Basilica di saint-Denis, gisants

La Basilica di Saint-Denis, dove nacque il gotico e riposano i re di Francia

Basilica di saint-Denis, abside di Suger e transetto
Abside di Suger e transetto

La Basilica di Saint-Denis fu eretta sul cimitero gallo-romano dove venne sepolto Saint-Denis (san Dionigi), martirizzato intorno al 250 e considerato il primo vescovo di Parigi. Secondo la leggenda, Denis fu decapitato a Montmartre, prese in mano la sua testa e si incamminò verso nord, cadendo infine in un campo dove fu sepolto da una donna cristiana. Qui fu edificata la primitiva cappella, che divenne meta di pellegrinaggio e, a partire dal VI secolo, luogo di sepoltura della maggior parte dei re e delle regine di Francia. Il culto del santo assicurava infatti la prosperità della comunità monastica che qui si stabilì nei secoli seguenti, devozione alimentata da una serie di leggende diffuse tra il VI e il XIV secolo spesso ad opera degli stessi monaci: secondo queste leggende, fissate nella versione del IX secolo attribuita all’abate Hilduin, Denis fu un teologo illustre, contemporaneo di san Paolo, apostolo e primo martire del regno franco. I re che cercavano la protezione del santo si facevano seppellire presso le sue reliquie, “ad santos”, venerate da folle di pellegrini.

Monumento funebre di Luigi XII e Anna di Bretagna
Monumento funebre di Luigi XII e Anna di Bretagna

Le vicende costruttive della basilica di Saint-Denis partono dunque con la primitiva cappella, risalente al IV secolo: su di essa venne innalzata la chiesa merovingia, fra il V e il VII secolo, per volere di sainte Geneviève, patrona di Parigi. La navata fu prolungata e affiancata da due navate laterali, con l’aggiunta di un vestibolo e dell’abside. Durante il regno di Dagoberto – a cui è attribuita la fondazione dell’abbazia – fu abbellito l’interno (629-639). L’abate Fulrad fece edificare una nuova basilica, che fu consacrata il 23 febbraio 775 alla presenza di Carlo Magno. La chiesa carolingia, per le sue imponenti dimensioni e la sua tecnica costruttiva fu un monumento eccezionale, ispirato ai modelli delle basiliche romane. Della sua cripta non rimane che un muro esterno punteggiato da piccole finestre. Nell’832 l’abate Hilduin aggiunse una cappella all’abside, e ulteriori rimaneggiamenti furono apportati nell’XI e soprattutto nel XII secolo.

Deambulatorio di Suger
Deambulatorio di Suger

Nel 1122 divenne abate Suger, uomo che segnò profondamente non solo la storia della basilica di Saint-Denis, ma tutta la storia dell’arte occidentale, dell’abbazia e della Francia. Uomo “petit de corps et de famille, poussé par sa double petitesse, refusa dans sa petitesse d’être petit”, fu un personaggio eccezionale, capace di intrattenere relazioni con il papa, i vescovi e i re – di cui fu consigliere con Luigi VI e Luigi VII – diventando reggente di Francia durante la seconda Crociata (1147-1149). In virtù della sua grande influenza politica e spirituale, Suger agì con il duplice intento di rafforzare il potere dell’abbazia e quello della corona francese, come chiarì nelle sue due opere De administratione e De consacratione: sotto la sua guida, Saint-Denis divenne una delle più potenti abbazie del regno, arricchita dai doni reali.

Altare maggiore
Altare maggiore

Furono queste motivazioni a indurre Suger alla riedificazione della basilica, che divenne il primo capolavoro monumentale di arte gotica realizzato, come scrisse, «en trois ans, trois mois, trois jours». Il suo intervento si collocò all’interno della precedente basilica carolingia a partire dalla facciata (oggi alterata): qui inaugurò il modello a torri gemelle, con il rosone centrale,  i tre portali di accesso simbolo della Trinità e l’impiego di statue-colonne. L’abside fu concepita come un enorme reliquiario, destinata ad accogliere le reliquie di Saint Denis che erano collocate nella cripta carolingia: qui venivano venerate dai pellegrini, disposte su un altare al centro di un angusto corridoio a semicerchio. Suger dispose il trasferimento delle reliquie al centro della nuova abside, dove furono trasportate al termine di una grande processione condotta da re Luigi VII nel 1144, custodite all’interno di un sontuoso altare in oro e argento oggi scomparso.

La costruzione architettonica voluta da Suger esprimeva la concezione teologica della luce ispirata ai testi mistici dello Pseudo-Dionigi, uno dei filosofi più studiati ed insegnati al tempo, distinguendosi per la sua incredibile leggerezza: sette cappelle irraggiano da un doppio deambulatorio, mentre le volte su crociere ogivali scaricano il peso dalle mura permettendo l’apertura di grandi vetrate, sì che la chiesa risplende di una luce ininterrotta. Di tutte le vetrate concepite da Suger intorno al 1144 se ne ammirano oggi solo cinque, risparmiate dalla Rivoluzione e rimontate nel XIX secolo: nella cappella della Vergine (la cappella principale) l’Albero di Jesse e l’Infanzia di Cristo; nella cappella Saint Pélegrin la vetrata di Mosé e quella delle Allegorie di san Paolo; nella cappella di Saint Cucuphas un pannello della vetrata della Passione.

Il video dell’abside di Suger:

Nel XIII secolo, durante il regno di san Luigi dei francesi, furono compiuti altri lavori che conferirono infine alla basilica di Saint-Denis l’aspetto attuale. Gli architetti – tra cui forse Pierre de Montreuil, che aveva lavorato a Notre-Dame di Parigi – portarono a compimento la costruzione di Suger ultimando la navata e il transetto, e seppero comporre armonicamente le forme architettoniche precedenti apportando inoltre numerose innovazioni stilistiche e tecniche tipiche del gotico radiante. Le volte su crociera ad ogiva, sostenute e bilanciate da doppi archi rampanti, furono elevate a 28 metri di altezza; le aperture nelle mura si moltiplicarono e ingrandirono; i pilastri a fascio sostituirono quelli cilindrici; la navata fu innalzata su tre livelli mentre alle testate del transetto vennero aperti grandi rosoni, anticipazione di quelli di Notre-Dame di Parigi.

Basilica di saint-Denis, navata centrale
Navata centrale

Questi ultimi interventi si caratterizzarono per la loro innovazione, così come innovativi erano stati per i loro tempi sia l’edificio carolingio, sia la chiesa di Suger. Nell’arco di tutta la sua storia, seguendo le vicende costruttive che la riguardarono dal V al XIII secolo, Saint-Denis fu anche un capolavoro di rinnovamento e rivoluzione architettonica.

Il legame tra la basilica di Saint-Denis e la monarchia francese fu molto particolare: Dagoberto fu il primo sovrano merovingio che scelse di esservi inumato, nel 639. Nel 754 Pipino il Breve, formatosi alla scuola monastica di Saint-Denis, venne consacrato re da papa Stefano II all’interno della basilica, durante una cerimonia religiosa che vide anche la consacrazione dei figli Carlo Magno e Carlomanno, e la benedizione della moglie Berta del Gran Piè. Pipino il Breve, Carlomanno e Berta furono sepolti qui, proseguendo una tradizione che si impose definitivamente con i sovrani capetingi da Ugo Capeto in poi. La basilica legò il suo destino a quello della monarchia francese: divenne la necropoli prediletta dai sovrani, e ogni dinastia portò avanti la consuetudine per affermare la propria legittimità. Qui si trovano sepolti 42 re, 32 regine, 63 principi e principesse, 10 grandi del regno. Per questo motivo la basilica è anche una collezione unica al mondo di arte funeraria, dove è possibile osservare l’evoluzione di quest’arte dai giacenti del XII secolo attraverso le grandi opere del Rinascimento fino al XIX secolo. Oggi purtroppo le tombe sono vuote, profanate durante la Rivoluzione francese quando le spoglie dei sepolti furono prelevate per essere gettate, mescolate a calce, in fosse comuni.

Gisants di Berta e di Pipino il Breve, voluti da san Luigi dei francesi
Gisants di Berta e di Pipino il Breve, voluti da san Luigi dei francesi

Saint-Denis divenne dunque luogo di fondazione della legittimità imperiale, una delle abbazie più potenti e influenti di Francia, centro politico e religioso. Qui furono custoditi i più preziosi tesori della cristianità, gli oggetti simbolici utilizzati durante le celebrazioni sacre e l’orifiamma, lo stendardo portato dalle armate imperiali in guerra: su di esso era scritto il grido «Montjoie saint Denis!», appello con il quale si raccoglievano i cavalieri sui campi di battaglia del XII e XIII secolo, uniti sotto la protezione del santo titolare del regno. L’abbazia fu anche uno dei principali centri culturali dell’occidente medievale: storici e personaggi illustri consultavano la ricca collezione di manoscritti custoditi nella Biblioteca, dove erano conservati testi in greco e in latino, e soprattutto si trovavano opere originali. I monaci dell’abbazia divennero infatti gli storici ufficiali della monarchia, incaricati di redigere le “Grandes Chroniques de France” a partire dal XIII secolo. A Saint-Denis fu scritta – letterariamente – la storia della Francia.

Cripta archeologica
Cripta archeologica

A causa del suo significato simbolico e politico la basilica di Saint-Denis – già danneggiata nel corso delle Guerre di Cent’Anni e delle Guerre di religione – fu duramente colpita durante la Rivoluzione francese: nel 1793 i rivoluzionari si accanirono sistematicamente contro i “monuments de la féodalité et de la royauté à Saint-Denis”. Un gran numero di tombe furono messe in salvo presso il costituendo Musée des monuments français, ma nell’ottobre la Convenzione decise l’esumazione dei sovrani per attaccare al cuore l’alleanza tra la chiesa e la monarchia francese: le spoglie vennero sottratte dalle tombe e collocate in due fosse comuni a nord della basilica. Il tesoro venne in gran parte fuso, la copertura del tetto in piombo venne smontata, ma la chiesa scampò alla distruzione totale. In seguito a questa devastazione, Chateaubriand ne Le Génie du Christianisme descrisse la rovina: «Saint-Denis est désert. L’oiseau l’a pris pour passage, l’herbe croît sur ses autels brisés et on n’entend plus que les gouttes qui tombent par son toit découvert».

Monumento funebre di Luigi XII e Anna di Bretagna
Monumento funebre di Luigi XII e Anna di Bretagna

Dopo la Rivoluzione Saint-Denis fu il primo edificio monumentale ad essere restaurato, grazie all’intervento dei sovrani che cercarono di ristabilire in questo modo l’alleanza tra la chiesa e la monarchia. In tal senso, la basilica fu anche il luogo di numerose sperimentazioni in materia di restauro, essendo il primo grande laboratorio di ricostruzione di un monumento storico.  Nel 1805 Napoleone I desiderò creare in Saint-Denis la necropoli della nuova dinastia (desiderio rimasto irrealizzato), e fece arrangiare l’interno secondo il gusto neoclassico. Nel 1814 venne ripristinata la tomba dei Borboni, fra il 1817 e il 1847 furono riportate le tombe che erano state messe a riparo presso il Musée des monuments français, quindi fu restaurata la facciata. Nel 1847 Viollet-Le-Duc subentrò nella direzione dei lavori, restituendo alla chiesa il suo aspetto originario e smantellando gli interventi filologicamente troppo fantasiosi di alcuni suoi predecessori. La cripta, per ordine di Napoleone III, divenne cappella imperiale, mentre alcuni monumenti funebri provenienti da altre chiese distrutte durante la Rivoluzione furono trasferiti e installati nella chiesa.

Gisants voluti da san Luigi dei Francesi nel transetto della basilica
Gisants voluti da san Luigi dei Francesi nel transetto della basilica

Il percorso di visita della basilica parte dal transetto sud, subito dopo la biglietteria, dove si trovano quattordici figure giacenti delle sedici commissionate da san Luigi dei francesi intorno al 1263. Con questa commissione il re voleva attestare la discendenza della dinastia capetingia da quella dei merovingi e dei carolingi, concependo un vasto mausoleo a simboleggiare l’unione delle tre discendenze. A pochi passi si trova il monumento funebre di Carlo V il Saggio, capolavoro di scultura medievale e primo ritratto ufficiale della storia della scultura funeraria. All’interno di un imponente arco di trionfo si ammira la tomba di Francesco I, sepolto insieme alla moglie Claudia di Francia e a tre dei figli: il monumento risale al 1547 ed è una preziosa testimonianza dell’arte funeraria rinascimentale. Colpisce l’estrema precisione documentaria con la quale la battaglia di Marignan del 1515 – dalla quale Francesco I uscì vincitore, alla giovane età di vent’anni – è rappresentata in bassorilievo. All’interno del mausoleo i due coniugi sono rappresentati con un realismo impressionante, mentre sulla piattaforma superiore sono inginocchiati insieme ai tre figli, raffigurazione che ha un carattere anche familiare.

Scendendo le scale si giunge alla cripta, dove si trovano: la cappella dei Borboni, che custodisce il cuore di Luigi XVII e i cenotafi dei Borbone risalenti al XIX secolo; il sarcofago della regina Aregonda (sposa di Clotario morta tra il 580 e il 590), prima regina ad essere inumata nella basilica; la cripta archeologica che rivela le vestigia dei primi edifici, con le tombe di Saint Denis e dei due compagni di martirio, Rustique ed Eleuthère; la tomba dei Borboni che racchiude le spoglie di Maria Antonietta e Luigi XVI, qui trasferite dal cimitero della Madeleine di Parigi nel 1824 per volere di Luigi XVIII; l’ossario dei re, contenente le ossa esumate durante la Rivoluzione francese e qui raccolte nel 1817 da Luigi XVIII (ultimo re ad essere sepolto nella basilica, nel 1824).

Monumento funebre di Francesco I e Claudia di Francia - dettaglio
Monumento funebre di Francesco I e Claudia di Francia – dettaglio

Nel transetto nord si trova il mausoleo di Luigi XII e Anna di Bretagna, raffigurati morti, nudi e scheletriti all’intento di un’imponente tomba in marmo di Carrara, mentre sulla parte superiore sono effigiati vivi, in preghiera e inginocchiati. Realizzato da maestranze italiane, è un piccolo tempio all’antica circondato dai dodici apostoli e dalle quattro virtù cardinali: la doppia immagine dei corpi dei sovrani suggerisce una riflessione sulla morte e la resurrezione. Di fronte a loro si trova il monumento di Enrico II e Caterina de’ Medici, sepolti in una tomba imponente realizzata tra il 1560 e il 1573 con l’impiego di diversi materiali policromi, secondo il gusto italiano. Colpiscono le monumentali Virtù in bronzo collocate ai quattro angoli del monumento, esempio di arte manierista.

Il video delle tombe dei re e delle regine di Francia:

Addossata alle scale a sud che conducono all’abside si trova la tomba di Dagoberto, eretta sul luogo dove il sovrano venne sepolto nel 639, alla destra delle reliquie di Saint Denis. La tomba venne realizzata nel XIII secolo, prima della collocazione dei sedici giacenti voluti da san Luigi dei francesi: presenta dimensioni eccezionali e illustra la visione dell’eremita Jean, trascritta nell’VIII secolo dal monaco di Saint-Denis Hincmar. Dopo essere stata trasferita a Parigi, nel 1817 tornò nella basilica, ma venne divisa in due parti e collocata all’ingresso della chiesa: nel 1859 Viollet-Le-Duc le restituì unitarietà ricollocandola nella posizione originaria.

Monumento funebre di Luigi XII e Anna di Bretagna - dettaglio
Monumento funebre di Luigi XII e Anna di Bretagna – dettaglio

Salendo le scale si giunge all’abside di Suger, dove si trovano le figure giacenti di re Clodoveo – primo re di Francia cristiano – di suo figlio Childeberto e di sua moglie Fredegonda, trasferite da alcune chiese parigine nel XIX secolo. Più avanti si ammirano alcune figure giacenti realizzate in metallo, tra le poche conservate fino ad oggi, raffiguranti i due figli di san Luigi morti in tenera età. Nella cappella di san Luigi, sul lato sud dell’abside, si trovano la copia dell’orifiamma e le statue in preghiera di Luigi XVI e Maria Antonietta, commissionate da Luigi XVIII in occasione del ritorno delle spoglie dei sovrani.

Informazioni utili: per visitare la basilica di Saint-Denis consiglio di consultare il sito www.saint-denis-basilique.fr, sul quale sono indicati orari di apertura, possibilità di tour guidati, approfondimenti storico-artistici, notizie aggiornate su mostre temporanee ed eventi.

Altre immagini della basilica di Saint-Denis:

Mappa della basilica di Saint-Denis:

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