Chiusi

Chiusi e il labirinto di Porsenna: cosa vedere nel borgo etrusco

Museo Archeologico Nazionale di Chiusi, Sfinge funeraria
Museo Archeologico Nazionale, Sfinge funeraria

La fama di Chiusi è legata al re etrusco Porsenna, che nella seconda metà del VI secolo cinse d’assedio Roma nel tentativo di rimettere al potere il re destituito Tarquinio il Superbo. Il borgo degli etruschi, che si chiamava Chamars, conobbe il periodo di massimo splendore tra il VII e il V secolo a.C. Alleatosi con Roma alla fine del IV secolo a.C., divenne stazione militare con il nome di Clusium. Nel IV secolo d.C. fu sede di Diocesi, venne quindi occupato dai Goti a cui seguirono i Longobardi, che vi fondarono un Ducato fino al 776. La sua decadenza fu causata dalla malaria, nell’XI secolo. Assoggettata ad Orvieto nel secolo seguente, Chiusi subì l’influenza di Siena e seguì le sorti della città dopo essere stata per breve tempo libero Comune (1337-1355). Nel 1556 venne incorporata nel Granducato di Firenze e grazie alla bonifica della Valdichiana voluta dai Medici e poi dai Lorena tornò a fiorire.

Il borgo odierno di Chiusi – edificato sui resti di quello etrusco e romano – conserva la pianta di campo militare romano e nel sottosuolo svela un dedalo di gallerie – costituito da cunicoli, cisterne, pozzi – scavate durante l’epoca etrusca, noto come “labirinto di Porsenna”: tale mito deriva dall’interpretazione della Naturalis Historia di Plinio il Vecchio che, basandosi sulla testimonianza dello storico Varrone, racconta della magnifica sepoltura di Porsenna “sub urbe Clusio”. Secondo Plinio, Porsenna fu sepolto all’interno di un labirinto così intricato da perdersi senza l’aiuto di un gomitolo di filo, dedalo ricavato nel basamento di una costruzione a pianta quadrata di trecento piedi per lato, sorretta su più piani da piramidi ornate da campanelli.

Museo Epigrafico di Chiusi, urne funerarie
Museo Epigrafico di Chiusi, urne funerarie

Tale leggenda è stata, nel corso dei secoli, oggetto di dispute che hanno visto coinvolti personaggi illustri e celebri studiosi, tra cui papa Pio II Piccolomini, Leon Battista Alberti, Giorgio Vasari: già nel Rinascimento infatti l’interesse per le antichità di Chiusi fu forte, sostenuto dalla passione collezionistica dei Medici e dalla loro volontà di identificarsi quali eredi diretti di Porsenna. In realtà l’intricata rete di cunicoli che si sviluppa sotto l’abitato odierno di Chiusi aveva una funzione pratica: il drenaggio e lo scolo delle acque, nonché la ricerca delle falde idriche a profondità sempre maggiori. L’accesso a questo sistema sotterraneo è possibile agli speleologi attraverso alcuni pertugi che si aprono nelle balze che delimitano la città, nonché passando dagli scantinati di alcune abitazioni. Il visitatore che vuole ammirarne alcuni tratti deve affidarsi alle visite guidate organizzate dal Museo Civico “La città sotterranea” e dal Museo della Cattedrale.
Nel corso delle due visite è possibile percorrere alcuni cunicoli, sui quali si aprono pozzi di luce (necessari per areare il sottosuolo e, durante lo scavo, consentire l’asportazione del materiale di risulta e controllare la direzione dei lavori), nonché ammirare pozzi scavati a diverse decine di metri di profondità alla ricerca delle falde idriche.

Cattedrale di san Secondiano e torre campanaria
Cattedrale di san Secondiano e torre campanaria

Il complesso di cunicoli che si trova nei pressi del Museo della Cattedrale di Chiusi – chiamato evocativamente “Labirinto di Porsenna” – si snoda per 120 metri a una profondità di dieci metri. Risalenti al IV secolo, queste gallerie rappresentano una minima parte di quelle scavate in origine. Durante la visita guidata, che ha accesso dall’Orto Vescovile e si dipana sotto la piazza del Duomo, si giunge a una cisterna di epoca romana ricavata sotto l’attuale torre campanaria e scoperta nel 1927 dall’archeologo Doro Levi. Questo spazio – risalente al III-II secolo a.C. – è imponente, con una pianta circolare del diametro di sei metri e al centro un pilastro di sostegno: la volta – a otto metri di altezza – è composta da due semicupole a botte, dotate di fori circolari per attingere l’acqua, che all’epoca veniva utilizzata per spegnere gli incendi in città. Giunti alla cisterna la visita prosegue risalendo alla base della torre campanaria, da dove è infine possibile salire sulla cima del campanile per ammirare il magnifico panorama della Valdichiana, dell’Amiata, del lago Trasimeno. La torre, del XII secolo, era in origine una struttura difensiva in blocchi di travertino: venne trasformata nel 1582 nel campanile della cattedrale con l’aggiunta della cella campanaria in laterizi.

Cisterna romana sotto la torre campanaria, le volte e il pilastro di sostegno
Cisterna romana sotto la torre campanaria, le volte e il pilastro di sostegno

Il percorso guidato a cura del Museo Civico conduce invece nel sistema di cunicoli etruschi utilizzati come cantine di una abitazione privata, Palazzo Bonci Casuccini (vi si osservano anche due grandi botti in cemento destinate al vino, realizzate in epoca recente), e da qui agli ambienti adibiti a sede espositiva del Museo epigrafico di Chiusi: la raccolta permette di ammirare una suggestiva collezione di oltre cinquecento iscrizioni su urne cinerarie e tegole tombali, databili tra la fine del III secolo e la metà del I secolo a.C.. Questa collezione – dal fascino unico – ha permesso inoltre di costituire una sorta di “anagrafe etrusca” dell’epoca, mediante la definizione delle famiglie, dei loro rapporti sociali, dei legami parentali fra i componenti. Proseguendo lungo il percorso si giunge infine a uno spettacolare pozzo, scavato per una profondità di oltre 24 metri e un diametro tra i tre e i cinque. La sua scoperta fece seguito a quella del laghetto sotterraneo (di ampiezza 13 metri per 15) che si estendeva alla sua base, chiamato “Laghetto di Fontebranda”: per trovarne l’apertura in superficie, nei sotterranei di Palazzo Bonci Casuccini, furono determinanti i ricordi degli anziani del paese.

Il video del pozzo:

Cunicoli del "Labirinto di Porsenna"
Cunicoli del “Labirinto di Porsenna”

Oltre ai sotterranei, la presenza etrusca a Chiusi è testimoniata dal magnifico Museo Archeologico Nazionale che – seppur comprendente i soli reperti rimasti sul territorio, sopravvissuti al saccheggio indiscriminato delle necropoli avvenuto nel corso dei secoli, alle vendite e cessioni delle collezioni private, trasferite in altre città d’Italia – è tuttavia una tappa imperdibile della visita della città e della conoscenza della civiltà etrusca. Tra i reperti più notevoli vi sono i canopi antropomorfi, tra cui il canopo di Dolciano, le sculture in pietra, le ceramiche attiche a figure rosse e nere (fra di esse – proveniente dalla necropoli di Poggio Rotella – va annoverato il celebre Vaso François esposto al Museo Archeologico di Firenze), le urne in marmo e alabastro con il defunto giacente sul coperchio e le scene mitologiche scolpite sulla cassa. L’allestimento attuale, risalente al 2003, consente inoltre di conoscere meglio i luoghi di provenienza dei reperti esposti, collegando il Museo al territorio. La visita del polo espositivo invita infatti alla scoperta della necropoli di Poggio Renzo, dove sono conservate importanti sepolture di età arcaica ed ellenistica: in particolare, le Tombe del Leone, della Pellegrina, della Scimmia, e la Tomba del Colle.

Museo Epigrafico di Chiusi, raccolta di tegole tombali
Museo Epigrafico di Chiusi, raccolta di tegole tombali

La visita di Chiusi non può non comprendere il Duomo di san Secondiano, fondato nel VI secolo, rifatto nel XII e poi consistentemente restaurato nel 1887-94. All’interno sono da ammirare le diciotto colonne che dividono la navata centrale dalle laterali, provenienti da edifici romani del luogo. Il fonte battesimale a destra è in alabastro, nello stile di Alessandro Sansovino. Le pareti sono state tutte dipinte a finto mosaico alla fine dell’Ottocento. Annesso alla chiesa vi è il Museo diocesano, ospitato negli ambienti dell’antica canonica, nel corridoio che la congiunge al Palazzo Vescovile e in alcune sale al primo piano del Palazzo: vi sono custoditi ventidue corali miniati provenienti dall’Abbazia di Monte Oliveto Maggiore, paramenti sacri, suppellettili liturgiche e dipinti. Il percorso di visita del Museo Diocesano comprende infine – oltre all’itinerario archeologico dell’Orto Vescovile, alla torre campanaria e alla cisterna romana sottostante – le catacombe di santa Mustiola e santa Caterina, poste a breve distanza dal centro storico. La prima, in particolare, rappresenta il cimitero della comunità cristiana all’epoca di Clusium, luogo di sepoltura – in età imprecisata – della martire Mustiola: utilizzata dal III al V secolo d.C., conserva una piccola basilica dal fascino unico.

Museo Archeologico Nazionale di Chiusi, Canopo da Dolciano
Museo Archeologico Nazionale, Canopo da Dolciano

Altre chiese da ammirare a Chiusi sono quella dedicata a san Francesco, di fondazione duecentesca, e quella intitolata a santa Maria Novella, affiancata da un campanile che – come quello della cattedrale – era in origine una torre di difesa. Nei dintorni del borgo – oltre alle necropoli etrusche e alle catacombe cristiane già menzionate – si trova il lago di Chiusi, che sancisce l’estremo lembo di Toscana al confine con l’Umbria.

Informazioni utili: per approfondire la conoscenza del sistema sotterraneo di cunicoli, gallerie, cisterne e pozzi che si dipana sotto l’abitato di Chiusi, per ripercorrerne la leggenda nel corso dei secoli e infine la scoperta e lo studio speleologico avviate nel 1961 dall’Associazione Speleologica locale, suggerisco la lettura dell’affascinante volume “Il labirinto di Chiusi. Storia, scavi, esplorazioni” di Franco Fabrizi, a cui ho fatto in parte riferimento per la redazione di questo articolo. Per visitare la cattedrale e il suo Museo consiglio di consultare il sito internet www.museodellacattedrale.it, ricco di informazioni, approfondimenti, indicazioni logistiche. Per organizzare la visita al Museo Civico “La Città sotterranea” suggerisco di riferirsi alla pagina dedicata sul portale del Comune, www.comune.chiusi.si.it. Tutte le informazioni relative al Museo Nazionale Etrusco e alle Tombe etrusche visitabili sono riportate all’indirizzo www.polomusealetoscana.beniculturali.it.

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