Le fonti del Clitunno

Le fonti del Clitunno e il tempietto longobardo patrimonio Unesco

Le fonti del Clitunno
Le fonti del Clitunno

Campello sul Clitunno è un piccolo borgo fortificato sulla cima di una collina, situato a dieci chilometri da Spoleto. E’ particolarmente conosciuto per le sue fonti, situate nella vallata sottostante, che offrono al visitatore la meraviglia di un paesaggio bucolico. Le Fonti del Clitunno derivano infatti il loro nome dalle numerose sorgenti, già famose in epoca romana, che formano un laghetto da cui nasce il torrente Clitunno.

Attorno alle sorgenti è cresciuta una fitta e ridente vegetazione, soprattutto salici piangenti e pioppi, che si riflettono sullo specchio delle acque, limpidissime, e creano un’aurea d’incanto. Il luogo è talmente suggestivo che fu di ispirazione per poeti, scrittori e pittori, tra cui Carducci, Byron, Corot: celebre è l’ode carducciana Alle fonti del Clitunno risalente al 1876 (ne cito una strofa: “Salve, Umbria verde, e tu del puro fonte / nume Clitumno! Sento in cuor l’antica / patria e aleggiarmi su l’accesa fronte / gl’itali iddii.”).

Il Parco delle Fonti del Clitunno
Il Parco delle Fonti del Clitunno

Il parco che oggi si ammira risale alla sistemazione voluta dal conte Paolo Campello della Spina, che tra il 1860 e il 1865 creò lo spazio per il laghetto e fece crescere la vegetazione che oggi caratterizza il luogo. Nell’antichità lungo le sponde sorgevano ville, terme e templi in onore del dio fluviale Clitunno, che si credeva risiedesse nelle profondità delle acque (ne parla ampiamente Plinio il Giovane nell’Epistola 8.8). Inoltre, come raccontano Virgilio (Georgiche, 2.146) e Properzio (Elegie, 2.19.25), qui si svolgevano riti religiosi che prevedevano l’immersione dei buoi nelle acque per purificarli prima del loro sacrificio rituale. Un vero parco naturale e letterario, un luogo in cui bellezza della natura, mito, storia, si intrecciano lasciando un’impressione indelebile.

Una visita in questo luogo non può non comprendere il tempietto, che insieme alla vicina chiesa di San Salvatore a Spoleto fa parte del sito seriale Unesco “I Longobardi in italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)”: è un piccolo tempio di forma classica, composto da una cella preceduta da un pronao, risalente secondo alcuni al IV-V secolo d.C., per altri al VII-IX secolo. La fronte del pronao ha quattro colonne dai capitelli corinzi, sormontate dal timpano che reca un’iscrizione dedicatoria al Dio degli angeli, mentre il frontone è ornato con una croce fra viti e grappoli d’uva.

L’abside del sacello del Tempietto
L’abside del sacello del Tempietto

All’interno della cella si trova un’abside a sua volta sormontata da un frontone in cui s’inserisce un arco: si possono osservare resti di affreschi risalenti all’VIII secolo con Cristo fra i Santi Pietro e Paolo, angeli e la croce gemmata. Questi affreschi sono stati messi in relazione con quelli di Santa Maria Antiqua a Roma (ne parlo in questo articolo).  Al tempietto si accedeva tramite due scalette laterali che terminavano sotto piccoli protiri: l’accesso di destra è quello tutt’oggi utilizzato. Anche questa architettura, come la chiesa di San Salvatore a Spoleto, presenta materiale di spoglio di origine romana, ma qui la maggior parte dei manufatti scolpiti è originale e non di reimpiego.

Ho visitato questi due luoghi in occasione di una gita di quattro giorni nella Valle Umbra, che ha compreso i borghi di Spello, Montefalco, Bevagna, Foligno e infine Spoleto.

Per preparare la mia visita ho fatto riferimento al portale turistico della Regione Umbria (www.umbriatourism.it) e – per il tempietto sul Clitunno – al portale del sito Unesco dedicato ai Longobardi in Italia (www.longobardinitalia.it).

Altre immagini:

Mappa delle Fonti del Clitunno e del Tempietto:

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