Giovanni Boldini a Pistoia, da sinistra Riposo di contadini, Pagliaio e la Battitura del grano

Giovanni Boldini a Pistoia, la storia delle pitture murali dimenticate

Giovanni Boldini a Pistoia, da sinistra Riposo di contadini, Pagliaio e la Battitura del grano
Giovanni Boldini, da sinistra Riposo di contadini, Pagliaio e la Battitura del grano

All’età di venticinque anni Giovanni Boldini, durante il suo soggiorno in Toscana, realizzò un ciclo di tempere murali di soggetto agreste in una villa della campagna di Pistoia, Villa La Falconiera. In seguito alla sua partenza per Londra, dell’opera andò persa la memoria: fu ritrovata dopo la morte del maestro solo grazie alla tenacia della vedova, Emilia Cardona, protagonista di una vicenda romanzesca.

Boldini (Ferrara, 1842 – Parigi 1931) all’epoca del suo arrivo a Firenze era un giovane pittore, ancora lontano dal successo internazionale di ritrattista mondano dell’élite della Belle Époque. Entrato in contatto con l’ambiente dei Macchiaioli, iniziò a frequentare – grazie all’amicizia di Telemaco Signorini, Michele Gordigiani e Cristiano Banti – i ritrovi degli stranieri allora residenti in città: qui conobbe Isabella Robinson Falconer, una nobildonna inglese appassionata d’arte, che ne intuì il talento e l’ospitò per lunghi periodi nella propria villa nei pressi di Pistoia, Villa La Falconiera.

Giovanni Boldini, Paesaggio marino (forse Castiglioncello)
Giovanni Boldini, Paesaggio marino (forse Castiglioncello)

Su richiesta della Falconer, Boldini decorò le pareti della sala da pranzo con un ciclo di tempere “a secco” raffigurante impressioni del paesaggio toscano: si ammirano La raccolta del letame, un Paesaggio marino (forse Castiglioncello), la Guardiana di capre presso il mare, Palme e aranci, Contadina che raccoglie la biancheria, Riposo di contadini, Pagliaio e la Battitura del grano. Nel 1869 Isabella Robinson Falconer venne a mancare e Boldini lasciò Firenze per trasferirsi a Londra e poi a Parigi, dove conobbe il successo. Villa La Falconiera fu venduta e del ciclo si perse il ricordo.

Emilia Cardona, la giornalista che Boldini aveva sposato a Parigi nel 1929 e che dopo la morte del maestro era tornata in Italia, negli anni Trenta del Novecento viaggiò per la Toscana alla ricerca delle pitture murali che il marito aveva realizzato in una città di cui non ricordava il nome, ma che cominciava per “P”. Giunta a Villa La Falconiera la ispezionò senza successo, ma sul punto di andarsene notò una vecchia rimessa di attrezzi agricoli, che non era altro che l’antica e irriconoscibile sala da pranzo, dove Boldini aveva realizzato le pitture murali: decise dunque di acquistare l’intera proprietà e di trasferirvi tutte le cose appartenute al marito, stabilendovi la propria dimora.

A sinistra La raccolta del letame, a destra Paesaggio marino (forse Castiglioncello)
Giovanni Boldini, a sinistra La raccolta del letame, a destra Paesaggio marino (forse Castiglioncello)

Nel 1973 la Cardona donò le pitture alla Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia, che ne organizzò il distacco dalle pareti, il restauro e la ricollocazione nell’Antico Palazzo dei Vescovi, dove ancora oggi si trovano.

Il ciclo di tempere di Villa La Falconiera a Pistoia non è l’unica opera di Boldini ad aver conosciuto vicissitudini straordinarie. Una sorte analoga è toccata al Ritratto di Donna Franca Florio, la cui storia merita di essere conosciuta.

Informazioni utili: l’Antico Palazzo dei Vescovi a Pistoia è attualmente chiuso per lavori di ristrutturazione e catalogazione delle opere, finalizzati alla realizzazione di un nuovo progetto allestitivo. Tutte le informazioni sul sito www.pistoiamusei.it. Per la redazione di queste note mi sono avvalsa delle informazioni pubblicate in occasione della mostra “Giovanni Boldini. La stagione della Falconiera” a cura di Francesca Dini.

Altre immagini del ciclo di Giovanni Boldini a Pistoia:

Mappa dell’Antico Palazzo dei Vescovi di Pistoia, nel cui Museo si trova il ciclo:

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