San Pietro in Montorio, Tempietto

San Pietro in Montorio, dal martirio di Pietro al tempietto del Bramante

Piazza, chiesa e convento
Piazza, chiesa e convento

Il complesso di san Pietro in Montorio a Roma, formato dalla chiesa e dal convento, fu edificato sul Gianicolo nel luogo in cui, secondo la tradizione, avvenne il martirio di san Pietro, crocifisso a testa in giù. Nel punto esatto dove si credeva conficcata la croce venne edificato il Tempietto del Bramante, capolavoro dell’architettura del Rinascimento.

Il Gianicolo, sulla riva destra del fiume Tevere, vantava già una storia antica, considerato la dimora del dio Giano e luogo di sepoltura del re Numa Pompilio. Quando nel I secolo il cristianesimo cominciò a diffondersi nei territori dell’impero romano, gli apostoli Pietro e Paolo giunsero a Roma e qui subirono il martirio durante il regno di Nerone. Nel Medioevo si consolidò la convinzione – ritenuta oggi erronea – che sul Gianicolo fosse stato martirizzato san Pietro, credenza forse derivante dalla confusione fra i nomi “Mons Aureus” – utilizzato per indicare il colle in virtù del colore dorato del terreno, da cui derivò “Montorio” – e “Mons Aurelius”: entrambi venivano utilizzati per indicare una vasta zona comprendente il Vaticano e il Gianicolo. Prima del XIII secolo “Mons Aurelius” cominciò riferirsi al solo Vaticano, dove si trovava il circo di Nerone (probabile scenario delle persecuzioni dei cristiani, fra i quali forse anche Pietro). Il Gianicolo – diventato uno dei principali luoghi legati alla memoria del primo pontefice – divenne meta di pellegrinaggi e forse già nell’IX secolo vi fu eretta la chiesa di san Pietro in Montorio.

Chiesa
Chiesa

La stessa chiesa nel XII secolo fu annessa ai monasteri benedettini di san Pancrazio e san Clemente, mentre alla fine del Quattrocento venne affidata da papa Sisto IV ai francescani, che abbatterono il vecchio edificio per erigerne uno nuovo. La costruzione – ideata forse da Baccio Pontelli, forse da Meo del Caprino – fu finanziata dal re di Francia Luigi XI, a cui subentrarono i reali spagnoli Ferdinando il Cattolico e Isabella di Castiglia. Il nuovo edificio di san Pietro in Montorio venne consacrato nel 1500. Ai primi del secolo i reali di Spagna commissionarono a Donato Bramante la costruzione di un Tempietto al centro del chiostro adiacente alla chiesa, nel luogo identificato come quello della crocifissione di san Pietro.

Nel 1523 Carlo V donò i denari necessari per la realizzazione del convento, eretto a destra della chiesa, e fra il 1557 e il 1560 fu edificato il secondo chiostro. Nel corso dei secoli sul complesso di san Pietro in Montorio si è mantenuto il patrocinio della monarchia spagnola, dagli interventi di Filippo III e Filippo IV nel corso del XVII secolo fino a quelli di Alfonso XIII nel XX secolo: un’ala del convento, ceduta alla Spagna nel 1876, è occupata dall’Accademia Spagnola di storia, archeologia e belle arti.

Cappella Raymondi
Cappella Raymondi

Un ultimo episodio storico merita una menzione: il 30 giugno 1849, il giorno della battaglia finale fra l’esercito francese e le forze della Repubblica Romana guidate da Giuseppe Garibaldi, San Pietro in Montorio si trovò a poche decine di metri dal luogo dei combattimenti. Qui vennero ricoverati i feriti e fu stabilito il quartier generale di Garibaldi: tutto il complesso venne pesantemente danneggiato dai bombardamenti dell’artiglieria francese, dai quali miracolosamente si salvò il tempietto del Bramante. Sul fianco della chiesa in via Garibaldi una lapide ricorda l’episodio, con una palla di cannone francese rinvenuta nel 1995 e apposta a perenne memoria.
I bombardamenti del XIX secolo danneggiarono a più riprese la chiesa e distrussero il campanile quattrocentesco.

La visita del complesso si articola dunque negli ambienti aperti al pubblico, ovvero la chiesa e il Tempietto del Bramante, quest’ultimo accessibile secondo le modalità stabilite dall’Accademia Spagnola.

Chiesa di San Pietro in Montorio, Cappella Borgherini
Cappella Borgherini

La chiesa di san Pietro in Montorio, preceduta da una doppia rampa di scale e con facciata a timpano con rosone gotico, è a navata unica e tre campate, terminante in un’abside poligonale, con otto cappelle ai lati e due più grandi a mo’ di transetto. Della primitiva decorazione – risalente ai primi del Cinquecento – risalgono solo alcuni affreschi tra cui una Sant’Anna Metterza di Antoniazzo Romano. Sull’altare maggiore si trovava una Trasfigurazione, realizzata da Raffaello nel 1517 su commissione di Giulio de’ Medici, oggi alla Pinacoteca Vaticana.

Fra il 1516 e il 1522 Sebastiano del Piombo curò la decorazione della cappella Borgherini (la prima cappella a destra) avvalendosi di un procedimento pittorico sperimentale che consisteva nel dipingere a olio direttamente sulla parete. Del Piombo dipinse san Francesco e san Pietro ai lati della Flagellazione, nel catino l’Ascensione, e due Profeti all’esterno dell’arco. La storia di questa impresa pittorica e il suo successo meritano un piccolo approfondimento: sin dal 1511-1512 Sebastiano del Piombo era legato da profonda amicizia con Michelangelo Buonarroti, un sodalizio che si tradusse nella partecipazione grafica di Michelangelo ai principali progetti del pittore, tra i quali appunto la decorazione della cappella Borgherini di san Pietro in Montorio. Michelangelo fornì spunti inventivi mediante schizzi e disegni: lo Studio per una Trasfigurazione di Michelangelo, conservato a Casa Buonarroti a Firenze, può essere considerato come un primo stadio di elaborazione dell’affresco realizzato da Sebastiano del Piombo nella calotta absidale della cappella di San Pietro in Montorio, per la quale forse Michelangelo fornì anche studi più analitici.

Chiesa di san Pietro in Montorio, Cappella Borgherini, Sebastiano del Piombo, Flagellazione
Cappella Borgherini, Sebastiano del Piombo, Flagellazione

La Flagellazione di del Piombo riscosse un tale successo che valse al pittore una nuova commissione, la pala d’altare di medesimo soggetto – realizzata per Giovanni Botonti, chierico di camera di papa Clemente VII – oggi esposta presso il Museo Civico di Viterbo. La diatriba per il pagamento della pala fu oggetto di una lettera scritta da Sebastiano del Piombo a Michelangelo, chiamato in causa per stabilire il valore dell’opera e dunque il compenso spettante all’amico. Alla composizione di del Piombo si ispirò anche Caravaggio, per la Flagellazione di Cristo dipinta tra il 1607-1608 per la cappella della famiglia De Franchis nella chiesa di San Domenico Maggiore, oggi esposta al Museo di Capodimonte (ne parlo nell’articolo dedicato alle opere caravaggesche a Napoli).

Nel 1550 Giorgio Vasari attese alla ristrutturazione e decorazione della cappella del Monte (la quinta sempre a destra) di san Pietro in Montorio, con la Conversione di san Paolo sopra l’altare. Nella cappella furono collocate le sculture di Bartolomeo Ammannati, ovvero i Monumenti funebri di Antonio e di Fabiano del Monte, con le figure giacenti dei defunti, e le statue della Giustizia e della Religione. E’ sempre opera dell’Ammannati la balaustra con coppie di putti. Nel 1556 Daniele da Volterra progettò e realizzò la cappella del Battista (la quinta a sinistra).
Nel XVII secolo fu realizzata la piazza davanti alla chiesa e vennero aperte le due cappelle sul lato sinistro, la seconda forse su disegno del Bernini per il marchese Raymondi: la cappella è uno spazio scenografico composto da un vano coperto con volte a crociera e da un’abside, al centro della quale si trova un bassorilievo con l’Estasi di san Francesco, gruppo scultoreo illuminato dalla luce radente.

Tempietto, cripta. Al centro del pavimento, il buco dove - secondo la credenza - fu conficcata la croce del martirio
Tempietto, cripta. Al centro del pavimento, il buco dove – secondo la credenza – fu conficcata la croce del martirio

Il Tempietto del Bramante fu edificato nel chiostro a destra della chiesa di san Pietro in Montorio, eretto sul luogo esatto dove, secondo la tradizione, San Pietro subì il martirio con la crocifissione a testa in giù. Capolavoro dell’architettura del Rinascimento, il Tempietto è ispirato ai monumenti della Roma antica e si pone come la più compiuta realizzazione della ricerca rinascimentale sull’architettura a pianta centrale, con il riferimento al tempio periptero rotondo. Realizzato tra il 1508 e il 1512 (la datazione è molto discussa), nel 1695 ne fu modificata la copertura e nel 1628 Bernini creò l’accesso alla cripta. La struttura è articolata in una peristasi di colonne tuscaniche attorno a un corpo cilindrico scandito nella successione di paraste e nicchie. Al piano superiore il Tempietto è sormontato da una balaustra, mentre il coronamento è a cupola emisferica con lanternino.

La forma circolare avrebbe dovuto essere ulteriormente amplificata, secondo il progetto bramantesco, da un loggiato concentrico, in sostituzione dell’attuale cortile.
All’interno, il Tempietto presenta un pavimento cosmatesco e sull’altare si trova la statua di san Pietro, opera di un artista lombardo del XVI secolo. Scendendo la doppia rampa di scale realizzata da Gian Lorenzo Bernini si giunge nella cripta, con al centro il foro dove – secondo la credenza – fu conficcata la croce del martirio: la decorazione a stucco delle pareti e sul soffitto raffigura Storie della vita di san Pietro ed è opera di Giovanni Francesco Rossi (XVII secolo).

San Pietro in Montorio, Tempietto
Tempietto

Per visitare la chiesa di San Pietro in Montorio consiglio di consultare il sito internet www.sanpietroinmontorio.it, che riporta orari di apertura e riferimenti da contattare. Per contemplare il Tempietto del Bramante è necessario rivolgersi all’Accademia di Spagna, della quale si trovano i recapiti sul sito www.accademiaspagna.org.

La visita del complesso di San Pietro in Montorio può essere l’occasione di un itinerario dedicato alle figure dei santi Pietro e Paolo, cui sono legati numerosi luoghi di culto a Roma. Fra di essi, la basilica di San Pietro in Vincoli – il cui nome deriva dalla presenza delle catene che avvinsero l’apostolo durante la sua prigionia, la basilica di san Pietro – luogo di sepoltura del primo pontefice), la basilica di san Paolo fuori le mura – nella quale san Paolo venne seppellito, l’Abbazia delle Tre fontane – dove Paolo subì il martirio con la decapitazione.

San Pietro in Montorio si trova inoltre in una zona di Roma ricchissima di luoghi da visitare: fra di essi segnalo alcune delle chiese più interessanti della città (alle chiese di Trastevere ho dedicato questo itinerario), l’Orto Botanico di Roma (per concedersi una passeggiata nel verde) e nelle immediate vicinanze la meravigliosa Villa Farnesina e la Galleria Nazionale di Palazzo Corsini. Per non parlare, infine, delle pittoresche vie e piazze del quartiere e delle fontane, fra le quali il Fontanone del Gianicolo merita una speciale menzione.

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Mappa di San Pietro in Montorio:

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