su una precedente chiesa trecentesca ed ultima opera di Giuseppe Zimbalo, del cui percorso artistico rappresenta l’estrema sintesi: a pianta ottagonale, ricorda nella facciata la basilica di santa Croce. Di fronte si ammira l’ex ospedale dello Spirito Santo, edificato nel 1548 sui disegni dell’ingegnere militare Gian Giacomo dell’Acaja (l’artefice del castello Carlo V) e per questo dall’aspetto simile a una fortezza. Via Libertini termina a Porta Rudiae, dedicata a sant’Oronzo: attestata già nel Quattrocento, venne ricostruita nel 1703.

Da Porta Rudiae ha inizio l’ultimo tratto di questo percorso di visita: andando in direzione di piazzetta Tancredi si raggiunge la chiesa del Carmine, che ha una splendida facciata su tre ordini, decorata da sculture in nicchie riccamente decorate da Mauro Manieri. Il campanile ha forme romaniche, mentre all’interno la navata è a pianta ellittica e presenta pregevoli altari barocchi. Nelle vicinanze si trovano l’ex chiesa di san Francesco della Scarpa, secondo la tradizione fondata dal santo, e la chiesa di san Matteo, eretta tra il 1667 e il 1700 e dalla peculiare facciata che – nel contrasto fra il livello inferiore convesso e quello superiore concavo – rammenta echi stilistici borrominiani.

Teatro romano
Teatro romano

Imboccando via dei Perroni si giunge alla terza porta cittadina, Porta san Biagio, che costituisce l’ingresso meridionale di Lecce, mentre prendendo per via del palazzo dei conti di Lecce si arriva al teatro romano, scoperto nel 1929 e risalente alla prima metà del I secolo d.C.. Poteva contenere fino al 5000 spettatori e presenta l’orchestra con la sua originaria pavimentazione. Il teatro è situato alle spalle della chiesa di santa Chiara, accanto alla quale l’ex convento ospita il MUST, Museo Storico della Città di Lecce. L’ultima chiesa dell’itinerario è a a pochi passi, superata la bella piazza Vittorio Emanuele II, ed è dedicata a sant’Antonio da Padova.

Fra i musei da visitare, oltre al MUST, al Museo Diocesano e al Museo della Cartapesta, c’è il Museo Sigismondo Castromediano, che affaccia su viale Gallipoli (a breve distanza da porta san Biagio): fu il primo museo pubblico di Puglia, fondato nel 1868 dal patriota, letterato e archeologo leccese a cui è intitolato. Custodisce reperti archeologici provenienti da tutto il Salento e una pinacoteca comprendente opere dal 1400 al 1700.

Mensoloni di una terrazza
Mensoloni di una terrazza

Vicino alla chiesa di san Matteo si trova il museo archeologico Faggiano, situato all’interno di un edificio privato. Deve la sua nascita al caso: il proprietario, mentre effettuava lavori di restauro, scoprì un vero e proprio sito archeologico sotto i pavimenti, con testimonianze a partire dai Messapi (V secolo a.C.) fino all’epoca moderna. Vi sono poi il MUSA – Museo Storico-Archeologico dell’Università di Lecce, la Pinacoteca d’Arte Francescana (con oltre trecento dipinti appartenenti ai conventi francescani pugliesi), il Museo Ebraico (ospitato in Palazzo Taurino, nella Giudecca medievale di Lecce).

A meno di venti chilometri dalla città si trova l’Abbazia di santa Maria di Cerrate, luogo di raro fascino e suggestione: fondata alla fine dell’XI secolo per volere di Boemondo d’Altavilla, fu uno dei principali centri monastici dell’Italia meridionale e masseria specializzata nella coltivazione delle olive, spremute nei tradizionali frantoi ipogei.

Opere in cartapesta
Opere in cartapesta

Per una prima visita di Lecce o per approfondire aspetti meno noti della storia cittadina consiglio di partecipare a una delle visite guidate in partenza presso l’infopoint turistico Sedile, in piazza sant’Oronzo. La visita, della durata di circa due ore, comprende piazza Duomo, la cattedrale, il palazzo vescovile, la chiesa di sant’Irene, piazza sant’Oronzo, la basilica di santa Croce e il palazzo dei Celestini. Informazioni sul sito www.ilecce.it.

Ho visitato Lecce nel corso di un viaggio in Puglia durante il quale ho ammirato Trani, Castel del Monte, Canosa di Puglia, Otranto, mete che considero davvero imperdibili.

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Mappa dell’itinerario per visitare Lecce:

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