Gentile da Fabriano, Sala delle Arti Liberali e dei Pianeti, dettaglio della Musica

Cosa vedere a Foligno: Gentile da Fabriano a Palazzo Trinci, la Calamita Cosmica, le chiese…

Gentile da Fabriano, Sala delle Arti Liberali e dei Pianeti, dettaglio della Musica
Cosa vedere a Foligno: Gentile da Fabriano, Sala delle Arti Liberali e dei Pianeti, dettaglio della Musica

La città di Foligno merita una visita approfondita per scoprirne le origini antiche, testimoniate dai monumenti e dalle opere che si ammirano nel suo centro storico. Fra questi, senz’altro Palazzo Trinci,collocato accanto al Duomo in piazza della Repubblica, fulcro della vita cittadina sin dal Medioevo. Il palazzo trecentesco, costruito su edifici medievali preesistenti, fu la residenza della famiglia Trinci che governò la città dal 1305 al 1439, mentre in seguito all’annessione di Foligno allo Stato della Chiesa divenne la sede dei governatori pontifici.

La storia che lo riguarda è tangibile nelle trasformazioni architettoniche che il luogo ha vissuto, di cui resta una traccia affascinante nella scala gotica interna – un tempo a cielo aperto – e nel collegamento fra i vari ambienti del secondo piano, dove si trovano gli affreschi più interessanti.

I Trinci chiamarono Gentile da Fabriano a decorare le sale del palazzo, e dell’opera del maestro rimangono varie sale tra cui la Sala delle Arti Liberali e dei Pianeti: qui sono rappresentate le personificazioni delle arti del Trivio (grammatica, retorica, dialettica) e del Quadrivio (aritmetica, geometria, musica, astronomia), e dei sette Pianeti.

Palazzo Trinci, lo scalone del cortile
Palazzo Trinci, lo scalone del cortile

Questa rappresentazione simboleggia le sette età dell’uomo, ciascuna delle quali influenzata da uno specifico pianeta e dedita all’apprendimento di un’arte. Il tema delle età dell’uomo è sviluppato anche nel corridoio che collega il palazzo al Duomo. Sempre al secondo piano si trova la grande Sala dei Giganti, affrescata con colossali figure di eroi della storia di Roma, da Romolo a Traiano, abbigliati secondo la moda e il gusto rinascimentali.

Anche questa sala, insieme all’ambiente della loggia con le Storie della fondazione di Roma – situata sempre al secondo piano – è riconducibile all’ingegno e alla fantasia di Gentile da Fabriano, con la collaborazione di aiuti. Vi è inoltre l’ampia sala Sisto IV, con un soffitto ligneo magnificamente decorato, in fondo alla quale si trova la piccola bellissima cappella affrescata da Ottaviano Nelli nel 1424 con Storie della vita della Vergine: davvero uno scrigno prezioso.

Ottaviano Nelli, affreschi nella cappella del Palazzo
Ottaviano Nelli, affreschi nella cappella del Palazzo

Palazzo Trinci ospita anche la pinacoteca civica articolata in tre sezioni (Trecento, Quattrocento, Cinquecento) e il Museo Archeologico, nonché il Museo multimediale dei Tornei, delle Giostre e dei Giochi (immancabile nella città che organizza la Quintana).

Tornati su piazza della Repubblica si possono ammirare il duomo dedicato a San Feliciano (annesso vi è il Museo capitolare diocesano), il palazzo comunale, il duecentesco palazzo del Podestà e palazzo Orfini, dove nel 1472 fu stampata la prima edizione della Divina Commedia di Dante e si trova il Museo della stampa.

Fra le chiese da visitare vi sono la romanica Santa Maria Infraportas (tra le più antiche di Foligno) e San Francesco (duecentesca ma completamente rifatta nell’Ottocento). Fuori dal centro, Santa Maria in Campis (di origini paleocristiane, ricostruita dopo il terremoto del 1832) e l’abbazia di Santa Croce di Sassovivo, che testimonia la presenza benedettina in queste vallate (la prima struttura risale al 1082).

Calamita Cosmica, dettaglio del busto e della testa
Gino de Dominicis, Calamita Cosmica

Chi ama l’arte contemporanea non può non fermarsi ad ammirare un’opera enigmatica, collocata in un contesto inusuale: mi riferisco alla Calamita Cosmica di Gino De Dominicis, una scultura monumentale (lunga 24 metri) che rappresenta uno scheletro umano sdraiato. La sua peculiarità consiste in un grosso naso, simile a un becco di uccello, posto sul volto (è uno dei motivi ricorrenti delle opere di De Dominicis), e in un’asta di ferro dorata, appoggiata all’ultima falange del dito medio della mano destra, alta 9 metri, che costituisce la calamita del titolo: l’asta metterebbe in contatto lo scheletro con il mondo cosmico.

Quest’opera fu realizzata da De Dominicis in circostanze segrete intorno al 1988, ed è avvolta nel mistero come la vita del suo creatore: “egli stesso opera d’arte senza fine, originaria e carica di segreto” lo definì il pittore tedesco Ansel Kiefer. Dal 2011 Calamita Cosmica è esposta permanentemente a Foligno, ospitata dal Centro Italiano di Arte Contemporanea nell’ambiente dell’ex chiesa della Santissima Trinità in Annunziata. Il contesto espositivo contribuisce ad aumentare il fascino della visita: la chiesa infatti è un gioiello di architettura neoclassica opera di Carlo Murena, allievo di Luigi Vanvitelli.

Calamita Cosmica di Gino De Dominicis, dettaglio delle gambe
Gino de Dominicis, Calamita Cosmica

Ho lasciato Foligno a malincuore, non prima però di aver trascorso del tempo nella libreria Editoriale Umbra in via Pignattara 36: un luogo ricchissimo di pubblicazioni d’arte, di storia locale, di libri rari, dove sfogliare volumi parlando con l’appassionato libraio è stato davvero un piacere.

Ho visitato Foligno nel corso di un viaggio nella Valle Umbra, durante il quale mi sono fermata a Montefalco, Bevagna, Spello, Spoleto, Campello sul Clitunno: consiglio di scoprirle tutte!

Per preparare le mie visite ho fatto riferimento al portale turistico della Regione Umbriawww.umbriatourism.it. Il servizio turistico comunale di Foligno è stato sollecito e puntuale nel fornirmi le informazioni richieste: ho mandato una mail a  info@iat.foligno.pg.it e ho ricevuto risposta il giorno seguente.

Altre immagini delle sale e degli affreschi di Palazzo Trinci a Foligno:

Altre immagini dell’impressionante Calamita Cosmica di Gino De Dominicis:

Mappa:

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