Cosa vedere a Ragusa: Duomo di San Giorgio dalla terrazza di Palazzo Arezzo di Trifiletti

Cosa vedere a Ragusa, itinerario di visita nella città “supra” e “iusu” (Ibla)

Il panorama di Ibla dalla chiesa di Santa Maria delle Scale
Il panorama di Ibla dalla chiesa di Santa Maria delle Scale

La città di Ragusa, costruita su un crinale lungo e stretto tra due profonde gole, mostra con il proprio aspetto la sua unicità, felice risposta al terremoto che nel 1693 devastò questa parte di Sicilia: mentre sull’altopiano del Patro si estende Ragusa supra, la città settecentesca costruita dopo il sisma con le strade a reticolo, sull’altura si ammira Ragusa iusu, ovvero Ibla, il nucleo abitato medievale riedificato su se stesso, in un labirinto di scale e viuzze dominate dal Duomo di San Giorgio.

Le due città si uniscono in piazza della Repubblica, luogo di partenza di questo itinerario di visita, durante il quale mi soffermerò sui luoghi e monumenti a mio avviso di maggiore interesse ed importanza. Dalla piazza da un lato partono le ripide scalette che conducono alla Ragusa supra, dall’altro si diramano le stradine tortuose che portano ad Ibla. Qui affaccia la chiesa settecentesca delle Anime del Purgatorio, edificata sulla sommità di un’erta scalinata, dal magnifico portale barocco.

Cosa vedere a Ragusa: Duomo di San Giorgio dalla terrazza di Palazzo Arezzo di Trifiletti
Duomo di San Giorgio dalla terrazza di Palazzo Arezzo di Trifiletti

Cominciando la visita di Ibla s’incontrano lungo la salita la piccola chiesa di Sant’Agnese e Palazzo La Rocca, dai balconi sostenuti da fantasiosi mensoloni: fra le figure scolpite si osservano amorini, un suonatore di corno, una nutrice col bambino. Dopo pochi passi si arriva in piazza Duomo, lo spazio più scenografico di Ragusa iusu: dedicato a San Giorgio, il tempio fu edificato su progetto di Rosario Gagliardi, uno dei protagonisti della ricostruzione barocca. Si erge in cima a una scalinata – come il duomo di Noto e quello di Modica, quest’ultimo capolavoro sempre del Gagliardi – con la facciata “a torre” che ingloba il campanile.

Circolo di Conversazione
Circolo di Conversazione

L’antica chiesa matrice di Ibla sorgeva sull’estremità est del crinale lungo il quale si sviluppa l’abitato e di essa non è rimasto che il portale in stile gotico-catalano: l’edificio venne infatti gravemente distrutto dal sisma, e fu deciso di ricostruirne uno nuovo in una posizione più centrale.

Nel 1739 fu posta la prima pietra, sul luogo dove si trovava la chiesa di San Nicola, e nel 1775 fu terminata la facciata. Il prospetto a tre ordini è obliquo rispetto alla piazza sottostante, disposizione che determina l’effetto plastico, amplificato dalla convessità del partito centrale e dalle colonne libere, che creano intensi effetti di chiaroscuro. Gli esiti cromatici sono inoltre sottolineati dal sapiente ricorso sia alla pietra calcarea sia alla pietra pece, nella felice alternanza cromatica dei due materiali. Ai lati del primo e del secondo ordine, poste sopra volute di raccordo, si trovano le statue dei santi Giorgio e Giacomo a cavallo, e Paolo e Pietro. Il campanile, al terzo ordine, termina con una forma a bulbo.

Cosa vedere a Ragusa: Il salone del Circolo di Conversazione
Salone del Circolo di Conversazione

(Un piccolo excursus sulla pietra pece, che si ritrova nella facciata del Duomo come in molte chiese e monumenti della città: si tratta di una roccia calcarea impregnata di bitume, resistente e impermeabile, che fu impiegata per le pavimentazioni e le decorazioni).

Al 1793 risalgono le porte lignee del portale centrale, opera dell’intagliatore Vincenzo Fiorello, raffiguranti in sei riquadri le storie di San Giorgio. La scalinata antistante la chiesa è preceduta da un’imponente cancellata in ghisa, risalente al 1980, opera di Angelo Paradiso di Acireale. L’interno è a tre navate divise da pilastri con archi a tutto sesto, mentre la cupola in stile neoclassico – costruita tra il 1819 e il 1820 – s’innalza all’incrocio del transetto. Sopra le porte laterali sono conservati il Simulacro di San Giorgio a cavallo e il drago e l’Urna reliquiaria in argento sbalzato, portati in processione durante la festa del Santo.

La Galleria di Palazzo Arezzo di Donnafugata
La Galleria di Palazzo Arezzo di Donnafugata

Nella sagrestia si osservano i resti dell’ancona scolpita da Antonino Gagini per la vecchia chiesa di San Giorgio, risalente alla fine del Cinquecento: le nicchie e le statue superstiti dopo il terremoto furono riassemblate per rievocare lo splendore dell’opera originaria, con al centro San Giorgio e il drago e ai lati i santi Ippolito e Mercurio. Presso il Museo di San Giorgio, allestito nei locali annessi al Duomo, sono esposti altri frammenti appartenenti alla chiesa antica.

Su piazza Duomo affaccia un altro luogo iconico di Ragusa Ibla, il Circolo di Conversazione: edificato nel 1850 quale circolo ricreativo dell’aristocrazia cittadina e noto anche come Caffè dei Cavalieri, nelle sue magnifiche sale neoclassiche ospitava i nobili impegnati in conversazione, nel gioco delle carte, nella lettura dei giornali.

Una sala di Palazzo Arezzo di Trifiletti
Una sala di Palazzo Arezzo di Trifiletti

All’esterno l’edificio, a un solo piano, presenta tre porte – incorniciate da paraste con capitelli dorici e coronate da tre bassorilievi con donne e sfingi – affacciate su di un ballatoio dal quale si osserva il passaggio del corso principale. In alto è contraddistinto dall’insegna con lo stemma di Ragusa affiancato da due leoni antropomorfi.

L’interno si dispiega in sette sale, arredate ancora con i mobili originali. L’ambiente più ampio è il sontuoso salone rosso, affrescato da Tino del Campo con al centro un’allegoria delle arti e delle scienze e, agli spigoli, quattro medaglioni raffiguranti Dante, Michelangelo, Galileo, Bellini. Alle pareti corrono lunghi divanetti sormontati da grandi specchiere con cornici dorate, mentre al soffitto pende un lampadario rappresentante una zucca e i suoi tralci. Vi sono poi altre sale dedicate alla lettura e allo svago, e un giardino interno.

Cosa vedere a Ragusa: il Teatro Donnafugata
Teatro Donnafugata

Nella biblioteca è esposto il documento fondativo originario – risalente al 1830 – con l’elenco dei diciotto soci fondatori e, per ciascuno di essi, la quota di adesione versata. Ancor oggi l’ingresso al Circolo è consentito a un numero ristretto di soci, tra discendenti dei fondatori e coloro che si sono iscritti successivamente: le donne vi sono state ammesse solo a partire dal 1974. Il circolo è stato anche un prestigioso set cinematografico, ospitando le riprese – tra gli altri – di “Divorzio all’italiana” e, più recentemente, della serie “Il commissario Montalbano”.

Di fronte al Circolo, all’angolo fra piazza Duomo e Corso XXV Aprile si trova Palazzo Arezzo di Trifiletti, splendido esempio di dimora nobiliare ragusana. La visita delle sale al piano nobile permette di conoscere la storia della famiglia, narrata proprio dai suoi discendenti, e ammirare un panorama straordinario sul Duomo. Sul Corso prospetta anche Palazzo Arezzo di Donnafugata, che custodisce al proprio interno il piccolo magnifico Teatro Donnafugata, unico teatro di Ibla, ancor oggi in attività: dalla perfetta acustica, con i suoi 100 posti è tra i più piccoli teatri d’Europa. Il palazzo vanta inoltre una scenografica galleria di accesso dal Corso principale.

Chiesa di Sant'Agata nel Giardino Ibleo
Chiesa di Sant’Agata nel Giardino Ibleo

Seguendo il Corso XXV Aprile e dirigendosi verso l’estremità est di Ibla s’incontra la Chiesa di San Giuseppe, dalla facciata barocca che richiama quella del Duomo. L’interno, a pianta ellittica, conserva un bel pavimento in pietra pece con intarsi in pietra bianca e maiolica e altari dipinti. Altre chiese da visitare a pochi passi sono, andando verso nord, la chiesa di Sant’Antonino, la chiesa di San Francesco e la chiesa dell’Annunziata, dirigendosi a sud la chiesa di Santa Maria del Gesù e quella di Santa Maria dei Miracoli.

Proseguendo sul Corso si costeggia la facciata della chiesa di San Tommaso e si giunge infine al Giardino Ibleo. Realizzato nel corso dell’Ottocento sullo sperone roccioso che guarda alla vallata dell’Irminio e caratterizzato da una natura rigogliosa, il giardino custodisce al proprio interno le chiese di San Giacomo apostolo (risalente al Cinquecento e ricostruita dopo il terremoto del 1693) e la chiesa di Sant’Agata o dei Cappuccini.

Cosa vedere a Ragusa: la Bottega "Rosso Cinabro"
Bottega “Rosso Cinabro”

Al limitare di questo spazio verde si ammirano il portale gotico-catalano dell’antica chiesa matrice di san Giorgio – unica testimonianza rimasta in loco in seguito al sisma – e la chiesa di San Vincenzo Ferreri (dal campanile decorato con maioliche colorate). Il giardino è un’oasi di pace e frescura dove è piacevole passeggiare e ammirare opere d’arte e architettura fra palme e fontane.

Un luogo di Ragusa Ibla che consiglio caldamente di vedere è la bottega di carradori siciliani “Rosso Cinabro”, dal nome del colore tipico del carretto. Qui Damiano Rotella e Biagio Castilletti, maestri del carretto tra i pochi rimasti in Sicilia, si dedicano alla pittura e al restauro dei carretti rivelando ai garzoni i segreti del mestiere: tramandano un’arte antica fatta di colori sgargianti, imprese di paladini, cavalli bardati, tintinnìo di sonagli.

Bottega "Rosso Cinabro": la lastra di marmo sulla quale vengono preparati i colori
Bottega “Rosso Cinabro”: la lastra di marmo sulla quale vengono preparati i colori

La loro bottega nei fondi del Palazzo Donnafugata, con gli anelli al muro per legare i cavalli, testimonia questa tradizione: alle pareti si osservano le foto degli antichi maestri all’opera, le vecchie cartoline, i fogli preparatori dei dipinti narranti le gesta di Orlando e Angelica, sugli scaffali sono allineati i vasetti con i colori ancor oggi macinati a mano e mescolati ad olio di lino, ovunque gli attrezzi per lavorare il legno, accanto ai carretti già pronti e a quelli da terminare, e le casse di fuso in ferro battuto.

Per visitare la Ragusa supra è necessario tornare in piazza della Repubblica e intraprendere la magnifica e ardua salita verso l’altopiano del Patro. Prima però consiglio di ammirare Palazzo Cosentini, all’angolo della piazza, caratterizzato dai mensoloni con figure caricaturali. Lungo la salita si susseguono alcune splendide costruzioni, quali la chiesa di Santa Maria dell’Itria (ricostruita nel 1739, è affiancata da uno splendido campanile rivestito di maioliche policrome a motivi floreali) e Palazzo Nicastro, antica sede della Cancelleria Comunale.

Palazzo Nicastro e dietro il campanile della chiesa di Santa Maria dell'Itria
Palazzo Nicastro e dietro il campanile della chiesa di Santa Maria dell’Itria

Il percorso, seppur impegnativo, regala scorci di autentica bellezza tra le architetture barocche e il panorama mozzafiato di Ibla. Alla sommità delle scale si trova la chiesa di Santa Maria delle Scale, uno dei pochi edifici sopravvissuti al terremoto del 1693: per questo è una testimonianza preziosa dell’arte gotica-catalana e rinascimentale in questa città ricostruita nelle forme del Barocco.

Il primo edificio risale al XIV secolo, innalzato su un preesistente convento cistercense di epoca normanna. Fu ampliato nel XVIII secolo per accogliere un maggior numero di fedeli, intervento che vide la realizzazione di una navata nell’area frontale occupata da un portico ad arcate, e la rotazione della pianta a 90°: la cappella della navata destra che oggi accoglie la cinquecentesca “Dormitio Virginis”, terracotta policroma di scuola gaginesca, era in origine la cappella maggiore. Ai lati di questa si trovano altre due cappelle, con arcate in stile gotico-catalano ricche di intagli, figure di tralci di vite, scimmie, angeli, draghi. All’esterno, che offre una vista indimenticabile su Ibla, si osservano l’antico pulpito ottagonale e un frammento del portale, entrambi di epoca trecentesca, murati ai piedi del campanile.

Mensoloni di Palazzo Cosentini
Mensoloni di Palazzo Cosentini

La visita di Ragusa prosegue lungo Corso Italia, sulla quale affaccia Palazzo Bertini, noto per i tre mascheroni sulla facciata, interpretati quali raffigurazioni dei “tre potenti”: il povero, incurante di tutto, il nobile, il cui potere va oltre la legge, il ricco, forte del proprio denaro. A pochi passi si trova Palazzo Zacco, dallo splendido portale e dai balconi sorretti da mensole figurate, sede del Museo del Tempo Contadino.

Proseguendo su Corso Italia s’incontrano a destra la chiesa di Maria Santissima Addolorata e a sinistra la piazza della Cattedrale, che è dedicata a San Giovanni Battista e fu edificata fra il 1718 e il 1778, anno della consacrazione. La facciata prospetta su un’ampia terrazza pensile, mentre all’interno colpisce l’attenzione il pavimento in pietra pece con intarsi in pietra calcarea bianca. A pochi passi si trovano il settecentesco Palazzo Vescovile, dalla facciata rococò, e il Museo archeologico regionale Ibleo, che permette di ripercorrere la storia locale sin dall’epoca Neolitica.

Cattedrale di Ragusa
Cattedrale di Ragusa

Un’interessante escursione è quella alle Latomie di Cala Gonfalone dalla quale – oltre che da quelle di Santa Domenica – furono cavate le pietre utilizzate nella ricostruzione della città dopo il terremoto del 1693. La visita permette di osservare i segni dei picconi lasciati dagli operai nel corso dei secoli e le tracce delle seghe circolari impiegate negli ultimi anni di attività, oltre che di conoscere le dure condizioni di vita di tutti coloro che qui lavorarono.

Informazioni utili: la città di Ragusa è Patrimonio Mondiale Unesco insieme ad altre sette città tardo barocche del Val di Noto, centri abitati che furono devastati dal terremoto del 1693 e vennero ricostruiti nello stile tardo barocco. Fra di esse ho visitato Caltagirone, Noto, Modica e Scicli.

Mensoloni di Palazzo Sacco
Palazzo Sacco

Per conoscere gli orari di apertura dei luoghi indicati in questo itinerario suggerisco di contattare gli Uffici turistici locali, che possono fornire informazioni ufficiali e aggiornate. Quello di Ibla, on line all’indirizzo www.ccnanticaibla.com, organizza anche visite guidate, fra le quali quella comprendente Palazzo Arezzo di Trifiletti, il Circolo di Conversazione, il Teatro Donnafugata, la Bottega “Rosso Cinabro”. I contatti dell’Ufficio turistico di Ragusa sono reperibili sul sito del Comune, www.comune.ragusa.it.

Cosa vedere a Ragusa. Altre immagini:

Cosa vedere a Ragusa: la mappa dell’itinerario descritto

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