Visitare Bergamo. La vista del Duomo e della basilica di santa Maria Maggiore dalla Torre Civica

Visitare Bergamo, un fine settimana in una delle città più belle d’Italia

Visitare Bergamo. La città alta vista da san Vigilio
La città alta vista da san Vigilio

Bergamo è una delle città più belle d’Italia, ricca di capolavori d’arte, chiese e palazzi sontuosi, istituzioni museali d’importanza internazionale, manifestazioni ed eventi che ne fanno un capoluogo vivace e dinamico, in continua evoluzione. Un fine settimana non basta per vedere tutto quello che la città custodisce ed offre, ma permette di ammirarne alcuni tesori, avvicinarne la storia antica, intuirne la vivacità culturale. Ecco dunque il mio itinerario dedicato a questa città raffinata e discreta, e i miei consigli per scoprire e visitare Bergamo.

Abitata da popoli celti cui si deve il suo nome – Berg-hem, ovvero “casa sul monte” – fu fiorente municipio in epoca romana, già articolato nella città sul colle e nell’abitato della piana. Questa divisione topografica fu confermata in epoca comunale dalla differenziazione dei poteri e delle funzioni: in città alta il potere politico e religioso attorno al Palazzo del Comune e alla basilica di santa Maria Maggiore, nella città bassa le attività dell’emergente borghesia. Comune autonomo nel XII secolo, nel 1332 cadde in mano ai Visconti che edificarono la Cittadella. Nel 1428 passò sotto il dominio di Venezia, che costruì la nuova cinta muraria inglobando quella medievale. Dopo la caduta del dominio veneziano fu aperta l’attuale viale Vittorio Emanuele II in città bassa, dove tra il 1914 e il 1935 fu creato il centro piacentiniano.

Visitare Bergamo. La Torre dei caduti del centro piacentiniano
La Torre dei caduti del centro piacentiniano

Il percorso di visita di Bergamo ne segue dunque l’articolazione nei suoi due livelli topografici, prima nella città bassa e poi nella città alta. Si parte dal centro piacentiniano, così chiamato per ricordare il nome dell’architetto romano – Marcello Piacentini – che nel 1907 vinse il bando indetto dal Comune per trasformare l’area della Fiera di sant’Alessandro. Piacentini elaborò un progetto pensato per non turbare la visione della città alta prevedendo inoltre il mantenimento dell’impianto stradale ottocentesco. Alla proposta iniziale seguirono numerosi cambiamenti che portarono alla realizzazione, a partire dal 1912, del centro che oggi si ammira. Nel 1924 fu costruita la Torre dei Caduti, eretta in ricordo dei caduti della Prima Guerra Mondiale: al suo interno, articolato sui sei piani della costruzione, si trova il museo dedicato alla nascita della Bergamo moderna, mentre dalla cima si gode un bel panorama sulla città circostante, sulle mura venete e sul borgo alto. La Torre appartiene alla rete del “Museo delle storie“: un museo diffuso, articolato in sei musei civici, che racconta la storia di Bergamo – dall’epoca romana al XX secolo – narrando le sue storie.

Chiesa di santo Spirito
Chiesa di santo Spirito

Percorrendo il Sentierone, realizzato nel 1925 sempre ad opera di Piacentini, si giunge alla chiesa dei santi Bartolomeo e Stefano, al cui interno è custodita la splendida Pala Martinengo dipinta da Lorenzo Lotto nel 1516: la Pala è la prima opera realizzata dal Lotto a Bergamo, e la prima di cui parlo nell’articolo dedicato all’itinerario lottesco in città. Seguono altre due chiese appartenenti allo stesso itinerario, santo Spirito e san Bernardino, entrambe arricchite da due pale – due capolavori imperdibili – del Lotto. Da san Bernardino parte via Pignolo, che sale verso la città alta ed è fiancheggiata da alcune dimore cinquecentesche tra le più signorili di Bergamo: tra di esse, Palazzo Martinengo-Colleoni (al civico 70), Palazzo Suardi (al n. 63), Palazzo Tasso (al n. 80: fu la dimora del poeta Torquato Tasso e sede della compagnia postale di famiglia). Al n. 76 si trova il Museo Adriano Bernareggi, che ospita un’interessante raccolta di opere d’arte, fra cui la Trinità del Lotto.

Accademia Carrara
Accademia Carrara

La visita di Bergamo bassa si conclude all’Accademia Carrara, costituita alla fine del Settecento grazie alla donazione dei dipinti, delle stampe e dei disegni di Giacomo Carrara, e arricchitasi nei suoi due secoli di storia in virtù di oltre duecento lasciti e donazioni, tra le quali quelle di Guglielmo Lochis, Giovanni Morelli e Federico Zeri. Il percorso di visita è organizzato su due piani e ventotto sale, per un totale di oltre seicento opere esposte tra dipinti e sculture. L’itinerario abbraccia cinque secoli di storia dell’arte, dall’inizio del Quattrocento fino alla fine dell’Ottocento, comprendendo le principali scuole pittoriche italiane e anche opere provenienti dalle Fiandre e dall’Olanda. Tra i capolavori, la Madonna col Bambino di Mantegna, il Ritratto di Lionello d’Este di Pisanello, la Madonna di Alzano di Giovanni Bellini, la Nascita di Maria di Carpaccio e bottega, Giuliano de’ Medici di Sandro Botticelli, San Sebastiano di Raffaello. E, ancora, le Nozze mistiche di santa Caterina d’Alessandria di Lorenzo Lotto (di cui parlo nell’articolo menzionato), Giovane fumatore di Jan Miense Molenaer, Caterina Cornaro di Francesco Hayez, Paolo e Francesca di Gaetano Previati, Ricordo di un dolore di Giuseppe Pellizza da Volpedo. Di fronte all’Accademia Carrara si trova la GAMeC, Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea, che attorno alla collezione permanente organizza morte temporanee ed eventi.

Visitare Bergamo. Le mura
Le mura

Dall’Accademia Carrara si accede alla città alta attraversando porta sant’Agostino, costruita tra il 1561 e il 1574 e per secoli via di accesso provenendo da Venezia. E’ possibile, partendo da qui, compiere una passeggiata ad anello che percorre internamente gran parte delle mura cinquecentesche, riconosciute patrimonio dell’umanità dall’Unesco, ammirando splendidi panorami sulla città bassa e i bastioni, nonché i giardini pensili e le facciate dei palazzi nobiliari. Il percorso completo delle mura, lunghe cinque chilometri, permette di raggiungere le quattro porte cittadine ovvero – oltre alla già citata sant’Agostino – porta san Giacomo (la più spettacolare e scenografica, collegata da un ponte in muratura con la città bassa in direzione di Milano), porta sant’Alessandro (che metteva in comunicazione Bergamo con Lecco e Como), porta san Lorenzo (tramite per il Nord Europa, dalla quale passò Giuseppe Garibaldi insieme ai Cacciatori delle Alpi l’8 giugno 1859 liberando la città dal dominio austriaco). Fino al XX secolo tutte le porte venivano chiuse alle 22,00 per garantire la sicurezza della città: la chiusura era annunciata da 100 rintocchi battuti dal Campanone della Torre Civica. Per realizzare le mura, edificate a partire dal 1561, vennero demoliti oltre duecentocinquanta edifici, tra cui la chiesa di sant’Alessandro e il convento di santo Stefano: in realtà la cinta non fu mai posta d’assedio, e si è potuta conservare intatta fino ai nostri giorni.

Visitare Bergamo. Porta san Giacomo
Porta san Giacomo

Riprendendo il nostro itinerario a porta sant’Agostino, nei pressi della porta si trova il complesso di sant’Agostino, fondato nel XIII secolo dai padri Eremitani, e oggi sede del Dipartimento di Scienze Umane e Sociali dell’Università. La chiesa, l’unico edificio ecclesiastico sopravvissuto fra quelli presenti lungo la cinta delle mura – distrutti per consentirne la costruzione – nell’Ottocento divenne deposito di armi: oggi è l’Aula Magna dell’Università.

Di fronte si estende la spianata della Fara, luogo delle esecuzioni per impiccagione durante il dominio austriaco. Da qui parte via Porta Dipinta, una delle vie più belle di Bergamo, che consiglio di percorrere in tutta la sua lunghezza: a breve distanza sulla sinistra si erge la chiesa di san Michele al Pozzo Bianco, fra le chiese cittadine più antiche (già citata in un testamento longobardo del 774), che custodisce affreschi dal XII al XVI secolo tra cui quelli eseguiti da Lorenzo Lotto con Scene della vita di Maria (1525). Via Porta Dipinta termina in piazza Mercato delle Scarpe, dove si trova la stazione della funicolare che collega viale Vittorio Emanuele II con la città alta: questo impianto venne costruito nel 1887 con l’intento di salvare dall’isolamento l’abitato sul colle, in seguito allo sviluppo economico della città bassa. Dentro la stazione si trova lo storico Caffé, che dalla sua terrazza offre un bellissimo panorama.

Chiesa di san Michele al Pozzo Bianco
Chiesa di san Michele al Pozzo Bianco

La visita di Bergamo non può non comprendere la Rocca, raggiungibile dalla piazza dopo una breve salita: la fortificazione venne eretta sul colle di sant’Eufemia, dove si ritiene che i cristiani costruirono una delle chiese più antiche della città, intitolata alla santa. Il complesso venne costruito a partire dal 1331 per volere del re Giovanni di Boemia, terminato dai Visconti e quindi rafforzato dai veneziani. Dal suo torrione si gode una splendida vista sulla città, le Prealpi Orobie e la pianura fino a Milano, mentre la casa dei bombardieri ospita il Museo dell’Ottocento: anch’esso appartenente alla rete “Museo delle storie”, racconta la trasformazione della città tra Ancien Régime e Unità d’Italia. In particolare, narra la storia dei 174 bergamaschi che si unirono ai Mille di Garibaldi: in riferimento a questa spedizione, Bergamo viene detta anche “città dei Mille”. Il parco adiacente è dedicato ai caduti della prima Guerra Mondiale.

Piazza mercato delle scarpe
Piazza mercato delle scarpe

Scendendo dalla rocca si può raggiungere piazza del Fieno, su cui affacciano due case-torri medievali, esempio delle numerose che si ergevano in città nel XIII secolo. Nei pressi si trova il convento di san Francesco, esempio di architettura conventuale medievale con affreschi realizzati tra Trecento e Seicento. E’ possibile visitarne i due chiostri e la sala capitolare nonché le mostre temporanee qui organizzate, dedicate alla fotografia e al Novecento.

Nel corso della visita di Bergamo è impossibile non notare la poco distante torre del Gòmbito, risalente al XII secolo, situata all’incrocio (gòmbito deriva da compitum, “crocicchio”) tra il cardo e il decumano dell’abitato di epoca romana (rispettivamente le vie San Lorenzo/via Mario Lupo e via Gòmbito). Percorrendo via Gòmbito si giunge in piazza Vecchia, per secoli fulcro del potere politico cittadino, realizzata nel Quattrocento con la demolizione di alcuni edifici di epoca medievale e inglobando una piazza più antica, sede del mercato delle granaglie. La piazza, collocata esattamente sul luogo dell’antico foro romano, è circondata da edifici disposti in maniera così armonica da far dire a Le Corbusier “non si può toccare neppure una pietra, sarebbe un delitto”.

Visitare Bergamo. Piazza vecchia con la Torre Civica e la fontana del Contarini
Piazza vecchia con la Torre Civica e la fontana del Contarini

Al centro si trova la fontana donata nel 1780 alla città dal Podestà Alvise Contarini mentre sul lato nord-orientale si eleva la facciata del Palazzo Nuovo, per oltre tre secoli sede del Comune e dal 1928 della Biblioteca comunale “Angelo Mai”. Chiamato “nuovo” per distinguerlo dal “vecchio” (ovvero il Palazzo della Ragione), fu iniziato nel 1604 su disegno di Vincenzo Scamozzi, allievo di Palladio, e completato solo nel 1928 con la monumentale facciata in marmo bianco, realizzata sulla base dei disegni originali. Al suo interno custodisce pergamene, codici, incunaboli, musiche e, in particolare, la più ricca raccolta al mondo di opere di Torquato Tasso, poeta di origini bergamasche.

Di fronte al Palazzo Nuovo si erge il Palazzo della Ragione, costruito alla metà del XII secolo nel momento di maggior sviluppo del libero Comune: è il più antico palazzo comunale ancora esistente in Lombardia. Nel 1453 vennero aperti i fornici e due trifore sulla piazza Vecchia, e fu costruito lo scalone coperto che conduce al Salone delle Capriate posto al piano superiore. All’interno sono ospitati alcuni affreschi provenienti da chiese e case cittadine. Sotto la loggia si trova lo gnomone del 1789, che segna il mezzogiorno locale e indica la data lungo la meridiana incisa nel pavimento.

Palazzo nuovo sede della Biblioteca civica
Palazzo nuovo sede della Biblioteca civica

Accanto al Palazzo della Ragione si trova il Palazzo del Podestà, derivante dall’accorpamento di edifici diversi costruiti a partire dal XII secolo: tra di essi la fortificazione eretta dalla potente famiglia Suardi, dotata di torre (l’attuale Torre Civica). All’inizio del XIII secolo passò al Comune che ne fece la sede del Podestà fino ai primi del Quattrocento. Divenne poi centro dell’amministrazione della giustizia durante la dominazione veneziana, mentre oggi è il Museo del 500: tramite un percorso multimediale e interattivo si raccontano i cambiamenti legati alle grandi scoperte geografiche, l’influenza della Repubblica di Venezia sulla realtà bergamasca, la diffusione della stampa a caratteri mobili, la costruzione delle mura oggi patrimonio Unesco. A pian terreno si trova un’area archeologica, con mura e resti di botteghe di epoca romana.

Vista dalla Torre Civica verso il seminario e san Vigilio
Vista dalla Torre Civica verso il seminario e san Vigilio

Il percorso di visita di Bergamo non può prescindere dalla salita sulla Torre Civica – detta Campanone – che con i suoi 52,76 metri è la più alta della città. Eretta dalla famiglia Suardi nel XII secolo custodisce la campana più grande della Lombardia: ancora oggi alle 22,00 il campanone batte i cento rintocchi che annunciavano l’imminente chiusura delle porte cittadine. Dalla sommità (raggiungibile a piedi salendo 230 gradini, o in ascensore) si gode una vista unica, in particolare sulla Cappella Colleoni e la basilica di santa Maria Maggiore.

Oltre la loggia del Palazzo della Ragione si apre piazza del Duomo, sulla quale affacciano il Duomo di sant’Alessandro, la basilica di santa Maria Maggiore, la Cappella Colleoni e il Battistero. Il Duomo fu iniziato nel 1459 su disegno del Filarete: i lavori si protrassero per circa due secoli, fino alla consacrazione – avvenuta nel 1689 – della nuova cattedrale edificata su progetto di Carlo Fontana. Nel 1851 venne innalzata la cupola, nel 1889 fu inaugurata la facciata, nel 1898 il Battistero fu sistemato definitivamente nell’attuale collocazione. All’interno di sant’Alessandro si ammirano, in particolare, nella prima cappella a sinistra la pala di San Benedetto abate con i santi Girolamo e Ludovico da Tolosa di Previtali (1524), nella seconda cappella a sinistra la scultura di San Carlo Borromeo di Manzù (1946), nel coro il Martirio di san Giovanni Vescovo del Tiepolo (1745).

La decorazione della basilica di santa Maria Maggiore
La decorazione della basilica di santa Maria Maggiore

Sotto al porticato esterno una scala scende al Museo e Tesoro della Cattedrale: si ammirano i reperti della campagna di scavo che ha portato alla luce alcune domus del periodo romano (tra il I secolo a.C. e il I secolo d.C.), i resti della basilica paleocristiana dedicata a san Vincenzo (V secolo), la chiesa romanica (XII secolo) sulla quale fu edificata l’attuale cattedrale. Si trova inoltre una raccolta di oggetti liturgici, tra i quali la croce di san Procolo e il piviale di san Vincenzo.

Accanto al Duomo sorge la basilica di santa Maria Maggiore, fondata il 15 agosto 1137 come ringraziamento alla Vergine per aver protetto la popolazione dalla peste che nel 1133 colpì le terre bergamasche. La basilica venne edificata in stile romanico sul sito di una chiesa preesistente risalente all’VIII secolo, dedicata alla Madonna, e quindi adattata in forme gotiche a partire dal 1351: in quell’anno fu infatti iniziato il primo protiro alla testata del transetto sinistro – verso piazza Vecchia, in marmi policromi e a tre ordini architettonici sovrapposti. Nel 1360 venne costruito il secondo protiro alla testata del transetto destro, con formelle raffiguranti Cristo, gli apostoli, santi e manovali intenti al lavoro. Nel 1472 una delle absidi venne demolita per volontà di Bartolomeo Colleoni, al fine di ricavare lo spazio necessario alla costruzione della sua cappella funebre. Nel 1576 infine furono soppressi tutti gli altari laterali e tutte le pitture a fresco, una trasformazione che conferì alla chiesa il suo aspetto attuale.

Lorenzo Lotto, Gianfrancesco Capoferri, Tarsie dell'iconostasi della basilica di santa Maria Maggiore
Lorenzo Lotto, Gianfrancesco Capoferri, Tarsie dell’iconostasi della basilica di santa Maria Maggiore

L’interno a croce greca poliabsidata riflette i rimaneggiamenti del XVII secolo sull’originario impianto romanico: è caratterizzato dall’esuberante decorazione barocca e dalla ricchezza di opere d’arte risalenti ad epoche differenti. Sulla parete meridionale del transetto si ammira l’Albero della Vita, affrescato nel 1342 da un pittore anonimo, ispirato al Lignum Vitae di Bonaventura da Bagnoregio. Nel coro e nell’iconostasi si trovano le tarsie lignee opera di Gianfrancesco Capoferri e della sua scuola su disegno di Lorenzo Lotto, un capolavoro realizzato a partire dal 1524 (e concluso nel 1574) che merita – da solo – una visita approfondita (ne parlo nell’articolo sull’itinerario lottesco a Bergamo). Sulla parete di fondo si trova la tomba di Gaetano Doninzetti, famosissimo compositore simbolo di Bergamo nel mondo, e il grandioso Passaggio del mar rosso di Luca Giordano (1681) collocato al di sopra dell’arazzo centrale. Le pareti sono ornate da nove arazzi fiorentini con le Storie della Vergine e dell’Infanzia di Gesù, prodotti nell’arazzeria Medicea dal 1583 al 1586 su cartoni disegnati da Alessandro Allori. Lungo la navata destra si ammira un ricchissimo confessionale barocco, opera di Andrea Fantoni nel 1704 con l’impiego tre diversi tipi di legno. Nel transetto meridionale si trova l’ingresso al Tesoro della basilica e la salita ai matronei, percorso assai suggestivo che è possibile compiere a parte.

Visitare Bergamo. Cappella Colleoni e basilica di santa Maria Maggiore
Cappella Colleoni e basilica di santa Maria Maggiore

Dietro l’abside della basilica è situato il Fontanone, costruito nel 1312 al tempo della Signoria dei Visconti: la cisterna, insieme a quelle di piazza del Mercato delle Scarpe e di piazza Nuova (piazza Mascheroni) costituiva un sistema in grado di assicurare l’acqua alla popolazione durante i periodi di siccità o assedio.

Nelle pertinenze dell’antico palazzo vescovile si trova la Cappella di santa Croce, in stile romanico e a pianta centrale, risalente all’XI secolo. Indicata come cappella del vescovo nel 1169, costituiva l’ala della curia dove questi dava udienza: è stata rimaneggiata nel XVI secolo e quindi restaurata. La parte inferiore è appoggiata all’acquedotto che portava acqua alla vicinìa (quartiere) di Antescolis, di cui si ammira – fra la Cappella e la basilica di santa Maria Maggiore – la fontana a doppia arcata.

Accanto alla basilica di santa Maria Maggiore si trova la Cappella Colleoni, uno dei luoghi più maestosi di Bergamo: capolavoro del rinascimento lombardo, fu commissionata nel 1472 dal condottiero Bartolomeo Colleoni – uno dei più celebri capitani di ventura – all’architetto-scultore Giovanni Antonio Amadeo. Venne realizzata sul luogo dell’antica sagrestia di santa Maria Maggiore, di cui il Colleoni aveva ottenuto il permesso alla demolizione, e terminata nel 1476, un anno dopo la morte del condottiero. La sua facciata, coronata da cupola, è decorata da marmi policromi mentre sul basamento si trovano formelle con Scene del Vecchio Testamento e Storie di Ercole. All’interno si trova la monumentale tomba, insieme alla tomba della figlia Medea, opera sempre dell’Amadeo. Le lunette e i pennacchi della cupola furono affrescati dal Tiepolo (1733) con Scene della vita di san Giovanni Battista, in occasione del rinnovamento settecentesco della Cappella.

Visitare Bergamo. La facciata della Cappella Colleoni e il protiro della basilica di santa Maria Maggiore
La facciata della Cappella Colleoni e il protiro della basilica di santa Maria Maggiore

Per una visita approfondita consiglio di consultare il sito cappellacolleoni.smilevisit.it. Una curiosità: sulla cancellata esterna realizzata nel 1912 si trovano molti stemmi del condottiero, insieme a motivi decorativi ripresi dalla facciata e a motivi cristiani. La tradizione popolare suggerisce – come gesto scaramantico – di toccare queste armi (note come “le palle del Colleoni”), diventate lucide per i continui sfregamenti dei visitatori.

Fra la Cappella Colleoni e la Torre Civica si trova infine il Battistero, piccolo edificio ottagonale costruito nel 1340 all’interno della basilica di santa Maria Maggiore. Dal 1661 venne più volte smembrato e ricomposto – in modo arbitrario – fino ad essere definitivamente collocato sul lato ovest della piazza (dove oggi si trova) nel 1898.

Il Fontanone e l'abside della basilica di santa Maria Maggiore
Il Fontanone e l’abside della basilica di santa Maria Maggiore

Tornando sulla piazza Vecchia (dove affacciano due bar storici di Bergamo, il Caffé del Tasso e il Caffé Flora) è possibile riprendere il percorso di visita della città imboccando via Colleoni, prosecuzione di via Gòmbito sul tracciato del decumano romano. Ai numeri civici 9-11 sorge una delle abitazione della famiglia Colleoni, divenuta per volere del condottiero sede dell’istituzione caritativa Luogo Pio della Pietà. Poco oltre si trova la chiesa di sant’Agata nel Carmine, eretta dai Carmelitani nel 1451 con il convento annesso e poi rimaneggiata nel Settecento. La via termina nella piazza Nuova (piazza Mascheroni) dove si svolgeva il mercato delle granaglie e delle biade. Realizzata nella forma attuale nel 1520, venne chiamata “nuova” per distinguerla dalla “vecchia”, aperta quasi un secolo prima. Sulla piazza affacciano Palazzo Roncalli e la Torre della Campanella, di origine trecentesca, che dà accesso alla Cittadella. Questo complesso è la principale testimonianza del dominio visconteo a Bergamo, che si protrasse dal 1333 al 1428 (quando la città passò sotto il controllo di Venezia): sorse per volere di Bernabò Visconti come fortezza a difesa della città, speculare alla Rocca edificata sul colle di sant’Eufemia. Trasformata dai veneziani nel Cinquecento, fu adibita a scopi civili. Oggi qui hanno sede due musei, il Museo Civico di Scienze Naturali “Enrico Caffi” e il Civico Museo Archeologico, che raccoglie reperti dal periodo preistorico fino all’epoca longobarda. Sul lato nord della Cittadella svetta la Torre di Adalberto, nota anche come “Torre della fame” perché qui venivano rinchiusi i colpevoli di reati gravi: risalente al XII secolo, è una delle poche sopravvissute di quelle anticamente presenti nella città alta.

Torre della campanella
Torre della campanella

Passando sotto l’androne voltato della Cittadella si esce nello spazio alberato di Colle Aperto, delimitato a sinistra dalla porta di sant’Alessandro. Qui si trova il ristorante gelateria La Marianna, il cui proprietario Enrico Panattoni nel 1961 inventò un gusto di gelato divenuto famoso aggiungendo alla crema pezzetti di cioccolato fondente: la stracciatella. Salendo su per la scaletta di Colle Aperto (141 gradini) si raggiunge l’Orto Botanico Lorenzo Rota, inaugurato nel 1972: in 2.400 metri quadrati raccoglie oltre 1.200 tipi di piante, offrendo inoltre un bel panorama sulla città.

Superata porta sant’Alessandro si trova la stazione della seconda funicolare di Bergamo, risalente al 1912, che permette di raggiungere senza fatica il colle di san Vigilio. L’impianto fu realizzato proprio per favorire l’urbanizzazione del colle, collegandolo al resto della città. Vale la pena arrivare fino in cima, dove a 496 metri di altezza si trova il castello, costruito nel XII secolo su strutture più antiche: oggi presenta quattro torrioni con cannoniere e feritoie ed è adibito a parco pubblico, dal quale godere una vista davvero imperdibile. San Vigilio infatti è immerso nel verde, ed è un ottimo punto di partenza per passeggiare nel Parco dei Colli, il parco di 4.700 ettari che circonda la città. Oltre che in funicolare, è inoltre raggiungibile percorrendo la Salita dello Scorlazzino e dello Scorlazzone, che partono da Borgo Canale e arrivano fino alla chiesa: sono sentieri a scalette che, insieme a molti altri attorno a Bergamo alta, hanno da sempre consentito di raggiungere l’abitato – a piedi, a cavallo o con i muli – provenendo dalla piana. Suggerisco di percorrerne qualcuno per avvicinarsi in un altro modo, ricco di silenzio e di storia, alla città sul colle.

Visitare Bergamo. Salita dello Scorlazzone
Salita dello Scorlazzone

I percorsi esistenti sono moltissimi: tra di essi la Scaletta delle More da via dello Statuto a Borgo Canale (poi Salita dello Scorlazzino e dello Scorlazzone fino a san Vigilio); la Scaletta del Paradiso che da via Riva Villasanta arriva fin sotto le mura in via Tre Armi; la Via Santa Lucia Vecchia, che arriva sempre in via Tre Armi partendo da via santa Lucia; la Scaletta della funicolare, che da via Vittorio Emanuele II porta al vicolo san Carlo e alla porta san Giacomo. Alle scalette è dedicato un degli eventi cittadini più sentiti e partecipati, la Millegradini, manifestazione podistica ma anche gara non competitiva e amatoriale, in occasione della quale vengono aperti al pubblico luoghi storici e culturali generalmente chiusi o poco visitabili.

Un altro modo poco usuale per visitare Bergamo è ammirarne il volto sotterraneo: a tale proposito suggerisco di soffermarsi lungo le mura presso i bastioni di san Michele e di san Giovanni, perché al loro interno si trovano le cannoniere, costituite da corridoi percorribili anche a cavallo e sale voltate adibite a vari scopi, tra cui deposito di munizioni. Questi ambienti sono visitabili grazie all’itinerario “Bergamo sotterranea”, percorso di grande fascino che permette di conoscere la vita militare della città al tempo della dominazione veneziana. Appartenente allo stesso itinerario è anche la Fontana del Lantro, grandiosa cisterna in pietra che faceva parte del capillare sistema idrico cittadino: nota sin dal 928, è situata in fondo a via Boccola sotto l’ex sagrestia della chiesa di san Lorenzo. La costruzione che si ammira risale alla seconda metà del Cinquecento e rifornì d’acqua la popolazione fino alla fine dell’Ottocento.

Video della Fontana del Lantro:

Non si può dire di aver visitato Bergamo se non si è sostato almeno in un luogo legato alla vita di Gaetano Donizetti, il grande compositore che nacque, visse e morì in questa città, protagonista del teatro europeo del primo Ottocento. In Borgo Canale al civico 14 si trova la casa dov’egli nacque nel 1797 e visse gli anni dell’infanzia: qui sono esposti cimeli e fotografie. In via Arena, alle spalle della basilica di santa Maria Maggiore, si trova il Museo Donizettiano, che permette di conoscere la vita, la personalità e le opere del bergamasco più famoso nel mondo. In santa Maria Maggiore si trova il suo monumento funebre, e a lui è intitolato il teatro cittadino, fondato nel 1786 in piazza Cavour. Al suo celebre concittadino è inoltre dedicato l’annuale Festival internazionale Donizetti Opera, che si svolge in tutta la città tra novembre e dicembre, con opere e concerti.

Torre Gòmbito
Torre Gòmbito

Il Festival Doninzetti opera è solo uno degli innumerevoli eventi che si svolgono in città nel corso dell’anno. Tra gli appuntamenti più partecipati, solo a titolo di esempio: BergamoScienza, Landscape Festival – I Maestri del Paesaggio, BergamoJazzFestival, Millegradini, Festival Città Impresa… Tra festival di narrazioni, filosofia, cinema e molto altro, la stagione dei grandi eventi in città non finisce mai.

Consiglio infine di approfittare del soggiorno a Bergamo per scoprire la cucina e più in generale i prodotti e i sapori tipici della Bergamasca: imperdibili la polenta e la polenta taragna, i casoncelli, lo scarpinocc di Parre; fra i formaggi (la provincia di Bergamo è prima a livello nazionale per la produzione di formaggi riconosciuti a marchio DOP) il Branzi, lo Strachitunt, il Quartirolo, il Taleggio, il Fiurì, il Bitto, lo Stracchino; nella norcineria il cotechino della Bergamasca, il salame bergamasco, il prosciutto crudo “il botto”, la testina bergamasca; fra i vini il Moscato di Scanzo dop, il Valcalepio dop e i vini delle Terre del Colleoni. E ancora, il miele della Bergamasca, la scarola dei colli di Bergamo, l’olio d’oliva del Sebino e, concludendo con i dolci: polenta e osei, la torta Donizetti, la torta di Treviglio.

Case-torri in piazza mercato del fieno
Case-torri in piazza mercato del fieno

Dove mangiare: consiglio da Bernabò in piazza Mascheroni, cucina lombarda con un servizio attento e premuroso; da Mimmo, ristorante storico a conduzione familiare in via Colleoni; al Baretto di san Vigilio, con menù d’ispirazione bergamasca, un’ottima carta dei vini e una splendida vista sulla città.

Informazioni utili: prima di visitare Bergamo consiglio innanzitutto di navigare nel sito internet istituzionale del Comune, www.visitbergamo.net, ricchissimo di informazioni storiche e indicazioni logistiche. Per ammirare le chiese e le istituzioni culturali nelle quali sono presenti opere di Lorenzo Lotto, rimando ai riferimenti inseriti in calce all’articolo dedicato: tra di essi riporto qui, per comodità, i siti internet dell’Accademia Carrara (www.lacarrara.it) e della basilica di santa Maria Maggiore (www.fondazionemia.it). I sei musei cittadini che fanno parte della rete “Museo delle Storie” (Campanone, Palazzo del Podestà, Museo Donizettiano, Torre dei Caduti, Convento di san Francesco, Rocca) sono tutti on line sul sito www.museodellestorie.bergamo.it. Per visitare il Duomo di sant’Alessandro rimando al sito internet www.cattedraledibergamo.it, mentre l’indirizzo on line della Gamec, Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea è gamec.it. Gli orari infine delle due funicolari, così come dei trasporti pubblici, sono indicati sul sito dell’Azienda www.atb.bergamo.it.

Altre immagini:

La mappa dell’itinerario per visitare Bergamo:

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