Visitare Fabriano, città dalle mille storie

Palazzo del Podestà e fontana Sturinalto

Visitare la città di Fabriano significa apprendere le numerose storie che nel corso dei secoli si sono intrecciate in questa città e ne hanno segnato il passato. Nell’arco di una giornata si possono ammirare luoghi unici come il Museo della Carta e della Filigrana, allestito nel complesso monumentale di San Domenico, che fa conoscere la storia della carta e il suo ciclo produttivo: qui infatti è stata ricostruita una Gualchiera Medievale Fabrianese che riprende le tecniche dei “Maestri Chartai” e illustra l’arte di fare la carta come sette secoli fa. Nel corso della visita guidata – della durata di circa un’ora e mezzo – si apprende lo stretto legame tra la manifattura cartiera e lo sviluppo cittadino nel corso dei secoli nonché le innovazioni introdotte dagli artigiani nella lavorazione dei fogli e la loro abilità nella creazione delle filigrane, di cui sono esposti esemplari dal XIII secolo ad oggi.

“Essiccatoio” dei fogli umidi

I cartai fabrianesi appresero l’arte della fabbricazione dagli arabi, che a loro volta avevano imparato dai cinesi, introducendo però tecniche – in particolare la “collatura”, ovvero l’impermiabilizzazione agli inchiostri da scrivere – che consentirono una maggiore resistenza nel tempo e un’incomparabile qualità: grazie a queste innovazioni, la carta sostituì progressivamente la pergamena, diventando il supporto ideale per la stampa e l’uso documentario, diffusione che si consolidò con la tecnica dei caratteri mobili. La visita guidata mostra in particolare il funzionamento di una pila a magli multipli usata per ridurre gli stracci in fibra, e si avvale della presenza di un “lavorente” che, filtrando le fibre immerse nell’acqua di un tino, crea il foglio, secondo le tecniche dei cartai fabrianesi del XIII secolo. Viene infine spiegata la tecnica della filigrana, utilizzata già sul finire del 1200 per contraddistinguere la produzione, e mostrata una preziosa raccolta di filigrane antiche e moderne.

Il video della pila a magli multipli in funzione:

Oltre al Museo della Carta e della Filigrana, merita assolutamente una visita la Pinacoteca Civica “Bruno Molajoli”, ospitata nell’antico Ospedale di Santa Maria del Buon Gesù. Articolata in cinque sale, offre un bellissimo percorso a partire dal Duecento umbro-marchigiano, attraverso le origini della scuola fabrianese – che è profondamente influenzata dal cantiere di Giotto ad Assisi e che trova il proprio riferimento in Allegretto Nuzi, attivo tra il 1340 e il 1370 e a sua volta d’ispirazione per Gentile da Fabriano – la scultura lignea, il Quattrocento e infine la pittura del primo ‘500, quando si avvia un profondo rinnovamento delle chiese per conquistare la Sede Vescovile e si impongono nuovi canoni iconografici dettati dalla cultura della Controriforma.

La casa di Ester, Giacomo Manzù, Bambina in poltrona

A piano terreno infine si può ammirare la collezione di arte del Novecento appartenuta ad Ester Merloni, esponente della nota famiglia di imprenditori fabrianese scomparsa nel 2015, che con un gesto di grande generosità ha voluto donare le sue opere alla città. La collezione, denominata “La casa di Ester”, è organizzata secondo la disposizione originaria all’interno dell’abitazione in cui si trovava, dall’ingresso fino alla sala del camino: comprende opere di Giovanni Boldini, Giacomo Balla, Alberto Savinio, Giorgio De Chirico, Filippo De Pisis, Giuseppe Capogrossi, Afro Basaldella, Lucio Fontana, Alberto Burri, Enrico Castellani, Piero Dorazio, Arnaldo Pomodoro.

Passeggiando tra le vie cittadine si giunge inoltre ad alcune chiese che celano storie affascinanti: tra di esse, la chiesa dei Santi Biagio e Romualdo, che nella cripta conserva dentro una ricchissima urna il corpo di San Romualdo, fondatore dei frati Camaldolesi. La chiesa di Sant’Onofrio al proprio interno custodisce la Scala Santa, composta da 14 gradini di cui tre racchiudono frammenti della Scala Santa di Roma ottenuti nel 1769. Entrambe le chiese, in genere chiuse, possono essere visitate su appuntamento con un custode, contattabile tramite l’ufficio turistico (cui consiglio di rivolgersi per ogni genere di informazioni). Infine il Duomo, San Venanzio, che nella cappella di San Lorenzo mostra un ciclo di affreschi di Allegretto Nuzi con le storie del Santo (appena restaurati, quindi da non perdere) e offre una bella tela di Orazio Gentileschi raffigurante la Crocifissione e un’altra con San Carlo Borromeo e l’Angelo, sempre di mano del Gentileschi. Segnalo inoltre che in questo periodo in Duomo è stato allestito il presepe, e una raccolta di presepi antichi è esposta nel vicino Museo Diocesano, inaugurato nel 2015 nei locali del Palazzo Vescovile.

Piazza della Cattedrale di San Venanzio e complesso monumentale “Ospedale di S. Maria del Buon Gesù” sede della Pinacoteca Civica “Bruno Molajoli”

Con un secondo giorno a disposizione, si possono visitare il Museo del Pianoforte storico e del Suono (nel Complesso Monumentale San Benedetto), che espone diciotto pianoforti risalenti a un periodo compreso fra la fine del Settecento e i primi del Novecento, e il Museo delle Arti e dei Mestieri in Bicicletta (presso la Galleria della Arti), con ottanta biciclette d’epoca modificate per consentire sui due pedali lo svolgimento dei mestieri più disparati: dal fabbro al calderaio, dal cocciaro al falegname, dallo stagnino all’ombrellaio.

A poco più di dieci chilometri da Fabriano si trovano infine le Grotte di Frasassi, la cui visita è spettacolare e indimenticabile. Per pianificare questa visita, e le tante altre che il territorio marchigiano offre con generosità, consiglio di dare un’occhiata al portale della Regione Marche dedicato al turismo (che offre interessanti brochures da sfogliare e proposte di itinerari tematici) e al blog Destinazione Marche, che ha merito di offrire uno sguardo insolito su questa bella regione raccontandone le storie meno conosciute.

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