Palazzo del Municipio. Visitare Scicli

Visitare Scicli, itinerario nella “più bella di tutte le città del mondo”

Scicli dal colle di San Matteo
Scicli dal colle di San Matteo

Scicli fu definita da Elio Vittorini “la più bella di tutte le città del mondo”: il suo aspetto attuale è la mirabile risposta al devastante terremoto che nel 1693 distrusse l’abitato medievale, determinandone la ricostruzione in stile tardobarocco. La città – che si estende tra la pianura e le gole (dette “cave”) di San Bartolomeo e Santa Maria la Nova – dal 2002 è Patrimonio Unesco insieme ad altre sette cittadine del Val di Noto.

La presenza umana è attestata a Scicli sin dall’Età del Rame: l’antico centro sorgeva sul colle San Matteo, lungo le cui ripide pareti si trovano le grotte di Chiafura – insediamento rupestre scavato nella roccia e abitato fino agli anni Sessanta del Novecento – attorno alla chiesa di San Matteo, chiesa matrice fino al 1874. Questo primo nucleo – conquistato dagli arabi nell’864 e dai Normanni di Ruggero nel 1091 – venne sconvolto dal terremoto del 1693, che accelerò il processo di spostamento a valle e l’edificazione della città tardobarocca.

Chiesa di San Matteo
Chiesa di San Matteo

Per visitare Scicli suggerisco di salire sulla sommità di uno dei colli e osservare lo sviluppo urbanistico dall’alto. Il colle di San Matteo ad esempio regala un panorama indimenticabile: la chiesa dalla facciata incompiuta, risalente all’XI secolo e ricostruita dopo il terremoto del 1693, s’innalza su un ampio piazzale come al centro di un palcoscenico. Attorno il paesaggio è aspro e maestoso e più in basso, nella pianura e nelle cave, si estende Scicli. A pochi passi, fra le rocce e i fichi d’india, si scorgono le rovine della chiesa rupestre di Santo Spirito e più in alto i ruderi del castello, forse esistente già nell’864.

Si ammirano inoltre le cave sottostanti: la cava di Santa Maria la Nova, una delle zone della città più antiche, prende il nome dalla chiesa risalente al XV secolo e rimaneggiata più volte. L’edificio custodisce al proprio interno diverse opere d’arte, tra cui una Madonna della Neve di scuola gaginesca. A breve distanza si trovano la chiesa di Santa Maria della Consolazione e, in alto, la chiesa e il convento del Rosario.

Colle della Croce con la chiesa e l'ex convento
Colle della Croce con la chiesa e l’ex convento

Dall’altro lato del colle si estende la cava di San Bartolomeo, in cui la cui chiesa omonima è incastonata “come una perla dentro una conchiglia” (P. Portoghesi). Si distingue per la sua scenografica facciata a torre, mentre l’interno è finemente decorato a stucco. Fra le opere qui presenti sono da annoverare un prezioso presepe settecentesco e una Deposizione attribuita a Mattia Preti.

Lungo le pendici del colle di San Matteo verso la cava di San Bartolomeo si sviluppano le grotte di Chiafura, ancora abitate quando Pier Paolo Pasolini le visitò nel 1959 rendendone questa descrizione: “Da questa vallata si diramano, tutte dalla stessa parte, altre tre piccole valli, dalle pareti quasi a picco, bianche di pietre: da lontano non si nota nulla: ma salendo per sentieri che sono letticciuoli di torrenti; sopra le ultime casupole di pietra della cittadina, si sale una specie di montagna del purgatorio, con i gironi uno sull’altro, forati dai buchi delle porte delle caverne saracene, dove la gente ha messo un letto, delle immagini sacre o dei cartelloni di film alle pareti di sassi, e lì vive, ammassata, qualche volta col mulo. In cima alla valle centrale, Chiafura. Da lassù in alto potei vedere tutta Scicli”.

Palazzo del Municipio. Visitare Scicli
Palazzo del Municipio

Sulla sommità del colle della Croce si trovano la chiesa e l’ex convento della Croce, complesso risalente al XVI secolo, risparmiato dal terremoto del 1693.

Scendendo verso la pianura è possibile visitare la Scicli settecentesca: via Mormino Penna rappresenta l’esito più scenografico del centro abitato, nel suo susseguirsi di palazzi nobiliari ed architetture ecclesiastiche. Passeggiando lungo la via si ammirano il Municipio (divenuto la popolare location del Commissariato di Vigata nella serie televisiva “Il Commissario Montalbano”), la chiesa di San Giovanni Evangelista (al cui interno si trova un’immagine settecentesca del Cristo di Burgos), Palazzo Spadaro (costruito a più riprese assecondando l’andamento curvilineo della strada, con una facciata a otto balconi), l’Antica Farmacia Cartia, la chiesa di San Michele (il cui monastero è in parte destinato a Museo del Costume), infine la chiesa di santa Teresa (ricostruita dopo il terremoto del 1693, dall’originale facciata rettangolare).

Palazzo Beneventano. Visitare Scicli
Palazzo Beneventano

A breve distanza si trova Palazzo Beneventano, famoso per i fantasiosi mascheroni settecenteschi, il vistoso cornicione angolare, gli scenografici balconi dai mensoloni ornati da animali fantastici. Ancora oltre si apre piazza Italia, la piazza più grande della città con la Chiesa Madre dedicata a Sant’Ignazio. All’interno la chiesa custodisce la venerata statua della Madonna delle Milizie, simulacro in cartapesta raffigurante la Madonna a cavallo. La statua viene portata in processione in occasione della festa a lei dedicata, l’ultimo sabato di maggio: secondo la tradizione la Vergine a cavallo apparve alle milizie di Ruggero d’Altavilla guidandole nella vittoria contro i saraceni.

L’altra piazza di Scicli da visitare è piazza della Busacca, su cui affacciano il monastero dei Padri carmelitani con l’annessa chiesa del Carmine.

Informazioni utili: prima di visitare Scicli suggerisco di consultare il sito internet del Comune, www.comune.scicli.rg.it.

Altre immagini di Scicli:

Visitare Scicli: la mappa dei luoghi

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