Carpaccio a Venezia: La Scuola Dalmata, Vittore Carpaccio, Trionfo di san Giorgio - dettaglio

Carpaccio a Venezia: i teleri della Scuola Dalmata

Carpaccio a Venezia: La Scuola Dalmata, Vittore Carpaccio, Trionfo di san Giorgio - dettaglio
Carpaccio a Venezia, Trionfo di san Giorgio – dettaglio

Nell’oratorio della Scuola Dalmata dei Santi Giorgio e Trifone, detta San Giorgio degli Schiavoni a Venezia, si ammira il famoso ciclo dei teleri realizzati da Carpaccio tra il 1502 e il 1507, raffigurante episodi della vita dei Santi Giorgio, Girolamo e Trifone, la Preghiera nell’orto degli ulivi e la Visione di Sant’Agostino.

All’epoca di questo lavoro Carpaccio era già un pittore affermato: nel 1490 aveva realizzato i teleri per la Scuola di Sant’Orsola, sua prima commissione e capolavoro assoluto, (oggi conservato presso le Gallerie dell’Accademia, dove si trovano anche la Presentazione di Gesù al Tempio e il Miracolo della Croce a Rialto). A questo incarico ne avevano fatto seguito altri tra cui, nel 1501, quello per ornare le sale delle Pregadi e del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale. Molte scuole veneziane avevano offerto a Carpaccio prestigiosi incarichi, e tra di esse la Scuola Dalmata, fondata nel 1451 su istanza dei Dalmati residenti a Venezia, giunti per motivi di lavoro o studio. La Scuola rappresentava un luogo identitario dove ritrovarsi, seguire i propri affari, organizzare celebrazioni e ricorrenze, trovare sostegno morale ed economico.

La Scuola Dalmata di Venezia, Vittore Carpaccio, San Giorgio battezza i Gentili - dettaglio del battesimo
San Giorgio battezza i Gentili – dettaglio del battesimo

Nella sala inferiore dell’oratorio della Scuola Carpaccio realizzò il ciclo di nove teleri, disposti entro cornici dorate al di sopra degli stalli di legno. Partendo da sinistra la prima tela è dedicata a raffigurare San Giorgio, il cui culto era diffuso in tutta la Dalmazia, mentre affronta il drago, episodio narrato nella “Legenda Aurea” di Jacopo da Varagine: il santo, dall’aspetto di giovane cavaliere biondo, fronteggia il drago che divora i giovani della città di Silene e salva la principessa Sabra, figlia del re. Segue il Trionfo di San Giorgio, con il santo che trascina sulla piazza il drago sconfitto tenendolo stretto a mo’ di briglia con la cintura della fanciulla appena salvata. I monumenti sullo sfondo raffigurano la Torre e la Chiesa del Santo Sepolcro di Gerusalemme, la Torre della Moschea Rama e il Tempio di Re Salomone. Il terzo telero raffigura l’ultimo episodio dedicato a San Giorgio, con il santo che battezza i gentili nel contesto di una città immaginaria dall’aspetto esotico. In primo piano il pappagallo che becca il fiore simboleggia il battesimo e l’eloquenza.

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La Scuola Dalmata di Venezia, Vittore Carpaccio, San Girolamo conduce il leone nel convento - dettaglio dei confratelli terrorizzati
San Girolamo conduce il leone nel convento – dettaglio dei confratelli terrorizzati

San Trifone è protagonista del telero successivo, l’unico a lui dedicato, che lo raffigura mentre libera la figlia dell’imperatore Gordiano dal diavolo che la possedeva. Il maligno viene rappresentato come mostro moltiforme, con il corpo di leone, la testa di asino, le ali di uccello e la coda di rettile. San Trifone, patrono della città di Cattaro, è anche il protettore della Scuola, a conferma dell’importante presenza di confratelli provenienti da quella città.

Segue il telero rappresentante la Preghiera di Gesù nell’orto degli Ulivi che, insieme al successivo della Vocazione di San Matteo, è cronologicamente il primo eseguito da Carpaccio per la Scuola Dalmata. Nella Vocazione sullo sfondo della scena si ammira una tipica torre di una città dell’entroterra veneziano, come Treviso o Castelfranco.

La Scuola Dalmata di Venezia, Vittore Carpaccio, San Giorgio uccide il drago - dettaglio
San Giorgio uccide il drago – dettaglio

I due teleri successivi raffigurano due episodi della vita di San Gerolamo, santo patrono della Dalmazia e uno dei Dottori della Chiesa: San Gerolamo conduce il leone nel convento e I funerali di San Girolamo. Nel primo, il santo – che ha curato un leone ferito alla zampa – entra con lui nella corte di un convento, suscitando lo spavento dei confratelli che fuggono via terrorizzati. Sullo sfondo è rappresentata una scenografia veneziana, con la Scuola, l’Ospizio di Santa Caterina e accanto la chiesa dei Cavalieri di Malta, San Giovanni del Tempio. Anche nella scena dei Funerali la scenografia richiama elementi e architetture veneziane e ricordi di viaggio.

L’ultimo telero raffigura la Vocazione di Sant’Agostino, rappresentato mentre scrive a San Gerolamo per conoscere il suo pensiero sulla beatitudine: nelle sue fattezze il santo ricorda il cardinale Bessarione, primo protettore della Scuola, mentre la rappresentazione minuziosa degli oggetti induce a ipotizzare l’influenza della pittura di Van Eyck.

La Scuola Dalmata di Venezia, Vittore Carpaccio, Visione di sant'Agostino - dettaglio del cagnolino e del cartiglio con la firma del pittore
Visione di sant’Agostino – dettaglio del cagnolino e del cartiglio con la firma del pittore

Osservando i teleri di Carpaccio colpisce la rappresentazione delle città, che mescola architetture esistenti ad altre immaginate, palazzi familiari – locali, veneziani e veneti – a luoghi e ricordi di viaggi esotici lontani, assecondando un gusto per il fantastico e al contempo l’osservazione realistica per la vita e i costumi del tempo. Il ciclo inoltre offre un ricchissimo bestiario che affianca creature reali a bestie immaginarie: il leone, il drago, il pappagallo, il mostro polimorfo domato da Trifone, e ancora serpenti, lucertole, avvoltoi, una gallina, un cervo, un asino, una capra… tutti animali portatori di significati e simboli importanti per la lettura dell’opera.

Ho visitato l’oratorio della Scuola Dalmata in occasione del mio ultimo viaggio a Venezia, quando ho dedicato qualche giorno alla scoperta delle chiese più importanti e spettacolari.

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