Castel del Monte

Castel del Monte, la Corona di Puglia di Federico II

Castel del Monte
Castel del Monte

Corona di Puglia, Fiore di pietra, Gemma imperiale, Stella della Murgia: sono molteplici gli appellativi di Castel del Monte, che secondo la tradizione fu concepito da Federico II di Svevia su un’isolata collina delle Murge.

Edificato probabilmente tra il 1240 e il 1246 tra Andria, Corato, Ruvo e Minervino, il castello colpisce per la sua razionalità costruttiva e concettuale, un ottagono di torri ottagone innestate agli angoli, con un cortile interno ottagonale su cui affacciano otto stanze per ciascun piano. Con le sue otto facciate del corpo principale e le quarantotto facciate delle otto torri (sei per ciascuna di esse), il castello mostra cinquantasei facciate in tutto, ovvero il numero sette – i giorni della settimana, le virtù teologali e cardinali insieme, i pianeti – che si ripete otto volte. Cinquantasei è anche l’età alla quale Federico II, nato nel 1194, morì, nel 1250: una coincidenza che affascina.

Castel del Monte, il cortile dal primo piano
Il cortile dal primo piano

Molte sono state le riflessioni in merito alla ricorrenza del numero otto, molto importante nell’architettura sacra in quanto somma dei numeri-cardine 1 (indicante l’Unità), 3 (la Trinità), 4 (la Materia, perché quattro sono gli elementi empedoclei: acqua, aria, terra e fuoco), adatto a essere assunto a simbolo dell’universo e del rapporto tra Dio e il Creato. Inoltre la forma ottagonale, intesa come la risultante dell’intersezione delle forme concentriche di un cerchio (rappresentante la perfezione divina) e di un quadrato (simbolo della perfezione umana e naturale) venne considerata come intermedia e collegante le nature umana e divina, presentandosi naturalmente come simbolo geometrico di Cristo – vero Uomo e vero Dio. Ottagonale fu la forma prescelta per la pianta dei battisteri (ad esempio San Giovanni a Firenze e San Giovanni in Laterano a Roma), così come lo era stata per i precedenti modelli imperiali del planetario delle terme di Diocleziano a Roma e per il mausoleo di Diocleziano a Spalato, nonché per la moschea di Umar a Gerusalemme che Federico II ebbe modo di vedere nel 1229 quando si recò nella città santa, rimanendone – affermano i cronisti arabi – profondamente impressionato.

Castel del Monte, l'ingresso
La facciata e l’ingresso

Sono a pianta ottagonale anche molti edifici sacri eretti dagli ordini religiosi-militari, in connessione con i santuari di Gerusalemme (oltre alla moschea di Umar, nel XII secolo i Crociati eressero un’edicola a forma ottagonale sul luogo dove si svolse l’Ascensione di Gesù), nonché la basilica di San Vitale a Ravenna e la Cappella Palatina edificata da Carlo Magno ad Aquisgrana. Ed ottogonale è la corona imperiale di Vienna, risalente alla seconda metà del X secolo, indossata dall’imperatore unto del Signore, liberato dal peccato originale grazie al battesimo.

Castel del Monte in questo contesto simbolico è dunque il monumento dell’autorità imperiale e del suo carattere sacro. E’ chiamato corona di Puglia perché si erge isolato sulla collina dalla quale regna e domina, immerso nel tempo degli uomini – fu costruito tenendo conto del corso apparente del sole durante l’anno e della posizione dei pianeti e delle costellazioni, secondo una scelta consueta per il tempo – e al tempo stesso simbolo di una dimensione atemporale ed eterna, sottintendo dunque valori magico-astrologici a un’architettura che aveva funzioni artistiche ma soprattutto politiche, giurisdizionali, militari. Affermazione di sovranità innanzitutto, a livello simbolico e ancor prima visivo.

Castel del Monte, il panorama verso il mare
Il panorama verso il mare

Il mistero circonda anche la funzione di Castel del Monte: fu una reggia per la caccia, o un luogo di culto, o un monumento celebrativo, o infine una residenza con funzioni politiche e militari? Al suo interno le sale del piano terreno – forse luogo di residenza degli addetti alla sicurezza – e quelle del piano nobile sono simili: le aperture del primo piano non sono feritoie ma ampie finestre aperte sull’esterno e portefinestre che danno sul cortile ottagonale interno. Fra di esse la sala più importante è la prima, che si immagina quale luogo delle udienze dell’imperatore. La ricchezza dei materiali impiegati per la costruzione e la decorazione e alcuni particolari di grande raffinatezza inducono a pensare che il luogo non fosse stato concepito solo per qualche partita di caccia, ma non rivelano molti di più.

Castel del Monte, sala a piano terra - dettaglio di portale in breccia corallina
Sala a piano terra – dettaglio di portale in breccia corallina

L’unica testimonianza risale al 29 gennaio 1240 quando Federico II da Gubbio scrisse a Riccardo di Montefuscolo, giustiziere di Capitanata, riferendosi al “castrum” che aveva intenzione di erigere “immediatamente” presso Santa Maria del Monte, la chiesa e di l’abbazia benedettina qui prossime: con “castrum” l’imperatore si riferiva dunque a una residenza con funzioni militari e politiche, non a una dimora di riposo e piacere. L’edificio avrebbe dovuto dunque controllare il territorio in cui era inserito, e proprio per questo era destinato a restarne estraneo. Non abbiamo alcuna prova o documento relativo a una presenza di Federico II a Castel del Monte, anche se l’imperatore giunse in Puglia poche settimane dopo la lettera al giustiziere di Capitanata.

Castel del Monte, sala a piano terra - dettaglio della volta
Sala a piano terra – dettaglio della volta

Federico II forse non soggiornò mai nel castello, probabilmente mai lo vide. Nel 1249 Riccardo conte di Caserta, suo fido collaboratore, vi celebrò le nozze con Violante – figlia dell’imperatore e di Bianca Lancia. Manfredi si servì del luogo per imprigionarvi nel 1246 due funzionari ribelli, Marino di Eboli e il figlio Riccardo, che qui vennero accecati e infine uccisi. Per una oscura nemesi, Carlo I d’Angiò, divenuto alcuni anni più tardi nuovo re di Sicilia, vi fece rinchiudere i figli di Manfredi (un’analoga sorte toccò alla moglie di Manfredi, la principessa Elena d’Epiro, che venne imprigionata nel castello federiciano di Trani). Castel del Monte subì una sorte di abbandono, interrotta dalla presenza di personaggi ai quali venne affidato il feudo di Andria, come Niccolò Acciaiuoli e Alfonso il Magnanimo. Nel 1498 vi giunsero alcune famiglie sfollate di Barletta in fuga dalla peste che infuriava a valle. Fra il 1501 e il 1504, durante la guerra per la successione del regno di Napoli, venne occupato dai francesi, e nel gennaio 1507 fu ceduto a Consalvo de Cordoba, diventato duca d’Andria con il mandato di Ferdinando d’Aragona di consolidare il controllo spagnolo sull’Italia meridionale.

Castel del Monte, sala a piano terra - dettaglio di finestra
Sala a piano terra – dettaglio di finestra

Venduto ai Carafa di Ruvo, che nel 1656 vi si rifugiarono per sfuggire alla peste, rimase disabitato dalla metà del XVII secolo, e depredato anche dei suoi ultimi paramenti edilizi. Nel 1876 Ruggero Borghi, Ministro della Pubblica Istruzione, acquistò dai Carafa per 25.000 lire il castello – divenuto ormai rudere – a nome dello Stato, avviando la grande stagione dei restauri. Nel 1996 è stato iscritto dall’Unesco nella lista dei siti considerati patrimonio dell’umanità.

Informazioni utili: per organizzare la visita consiglio di consultare il sito internet dedicato, www.casteldelmonte.beniculturali.it, dove sono riportate tutte le informazioni utili. Consiglio inoltre il noleggio dell’audioguida, che oltre a spiegare la genesi storica dell’edificio ne illustra dettagliatamente gli spazi con dovizia di particolari. Per la redazione di questo articolo mi sono avvalsa dell’interessante volume di Franco Cardini, “Castel del Monte”, edito dal Mulino nel 2000, disponibile assieme ad altri libri presso il bookshop del museo.

Ho visitato Castel del Monte in occasione di una vacanza in Puglia, nel corso della quale ho fatto tappa anche a Canosa di PugliaOtranto, Lecce e Trani. Per chi ama la figura di Federico II di Svevia consiglio fortemente la visita del bel museo a lui dedicato, che ho ammirato durante la mia gita a Jesi, città natale dello Stupor Mundi.

Altre immagini:

Mappa di Castel del Monte:

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