Cosa vedere a Pienza, la cattedrale e il palazzo Piccolomini in piazza Pio II

Cosa vedere a Pienza, città ideale del Rinascimento

Cosa vedere a Pienza
Cosa vedere a Pienza. Il borgo

Pienza è una delle realizzazioni più belle dell’utopica “città ideale” del Quattrocento: situata sulla sommità di una collina che domina la Val d’Orcia, ha preservato l’originario aspetto rinascimentale in particolare nella monumentale piazza principale, intitolata a colui che fu l’ideatore e l’artefice di questo disegno urbanistico, papa Pio II Piccolomini. La sua storia così peculiare merita un approfondimento, a cui fa seguito una proposta di itinerario di cosa vedere a Pienza.

Il borgo fu fondato nel Medioevo e si chiamava Corsignano: nel 1405 vi nacque Enea Silvio Piccolomini, che divenne una delle figure più importanti ed influenti del suo secolo, umanista, poeta, uomo politico: la sua straordinaria vita è narrata sulle pareti della splendida libreria Piccolomini nel duomo di Siena. Nel 1458 Enea Silvio divenne papa con il nome di Pio II. Un anno dopo, nel 1459, il pontefice – diretto al Concilio di Mantova, da lui convocato per indire una nuova crociata – si fermò nel borgo natìo e decise di trasformare Corsignano in una piccola città ideale, affidando i lavori a Bernardo Rossellino. Rossellino (figlio di Matteo di Domenico Gamberelli, proprietario della tenuta di Villa Gamberaia a Firenze) era discepolo di Leon Battista Alberti, il filosofo e umanista autore del primo trattato sull’architettura del Rinascimento.

Cosa vedere a Pienza, la cattedrale e il palazzo Piccolomini in piazza Pio II
La cattedrale e il palazzo Piccolomini in piazza Pio II

I lavori ebbero inizio nel 1459 e consentirono di mettere in pratica, per la prima volta, i concetti urbanistici ed architettonici rinascimentali: tre anni dopo la trasformazione era a buon punto, tanto che il papa con una Bolla eresse il borgo a città con il nome di Pienza. Il nuovo disegno urbanistico ruotava attorno alla piazza principale, di forma trapeizodale, sulla quale vennero costruiti gli edifici più importanti: la cattedrale, la casa dei canonici, il palazzo vescovile, il palazzo comunale, palazzo Ammannati e palazzo Piccolomini. Pur mantenendo l’aspetto medievale, fu abbellito il Corso, che collegava le due porte principali delle mura medievali: Pio II infatti spinse i cardinali del proprio seguito (Francesco Gonzaga, Giacomo Ammannati, Jean Jouffroy vescovo di Arras, Rodrigo Borgia) ad erigere  sontuose dimore lungo la via. Vennero inoltre edificate dodici nuove abitazioni per il popolo, vicino alle mura e alla porta del Giglio, in una zona poco edificata o forse destinata ad orti. Secondo le intenzioni di papa Piccolomini queste case furono la risposta allo scontento di chi vide demolire la propria abitazione per far posto ai nuovi monumenti.

Cosa vedere a Pienza, la facciata della cattedrale - dettaglio
La facciata della cattedrale – dettaglio

Alla morte di Pio II nel 1464 (lo stesso anno della scomparsa di Rossellino) la città non era stata ultimata, ma anche così – come ancor oggi si ammira – Pienza testimonia magnificamente l’applicazione dei principi urbanistici ed architettonici rinascimentali, gli stessi resi immortali dal dipinto di anonimo autore “Città ideale” della Galleria Nazionale delle Marche. Gli edifici del borgo che si dispongono attorno alla piazza principale con le loro linee verticali riflettono geometricamente ed armonicamente la scansione orizzontale della pavimentazione “a scacchiera”, mentre la forma a trapezio conferisce importanza al duomo, idealmente collocato nel centro prospettico e come sfondo scenografico.

Il soffitto della cattedrale
Il soffitto della cattedrale

La cattedrale, dedicata all’Assunta, venne eretta su disegno del Rossellino sul luogo dell’antica pieve romanica di santa Maria, demolita nel 1459: la facciata in travertino – fulcro di tutta la piazza – ha una chiara ispirazione albertiana e al centro del timpano mostra lo stemma di Pio II. Al suo interno presenta tre navate di uguale altezza sul modello delle Hallenkirchen (o “chiesa a sala”) che Pio II aveva ammirato nel corso dei suoi viaggi oltralpe in area tedesca. Le navate terminano con un giro di cinque cappelle, all’interno delle quali sono inserite pale d’altare eseguite – su commissione di Pio II – dai più importanti artisti senesi fra il 1461 e il 1463. Tutti i dipinti presentano lo stesso schema compositivo e si sviluppano all’interno di cornici “all’antica” di sapore rinascimentale.

Museo diocesano, Pietro Lorenzetti, Madonna col Bambino - dettaglio
Museo diocesano, Pietro Lorenzetti, Madonna col Bambino – dettaglio

Uscendo dalla porta destra del duomo e scendendo una scalinata si arriva alla chiesa di san Giovanni, costruita sotto l’abside della cattedrale, che per questa sua posizione svolge la funzione di cripta: qui si trovano un fonte battesimale in travertino (eseguito su disegno del Rossellino), reperti provenienti dall’antica pieve di santa Maria, pagine di corali miniati fra quelli commissionati da Pio II per il duomo, alcuni degli arazzi fiamminghi donati dal vescovo Francesco Maria Piccolomini nel 1593.

A sinistra della cattedrale si trova la casa dei canonici e, accanto, il palazzo Borgia, donato da Pio II al cardinale Rodrigo Borgia, futuro papa Alessandro VI (il cui appartamento in Vaticano fu magnificamente decorato da Pinturicchio fra il 1492 e il 1494, straordinaria impresa del Rinascimento romano). Il palazzo Borgia divenne quindi palazzo vescovile e dal 1998 è sede del museo diocesano: ospita opere e suppellettili provenienti dalla cattedrale e preziosi arredi sacri donati da Pio II e dai vescovi succedutisi nella diocesi di Pienza, nonché dipinti, sculture, arredi sacri appartenenti alle chiese di tutto il territorio diocesano, risalenti al XII-XIX secolo.

Museo diocesano, piviale di Pio II - dettaglio di una scena
Museo diocesano, piviale di Pio II – dettaglio di una scena

Si ammirano opere straordinarie, come i dipinti di Fra Bartolomeo, Luca Signorelli (mirabile pittore originario di Cortona), Andrea di Bartolo, Niccolò di Pietro Gerini, Pietro Lorenzetti, Segna di Bonaventura. Qui si trova anche il busto reliquiario di sant’Andrea, commissionato da papa Piccolomini all’orafo Simone di Giovanni Ghini per conservare la testa dell’apostolo Andrea, che Tommaso Paleologo aveva inviato nel 1462 da Patrasso a Roma per metterla in salvo dalla minaccia turca. Una parte, la mandibola, venne donata da Pio II a Pienza, racchiusa nell’originario reliquiario bizantino con il quale era giunta in Italia. Nel 1964 Paolo VI restituì a Patrasso la reliquia e il suo reliquiario, ma donò a Pienza il prezioso busto di Simone di Giovanni Ghini. Nel museo si ammira anche lo splendido piviale di Pio II, ricamato in Inghilterra nel 1317 per essere donato dalla regina Isabella a papa Giovanni XXIII (che risiedeva ormai ad Avignone): sul magnifico ricamo, realizzato su tela di lino con fili in seta e argento dorato, si ripercorrono in ventisette scene le storie di santa Margherita d’Antiochia, di santa Caterina d’Alessandria, della Vergine e di Cristo.

Cosa vedere a Pienza, il giardino pensile di palazzo Piccolomini e la Val d'Orcia
Il giardino pensile di palazzo Piccolomini e la Val d’Orcia

Accanto al palazzo vescovile, dall’altra parte del Corso, si trova il palazzo comunale, affiancato da palazzo Ammannati, fatto erigere dal cardinale Giacomo Ammannati, amico di Pio II. Chiude la piazza il palazzo Piccolomini, opera del Rossellino ispirata all’albertiano palazzo Rucellai a Firenze. L’edificio, destinato ad essere la residenza del papa, si sviluppa su tre piani, ha pianta quadrata ed è rivestito di bugnato. Al suo interno si ammira un bel cortile cinto da un portico ad arcate su colonne con capitelli corinzi, mentre a sinistra si estende il magnifico giardino pensile, su cui affaccia il fronte meridionale della costruzione. Dal giardino si ammira lo splendido panorama della Val d’Orcia, che spazia dal monte Cetona fino a Radicofani e Montalcino e termina con la vista dell’Amiata. All’interno di Palazzo Piccolomini si trovano vari ambienti, tra cui la sala da pranzo, la sala d’armi, la camera da letto di Pio II, la biblioteca, la galleria che affaccia sul giardino.

Cosa vedere a Pienza, la facciata meridionale di palazzo Piccolomini, sul giardino pensile
La facciata meridionale di palazzo Piccolomini, sul giardino pensile

Tornati sulla piazza principale si può osservare l’elegante pozzo adiacente al palazzo: disegnato dal Rossellino nel 1462, ha due colonne con capitelli sormontate da un architrave lavorato. Proseguendo da questo lato sul Corso si trova la chiesa di san Francesco e infine si giunge alla Porta al Prato, di epoca trecentesca. Usciti dalle mura si può percorrere la passeggiata di santa Caterina, che offre magnifici panorami e permette di raggiungere il seminario vescovile.

Tornando invece indietro e continuando l’ultimo tratto del Corso, accanto al palazzo vescovile si trova il palazzo che fu del cardinale francese Jean Jouffroy, vescovo di Arras. Al n. 38 si ammira il quattrocentesco palazzo Simonelli (già del cardinale Gonzaga) e si giunge infine alla Porta al Ciglio o al Murello, che come la Porta al Prato faceva parte dell’originaria cinta muraria di Corsignano.

Pieve di Corsignano, il campanile
Pieve di Corsignano, il campanile

L’itinerario di cosa vedere a Pienza non può escludere l’antica pieve di Corsignano, dove nel 1405 – nello stesso fonte battesimale che oggi qui si trova – fu battezzato Enea Silvio Piccolomini. La pieve, dedicata ai Santi Vito e Modesto, è una costruzione romanica risalente all’XI-XII secolo. Si erge solitaria circondata dagli alberi, in un luogo di grande suggestione, sotto l’abitato a circa un chilometro ad ovest. La sua facciata a capanna è ricca di decorazioni, tra le quali si osservano una figura muliebre che regge il pulvino della bifora e – nell’architrave del portale – una sirena bicaudata ed altri esseri mostruosi. Un altro portale si apre sul fianco destro, decorato con le rappresentazioni del viaggio dei Magi e della Natività. La parte più antica è la torre campanaria, di forma cilindrica ed influsso ravennate. L’interno è a tre navate scandito da pilastri: sul capitello dell’ultimo si osserva scolpito un particolare serpente. Al di sotto del presbiterio si trova una piccola cripta absidata, corrispondente alla parte antica della costruzione.

Pieve di Corsignano, la decorazione del portale principale
Pieve di Corsignano, la decorazione del portale principale

Pienza è Patrimonio dell’Umanità Unesco dal 1996, perché gli edifici che circondano piazza Pio II costituiscono un modello di architettura rinascimentale e perché la piazza stessa rappresenta una nuova visione dello spazio urbano. In questo borgo l’applicazione dei principi dell’utopica “città ideale” hanno portato alla creazione di un capolavoro, primo esempio di pianificazione urbanistica che è stato di riferimento per lo sviluppo successivo, in Italia e all’estero.

La visita di Pienza può essere l’occasione per una gita in Val d’Orcia, anch’essa riconosciuta Patrimonio Unesco nel 2004 come paesaggio culturale, costituitasi in Parco Artistico Naturale e Culturale per tutelarne il patrimonio (www.parcodellavaldorcia.com). Il Parco comprende, oltre a Pienza, i comuni di Castiglione d’Orcia, Montalcino, Radicofani e San Quirico d’Orcia, oltre alle stazioni termali di Bagno Vignoni e Bagni San Filippo. Ciascuno di questi luoghi merita una visita, testimoniando la ricchezza di un territorio che è stato da sempre modellato e custodito dall’uomo, ricco di storia ed opere d’arte, divenuto a sua volta icona del paesaggio celebrata sin dai pittori della scuola senese.

Cosa vedere a Pienza, il panorama della Val d'Orcia dal belvedere
Il panorama della Val d’Orcia dal belvedere

Il Parco propone itinerari di visita rispettosi del territorio e segnala le iniziative e le manifestazioni che qui si svolgono. Lungo la strada panoramica che collega Pienza a Chianciano si trova infine Villa La Foce, il cui giardino – capolavoro di Cecil Pinsent – rappresenta un superbo esempio di come l’opera e l’ingegno umano siano capaci di addomesticare il paesaggio costruendo un diverso ordine di bellezza.

Informazioni utili su questo itinerario: la visita a palazzo Piccolomini è consentita solo con guida, a pagamento. Tutte le indicazioni sul sito www.palazzopiccolominipienza.it. Anche il Museo diocesano è a pagamento, con visita libera: gestito dalla Fondazione Musei Senesi, riporta le informazioni sul sito www.museisenesi.org.

Sono numerose le manifestazioni folkloristiche che si svolgono a Pienza, tra cui la Fiera del Cacio a settembre (occasione per assaggiare il famoso pecorino), la Gara del Panforte durante le festività di Natale, l’Infiorata in piazza Pio II in concomitanza della primaverile mostra-mercato di fiori.

Cosa vedere a Pienza. Altre immagini:

Città ideale, Galleria Nazionale delle Marche
Città ideale, Galleria Nazionale delle Marche

Cosa visitare a Pienza. Mappa:

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