Villa Torrigiani, facciata principale

Villa Torrigiani a Lucca, la piccola Versailles della Toscana

Vasca sul prato antistante Villa Torrigiani
Vasca sul prato antistante Villa Torrigiani

Villa Torrigiani è, insieme al parco che la circonda, una delle più belle ville monumentali della campagna di Lucca. Deve il suo aspetto attuale al contributo e all’intervento di numerosi artisti e artigiani, che si sono succeduti nel corso dei secoli, tra i quali l’architetto paesaggista André Le Nôtre, celebre per aver contribuito all’ideazione e alla costruzione dei giardini di Versailles.

La storia di Villa Torrigiani e del suo parco ha inizio nel Cinquecento: nel 1561 il complesso venne acquistato dalla famiglia Buonvisi, che ne fece la propria residenza estiva. Nel 1636 la proprietà passò al marchese Nicolao Santini, ambasciatore della Repubblica di Lucca presso la corte del Re Sole, che decise di farne “la sua Versailles”: Santini avviò la trasformazione del parco con le grandi vasche progettate da Le Nôtre, la creazione del Giardino di Flora con i giochi d’acqua e la realizzazione del “Borgo Parigi”, il piccolo abitato antistante l’ingresso monumentale.

Dettaglio della facciata principale di Villa Torrigiani
Dettaglio della facciata principale

Anche l’edificio conobbe un’importante trasformazione, in particolare della facciata a valle con la realizzazione del nuovo prospetto barocco, mentre l’interno venne decorato con un ciclo di affreschi da Vincenzo Dandini e, in trompe l’œil, da Pietro Scorzini. Nelle decorazioni interne e in quelle del Teatro di Flora si può notare lo stemma della famiglia Santini, due punte di diamante insieme alla camelia, arma che nella facciata della Villa è affiancata dalla torre con tre stelle, simbolo dei Torrigiani: nel 1816 infatti Pietro Torrigiani sposò Vittoria Santini, l’ultima discendente di Nicolao.

Nel corso dell’Ottocento il parco fu in parte rivisto secondo la moda inglese, influenzato anche dalle innovazioni introdotte nella vicina Villa Reale di Marlia da Elisa Bonaparte Baciocchi: i parterres fioriti furono trasformati a prato e vennero messi a dimora alberi provenienti da tutto il mondo, quali il Lilliodendrum Tulipifera, il Cedro dell’Atlante, il Taxodium districum, l’Olea fragrans…. Vennero piantate le camelie, mentre nella parte sinistra si estendeva un boschetto. L’ultimo marchese Torrigiani, Carlo Luca, lasciò la proprietà all’unica figlia, Simonetta, andata sposa del Principe di Stigliano Don Carlo Colonna: nel 1967 Villa Torrigiani fu infine aperta al pubblico, ed è tutt’oggi gestita dagli attuali proprietari, discenti diretti del marchese Nicolao.

Prato a monte
Prato a monte

Della fabbrica cinquecentesca della Villa è rimasto solo lo splendido portico della facciata a monte, mentre in gran parte si ammira il felice esito della trasformazione voluta da Nicolao Santini, una vasta serie di interventi dei quali l’elemento più significativo fu la facciata maggiore, opera di Alfonso Torreggiani. Tale facciata si distingue per l’uso di materiali differenti nei pilastri e negli archi, il tufo giallo e la pietra grigia, a cui si accompagna il bianco delle statue, dei busti e dell’intonaco – ocra nella parte inferiore, bianco nella parte superiore. Le policromia si declina inoltre nei chiaroscuri delle rientranze e degli aggetti, con una resa barocca che non trova riscontro sui fianchi e sulla facciata a monte. Tutta la parte superiore centrale fu apposta al prospetto precedente, determinando un ispessimento delle mura e anche un ampliamento dell’area frontale, composta dal vestibolo, dal salone e dalle due sale laterali.

Giardino di Flora di Villa Torrigiani, scalinata
Giardino di Flora, scalinata

Una scala a ventaglio conduce alla porta maggiore di Villa Torrigiani, dove l’apertura serliana determina lo spazio del vestibolo. La medesima serliana si ripete al primo piano, mentre i terrazzi con le statue spartiscono i tre livelli dell’edificio e ritornano anche a coronare l’attico, con un’edicola per l’orologio e una cupola sormontata da una sfera. Sempre in occasione delle trasformazioni settecentesche furono realizzate le due scale ellittiche all’interno, disposte simmetricamente ai lati dell’ambiente centrale, destinato a salone.

Fra le sale interne, è proprio il salone l’ambiente con la decorazione più esuberante, con lesene alle pareti decorate a stucco con candelabre e trofei d’arme in monocromo, oltre a fregi sulle porte e le finestre. Sulle pareti lunghe si trovano due pannelli raffiguranti la Battaglia delle Amazzoni contro i Romani e Aureliano che trionfa con la regina di Palmira Zenobia in catene d’oro, opera di Vincenzo Dandini, autore anche dell’Apoteosi di Aureliano sul soffitto, al centro di una decorazione architettonica realizzata dal quadraturista Pietro Scorzini.

Giardino di Flora di Villa Torrigiani, la scalinata di accesso
Giardino di Flora, la scalinata di accesso

La sistemazione del giardino di Villa Torrigiani fu coeva alla ricostruzione del palazzo voluta da Nicolao Santini, con un viale di oltre settecento metri fiancheggiato da cipressi: un ingresso trionfale che conduce al grande cancello e che inquadra subito la facciata della villa. Prima di giungere al cancello si attraversano i campi e quindi un piccolo borgo, destinato ad ospitare le attività e il personale di servizio: anche questo luogo – come più estesamente il parco dell’epoca – rivela un’influenza francese, con il suo aspetto medievale e le torrette circolari agli angoli. Qui si trova inoltre la chiesina, dove sono sepolti l’ultima erede Torrigiani, Simonetta, e il consorte Don Carlo Colonna, principe di Stigliano.

Sculture della Peschiera di Villa Torrigiani
Sculture della Peschiera

I giardini sul fronte della villa si chiudevano attorno a due fontane mistilinee – ancora conservatesi – con i bordi vasca a fior di terra e lo zampillo al centro, accompagnate da otto aiuole fiorite, tutti elementi derivati dal giardino francese, come le quattro aiuole del giardino a monte attorno alla vasca circolare. Nei primi dell’Ottocento venne introdotto il modello del giardino all’inglese, con la realizzazione di un grande prato nel giardino a monte e il mantenimento della vasca al centro, mentre lo spazio a sinistra di Villa Torrigiani fu tenuto a selvatico e la parte a destra venne ordinata secondo un disegno regolare, a comparti ben definiti: la peschiera, il giardino segreto detto “Giardino di Flora”, l’orto.

Il Giardino di Flora era inizialmente chiuso da un muro che è stato poi distrutto, e collocato a un livello inferiore rispetto al piano della peschiera, dalla quale vi era l’unico accesso. Alla sua estremità si trova il Ninfeo dei Venti, mentre sotto le scale di accesso si snoda il percorso a corridoio coperto, con volte a stalattiti e pareti in tufo, ornate da conchiglie: due grotte lungo il percorso custodivano figure mostruose, una con un drago insieme a un serpente e una tartaruga, l’altra con una donna insieme a un serpente, un gufo e una civetta, entrambe realizzate in stucco rivestito di mosaici di ciottoli e vetro. Lungo il percorso ho girato questo video:

Il Ninfeo dei Venti è a pianta ottagonale, con le statue dei venti all’interno di nicchie, i mosaici di ciottoli sulle pareti e sul pavimento, l’alternanza delle superfici spugnose e lisce e infine l’avvicendarsi dei differenti colori dei diversi materiali impiegati. Tutta la costruzione è sormontata da una cupola coperta ad embrici, ricordo di quella della fontana dell’organo di Villa d’Este a Tivoli – coronata da volute e mascheroni grotteschi e infine dalla statua di Flora. Il ninfeo e la scala di accesso al giardino erano animati da giochi d’acqua, giudicati all’epoca tra i più complessi in Italia: sulle scale vi erano getti filiformi, poi zampilli a ventaglio al termine delle aiuole, infine la parete d’acqua sulla porta del ninfeo e il temporale di pioggia al suo interno, e poi di nuovo – sul terrazzo-belvedere – ancora zampilli.

Ninfeo dei Venti di Villa Torrigiani, con cupola a embrici sormontata dalla figura di Flora
Ninfeo dei Venti, con cupola a embrici sormontata dalla figura di Flora

Informazioni utili: per organizzare la visita di Villa Torrigiani, che può comprendere il parco e la villa – all’interno della quale non è possibile scattare fotografie – suggerisco di consultare la pagina dedicata del sito internet delle Ville e dei Palazzi Lucchesi: www.villeepalazzilucchesi.it. La visita della Villa può accompagnarsi a quella della vicina Villa Reale di Marlia, nonché di altre splendide ville per le quali i dintorni di Lucca sono celebri. Entro le mura di Lucca, infine, un luogo di grande fascino è senz’altro Palazzo Pfanner che – come Villa Torrigiani – ospitò alcune scene del film di Mario Monicelli “Il marchese del Grillo”.

Per la redazione di questo articolo mi sono avvalsa delle informazioni fornite in occasione della visita di Villa Torrigiani, nonché degli approfondimenti sulla sua storia riportati nel volume “Ville e committenti dello Stato di Lucca” di Isa Bella Barsali, edito da Maria Pacini Fazzi nel 1980.

Altre immagini di Villa Torrigiani:

Mappa:

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