Villa Almerico Capra, detta “La Rotonda” è senz’altro l’edificio più conosciuto di Andrea Palladio, unicum nell’architettura di tutti i tempi, esempio tra i più imitati. Edificata tra il 1567 e il 1671 per l’ecclesiastico Paolo Almerico, sorge su un’altura alle porte di Vicenza.
Con la sua pianta testimonia i lunghi studi compiuti dal Palladio, che in questa architettura civile interpreta il modello del tempio classico a pianta centrale, in primis il Pantheon di Roma (noto, appunto, come la Rotonda): un esempio già richiamato in epoca rinascimentale in edifici sacri, ad esempio nel Tempietto bramantesco di San Pietro in Montorio a Roma.
L’edificio presenta una sala centrale di forma circolare, inscritta in un quadrato dalle quattro facciate uguali, con gli spigoli orientati verso i punti cardinali, pronai di sei colonne ioniche e scalinate: attorno al salone centrale si dispongono le camere. Per la sua struttura simmetrica, articolata attorno a un elemento centrale di forma circolare, la villa fu soprannominata “la Rotonda”.
La costruzione, come Palladio stesso la descrive, non è separata dalla campagna che la circonda, bensì aperta ad essa in ogni direzione, secondo la pratica rurale dell’epoca: “Il sito è de gli ameni, e dilettevoli che si possano ritrovare: perché è sopra un monticello di ascesa facilissima, et è da una parte bagnato dal Bacchiglione fiume navigabile, e dall’altra è circondato da altri amenissimi colli, che rendono l’aspetto di un molto grande Theatro, e sono tutti coltivati, et abondanti di frutti eccellentissimi, et di buonissime viti: Onde perché gode da ogni parte di bellissime viste, delle quali alcune sono terminate, alcune più lontane, et altre, che terminano con l’Orizonte…” (I quattro libri dell’architettura, 1570, Libro II, capitolo III, p. 18).
Villa La Rotonda – venduta nel 1591 ad Odorico Capra – nel corso del tempo ha conosciuto alcune modifiche, come quella che ha interessato il terzo piano, diviso fra il 1725 e il 1740 e reso abitabile. Gli affreschi e gli stucchi che decorano la cupola, le quattro sale d’angolo e i camerini risalgono alla fine del Cinquecento e ai primi del Seicento, commissionati da Capra. Gli affreschi della sala e dei corridoi furono infine realizzati all’inizio del Settecento da Louis Dorigny.
Dal 1912 La Rotonda è proprietà della famiglia Valmarana di Venezia.
Informazioni utili: per visitare Villa La Rotonda suggerisco di consultare il sito internet www.villalarotonda.it. Per la redazione di questo articolo mi sono avvalsa di varie fonti, tra le quali “La Rotonda di Andrea Palladio” di Gian Antonio Golin (2021, Fondazione la Rotonda), “Palladio. La guida” di Guido Beltramini (2020, Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio, Vicenza), “Palladio” di Manfred Wundram (2016, Taschen).
A pochi passi da Villa La Rotonda si trova un altro gioiello, Villa Valmarana ai Nani, completamente affrescata da Giambattista e Giandomenico Tiepolo. La città di Vicenza, che accolse il giovane Andrea Palladio nel 1523 e vide dispiegarsi il suo genio, offre al visitatore un ricchissimo repertorio delle sue opere: vi si ammirano tra gli altri le logge del Palazzo della Ragione, Palazzo Chiericati, Palazzo Valmarana, la Loggia del Capitaniato, realizzati dall’architetto nel corso di tutta la sua carriera. L’ultima architettura progettata dal Palladio, il suo testamento spirituale, è il Teatro Olimpico.
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