Sala Diplomatica del Palazzo Reale di Napoli, prima anticamera del Palazzo Reale di Napoli

Palazzo Reale a Napoli, lo splendore della Reggia partenopea

Sala Diplomatica del Palazzo Reale di Napoli, prima anticamera del Palazzo Reale di Napoli
Sala Diplomatica

Il Palazzo Reale di Napoli fu costruito dal 1599 per volere del viceré spagnolo Fernando Ruiz de Castro, che affidò a Domenico Fontana (già architetto di papa Sisto V, il cui monumento funebre si trova nella vicina chiesa di Sant’Anna dei Lombardi) la realizzazione dell’edificio.

Il Palazzo fu costruito nell’area dei giardini del Palazzo Vicereale, edificato cinquant’anni prima dal viceré Pedro da Toledo nella zona dell’attuale piazza San Ferdinando. Nel 1603 i lavori subirono un’interruzione, per poi riprendere dopo il 1610. Nel 1644 venne completata la Cappella, nel 1651 il grande Scalone, nel 1768 fu realizzato il Teatrino di Corte, alla metà del 1700 fu edificato il Braccio Nuovo (oggi occupato dalla Biblioteca Nazionale). Nel 1843 Gaetano Genovese – l’ultimo degli architetti che erano succeduti al Fontana (fra i quali Francesco Antonio Picchiatti, Domenico Antonio Vaccaro, Ferdinando Sanfelice, Luigi Vanvitelli, Ferdinando Fuga) – demolì il Palazzo Vicereale e fra i vari interventi sistemò il fronte verso il mare con i giardini pensili.

Facciata del Palazzo Reale di Napoli
Facciata

La facciata su piazza del Plebiscito è spartita in tre ordini orizzontali da cornici marcapiano – nella successione vitruviana del tuscanico al piano terra, lo ionico e infine il corinzio – scandita verticalmente da lesene e aperta in basso da un ampio porticato (poi tamponato ad archi alterni da Vanvitelli per motivi statici), con le statue dei re di Napoli collocate nelle nicchie. Caratterizzata dalla bicromia del mattone e del piperno, in seguito alla demolizione del Palazzo Vicereale fu allungata verso piazza Trento e Trieste per opera di Gaetano Genovese, circondando il giardino e congiungendosi al Teatro San Carlo. Oltre la facciata, superato l’androne dal varco centrale, si apre il Cortile d’Onore, che permette di accedere allo Scalone d’ingresso dell’Appartamento Reale – sulla sinistra – oppure proseguire verso i Giardini Reali o dirigersi verso il Cortile delle Carrozze e il Cortile del Belvedere. Attorno al cortile al primo piano si allineano le finestre della loggia dell’Appartamento Reale.

Scalone monumentale del Palazzo Reale di Napoli
Scalone monumentale

La visita dell’Appartamento Reale ha dunque inizio dallo Scalone Monumentale, che colpisce per la sua scenografia regale e le sue imponenti proporzioni sviluppandosi per un intero braccio dell’edificio. Deve il suo aspetto attuale all’architetto Gaetano Genovese, che lo progettò ex novo in marmo in occasione della ristrutturazione ottocentesca del Palazzo, conservando l’impianto seicentesco. Genovese operò sullo scalone in piperno costruito fra il 1651 e il 1666 da Francesco Antonio Picchiatti, definito nel 1729 da Montesquieu “le plus beau d’Europe”, demolendo l’attiguo Palazzo Vicereale che lo soffocava e restituendogli luminosità, amplificata dal ricorso ai marmi. In questa occasione lo arricchì di una nuova decorazione in stile neoclassico, con allegorie e ornati.

Le pareti, rivestite in marmi rosati, custodiscono bassorilievi in marmo di Carrara, mentre entro nicchie si osservano quattro sculture monumentali in gesso, personificazione delle virtù regali della Fortezza, Giustizia, Clemenza e Temperanza. La volta è decorata da stucchi bianchi su fondo grigio, rappresentanti gli stemmi del Regno delle due Sicilie, ai lati di quello di Casa Savoia sovrapposto al precedente scudo dei Borbone.

Sala Diplomatica, le porte interne decorate con grottesche su fondo oro
Sala Diplomatica, le porte interne decorate con grottesche su fondo oro

Al primo piano si sviluppa l’Appartamento Reale, dove risiedettero e ricevettero i viceré spagnoli e austriaci dal 1600 al 1734. L’Appartamento fu poi la residenza dei Borbone dal 1734 al 1860. La loggia vetrata che affaccia sul Cortile d’Onore conduce a tutti gli ambienti: sul primo braccio si aprono il Teatrino di Corte e le Sale d’Udienza (corrispondenti alla facciata su piazza del Plebiscito). Nel secondo braccio si trovano gli Appartamenti Privati – che guardano ai giardini pensili e al Golfo di Napoli – nel terzo braccio il Salone d’Ercole e la Cappella Reale. Nel 1837 gli Appartamenti Reali – in seguito a un incendio – furono trasferiti al secondo piano. In seguito alle vicissitudini storiche che riguardarono il Palazzo, l’allestimento museale odierno corrisponde all’assetto di epoca Sabauda (testimoniato dagli Inventari del 1874), arricchito da opere provenienti da depositi e da enti pubblici.

Sala Diplomatica, il soffitto realizzato da Francesco De Mura con l'Allegoria delle nozze di Carlo di Borbone e Maria Amalia di Sassonia
Sala Diplomatica, il soffitto realizzato da Francesco De Mura con l’Allegoria delle nozze di Carlo di Borbone e Maria Amalia di Sassonia

Dopo il Teatrino di Corte (ricostruito in parte nel 1950-1954 perché gravemente danneggiato dal bombardamento del 1943), la visita del Palazzo Reale di Napoli prosegue nelle sale: la Sala Diplomatica, la Sala del Trono, la Sala degli Ambasciatori. I soffitti presentano una decorazione seicentesca ad affresco destinata a celebrare le imprese dei regnanti spagnoli, opera di Belisario Corenzio e Battistello Caracciolo, accanto alle raffigurazioni settecentesche dipinte da Francesco De Mura e a quelle neoclassiche di Giuseppe Cammarano.

Le sale sono arredate con oggetti di pregevolissima fattura: si ammirano capolavori di ebanisteria napoletana risalenti al Sette e Ottocento, arazzi della fabbrica Gobelines e dalla Reale Arazzeria di Napoli, ceramiche di Sèvres e porcellane cinesi, orologi, dipinti del Cinquecento provenienti dall’eredità Farnese e tele del Seicento di scuola caravaggesca, oltre a opere ottocentesche commissionate da Gioacchino e Carolina Murat. Le porte interne fra le varie sale, attribuite ad Antonio Dominici, sono esse stesse un gioiello: risalgono al Settecento, con grottesche a tempera su fondo oro, con figurine fantastiche, animali, tralci vegetali, fiori, conchiglie.

Sala degli Ambasciatori del Palazzo Reale di Napoli
Sala degli Ambasciatori del Palazzo Reale di Napoli

Nel secondo braccio del Palazzo Reale di Napoli si susseguono le antiche stanze private: gli arredi e le decorazioni testimoniano l’antica funzione dopo il trasferimento della funzione privata al secondo piano e la trasformazione degli ambienti in sale dell’appartamento di etichetta, come disposto da Ferdinando II. Nel susseguirsi degli ambienti si possono ammirare in particolare i sontuosi soffitti delle stanze della regina, decorati con preziosi ramages di stucchi bianchi ed oro di epoca settecentesca: un ricamo di gusto rococò che rimanda alla originaria destinazione privata.

Secondo salotto della Regina, il soffitto decorato a ramages
Secondo salotto della Regina, il soffitto decorato a ramages

Nelle retrostanze si trovano l’alcova di Maria Amalia di Sassonia – affrescata con la raffigurazione di Minerva con varie immagini di sogni – e il passetto: qui si dispiega una pittura rococò di Domenico Antonio Vaccaro rappresentante l’Allegoria dell’unione matrimoniale, ovvero la donazione del cuore degli sposi Maria Amalia e Carlo di Borbone convolati a nozze nel 1738. Alle pareti si dispone una quadreria ordinata secondo criteri tematici e storico-stilistici: si susseguono dipinti di scuola napoletana del Seicento e Settecento, quadri di paesaggio dal Cinquecento all’Ottocento, l’opera “Venere, amore e un satiro” di Luca Giordano, dipinti caravaggeschi (tra i quali spicca il Ritorno dei figliol prodigo di Mattia Preti, oltre a un San Gerolamo del Guercino), opere provenienti dalla Collezione Farnese (per la storia della famiglia Farnese, del palazzo Farnese di Roma e delle collezioni – in particolare di marmi – rimando al mio articolo, nonché all’articolo sul Museo Archeologico Nazionale di Napoli, dove ancor oggi la collezione Farnese di marmi è custodita). Lungo il secondo braccio si trovano inoltre i giardini pensili, il cui aspetto attuale risale alla sistemazione di Genovese, con buganvillea, aiuole e fontane.

Giardini pensili, la vista dagli Appartamenti privati
Giardini pensili, la vista dagli Appartamenti privati

Nel terzo braccio del Palazzo Reale di Napoli si trova il Salone d’Ercole, ornato da arazzi con le Storie di Amore e Psiche, tessuti tra il 1783 e il 1789 dalla Reale Arazzeria di Napoli, intervallati da due monumentali vasi di Limoges e da un vaso a cratere della manifattura di Sevrès. Accanto al Salone si apre la Cappella Reale, consacrata nel 1646 e destinata alle cerimonie religiose del Palazzo. Ospitò fra Sei e Settecento anche la Scuola Musicale Napoletana, dove insegnarono maestri come Scarlatti e Pergolesi. Sulla parete di fondo si ammira il magnifico altare in pietre dure e bronzo dorato, straordinaria opera barocca di Dioniso Lazzari.

Informazioni utili: per la redazione di questo articolo mi sono avvalsa, in particolare, della guida “Il Palazzo Reale di Napoli” a cura di Annalisa Porzio, cui rimando per approfondimenti. Il Palazzo Reale ospita varie funzioni: oltre al Museo, dal 1927 accoglie la Biblioteca Nazionale, nonché le Soprintendenze Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per Napoli e l’Area Metropolitana. Per visitare il Museo, conoscerne orari, modalità e itinerari segnalo il sito internet palazzorealedinapoli.org.

Altre immagini di Palazzo Reale a Napoli:

Mappa del Palazzo Reale di Napoli:

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