Parco di Villa Gregoriana. L'antica acropoli di Tivoli con il tempio rotondo forse dedicato alla Sibilla Albunea e il tempio rettangolare forse dedicato a Tiburno, fondatore della città

Villa Gregoriana a Tivoli, fra templi romani, grotte e cascate

Parco di Villa Gregoriana. Le cascatelle della Valle dell'Inferno
Le cascatelle della Valle dell’Inferno

Il Parco di Villa Gregoriana a Tivoli, sintesi ideale di paesaggio archeologico e romantico, nacque per volontà di papa Gregorio XVI a seguito del disastroso straripamento del fiume Aniene, che il 16 novembre 1826 esondò devastando l’abitato.

La generosità d’acque dell’Aniene, che attraversa il paese gettandosi poi nella gola chiamata “Valle dell’Inferno” e generando alcune spettacolari cascate, era nota sin dall’antichità, sì da spingere il poeta Stazio a descrivere questo luogo con parole di stupore e meraviglia. Nel corso del Settecento Tivoli e le sue cascate divennero una tappa imperdibile del Grand Tour, tanto che lo stesso Goethe scrisse: “Fui a Tivoli, dove ammirai una delle somme visioni offerte dalla Natura. Quelle cascate, insieme alle rovine e a tutto il complesso del paesaggio, sono tra le cose la cui conoscenza ci fa interiormente profondamente più ricchi”.

Un sentiero nella Valle dell'Inferno
Un sentiero nella Valle dell’Inferno

La stessa abbondanza di acque era stata altresì causa di alcune devastanti esondazioni sin dall’antichità: Plinio il Giovane nel 105 a.C. per primo testimoniò la violenza distruttrice dei flutti: “L’Aniene, il più delizioso dei fiumi, quasi affascinato e trattenuto dalle ville che ne sottolineano il corso, irruppe, divelse e travolse la maggior parte dei boschi che ne ombreggiavano l’alveo. Screpolò i monti e, qua e là ostacolato dai crolli dei massi abbattuti, affannandosi a rientrare nella propria sede, abbatté le case e prese a scorrere sulle loro rovine sommerse. […] E anche là dove non giunse l’impeto del fiume, si scatenò la rovina perché piogge violentissime si scagliarono giù dalle nubi e le strutture delle ville franarono e i monumenti caddero infranti”.

Parco di Villa Gregoriana. L'antica acropoli di Tivoli con il tempio rotondo forse dedicato alla Sibilla Albunea e il tempio rettangolare forse dedicato a Tiburno, fondatore della città
L’antica acropoli di Tivoli con il tempio rotondo forse dedicato alla Sibilla Albunea e il tempio rettangolare forse dedicato a Tiburno, fondatore della città

Nel corso dei secoli si susseguirono varie devastazioni che causarono – tra l’altro – l’arretramento della cascata verso il centro abitato, e i vari tentativi per arginare la furia delle acque si rivelarono vani. Nel 1826 una piena particolarmente rovinosa indusse lo Stato Pontificio a cercare una soluzione definitiva bandendo un concorso pubblico europeo. Fu scelta la proposta dell’ing. Clemente Folchi, la più costosa ma anche quella tecnologicamente più avanzata, che suggeriva di deviare le acque con la realizzazione di un doppio traforo lungo 280 metri nel monte Catillo, in modo da incanalare i flutti dalla parte opposta di Tivoli e di creare a nord-est una grande cascata di 105 metri.

Il tempio rettangolare, forse dedicato a Tiburno, fondatore di Tivoli
Il tempio rettangolare, forse dedicato a Tiburno, fondatore di Tivoli

Nel 1832 papa Gregorio XVI firmò l’ordine di esecuzione dei lavori con la costruzione dei cunicoli gregoriani, che spostarono la cascata dove si trova attualmente, e la realizzazione di un grande parco pubblico inaugurato nel 1835. L’opera di ingegneria, avveniristica per l’epoca, e la bellezza del parco riscossero talmente tanto interesse da diventare oggetto di studio e visita da parte di sovrani, studiosi, viaggiatori.

Il Parco di Villa Gregoriana affascina ancora oggi per l’armonia dei suoi elementi paesaggistici, naturalistici e storico-artistici: una natura prepotentemente rigogliosa, con cascate e cascatelle che scendono lungo il baratro della Valle dell’Inferno fino a 120 metri di profondità; rocce stratificate e formazioni calcaree plasmate dai movimenti tellurici lungo le quali sono stati ricavati sentieri, tunnel e belvedere; antri e grotte modellati dal passaggio millenario delle acque; testimonianze storico-artistiche quali i due templi sulla sommità della rocca, l’acropoli, dedicati forse a Tiburno (fondatore della città) e alla Sibilla Albunea o ad Ercole, risalenti al II-I secolo a.C. e trasformati in chiese nel Medioevo.

La Grotta di Nettuno
La Grotta di Nettuno

Nei primi decenni dell’Ottocento furono effettuati alcuni interventi di sistemazione dell’area, per rendere accessibili luoghi come la Grotta delle Sirene, il Pelago, la Grotta di Nettuno. Fu in seguito restaurato il tempio di Sibilla Albunea e durante il governo francese venne scavato il tunnel finestrato ancor oggi percorribile. Alla fine del secolo fu ripristinato il tempio di Tiburno. Gli interventi proseguirono fino alla metà del Novecento, ma dopo la Seconda Guerra Mondiale la villa conobbe un progressivo abbandono che la rese infine inaccessibile.

Grazie alla collaborazione fra il Demanio e il Fai – Fondo per l’Ambiente Italiano, nel 2005 il Parco di Villa Gregoriana è stato riaperto al pubblico: dal 2002 il Fai lo ha ricevuto in gestione e ne cura la manutenzione e i continui restauri.

Informazioni utili: per ammirare il parco di Villa Gregoriana consiglio di consultare il sito del FAI fondoambiente.it in merito a orari di accesso e modalità di visita. A Tivoli si trovano altre due magnifiche Ville, entrambe patrimonio Unesco: Villa Adriana, edificata dall’imperatore Adriano a partire dal 188 d.C., e Villa d’Este, considerata “uno dei migliori esempi della cultura del Rinascimento al suo apogeo”.

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