Cattedrale di Palermo

Visitare Palermo passeggiando per chiese, musei, oratori, mercati

Chiese di Palermo. San Giovanni degli Eremiti, chiesa e chiostro
San Giovanni degli Eremiti, chiesa e chiostro

Visitare Palermo significa ammirare una grande capitale della storia, della cultura, dell’arte. Una città dai mille volti: la Palermo araba e normanna, quella gotica e rinascimentale, la città barocca, quella del Seicento e Settecento, il capoluogo dell’Ottocento e del Novecento. Le chiese, i palazzi, i musei, i mercati, scandiscono la visita, che può svolgersi in una varietà di itinerari sia in chiave tematica, sia in senso geografico, camminando nei mandamenti del centro e lasciandosi condurre dalla curiosità e da ciò che la città rivela.

Prima di addentrarsi fra le strade e i vicoli cittadini, ecco allora qualche indicazione tematica, sì da offrire suggestioni di visita in base ad alcuni elementi di interesse.

Le chiese

Chiese di Palermo. Chiesa del Gesù, le cappelle
Chiesa del Gesù, le cappelle

Le chiese sono una delle testimonianze più eloquenti delle epoche che hanno segnato lo sviluppo di Palermo, dall’epoca arabo-normanna a quella gotica, rinascimentale e barocca. Fra di esse vi sono capolavori patrimonio dell’umanità come la Cappella Palatina e la Martorana, e stupefacenti creazioni barocche tra cui la chiesa del Gesù e la chiesa di santa Caterina. Un percorso di visita di Palermo potrebbe essere dedicato esclusivamente alle sue chiese, come racconto in questo articolo.

Gli oratori

Agli appassionati di barocco consiglio di visitare gli oratori cittadini, in particolare quelli decorati con cicli a stucco realizzati da Giacomo Serpotta. Degli oltre cento oratori attivi nella città tra Sei e Settecento, espressione e luoghi di identità delle compagnie che qui si riunivano per svolgere le proprie attività devozionali e caritatevoli, quelli a mio parere imperdibili sono gli oratori del Rosario di santa Cita, di san Lorenzo e del Santissimo Rosario di san Domenico. Ad essi ho dedicato un approfondimento.

Oratorio di san Lorenzo
Oratorio di san Lorenzo

I musei

Un altro modo per scoprire e visitare Palermo è ammirare i tesori custoditi nei suoi musei, a partire da Palazzo Abatellis, sede della Galleria Regionale della Sicilia. Il palazzo è di grande interesse anche dal punto di vista architettonico: risalente agli anni Novanta del Quattrocento, venne pesantemente bombardato durante la Seconda Guerra Mondiale e fu restaurato da Carlo Scarpa, che l’adattò a sede museale. Custodisce una raccolta di sculture – fra cui spicca il busto di Eleonora d’Aragona, opera mirabile di Francesco Laurana – il celebre affresco quattrocentesco del Trionfo della Morte, nelle forme del gotico internazionale – una ricchissima pinacoteca. Fra i capolavori l’Annunziata di Antonello da Messina e il Trittico Malvagna di Jan Gossaert, oltre a opere di Ribera, Mattia Preti, Pietro Novelli. Un altro museo da non perdere è l’Archeologico Regionale “Antonino Salinas”, che ospita una delle raccolte più vaste d’Italia. Sono da ammirare le sculture e le metope provenienti da Selinunte, le raccolte di bronzi, la raccolta di gronde a testa leonina provenienti dal tempio della Vittoria di Himera.

Visitare Palermo, Galleria Regionale della Sicilia, Antonello da Messina, Annunziata
Galleria Regionale della Sicilia, Antonello da Messina, Annunziata

L’arte moderna e contemporanea si trova al Riso – Museo Regionale di Arte moderna e contemporanea presso palazzo Belmonte Riso: qui si trova una ricca collezione permanente, con opere di artisti siciliani della seconda metà del Novecento (tra cui Accardi, Consagra, Isgrò) e maestri che hanno lavorato in Sicilia (come l’installazione di Kounellis “Senza titolo”). A Palazzo Chiaramonte Steri, sede del Rettorato dell’Università, si trova La Vucciria di Renato Guttuso, ospitata nella Sala Magna al primo piano: anche il soffitto della sala, realizzato alla fine del Trecento, è un’opera d’arte, con storie medievali e motivi della tradizione musulmana. Nello stesso palazzo si trovano anche le Carceri dei penitenti, sulle cui pareti si possono ancora leggere i disegni e le scritte delle vittime dell’Inquisizione qui rinchiuse dal Seicento in poi. L’ultimo museo che consiglio di visitare è Palazzo Branciforte, edificato nel suo primo nucleo alla fine del Cinquecento e nell’Ottocento concesso al “Monte della Pietà per la pignorazione”. Colpito e incendiato da una bomba durante i moti del 1848, l’edificio fu ricostruito e in parte radicalmente modificato con la realizzazione delle strutture a scaffali lignei a tutta altezza che ancora oggi si ammirano, funzionali all’attività del prestito su pegno. Danneggiato dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, il palazzo è infine stato restituito nel 2012 alla città di Palermo in seguito al restauro di Gae Aulenti, che ha valorizzato le collezioni qui custodite. Il percorso di visita, su due piani, comprende al piano terreno le Collezioni di archeologia e di maioliche antiche, al primo piano le Collezione filatelica e numismatica, le sculture del XIX e XX secolo e la Biblioteca, costituita da un patrimonio librario di oltre cinquantamila volumi nella suggestiva cornice della sala di lettura. Di grande impatto scenico è l’opera di Ignazio Moncada di Paternò dal titolo “Attraverso Palermo” che si estende sul soffitto della sala. Da questo ambiente si accede agli affascinanti locali del Monte di Pietà, raro esempio di composizione architettonica lignea ottocentesca, all’interno dei quali sono esposti i pupi siciliani della Collezione Giacomo Cuticchio.

Cappella Palatina, cupola e absidi
Cappella Palatina, cupola e absidi

I palazzi e le residenze private

Palermo è ricchissima di palazzi e residenze private, a partire dall’imperdibile Palazzo dei Normanni: situato nel nucleo più antico della città, sopra le rovine di un insediamento punico e di una successiva fortezza (Qasr) edificata durante la dominazione araba, con l’arrivo dei Normanni nel 1072 venne ampliato e ricostruito. Dal 1130, anno dell’incoronazione di Ruggero II, divenne Palazzo Reale, centro nevralgico del potere normanno. Il percorso di visita consente di ammirare la splendida Cappella Palatina, eretta per volontà di Ruggero II di Altavilla nel corso dei lavori di ampliamento: rappresenta l’affascinante sintesi delle culture e dei popoli che all’epoca convivevano a Palermo e nel Regno di Sicilia: l’architettura è occidentale, la pittura islamica, i mosaici bizantini. Oltre alla Cappella, si ammirano alcuni ambienti del complesso monumentale del Palazzo a partire dal suo splendido cortile, la sala di Re Ruggero e la sala dei Venti (appartenenti al nucleo normanno), gli Appartamenti Reali (fra cui la sala dei Viceré, la sala Pompeiana, la sala d’Ercole), le sale del Duca di Montalto al piano terreno (che ospitano esposizioni temporanee).

Il video della sala di Ruggero II:

Fra le residenze private da visitare suggerisco Palazzo Valguarnera-Gangi, celebre per aver ospitato le riprese del sontuoso e indimenticabile ballo de Il Gattopardo di Luchino Visconti. La sua galleria degli specchi, dove fu girata la scena del ballo, è un magnifico e sfarzoso esempio di barocco settecentesco conservatosi inalterato nel tempo.

Palermo, Palazzo Ajutamicristo
Palazzo Ajutamicristo

Nel mandamento della Kalsa consiglio una sosta presso Palazzo Ajutamicristo: risalente alla fine del Quattrocento, rivela l’influenza rinascimentale nelle forme del tardogotico catalano. Da ammirare il suo cortile, su cui affaccia un portico ad archi ribassati, con soprastante loggia ad archi acuti. Altre residenze private sono Palazzo Alliata di Villafranca (in piazza Bologni), Palazzo Asmundo (casa-museo settecentesca di fronte alla cattedrale), Palazzo Mirto (alle spalle di santa Maria dei Miracoli, esempio di dimora nobiliare novecentesca), Palazzo Sclàfani (dietro palazzo Asmundo, esempio di architettura civile di epoca aragonese).

Visitare Palermo passeggiando nei suoi mandamenti

Palermo, Quattro Canti
Quattro Canti

Per visitare Palermo consiglio di partire dai Quattro Canti, che per la sua posizione centrale è un ottimo punto di riferimento per la scoperta della città. Risalente alla risistemazione urbanistica di epoca spagnola, la piazza – nota come piazza Vigliena, Ottangolo o Teatro del Sole – è definita dalle facciate dei quattro cantoni realizzate ai primi del Seicento. Ogni facciata presenta la medesima ripartizione, con le fontane delle quattro Stagioni al primo ordine, le statue dei re spagnoli Carlo V, Filippo II, III e IV nelle nicchie al secondo ordine, le sculture delle sante Cristina, Ninfa, Oliva e Agata (protettrici dei quattro quartieri retrostanti) nelle nicchie al terzo ordine, e gli stemmi imperiali nel coronamento.

Ai Quattro Canti si incrociano corso Vittorio Emanuele – l’asse longitudinale che congiunge il mare al palazzo dei Normanni, allargato nel Cinquecento rispetto al tracciato medievale – e via Maqueda. Corso Vittorio Emanuele è noto anche con il nome di Càssaro, che deriva la propria origine dalla parola araba al-Qasr, ovvero castello, in riferimento alla roccaforte eretta dagli arabi nel IX secolo divenuta poi Palazzo dei Normanni.

Porta Nuova
Porta Nuova

Le due porte di accesso al Càssaro sono Porta Nuova – eretta nel 1583 di fianco al Palazzo, riedificata nelle forma attuali nel 1669 – e Porta Felice, costruita da Marcantonio Colonna nel 1582 per celebrare il compimento dell’ultimo tratto del Càssaro, scenografico accesso alla città dal lato del mare. Via Maqueda venne aperta nel Seicento ortogonalmente al corso Vittorio Emanuele, dando – come detto – luogo alla creazione di piazza Vigliena. Il suo rettilineo venne poi ripreso con l’apertura del viale della Libertà, porta di accesso alla Palermo ottocentesca.

Piazza Vigliena rappresenta dunque il centro di Palermo perché dall’intersezione di corso Vittorio Emanuele e via Maqueda hanno origine i quattro mandamenti, i rioni storici, della città: Albergaria e Ballarò – nucleo originario dell’antica Panormos fenicia, il Capo – dove si ritirò la popolazione araba all’arrivo dei Normanni, Castellammare – quartiere dei commercianti e degli artigiani in cui è compresa la Vuccirìa, la Kalsa – fondata in epoca araba.

Albergaria e Ballarò

Chiese di Palermo. San Giuseppe dei Teatini. Volta del transetto e della cupola
San Giuseppe dei Teatini. Volta del transetto e della cupola

Visitare Palermo significa anche e soprattutto addentrarsi nei suoi rioni, scoprendone le specificità nei luoghi d’arte, di commercio e di vita. Partendo dal mandamento di Albergaria e Ballarò, fra i luoghi da ammirare consiglio la chiesa di san Giuseppe dei Teatini (eretta proprio allo spigolo dei Quattro Canti), la chiesa del Gesù (capolavoro del barocco palermitano), il complesso di san Giovanni degli Eremiti (appartenente al circuito arabo-normanno): le racconto nell’articolo sulle chiese di Palermo. Vi è poi il Palazzo dei Normanni con l’imperdibile Cappella Palatina e il mercato di Ballarò, il più antico mercato palermitano che si svolge lungo via Ballarò e via casa Professa, fino alla chiesa del Carmine. Lungo corso Vittorio Emanuele si apre piazza della Vittoria, su cui si estendono i bei giardini di villa Bonanno, oasi verde che invita alla sosta e al riposo. Accanto al Palazzo dei Normanni si erge infine la Porta Nuova.

Il Capo

Palermo, Teatro Massimo
Teatro Massimo

Lungo l’altro lato del Càssaro si sviluppa il mandamento del Capo, dove si trova la Cattedrale (ne parlo in questo articolo), le chiese dell’Immacolata Concezione, di sant’Agostino, di santa Ninfa dei Crociferi; il Riso – Museo regionale di Arte Moderna e Contemporanea, il Teatro Massimo. Proprio il Massimo, edificato nel 1897 su progetto dell’architetto Giovan Battista Filippo Basile, segna il limite del rione, trovandosi al confine tra la città barocca e quella liberty.

Oltre il Capo

Oltre i due rioni del Capo e di Albergaria si trovano alcuni luoghi da comprendere nella visita di Palermo: la Zisa, la Cuba, le catacombe dei Cappuccini. Il palazzo della Zisa – iniziato nel 1165 da Guglielmo I e terminato da Guglielmo II – fu eretto al di fuori delle mura della città antica e deriva il suo nome dall’arabo al-Aziz, ovvero “lo splendido”.

Galleria Regionale della Sicilia, Trionfo della morte
Galleria Regionale della Sicilia, Trionfo della morte

Collocato all’interno di un giardino che intendeva rievocare l’immagine del paradiso terrestre, è esempio dell’architettura palaziale araba-normanna: al piano terreno si trova la sala della fontana, decorata con mosaici e volte a muqarnas. La Cuba, analogo esempio di palazzo arabo-normanno, fu costruita nel 1180 da Guglielmo II ed era collegata al Palazzo dei Normanni da un immenso giardino: sviluppata attorno a un quadrato centrale scoperto, in origine era circondata da bacini artificiali in cui la sua costruzione, un parallelepipedo compatto, si specchiava. Proprio in questo “castello con uno splendido giardino” il Boccaccio ambientò una delle novelle del suo Decamerone (novella VI della Quinta Giornata). Le catacombe dei Cappuccini sono un vasto cimitero annesso all’omonimo convento: dal 1599 al 1881 qui, lungo un labirinto di corridoi sotterranei, vennero sepolte oltre ottomila persone, frati ed esponenti delle famiglie più importanti del tempo. Le salme sono per lo più allo stato di scheletro, poche mummificate: molte sono poste in piedi, nei loro abiti originali, altre sedute o distese in urne di cristallo. I corpi sono distribuiti secondo una precisa categorizzazione, articolata per corridoi distinti: ad esempio i bambini, gli insegnanti, gli ecclesiastici.

La Kalsa

Ritornando verso i Quattro canti e percorrendo per alcuni passi via Maqueda si giunge in piazza Pretoria, il primo dei luoghi che consiglio di visitare a Palermo nel mandamento della Kalsa. La piazza è occupata quasi interamente dalla magnifica fontana Pretoria realizzata alla metà del Cinquecento per una villa fiorentina. Venne acquistata dal senato cittadino, smontata e qui rimontata: è animata da un ricchissimo corredo di sculture di divinità pagane, di teste di animali ed allegorie. Si dice che alla vista delle statue i religiosi della vicina chiesa dei Teatini si indignarono, additando l’opera quale “fontana della vergogna”.

Il video:

Sul lato opposto della piazza si estende la chiesa di santa Caterina, magnifico esempio di barocco siciliano, affiancata dal monastero di cui consiglio la visita. La chiesa affaccia su piazza Bellini, sulla quale si trovano anche la Martorana e san Cataldo, appartenenti al circuito arabo-normanno.

Chiesa di san Francesco
Chiesa di san Francesco

Di questi tre luoghi parlo nell’articolo dedicato alle chiese imperdibili di Palermo. Attraversando via Roma, aperta nel corso dell’Ottocento tagliando i rioni della Kalsa e di Castellammare e distruggendone l’originaria fisionomia, si giunge presso la chiesa di san Francesco e l’attiguo oratorio di san Lorenzo, uno dei magnifici oratori palermitani decorati con un ciclo a stucco opera di Giacomo Serpotta. Le sculture del Serpotta si possono ammirare anche nel vicino oratorio dei Bianchi, dove sono raccolti gli stucchi appartenenti al primitivo oratorio (oggi non più esistente) e ad altre chiese ed oratori di Palermo. Su piazza Marina – nel cui giardino si trovano splendidi esempi di ficus magnolioides – affaccia Palazzo Chiaramonte Steri, mentre tornando verso il Càssaro si trovano il Museo internazionale delle marionette – che custodisce oltre tremila pezzi fra pupi, burattini e marionette – e infine porta Felice.

Foro italico
Foro italico

Superata la porta si estende il Foro Italico, che costeggia il mare e le antiche mura difensive della città. Un’altra porta di accesso alla città è la scenografica Porta dei greci che conduce direttamente alla piazza della Kalsa. Sempre in questo mandamento si trovano la chiesa e il complesso di santa Maria dello Spasimo e la chiesa della Magione (di cui parlo nell’articolo sulle chiese palermitane), oltre a palazzo Ajutamicristo. Meta imperdibile è Palazzo Abatellis, sede della Galleria Regionale della Sicilia, accanto al quale si eleva la chiesa di santa Maria degli Angeli. Oltre viale Lincoln si trovano l’Orto Botanico, fondato nel 1789 al di fuori del tracciato delle antiche mura, il Museo di Zoologia Donderlein, il giardino di Villa Giulia intitolato alla moglie di Marcantonio Colonna, Giulia d’Avalos.

Castellammare

Oratorio del santissimo Rosario in santa Cita
Oratorio del santissimo Rosario in santa Cita

Attraversando il Càssaro si estende il mandamento di Castellammare, dove si trovano due splendidi oratori decorati dal Serpotta (del Rosario di san Domenico e del Rosario di santa Cita), e le chiese di san Domenico, santa Maria in Valverde, santa Maria della Catena (di cui parlo nell’articolo sulle chiese di Palermo), oltre a quelle di san Matteo e san Giorgio dei Genovesi. Sul mare, a poca distanza da santa Maria della Catena, vi sono i resti del Castello arabo-normanno, di cui una torre è sopravvissuta alle demolizioni e distruzioni novecentesche. Nel rione si trova il vecchio quartiere della Vuccirìa, dove si svolgeva il celebre mercato immortalato da Guttuso. Percorrendo via Roma, su cui affaccia il palazzo delle Poste e dei Telegrafi – esempio di architettura fascista su progetto di Angiolo Mazzoni – si giunge al Museo archeologico regionale “Antonino Salinas”, che insieme al vicino palazzo Branciforte è una delle sedi museali da visitare nel mandamento di Castellammare. Lungo la vicina via Bara all’Olivella si incontra il Laboratorio Teatrale Figli d’Arte Cuticchio, che nel teatro al civico 95 propongono spettacoli di pupi dedicati alla storia dei paladini di Francia.

Visitare Palermo, Teatro dei Pupi dei Figli d'arte Cuticchio
Teatro dei Pupi dei Figli d’arte Cuticchio

Visitare la Palermo ottocentesca

Oltre il rione di Castellammare si estendeva la città ottocentesca, di cui restano testimonianze nei villini art nouveau: il villino Florio, villa Malfitano Whitaker, il villino Basile, villa Igiea. In piazza Ruggero Settimo si erge il Teatro Politeama, costruito tra il 1867 e il 1874 in forme classicheggianti di ispirazione pompeiana, con il fronte che ricorda un arco di trionfo sormontato da una quadriga in bronzo e da due geni a cavallo. Fra i giardini segnalo il giardino inglese, il giardino di Villa Trabia alle Terre Rosse, il parco della Favorita, che si estende ai piedi del monte Pellegrino. Fra le istituzioni museali, villa Zito (dove si trova la pinacoteca della Fondazione Sicilia) e il Museo etnografico siciliano Pitrè, situato all’interno del parco della Favorita insieme alla Palazzina Cinese, interpretazione fantasiosa di motivi cinesi, accostati a elementi classicheggianti e gotici: questo edificio in stile eclettico fu costruito nel 1799 per Ferdinando I di Borbone, e ospitò anche l’ammiraglio Nelson e Lady Hamilton.

Antica Focacceria san Francesco
Antica Focacceria san Francesco

La Palermo che lotta contro la mafia

Un itinerario di grande interesse per visitare Palermo è quello dedicato ai luoghi simbolici legati alla lotta alla mafia: fra di essi, la casa dove nacque Paolo Borsellino (in via della Vetriera 57), l’albero di Falcone (la magnolia in via Notarbartolo 23 davanti alla casa del magistrato), la targa di Joe Petrosino (apposta sul luogo dove il poliziotto fu ucciso nel 1909, in piazza Marina), la chiesa di san Domenico (dove riposano le spoglie delle vittime delle stragi di Capaci e via d’Amelio – fra cui Giovanni Falcone e Paolo Borsellino), l’Antica Focacceria san Francesco (nella piazza omonima, è stata tra le prime ad opporsi al pagamento del pizzo), il Palazzo di Giustizia (costruito negli anni Trenta in stile fascista, vi lavorò il pool antimafia guidato da Antonino Caponnetto), la casa-museo del beato Giuseppe Puglisi (allestita nella casa dove il sacerdote visse fino al 1993, quando fu ucciso dalla mafia davanti alla porta. Le sue spoglie riposano nella Cattedrale).

Palazzo Branciforte, Sala di lettura della Biblioteca
Palazzo Branciforte, Sala di lettura della Biblioteca

Fuori dal centro: Monreale

Fra i luoghi da visitare poco fuori Palermo segnalo il duomo di Monreale, che si può raggiungere in tre quarti d’ora con il bus 389 da piazza Indipendenza: la chiesa appartiene all’itinerario arabo-normanno e rappresenta un capolavoro d’arte medievale, sintesi di arte islamica, romanica e bizantina. Fondata nel 1174 da Guglielmo II, venne portata a termine insieme all’abbazia, al Palazzo reale e al Palazzo arcivescovile, insieme ai quali costituisce un corpo unitario. I portali bronzei della facciata sono opera di Bonanno Pisano (che in questi riprese e ampliò il programma iconografico della porta di san Ranieri del duomo di Pisa), mentre quelli sul fianco sinistro furono realizzati da Barisano da Trani (autore dei battenti della cattedrale di san Nicola a Trani). L’interno è rivestito da mosaici a fondo oro che ricoprono una superficie di oltre 6300 metri quadrati, lungo le pareti delle navate e delle absidi, opera di maestranze locali e in parte di artigiani veneziani. Accanto alla chiesa si può ammirare il chiostro dell’antico convento dei Benedettini, anch’esso del tempo di Guglielmo II.

Visitare Palermo, Cappella di santa Rosalia nella cattedrale
Cappella di santa Rosalia nella cattedrale

Feste ed eventi

Fra gli eventi cittadini che considero imperdibili vi è il Festino di santa Rosalia, che ogni anno il 15 luglio celebra la venerata patrona della città. Il culmine dei festeggiamenti è la solenne processione che percorre il Càssaro da Porta Felice fino alla Cattedrale, dove entro un’urna d’argento, nella cappella a lei dedicata, sono custodite le reliquie della santa. Fra le manifestazioni suggerisco il festival “Le vie dei Tesori”, che si svolge nel mese di ottobre e nell’arco di cinque fine settimana consente – grazie a un programma di aperture straordinarie e visite guidate – di ammirare luoghi altrimenti poco accessibili o chiusi al pubblico (leviedeitesori.com/palermo). In ambito teatrale consiglio di assistere a uno spettacolo nella suggestiva cornice del Teatro Massimo, che è possibile ammirare anche nel corso di una visita guidata che include, oltre alla sala grande, il salotto annesso al palco reale, la sala pompeiana, la sala degli stemmi, il foyer (www.teatromassimo.it). Suggerisco anche di partecipare a uno spettacolo di pupi siciliani, che permette di comprendere la storia antica, il fascino e la maestria di quest’arte: personalmente ho assistito a uno spettacolo organizzato nel teatro dei Figli d’Arte Cuticchio (www.figlidartecuticchio.com). Infine, per essere informati su tutto quel che accade in città, gli eventi culturali, turistici e di spettacolo, consiglio di consultare il sito internet di Balarm, www.balarm.it.

Palazzo Branciforte, Collezione dei Pupi
Palazzo Branciforte, Collezione dei Pupi

Dove mangiare

Sono molti i luoghi dove sono stata nel corso degli anni. Consiglio senza indugio quelli dove si possono assaggiare le specialità tipiche: panino con la meusa, panelle, crocchè e arancine, la pasta con le sarde secondo la ricetta tradizionale palermitana (che prevede l’utilizzo dello zafferano). Tra questi, Nni Franco U Vastiddaru in piazza Marina, l’Antica Focacceria san Francesco (in piazza san Francesco), Da Basile in via Bara all’Olivella, alla Trattoria il Bersagliere a Ballarò. Fra i ristoranti, segnalo la Trattoria ai normanni (accanto a Palazzo dei Normanni) e il ristorante Quattro Mani alla Kalsa (via Riso 3).

Fra i locali, per un tuffo nel passato consiglio l’Antico caffè Spinnato, fondato nel 1860 in una traversa di via Ruggero Settimo: si respira ancora un’atmosfera antica, piena di suggestione. Per riscoprire i dolci delle antiche ricette delle monache di santa Caterina – tra i quali la prelibata Martorana – suggerisco di visitare la pasticceria  “I segreti del chiostro” che, aperta negli ambienti del monastero, propone gli squisiti dolci che lo resero celebre.

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