Statua di Apollo in bronzo, particolare. San Casciano dei Bagni, vasca sacra del Bagno Grande. II secolo a.C.

I bronzi di San Casciano dei Bagni, una storia lunga 23 secoli

Il Bagno Grande. A sinistra l'area archeologica con il santuario e la vasca sacra. A destra le vasche pubbliche di via della Fontaccia. Fotografia aerea esposta presso il Palazzo Comunale di San Casciano.
Il Bagno Grande. A sinistra l’area archeologica con il santuario e la vasca sacra. A destra le vasche pubbliche di via della Fontaccia.
Fotografia aerea esposta presso il Palazzo Comunale di San Casciano.

Le fonti termali di San Casciano dei Bagni, in provincia di Siena, sono frequentate da 23 secoli, una lunghissima consuetudine testimoniata anche dai bronzi recentemente ritrovati presso le sorgenti del Bagno Grande. Le ultime campagne archeologiche hanno infatti portato alla luce un santuario etrusco-romano, marmi, bronzi votivi, lucerne, monete.

Questa zona della Toscana, all’estremità meridionale al confine fra Umbria e Lazio, fu densamente abitata sin dall’epoca preistorica, mentre in età etrusca apparteneva al territorio di Chiusi di cui segnava il confine con Orvieto.

La presenza di generose sorgenti di acqua calda minerale, a cui erano attribuite facoltà terapeutiche e sacre, determinò la costruzione di edifici termali e luoghi di culto: già a partire dal VI secolo a.C. molti luoghi sacri agli Etruschi sorsero infatti in prossimità di fonti termali, come a Chianciano Terme e a Rapolano Terme.

L'area archeologica del Bagno Grande con, al centro, la vasca sacra
L’area archeologica del Bagno Grande con, al centro, la vasca sacra

Frequentato dagli etruschi prima e dai romani poi, San Casciano dei Bagni conobbe una lunga crisi a seguito della caduta dell’Impero Romano e vide una ripresa in epoca medicea, quando – fra l’altro – fu costruito un portico nei pressi della sorgente della Ficoncella.

Le prime scoperte archeologiche avvenute a San Casciano risalgono al Rinascimento, con una copia romana della Venere Doidalsas e iscrizioni evocative di Esculapio e Igea rinvenute presso il fosso del Bagno Doccia, oltre a strutture e mosaici romani ritrovati nei pressi del Bagno Grande.

Presso la sorgente di Doccia della Testa fu ritrovata nei primi anni Duemila una stipe votiva con bronzetti di epoca etrusca e un tesoretto di monete romane, datati dalla fine del VI secolo a.C. all’epoca romana avanzata. Questi manufatti sono esposti presso il museo “Le Stanze Cassianensi” allestito nel Palazzo Comunale di San Casciano dei Bagni, insieme ad altri reperti provenienti dalla necropoli della Balena.

A sinistra Statua femminile in bronzo con dedica in etrusco al Flere di Havens (Nume della Fonte). San Casciano dei Bagni, Bagno Grande. II secolo a.C. A destra Statua maschile di efebo malato. San Casciano dei Bagni, I secolo d.C.
A sinistra Statua femminile in bronzo con dedica in etrusco al Flere di Havens (Nume della Fonte). San Casciano dei Bagni, Bagno Grande. II secolo a.C.
A destra Statua maschile di efebo malato. San Casciano dei Bagni, I secolo d.C.

Lo scavo archeologico attualmente in corso si sta svolgendo presso il Bagno Grande, laddove si trovava un orto privato, alle spalle delle vasche pubbliche di via della Fontaccia, dove chiunque può liberamente immergersi nelle acque calde.

Il Bagno Grande è una delle trentotto sorgenti di acqua calda di San Casciano, la più ricca quanto a portata e la più vicina al borgo: alimentata da una sorgente da oltre 25 litri al secondo, la sua acqua minerale raggiunge i 41,5°.

In questo luogo gli archeologi, al lavoro dal 2019, hanno portato alla luce la struttura di un santuario etrusco-romano, con altari dedicati agli dei, marmi, bronzi votivi, ceramiche da mensa, lucerne, monete.

L’ingresso dell’edificio si trovava sul fronte sud, segnalato da due colonne: varcato l’ingresso si accedeva a una struttura con copertura poggiante su quattro colonne e, al centro, una vasca sacra di forma circolare. Attorno alla vasca si trovavano tre altari dedicati alle divinità – Apollo, Fortuna Primigenia e Iside – risalenti al II secolo d.C..

Statua di Apollo in bronzo, particolare. San Casciano dei Bagni, vasca sacra del Bagno Grande. II secolo a.C.
Statua di Apollo in bronzo, particolare. San Casciano dei Bagni, vasca sacra del Bagno Grande. II secolo a.C.

La costruzione finora messa in luce risale all’epoca tiberiana (I secolo d.C.), realizzata su un preesistente edificio etrusco: la vasca sacra è costruita in blocchi di travertino, profonda oltre quattro metri, con una bocca di toro a segnalare il troppo pieno e a far defluire le acque in eccesso. Il bacino accolse le offerte votive dal III secolo a.C. alla fine del IV secolo d.C., venendo poi dismesso nel V secolo d.C..

Le statue bronzee sono state ritrovate a una profondità di oltre tre metri, deposte insieme sotto uno strato di tegole. Insieme alle tegole è stato recuperato un fulmine in bronzo (fine del I secolo d.C.) e una freccia in selce, rinvenimento che ha suggerito il ricorso al rito, di origine etrusca, del fulmine sepolto: in occasione della caduta di un fulmine all’interno di un tempio o di un santuario, secondo l’ars fulguratoria tutto ciò che era stato colpito doveva essere sepolto insieme al fulmine stesso, in questo caso all’interno della vasca sacra.

Statua maschile di efebo malato, particolare. San Casciano dei Bagni, I secolo d.C.
Statua maschile di efebo malato, particolare. San Casciano dei Bagni, I secolo d.C.

Al di sopra dello strato di tegole le offerte, in metallo ma anche vegetali (frutta come pigne e pesche, parti di rami, etc…), continuarono ad essere deposte fino alla fine del IV secolo d.C..
I bronzi portati alla luce a San Casciano dei Bagni raffigurano divinità (Apollo, II secolo a.C.), parti anatomiche (Poliviscerali, I secolo d.C., gambe, braccia, piedi, organi interni…), figure di uomini e donne colti in vari atteggiamenti: in preghiera (L’orante, II secolo a.C.), offerenti (Statua femminile, II secolo a.C.), malati (Efebo malato, I secolo d.C.), teste ritratto (Ritratto maschile del I secolo a.C.). Si osservano infine infanti e bambini (Putto, Infante in fasce, Fanciullo augure, II secolo a.C.) e animali (una lucertola, II secolo d.C.). L’altezza delle statue a figura intera è di tre piedi romani, circa novanta centimetri, dimensione consona al loro trasporto in processione.

La campagna di San Casciano dei Bagni. In basso si osserva l'area archeologica del Bagno Grande
La campagna di San Casciano dei Bagni. In basso si osserva l’area archeologica del Bagno Grande

Fra i bronzi colpisce ed emoziona in particolare la statua dell’Efebo malato, che raffigura in modo naturalistico la malattia e la deformità: una rappresentazione insolita rispetto ai modelli di bellezza e perfezione fisica della statuaria antica.

La presenza di due Poliviscerali, ovvero due placche bronzee raffiguranti visceri umani a rilievo, insieme a una sgorbia (ovvero uno strumento chirurgico) induce a ipotizzare la presenza di medici in attività nei pressi del santuario e all’esecuzione di interventi miranti alla guarigione dei malati.

Sono state infine rinvenute oltre cinquemila monete, in perfetto stato di conservazione, risalenti a un vasto arco di tempo, dalla fine del I secolo a.C. al IV secolo d.C..

Le vasche pubbliche di via della Fontaccia.
Le vasche pubbliche di via della Fontaccia.

Oltre ai bronzi e alle monete temporaneamente esposti nella mostra itinerante “Gli Dei ritornano. I Bronzi di San Casciano”, nell’atrio del Palazzo Comunale di San Casciano dei Bagni è stata allestita una sala per raccontare lo scavo archeologico e mostrarne i reperti, in attesa della realizzazione di un museo dedicato.

In occasione delle passeggiate archeologiche organizzate dal Gruppo Archeologico Eutyche Avidiena è possibile visitare il museo “Le Stanze Cassianensi” e lo scavo archeologico del Bagno Grande. Le indicazioni sono reperibili sulla pagina Facebook Il Santuario Ritrovato.

Per la redazione di questo post mi sono avvalsa delle informazioni fornite nel corso della visita guidata al Santuario, nonché disponibili nella mostra itinerante “Gli dei ritornano. I bronzi di San Casciano” e nell’esposizione “Le Stanze Cassianensi” nel Palazzo del Comune di San Casciano, oltre che del volume “Il Santuario Ritrovato 2. Dentro la vasca sacra. Rapporto preliminare di scavo al Bagno Grande di San Casciano dei Bagni” a cura di Emanuele Mariotti, Ada Salvi e Jacopo Tabolli.

Altre immagini dei bronzi di San Casciano dei Bagni:

Mappa del luogo dello scavo archeologico presso il Bagno Grande:

About the author

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *