La facciata della basilica di San Zeno, affiancata sulla sinistra dalla torre abbaziale

La basilica di San Zeno a Verona, capolavoro del romanico

La facciata della basilica di San Zeno, affiancata sulla sinistra dalla torre abbaziale
La facciata della basilica di San Zeno, affiancata sulla sinistra dalla torre abbaziale

La basilica di San Zeno a Verona è una delle espressioni più significative del romanico in Italia. Dedicata a Zeno (362-380 ca.), ottavo vescovo e patrono della città, fu edificata ai primi del IX secolo, forse su un precedente luogo di culto paleocristiano, nell’area cimiteriale lungo la Via Gallica. La sua realizzazione, si tramanda voluta dall’arcidiacono Pacifico, fu sostenuta dal re Pipino, figlio di Carlo Magno, che a Verona aveva stabilito la propria residenza. Le reliquie di Zeno vi furono traslate nell’807 e accanto alla chiesa venne costruito il monastero benedettino, destinato ad accogliere gli imperatori di passaggio a Verona.

L'interno della basilica di San Zeno
L’interno della basilica di San Zeno

La chiesa carolingia conobbe varie ricostruzioni, in seguito alle devastazioni causate dagli Ungari e in particolare dopo il terremoto del 1117, quando fu riedificata nelle forme romaniche. L’edificio mostra oggi l’aspetto assunto nel 1138 ad eccezione dell’abside e del soffitto ligneo a carena di nave, rifatti in stile gotico alla fine del Trecento.

Il monastero attraversò un periodo di decadenza in epoca scaligera e fu colpito da demolizioni e crolli in seguito alla soppressione del 1770 e all’occupazione napoleonica. Oggi si ammirano, oltre alla chiesa, il chiostro, la torre abbaziale accanto alla facciata, il campanile.

Parte inferiore del protiro della facciata di San Zeno, sorretto da due leoni stilofori. Ai lati bassorilievi raffiguranti momenti del Vecchio Testamento con la Creazione (a destra) e del Nuovo Testamento (a sinistra). I quattro riquadri in basso mostrano scene di combattimenti profani.
Parte inferiore del protiro della facciata, sorretto da due leoni stilofori. Ai lati bassorilievi raffiguranti momenti del Vecchio Testamento con la Creazione (a destra) e del Nuovo Testamento (a sinistra). I quattro riquadri in basso mostrano scene di combattimenti profani.

La basilica domina con la sua facciata la piazza di San Zeno, affiancata dalla torre abbaziale. Al centro – sotto il rosone del maestro Brioloto simboleggiante l’alternanza delle sorti umane – si ammira il protiro a due piani, realizzato nel 1138 dalla bottega di maestro Nicolò (allievo di Wiligelmo, attivo anche nella Cattedrale). Nella lunetta policroma si osserva San Zeno, sulle architravi il ciclo dei mesi, sui rilievi ai lati il Vecchio Testamento con la Creazione (a destra) e il Nuovo Testamento (a sinistra). I quattro riquadri in basso mostrano scene di combattimenti profani.

Dal fianco destro della chiesa si osserva il campanile, isolato, fondato nel 1045 e concluso nel XII secolo.
L’interno è articolato in tre livelli: la chiesa plebana, divisa in tre navate da colonne e pilastri polilobati, la cripta e il presbiterio soprelevato.

Dettaglio del battente di destra delle porte bronzee di San Zeno
Dettaglio del battente di destra delle porte bronzee

Si osservano molteplici opere d’arte, a partire dalle porte bronzee dell’XI-XIII secolo, capolavoro d’arte con la loro espressività e originalità artistica: decorate da 215 elementi in bronzo fissati su tavole di abete rosso, sono il risultato di un lavoro a più mani risalente ad epoche diverse, compiuto da maestranze di differente cultura e provenienza.

Sulle due ante si ammirano 48 formelle assemblate insieme, 24 per anta, raccordate da cordonature decorate agli angoli da testine umane. Le formelle del battente di sinistra raffigurano le Storie del Nuovo Testamento, opera di un Maestro attivo tra la metà dell’XI secolo e l’inizio del XII: hanno uno stile fortemente espressivo, con in alcune un reticolato vegetale sul fondo che rievoca stilemi di area sassone e germanica. Probabilmente appartenevano al primitivo portone della Basilica. Le storie sono disposte dall’alto verso il basso e da sinistra verso destra, dall’Annunciazione fino al Banchetto di Erodiade, cui seguono due episodi della Genesi (Allegoria della Creazione e Lavori dei progenitori con l’Uccisione di Abele).

Balaustra della basilica di San Zeno con statue duecentesche di Cristo e apostoli. Sotto, la cripta, sopra il presbiterio
Balaustra con statue duecentesche di Cristo e apostoli. Sotto, la cripta, sopra il presbiterio

Nel battente destro si osservano scene tratte dall’Antico Testamento – dalla Creazione di Eva all’Arca di Noè – commissionate più di un secolo dopo a un secondo artefice di area padana e realizzate in occasione dell’ampliamento del portale. Tra queste formelle se ne ravvisano quattro narranti le Storie di San Zeno, riconducibili alla mano di un terzo Maestro e risalenti al XIII secolo.

Accanto alle formelle si notano inoltre sei figurine di santi poste entro edicole sul margine del battente destro e la figura di uno scultore recante lo scalpello in mano. Sul bordo del battente sinistro sono disposte rappresentazioni di antenati di Cristo e Virtù. Le maniglie delle porte sono infine costituite da due mascheroni, uno antropomorfo e l’altro leonino. Tutte le formelle furono realizzate con la tecnica della fusione a cera persa e rifinite a freddo con il bulino.

Altichiero da Zevio, Crocifissione, affresco nel presbiterio
Altichiero da Zevio, Crocifissione, affresco nel presbiterio

Sulle pareti delle navate e del presbiterio della basilica di San Zeno si ammirano numerosi affreschi, fra i quali – nella zona del presbiterio – la Crocifissione di Altichiero da Zevio, il Battesimo di Cristo con San Bartolomeo e la Resurrezione di Lazzaro (tra gli affreschi più antichi), il San Giorgio che uccide il drago, opera del Secondo Maestro di San Zeno (XIV secolo).

Sull’altare si trova la celebre pala di Andrea Mantegna raffigurante la Madonna in trono col Bambino, otto santi, angeli musici e cantori (1457-1459) realizzata su commissione dell’abate Gregorio Correr. Oltre a dipingere il trittico, che fa parte dei capolavori della basilica di San Zeno, Mantegna disegnò la cornice e progettò l’ambiente del coro dei monaci in cui inserirlo, chiedendo l’apertura della finestra a destra per far coincidere la luce naturale con quella dipinta. Inoltre, rievocò il rosone della facciata della chiesa richiamandone il disegno dietro l’aureola della Madonna.

Andrea Mantegna, Sacra conversazione. Il trittico è collocato sull'altare maggiore della basilica di San Zeno, la predella è una copia dell'originale (l'opera fu trafugata da Napoleone e restituita solo in parte). @chieseverona.it
Andrea Mantegna, Sacra conversazione. Il trittico è collocato sull’altare maggiore, la predella è una copia dell’originale (l’opera fu trafugata da Napoleone e restituita solo in parte).
@chieseverona.it

Nella tavola centrale si ammirano la Madonna in trono col Bambino affiancati da angeli cantori e musici, in quella di sinistra i santi Pietro, Paolo, Giovanni evangelista e Zeno, in quella di destra Benedetto, Lorenzo, Gregorio e Giovanni Battista. I personaggi sono disposti in una loggia architravata con soffitto a cassettoni, circondata da un roseto e ornata in primo piano da festoni. La cornice dorata si pone quale prosecuzione del loggiato, che nella finzione dipinta è illuminato da una stessa luce naturale proveniente dall’esterno, di cui si intravedono squarci di cielo. Nelle tre tavole della predella sono dipinte l’Orazione nell’orto degli ulivi, la Crocifissione e la Resurrezione, unificate dallo stesso paesaggio.

Le tre tavole della predella sono copie ottocentesche: nel 1797 infatti la pala fu deportata in Francia quale bottino napoleonico e fu restituita solo nel 1815 senza la predella, oggi esposta in parte al Louvre e in parte a Tours.

Nell’abside sinistra si trova la statua policroma del XIII secolo nota come “San Zen che ride”.
La cripta, risalente al X secolo e restaurata nel XIII e poi nei secoli successivi, è decorata nei suoi archi d’ingresso da Adamino da San Giorgio (XIII secolo) con scene di caccia, animali e mostri. Di grande ampiezza, è suddivisa in 9 navate da 49 pilastri dai capitelli diversi. Nell’urna collocata nell’abside riposano le spoglie di San Zeno.

Cripta della basilica di San Zeno. Nell'urna dell'abside sono custodite le spoglie del Santo
Cripta della basilica di San Zeno. Nell’urna dell’abside sono custodite le spoglie del Santo

Il chiostro risale al XIII-XIV secolo, circondato dai locali di servizio quali il dormitorio, il refettorio, la cucina, l’ambiente con il camino, la dispensa, forse la biblioteca e l’archivio, il capitolo.

Informazioni utili: per visitare la basilica di San Zeno suggerisco di consultare il sito internet www.chieseverona.it. Per la redazione di questo articolo mi sono avvalsa di varie fonti, tra le quali il volume “Verona. Le chiese storiche” a cura di Chiara Furlattini e Claudio Pasquetto per “Associazione Chiese Vive”, Verona 2013. La basilica appartiene al novero delle chiese storiche di Verona insieme al complesso della Cattedrale e alle chiese di Sant’Anastasia e San Fermo Maggiore, tutte gestite dall’Associazione Chiese Vive.

Altre immagini della basilica di San Zeno:

Mappa della basilica di San Zeno a Verona:

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