Villa Valmarana ai Nani. Foresteria. Giandomenico Tiepolo, Stanza delle scene di carnevale, dettaglio della scalinata dipinta a trompe-l'œil con il moretto Alì, servitore dei Tiepolo (probabilmente opera di Giambattista), mentre porta alcune tazze per la cioccolata

Villa Valmarana ai Nani, capolavoro dei Tiepolo a Vicenza

Villa Valmarana ai Nani, la Palazzina
La Palazzina

Nella campagna di Vicenza, a pochi passi dalla città e dal Monte Berico, si trova Villa Valmarana ai Nani, acquistata nel 1720 dalla famiglia Valmarana – appartenente alla nobiltà vicentina – e completamente affrescata prima da Giambattista Tiepolo e poi dal figlio Giandomenico.

Questo ciclo pittorico è uno dei massimi capolavori di Giambattista – all’epoca il più famoso artista europeo – e fu la sua ultima impresa italiana prima di partire per Madrid al servizio della corona di Spagna. Villa Valmarana è inoltre l’unico luogo in cui poter ammirare insieme l’arte del padre e del figlio: Giandomenico dipinse infatti le sale della Foresteria (destinata ad accogliere gli ospiti della famiglia) con scene di vita quotidiana e riferimenti alle mode dell’epoca.

La Palazzina
Villa Valmarana ai Nani. Palazzina. Giambattista Tiepolo "Sacrificio di Ifigenia"
Palazzina. Giambattista Tiepolo “Sacrificio di Ifigenia”

Nella Palazzina, adibita a residenza padronale – Giambattista decorò i soffitti e le pareti con temi ispirati alle letture preferite dal committente, Giustino Valmarana: nei cinque ambienti in cui è articolato l’edificio – un portego che collega le due facciate, affiancato su ciascun lato da due sale comunicanti fra loro – si dispongono scene tratte dall’Iliade, dall’Orlando Furioso, dall’Eneide, dalla Gerusalemme Liberata.

Il ciclo, realizzato nel 1757, ha avvio dal portego, dove si ammira la rappresentazione del Sacrificio di Ifigenia: mentre Calcante ha in mano il pugnale che deve uccidere Ifigenia, la figlia di Agamennone, il cui sacrificio consentirà alla flotta greca di intraprendere il viaggio verso Troia, su una nuvola due amorini conducono una cerva che sarà immolata al posto della giovane. Sul soffitto si osservano Diana, che invia la bestia sacrificale, ed Eolo e Zefiro, gli dei dei venti che soffiano per permettere alla flotta di partire.

Villa Valmarana ai Nani. Palazzina. Giambattista Tiepolo, Sala dell'Orlando Furioso. A sinistra "Angelica e Medoro si congedano dai contadini" a destra "Angelica alla presenza di un contadino soccorre Medoro ferito".
Palazzina. Giambattista Tiepolo, Sala dell’Orlando Furioso. A sinistra “Angelica e Medoro si congedano dai contadini” a destra “Angelica alla presenza di un contadino soccorre Medoro ferito”.

Segue la stanza dell’Iliade, con le scene di Briseide – schiava troiana di Achille – strappata dalla sua tenda e condotta da Agamennone, e Achille trattenuto per i capelli dalla dea Minerva mentre cerca di scagliarsi contro Agamennone, in preda all’ira per il rapimento della sua schiava. Sulle altre pareti si osservano Achille seduto sul mare, consolato dalla madre Teti e da una Nereide, e un paesaggio campestre (opera di Giandomenico) sorvolato da Cupido.

Nella stanza dell’Orlando Furioso sono rappresentati la liberazione della principessa Angelica – legata a uno scoglio e destinata alle fauci di un mostro marino, liberata da Ruggero a cavallo dell’Ippogrifo – l’incontro tra Angelica e il soldato Medoro e l’accoglienza dei due innamorati nella casa di due contadini (dipinti da Giandomenico). Infine, Angelica che incide su un tronco il nome dell’amato.

Palazzina. Giambattista Tiepolo, Sala dell'Iliade. Particolare di "Euribate e Taltibio che conducono Briseide, schiava di Achille, da Agamennone"
Palazzina. Giambattista Tiepolo, Sala dell’Iliade. Particolare di “Euribate e Taltibio che conducono Briseide, schiava di Achille, da Agamennone”

Nella stanza dell’Eneide Enea sbarca sulla costa africana e qui incontra la regina di Cartagine Didone, che s’innamora perdutamente di lui. Mercurio appare in sogno al principe troiano esortandolo a riprendere il viaggio verso il Lazio, dove sposerà Lavinia e il figlio Ascanio darà origine alla stirpe Giulia. Vulcano, dipinto in grisaille, forgia le armi per Enea.

L’ultima sala della Palazzina di Villa Valmarana ai Nani è dedicata alla Gerusalemme Liberata, con Armida – maga protettrice dei Saraceni – che incanta il cavaliere Rinaldo e lo sottrae ai campi di battaglia. Goffredo di Buglione, comandante dei crociati, invia due soldati alla ricerca del cavaliere, che si scopre vittima di un sortilegio e abbandona Armida.

Ogni scena è racchiusa entro quadrature ispirate a motivi cinquecenteschi e rococò, opera del collaboratore Gerolamo Mengozzi Colonna.

La Foresteria
Villa Valmarana ai Nani, Salone d'ingresso della Foresteria
Salone d’ingresso della Foresteria

La Foresteria di Villa Valmarana ai Nani era l’ambiente destinato ad accogliere gli ospiti della famiglia Valmarana: qui si dispiegò l’arte di Giandomenico Tiepolo, che vi affrescò le pareti di tutte le sale ad eccezione di quella dell’Olimpo (dipinta dal padre). L’opera, che si può considerare il primo capolavoro del pittore, fu compiuta nel 1757 per volere di Giustino Valmarana.

La visita parte dal salone d’ingresso, un tempo portico affacciato sul giardino, chiuso alla fine dell’Ottocento. Alla parete si trova il ritratto del Palladio attribuito a Giovanni Battista Maganza, considerato immagine veritiera del grande architetto. Si prosegue quindi nell’infilata delle sette sale comunicanti fra loro, disposte parallelamente al salone, ciascuna affacciata sul verde della vallata sottostante (la Valletta del Silenzio).

Villa Valmarana ai Nani. Foresteria. Giandomenico Tiepolo, Stanza cinese
Foresteria. Giandomenico Tiepolo, Stanza cinese

Ogni sala declina un tema attinto dalla vita quotidiana ed evocativo del gusto dell’epoca. A differenza del padre – che nella Palazzina raffigurò episodi del mito classico e dei drammi cavallereschi – nella Foresteria Giandomenico rappresentò scene ispirate al mondo cinese (esprimendo un gusto e un interesse all’epoca di grande moda), situazioni campestri, passeggiate di signori attorno a un padiglione neo-gotico, momenti del carnevale di Venezia, giochi di putti.

La sala centrale fu l’unica dipinta da Giambattista e ripropone il repertorio mitico: è infatti dedicata all’Olimpo, di cui sono effigiate varie divinità. La penultima sala mostra architetture di suggestione palladiana opera di Antonio Visentini (pittore veneziano specializzato in vedute prospettiche e fantasie architettoniche), fra le quali si muovono personaggi dipinti da Giandomenico Tiepolo.

Villa Valmarana ai Nani. Foresteria. Giambattista Tiepolo, Stanza degli dei dell'Olimpo
Foresteria. Giambattista Tiepolo, Stanza degli dei dell’Olimpo

In ogni sala si possono ammirare le quadrature di Gerolamo Mendozzi Colonna, declinate sul tema dei dipinti: diventano passamanerie nella stanza delle cineserie, una catena di gusto neoclassico attorno alle scene campestri, il padiglione di stile neogotico intorno al quale si svolgono le passeggiate dei signori. L’esito più felice della collaborazione del pittore con Giandomenico Tiepolo fu raggiunto nella sala dedicata al carnevale di Venezia, nella quale si dispiegano magnifici scaloni dipinti a trompe-l’œil: su di uno si osserva un moro che porta alcune tazze per la cioccolata (è il ritratto di Alì, servitore dei Tiepolo, probabilmente dipinto da Giambattista), sull’altro è incatenata una scimmia. A metà di entrambi è collocata una coppia di vasi cinesi.

Foresteria. Giandomenico Tiepolo, Stanza delle scene di carnevale, dettaglio della scalinata dipinta a trompe-l'œil con il moretto Alì, servitore dei Tiepolo (probabilmente opera di Giambattista), mentre porta alcune tazze per la cioccolata
Foresteria. Giandomenico Tiepolo, Stanza delle scene di carnevale, dettaglio della scalinata dipinta a trompe-l’œil con il moretto Alì, servitore dei Tiepolo (probabilmente opera di Giambattista), mentre porta alcune tazze per la cioccolata

Villa Valmarana ai Nani appartiene ancor oggi alla famiglia Valmarana e comprende, oltre alla Palazzina e alla Foresteria, la Scuderia (non visitabile) e i giardini.

Una curiosità: la denominazione della villa “ai Nani” fa riferimento alle statue di “nani” che oggi sono disposte lungo il muro di cinta, in origine parte della decorazione del giardino. Le statue raffigurano in modo grottesco personaggi tipici della società del Settecento quali lo spadaccino, la filatrice, la dama. Nel corso dei secoli queste figure hanno ispirato molteplici leggende popolari, tra le quali la più famosa narra la triste vicenda della principessa nana Layana, vittima della propria deformità.

Informazioni utili: per visitare Villa Valmarana ai Nani suggerisco di consultare il sito internet www.villavalmarana.com, che indica modalità e orari di accesso. A pochi passi si trova Villa Almerico Capra, detta “La Rotonda”, senz’altro l’edificio più conosciuto di Andrea Palladio.

Altre immagini di Villa Valmarana ai Nani:

Mappa di Villa Valmarana ai Nani:

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