Duomo di San Giorgio a Modica

Visitare Modica, da capitale di Contea a città del Barocco siciliano

Panorama di Modica dal Belvedere Pizzo
Panorama di Modica dal Belvedere Pizzo

La città di Modica fu per secoli, dopo Palermo, Catania e Messina, il quarto centro dell’isola: il suo centro abitato e l’imponenza dei suoi monumenti – tutti da visitare, in primis il Duomo e il Castello dei Conti – testimoniano questa storia.

L’abitato – la cui esistenza è documentata quale Motyka sin dal III secolo a.C. – fu fiorente nel commercio e nell’agricoltura e raggiunse il suo massimo splendore con i normanni in virtù della propria posizione strategica. Con Pietro I d’Aragona Modica divenne capitale di Contea raggiungendo la più ampia estensione nel XV secolo, quando il suo territorio coincideva in gran parte con l’attuale provincia di Ragusa. Nel 1693 la città fu colpita dal terremoto che flagellò la Sicilia sud-orientale: ne seguì la ricostruzione barocca che ancor oggi si ammira. Dal 2002 insieme ad altre cittadine quali Scicli, Noto, Ragusa, Caltagirone, Modica è – in particolare con l’area del Duomo di San Giorgio e della chiesa di San Pietro – Patrimonio dell’Umanità Unesco.

Duomo di San Giorgio a Modica
Duomo di San Giorgio

Il Duomo è senz’altro il monumento più imponente di Modica, il primo da visitare: dedicato a San Giorgio, si eleva al termine di una scenografica scalinata di 250 gradini. Fu edificato nel 1090 dal normanno Conte Ruggero sulle rovine di un tempio precedente, a sua volta costruito sulla primitiva chiesetta innalzata subito dopo la morte del santo. L’edificio fu ricostruito più volte in seguito ai terremoti del 1613 e del 1693.

La monumentale scalinata, disegnata a forma di ostensorio, fu inaugurata ai primi dell’Ottocento e conduce, in uno spettacolare connubio di architettura, urbanistica e scenografia, alla facciata a torre a tre ordini, alta più di 60 metri, con cinque porte. L’interno a cinque navate custodisce numerose opere d’arte tra cui il polittico di Bernardino Niger sull’altare maggiore (1573) e la statua della Madonna della neve di Giuliano Mancino e Bernardo Berrettaro (1510 circa). Sul pavimento del transetto si estende una meridiana solare del 1895. Ammirando il magnifico complesso Auguste Renoir lo definì un “miracolo dell’uomo”.

Castello dei Conti
Castello dei Conti

A pochi passi di distanza si trova il Castello dei Conti, eretto sullo sperone roccioso proteso sulla città al centro dei due corsi d’acqua che furono coperti ai primi del Novecento e sui quali attualmente si diramano due arterie viarie. L’edificio è legato principalmente alla storia dei Conti di Modica, anche se gli scavi archeologici hanno confermato la frequentazione umana sin dalla preistoria.

Il primo riferimento alla presenza di un “castrum” risale al 1255, quando nella Bolla di Anagni il papa concesse a Ruggero Fimetta le rendite di alcuni castelli, tra i quali appunto Modica. La struttura, menzionata anche in alcuni documenti successivi, era ripartita in due aree, una destinata alla residenza dei Conti, l’altra con funzioni militari e penali. Era inoltre presente una chiesa, insieme a due cappelle. Dal castello si gode una vista impareggiabile sull’abitato – abbarbicato e quasi strappato alla roccia nel suo sviluppo lungo le due gole che affiancano lo sperone – e sui principali monumenti.

Chiesa di San Pietro a Modica
Chiesa di San Pietro

Oltre al Duomo e al Castello, Modica custodisce altri monumenti da scoprire: passeggiando nella parte alta suggerisco di visitare la chiesa di San Giovanni Evangelista e di salire sul suo campanile, il punto più alto dell’abitato, che offre una vista mozzafiato. A breve distanza da San Giovanni si trovano il Belvedere Pizzo, eccezionale affaccio panoramico, e la chiesa di Santa Maria del Gesù, straordinariamente sopravvissuta al terremoto del 1693, che conserva il portale in facciata di stile tardo gotico e il chiostro risalente alla fine del XV secolo.

Scendendo verso la parte bassa di Modica si possono visitare gli altri luoghi, a partire dalla chiesa di San Pietro, collocata lungo corso Umberto I sulla sommità di una scalinata, preceduta dalle statue dei dodici apostoli. L’edificio, ricostruito dopo il terremoto di fine Seicento, presenta un interno a tre navate: tra le opere d’arte, il gruppo ligneo raffigurante San Pietro e il paralitico, di Benedetto Civiletti, è ricavato da un unico tronco di cipresso.

Chiesa di Santa Maria di Betlem
Chiesa di Santa Maria di Betlem

Lungo lo stesso corso Umberto I s’incontrano la chiesa di Santa Maria del Soccorso fronteggiata dall’ottocentesco Teatro Garibaldi e il Museo civico archeologico “Franco Libero Belgiorno”, la cui opera principale è l’Eracle di Modica, una statuetta bronzea di 22 cm risalente al III secolo a.C..

Il Corso s’incrocia con l’altra direttrice cittadina – via Marchesa Tedeschi – sotto lo sperone di roccia del Castello, nella piazza su cui affacciano il Municipio e la chiesa di San Domenico. Percorrendo via Marchesa Tedeschi s’incontra la chiesa di Santa Maria di Betlem, uno dei luoghi di culto più importanti della città, che conserva al proprio interno un magnifico portale tardogotico.

Chiesa rupestre di San Nicolò Inferiore a Modica. Ciclo in stile bizantino del XIV secolo. Dettaglio raffigurante il Cristo Pantocratore entro una mandorla, con a fianco San Michele e Sant'Eligio
Chiesa rupestre di San Nicolò Inferiore. Ciclo in stile bizantino del XIV secolo. Dettaglio raffigurante il Cristo Pantocratore entro una mandorla, con a fianco San Michele e Sant’Eligio

A pochi passi – nell’intrico delle stradine fra le case – si trovano la casa natale di Salvatore Quasimodo (il poeta vi visse un anno appena nato) e la chiesa rupestre di San Nicolò Inferiore, che merita un piccolo approfondimento: ha un impianto risalente al XII secolo e si estende per circa 45 metri quadrati, con tre diversi cicli pittorici. Il più antico, sulla volta, è appena visibile, con il Cristo pantocratore, due Santi e due cavalieri. Nell’abside si ammira il ciclo del XIV secolo, in stile bizantino, con il Cristo Pantocratore al centro racchiuso entro una mandorla, affiancato dalla Vergine Odigitria col Bambino e San Michele, i Santi Pietro, Vito e Eligio e un monaco. Nel XVI secolo fu dipinto sulla parete destra un pannello con San Giacomo in trancis, appena visibile. Sul piano di calpestio si trovano varie tombe terragne del XVI secolo, mentre sulla destra si osserva un fonte battesimale a cascata preceduto da una vasca destinata al battesimo per immersione.

Portale della chiesa di Santa Maria del Gesù
Portale della chiesa di Santa Maria del Gesù

La chiesa fu scoperta casualmente nel 1987 da un ragazzo che, per recuperare il proprio pallone da calcio, si trovò a tu per tu con le figure dipinte. Nel 1992 è stata acquistata grazie a una sottoscrizione dal Centro Studi sulla Contea di Modica, che ha compiuto gli scavi archeologici e i primi restauri.

Corso Umberto I prosegue oltre la piazza del Municipio e lungo il suo rettilineo s’incontrano gli ultimi monumenti da visitare di questo itinerario: la chiesa del Santissimo Salvatore, la chiesa del Carmine, il Museo delle Arti e Tradizioni popolari, il Museo Tommaso Campailla (dedicato al medico ragusano che mise a punto una cura della sifilide prima dell’impiego della penicillina).

Merita infine una menzione il celeberrimo cioccolato di Modica, che viene qui lavorato sin dal Cinquecento con le stesse tecniche a freddo, lavorazione che gli conferisce la tipica granulosità.

Informazioni utili: per visitare Modica suggerisco di rivolgersi all’Ufficio Turistico Comunale (situato in Corso Umberto I, n. 141) per conoscere modalità di accesso e orari di apertura dei vari monumenti. I contatti sono riportati sul sito del Comune di Modica, www.comunemodica.rg.it. Nel pianificare la propria visita consiglio di tenere in considerazione la conformazione dell’abitato, che comporta la necessità di spostarsi percorrendo scale e scalette: richiede una buona tempra… La visita della città può accompagnarsi a quella dei centri vicini, quali Scicli, Ispica, Ragusa, Noto, Palazzolo Acreide, Caltagirone.

Mappa dell’itinerario di visita a Modica:

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