Pontremoli, Castello del Piagnaro e torrente Verde

Pontremoli e le Statue Stele della Lunigiana

Pontremoli, Castello del Piagnaro e torrente Verde
Pontremoli, Castello del Piagnaro e torrente Verde

Chi vuole scoprire la Lunigiana, l’estremo lembo della Toscana al confine con la Liguria, non può non visitare Pontremoli e il Museo delle Statue Stele ospitato nel suo castello. Il borgo si trova alla confluenza del fiume Magra con il fiume Verde, in uno stretto cuneo in cui l’abitato si sviluppa fino al castello posto alla sua sommità.

Definita dall’imperatore Federico II di Sveviachiave e porta” dell’Appennino (“Pontremulum est clavis et porta ad veniendum de Lombardia in Tusciam” Ambasciata a Enrico VII, 1313), fu stazione di sosta lungo il tracciato della via Francigena e secondo alcuni la sua origine s’identifica con quella dell’antica Apua, la mitica capitale dei Liguri-Apuani. Nel XII secolo fu un comune signorile, periodo di cui rimane testimonianza nella Torre del Campanone, in origine parte di una fortezza fatta costruire da Castruccio Castracani nel 1322 per separare le due fazioni cittadine dei guelfi (residenti nella parte alta del paese) e dei ghibellini (abitanti la parte bassa) e impedirne lo scontro. Dal XIV secolo Pontremoli ebbe varie signorie e seguì le vicende del ducato di Milano, quindi fu annessa al granducato di Toscana e nel 1848 passò infine al ducato di Parma.

Ponte preromanico sul torrente Verde a Pontremoli
Ponte preromanico sul torrente Verde

Tra le principali attrazioni vi è il Duomo – con facciata neoclassica – il Teatro dell’Accademia della Rosa – fatto edificare da venticinque famiglie cittadine in stile rococò – la chiesa e il convento di San Francesco, la chiesa della Santissima Annunziata – che custodisce uno splendido tempietto in marmi policromi opera di Andrea Sansovino del 1527 – e la chiesa di San Pietro,  che conserva una lastra in arenaria decorata con un labirinto circolare, datato al XII secolo: il simbolo è stato interpretato come riferimento al viaggio intrapreso dai pellegrini lungo la via Francigena ed è sormontato da due personaggi con cavalli, emblemi dei viaggiatori.

Il borgo è facilmente visitabile percorrendo la via principale, che fiancheggiata dalle vecchie case con i tetti d’ardesia tocca le piazze principali, piazza Duomo e piazza Repubblica (su cui si erge la Torre del Campanone). Lungo il suo tragitto, andando verso nord, si incontrano la piazzetta di San Geminiano, dove nel 1249 l’imperatore Federico II di Svevia fece accecare il suo più fido consigliere Pier delle Vigne accusato di tradimento (per chi volesse conoscere Federico II consiglio il Museo a lui dedicato a Jesi, sua città natale), e la chiesa di San Nicolò, che custodisce un suggestivo e assai venerato Crocifisso nero. Si giunge quindi alla porta settentrionale, Porta Parma, risalente nelle forme attuali al XVII secolo.

Piazza della Repubblica e Campanone di Pontremoli
Piazza della Repubblica e Campanone

Oltre la porta, subito sulla sinistra, si trova l’ascensore che conduce al Castello del Piagnaro, così chiamato forse in riferimento alle lastre della sua copertura, chiamate “piagne”. Edificato intorno all’anno Mille per controllare il transito in queste valli, divenne parte del sistema difensivo della cittadina: oltre ad offrire una vista suggestiva sul paese è sede del Museo delle Statue Stele, di cui consiglio la visita per conoscere la storia antica della Lunigiana e ammirare opere tutt’oggi circondate dal mistero.

Le statue stele sono sculture antropomorfe risalenti a un ampio arco temporale, dal III millennio fino al VI secolo a.C.: realizzate dalla popolazione preistorica e protostorica che abitò la Lunigiana, raffigurano figure maschili e femminili scolpite nella pietra arenaria in maniera stilizzata: le figure maschili sono caratterizzate da armamenti (come pugnali, spade, asce, giavellotti…), quelle femminili da monili (collane, orecchini…).

Castello del Piagnaro di Pontremoli
Castello del Piagnaro

Nella Valle del Magra nel corso del tempo e in varie località sono stati ritrovati ottanta esemplari, che gli studiosi hanno diviso – a seconda dell’epoca di realizzazione e della loro forma – in tre gruppi: A (il più antico), B e C (il più recente, con una rappresentazione più realistica della figura umana e una realizzazione quasi a tutto tondo). Sono tutte chiamate “statue-stele” perché erano infisse verticalmente nel terreno e rievocano sembianze umane attraverso la lavorazione della pietra e la raffigurazione di attributi tipici. In generale – nonostante gli studi che le riguardano – sono circondate dal mistero: non sappiamo chi rappresentano, né la loro funzione, né il perché fossero collocate in alcuni luoghi della regione, isolate o a gruppi. Solo per le sculture del gruppo C si è ipotizzato la funzione di monumenti funerari, mentre per quelle dei gruppi A e B permangono ampie zone d’ombra: forse a segnalare itinerari e confini di terra e acqua, sono una moltitudine di uomini e donne nudi, con armi e ornamenti.

Statue stele del Museo di Pontremoli
Statue stele

Tutte le informazioni utili per la visita del Museo sono reperibili sul sito internet www.statuestele.org/.

Chi ama i libri e la lettura conoscerà Pontremoli quale “Città dei libri” e dei librai: questa terra infatti ha visto nascere e viaggiare generazioni e generazioni di librai ambulanti, che in primavera si davano appuntamento al passo della Cisa, lungo l’itinerario della via Francigena, per spartire le zone di vendita e scambiare le informazioni sul rifornimento dei libri. Nel 1952 in piazza della Repubblica, all’ombra del Campanone, si svolse il primo raduno dei Librai Pontremolesi e nacque il premio Bancarella (www.premiobancarella.it), l’unico premio letterario gestito esclusivamente dai librai, che continuano a riunirsi ogni estate per partecipare alla loro festa e assistere allo spoglio dei voti.

Caffé degli Svizzeri di Pontremoli
Caffé degli Svizzeri

Non si può lasciare Pontremoli senza aver assaggiato la cucina tipica della Lunigiana: tra le specialità consiglio la torta di erbe (o di erbi), preparata con verdure di stagione ed erbe spontanee, ricotta, pecorino, uovo e parmigiano, all’interno di una pasta sfoglia sottile; i testaroli, una sorta di crêpe spugnosa fatta con un impasto di farina, acqua e sale grosso cucinata su un testo di ghisa rovente, quindi tagliata a losanghe, gettata nell’acqua bollente e servita con parmigiano e olio o con una salsa di pesto; le frittelle di farina di castagne accompagnate dalla ricotta; gli amor, un dolce composto da una doppia cialda di wafer con un ripieno di crema chantilly al profumo di limone e cognac. Questi piatti si possono assaggiare in una delle varie trattorie del paese: io sono stata da Norina e la consiglio. Ho ordinato un amor allo storico Caffè degli Svizzeri in piazza Repubblica, una vera e propria istituzione cittadina: aperto nel 1925, conserva gli originali arredi liberty e vanta fra le specialità gli amor e la spongata, altro dolce tipico della Lunigiana.

Porta Parma a Pontremoli
Porta Parma

Agli amanti della storia e della storia dell’arte antica consiglio infine di raggiungere il vicino sito archeologico di Luni, città di origine romana che ha dato il nome all’intera regione: colonia fondata nel 177 a.C,  fu florido centro commerciale grazie alla posizione del suo porto, da cui veniva spedito il marmo delle Alpi Apuane.

Oggi se ne ammirano le rovine immerse nella campagna e si può visitarne il Museo. Dante, che nel 1304 soggiornò a Sarzana ospite dei Malaspina, ricorda Luni tra le città morte nella Cantica del Paradiso (canto XVI, vv. 73-79). Sulla mia pagina Facebook ho pubblicato un album fotografico dedicato.

Altre immagini di Pontremoli:

Altre immagini delle statue stele:

I piatti assaggiati:

Mappa:

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