Pavimento della navata centrale - dettaglio dei mesi

Il pavimento della cattedrale di Otranto, stupefacente “tappeto” di preghiera

Cavallo e donna che suona una tromba
Cavallo e donna che suona una tromba

Il pavimento della cattedrale di Otranto è un capolavoro di arte musiva: è infatti interamente ricoperto da un mosaico che si estende per tutta la lunghezza della navata principale fino a comprendere l’abside, e nelle due navate laterali in corrispondenza del transetto. Fu realizzato nel 1163-1165, come indicato nelle quattro iscrizioni che percorrono la navata centrale offrendo precise informazioni sul mosaico e la sua origine: la prima iscrizione, che si trova presso i gradini dell’altare maggiore, indica la data del 1163, sotto il regno di Guglielmo “rege magnifico et triumfatore”, e cita “l’umile servo Gionata“. La seconda iscrizione specifica che Gionata fu l’arcivescovo di Otranto che commissionò l’opera, mentre la terza iscrizione – posta al centro della navata – aggiunge la data del 1165 e indica l’autore del capolavoro, il sacerdote Pantaleone: “per manus Pantaleonis”. L’ultima iscrizione si trova appena varcata la soglia del portale d’ingresso e ripete i nomi di Gionata e Pantaleone, affermando “hac opus insigne est superans impendia digne”, ovvero l’opera è tanto insigne da superare, degnamente, la spesa. Al di là delle indicazioni fornite da queste iscrizioni, che rendono imperituri i nomi di Gionata e Pantaleone, nient’altro sappiamo di loro.

La costruzione della Torre di Babele
La costruzione della Torre di Babele

Dal punto di vista figurativo il mosaico – composto da tessere policrome di calcare – si sviluppa attorno alla figura di un enorme albero – ovvero la rappresentazione cristiana dell’albero della vita – sorretto da una coppia di elefanti posti all’ingresso della chiesa, coppia interpretata come raffigurazione di Adamo ed Eva. L’albero protende il tronco e i suoi rami fino quasi all’abside, ed è popolato da una moltitudine favolosa di figure umane e animali, alcune accompagnate da parole esplicative. Accanto ai due elefanti  sono rappresentati guerrieri e, sopra ai primi rami dell’albero, cacciatori e animali fantastici. Più in alto a sinistra si osserva un volto di leone da cui dipartono quattro corpi ferini disposti a croce mentre, nella parte a destra dell’albero, Alessandro Magno – affiancato dalla scritta “Alexander rex” – è raffigurato mentre sale in cielo tra due grifoni: l’episodio è tratto dal “Romanzo di Alessandro”, raccolta di racconti leggendari sulla vita del re macedone che ebbe grande diffusione per tutta l’antichità e il Medioevo.

Atlante - dettaglio
Atlante – dettaglio

Procedendo lungo lo sviluppo dell’albero, a sinistra si nota la rappresentazione della Torre di Babele, raffigurata a scacchi mentre attorno si affaccendano le maestranze, a destra si osservano fra i rami moltissimi animali fantastici ripresi dai Bestiari medievali. Tra la prima e la seconda iscrizione si trovano a sinistra Noé, che mentre coltiva la vigna con il figlio riceve da Dio il comando di costruire l’arca, e a seguire la preparazione dell’occorrente per la costruzione, a destra una composizione di varie scene del Diluvio universale: la famiglia di Noè sull’arca mentre egli riceve la colomba che porta il ramoscello di ulivo nel becco, alcuni animali che entrano ed escono dall’imbarcazione, il corvo che mangia una gamba d’uomo. Vi sono poi dodici tondi – sei per lato, disposti due a due – con la raffigurazione dei mesi con i relativi segni zodiacali e i lavori campestri: a partire dal mese di gennaio, che riporta la costellazione del capricorno e una figura seduta a riscaldarsi le mani, fino a dicembre, con la costellazione del sagittario e la macellazione degli animali domestici (tra cui un cinghiale). Al di sopra dei tondi vi sono alcuni personaggi ed episodi della Genesi come Adamo ed Eva che si nascono fra gli alberi davanti a Dio, la cacciata dal paradiso terrestre, le offerte di Caino ed Abele e il fratricidio. Tra di essi compare Re Artù – “rex Arturus” – le cui storie erano assai familiari per l’uomo medievale, rappresentato mentre lotta con il “Gatto di Losanna”.

Alessandro Magno in volo su due grifoni
Alessandro Magno in volo su due grifoni

In corrispondenza del transetto si trovano sedici tondi che racchiudono altrettante figure, come Adamo ed Eva tentati dal serpente, animali fantastici ed esotici (un dromedario, un elefante, una pantera, un centauro e un cervo ferito, un serpente cornuto che divora una lepre, una figura umana che carezza un unicorno…), la regina di Saba (“regina austri”) e il re Salomone, una sirena e un grifone accompagnato dall’enigmatica scritta “pasca”. Nell’abside si ammirano scene della storia di Giona: il profeta mentre viene gettato in mare, poi a Ninive che profetizza la fine della città, trombettieri annuncianti la tremenda notizia, il re di Ninive che si straccia le vesti. Oltre a Giona vi è Sansone, che sul dorso di un leone ne spacca la mascella.

Leone quadricorpore
Leone quadricorpore

La superficie musiva delle navate laterali è più ridotta, sia perché esse hanno una minore larghezza rispetto alla navata centrale, sia perché sono decorate solo nella loro parte terminale. Anche qui la raffigurazione si dispone attorno al tronco e ai rami di un albero collocato al centro, che ripartisce la scena in senso verticale: nella navata di sinistra si ammira la rappresentazione dell’inferno, nella navata di destra la raffigurazione del paradiso. Nella navata di destra l’albero è rigoglioso, ricco di foglie e rami, e le figure che lo popolano sono tutte rivolte verso la navata centrale. In alto si trovano le figure di Samuele e un uomo che sorregge una sfera – forse Atlante che tiene il mondo. Nella navata di sinistra si osservano scene di punizione infernale, con “Satanas” seduto su un mostro serpentiforme e alla sua sinistra “Infernus” incatenato mani e piedi – mentre i patriarchi Abramo, Isacco e Giacobbe tengono sulle ginocchia le anime degli eletti.

Cattedrale di Otranto
Cattedrale di Otranto

L’opera, con la moltitudine di scene e figure allegoriche che la popolano, tramanda tutto il sapere medievale, dalla Bibbia fino alle leggende su Alessandro Magno, passando dai Bestiari e dal “Fisiologo”: è una sintesi delle tradizioni culturali occidentale ed orientale, concepita come un’immensa preghiera di pietra. Il suo significato fa riferimento alla redenzione cristiana, lungo la parabola dal peccato alla salvezza: le raffigurazioni non presentano uno svolgimento lineare, perché vi sono continui agganci ai testi della cultura universalistica del Medioevo. Le vicende della Torre di Babele e del Diluvio universale testimoniano la presenza del peccato, mentre la successiva raffigurazione del lavoro dell’uomo nei tondi dei dodici mesi rammenta la possibilità di espiazione. Nell’abside le figure di Sansone e Giona, simboli del Cristo, sono anch’esse una testimonianza della sconfitta del peccato. La raffigurazione del piccolo angelo del Giudizio, che porta in mano una bilancia, ricorda la precarietà della condizione umana, in bilico fra condanna e salvezza: la nuova vita comincia dopo il Diluvio universale, con il ramoscello di ulivo portato da una colomba.

Infernus e Satan - dettaglio
Infernus e Satan – dettaglio

Suggerimenti di visita: dopo aver ammirato il pavimento della cattedrale, la visita può proseguire nella cappella della navata destra, che nelle sue alte teche custodisce i resti degli ottocento martiri idruntini decapitati nel 1480 in seguito alla conquista della città da parte dei turchi. E’ inoltre possibile scendere i gradini che affiancano la navata per recarsi nella cripta, sorretta da colonne con capitelli di riuso di epoca tardoantica, bizantina e altomedievale, uno diverso dall’altro. La città di Otranto inoltre è ricchissima di luoghi da scoprire (tra cui la chiesa bizantina di san Pietro), e merita una sosta di almeno un fine settimana, magari in occasione di un viaggio in Puglia. Fra le mete pugliesi, consiglio Castel del Monte, Canosa di Puglia, Trani, Lecce, l’abbazia di santa Maria di Cerrate.

Il pavimento visto dall’alto:

Altre immagini:

Mappa:

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