Orto botanico di Padova, piante acquatiche

L’orto botanico di Padova, patrimonio Unesco

Orto botanico di Padova, piante acquatiche
Piante acquatiche

L’orto botanico di Padova è il più antico orto botanico universitario al mondo. Venne istituito nel 1545 per decreto del Senato della Repubblica di Venezia, per consentire agli studenti dell’Università di riconoscere e studiare le piante medicinali attraverso l’osservazione diretta. A quei tempi la botanica era una disciplina funzionale alla medicina e il suo scopo consisteva nello studio delle piante terapeutiche (i semplici), che erano alla base della composizione dei medicamenti. Vennero quindi piantate oltre 1.500 specie, anche esotiche e rare, in virtù della facilità con cui Venezia poteva reperire piante officinali e spezie sfruttando i suoi contatti commerciali.

Un'antica mappa del giardino
Un’antica mappa del giardino @www.ortobotanicopd.it

Il giardino fu realizzato sul terreno dei monaci benedettini dell’abbazia di Santa Giustina, organizzato secondo un disegno che rappresenta un canone per l’architettura rinascimentale dei giardini. Il suo aspetto riproduce l’antica immagine del cosmo, raffigurata come combinazione di due forme geometriche: il cerchio – che simboleggia il mondo – con un quadrato inscritto, a sua volta diviso in quattro quadranti da sentieri ortogonali, orientati secondo le principali direttrici cardinali. Una forma molto particolare, che ricorda anche lo schema della città ideale del Rinascimento e rimanda ai quattro elementi, alle quattro stagioni, alle quattro qualità aristoteliche.

I continui furti notturni obbligarono presto alla costruzione di un muro di cinta a protezione delle preziose piante, muro in seguito abbellito con una balaustra in pietra e i monumentali pilastri in corrispondenza delle entrate, ingentiliti da acroteri con riproduzioni di piante in ferro battuto. Nel corso dell’Ottocento vennero edificate nuove serre in muratura e fu costruito un “teatro botanico”, ovvero un’aula didattica a emiciclo utilizzata per le lezioni: fu questo il periodo di massimo fulgore per l’orto, con quasi novemila piante coltivate.

Orto botanico di Padova, vialetto interno
Vialetto interno

Visitare oggi l’orto botanico di Padova, che nel 1997 è stato riconosciuto dall’Unesco sito Patrimonio dell’Umanità, significa addentrarsi in una esposizione di circa seimila esemplari, spaziando dalle piante carnivore a quelle medicinali, dalle piante acquatiche a quelle velenose. Fra i settori più interessanti vi è senz’altro quello delle piante introdotte, dove si scopre che la patata, il sesamo, il lillà e il girasole furono introdotte per prime a Padova: una delle attività fondamentali dell’orto era infatti quella di raccogliere e acclimatare specie vegetali provenienti da altre regioni del globo, per verificarne proprietà e possibili usi. Un analogo primato riguarda il caffé, introdotto in Europa dal prefetto dell’orto Prospero Alpini all’inizio del Seicento: tornato a Venezia dopo alcuni viaggi in Egitto, Alpini diede alle stampe il De Plantis Aegipti (1592), dove descriveva e raffigurava la pianta del caffè e l’utilizzo della bevanda ricavata dai suoi semi tostati, usata anche per scopi terapeutici. Altre raccolte da non perdere sono quella delle piante velenose, dove ogni cartellino indica il grado di tossicità (talvolta mortale) della pianta corrispondente, quella delle piante rare e a rischio estinzione, quella delle piante medicinali, che porta avanti la missione di questo luogo. Vi sono poi antichi esemplari, come il gingko biloba risalente al 1750, la magnolia grandiflora del 1786 (tra i più antichi in Europa), il cedro dell’Himalaya (il primo esemplare importato in Italia, nel 1828), la palma di Goethe: ispirò al poeta tedesco la teoria naturalistica descritta ne La metamorfosi delle piante ed è la più antica pianta dell’orto, messa a dimora nel 1585.

Orto botanico di Padova, Giardino della Biodiversità
Giardino della Biodiversità

Accanto all’orto si trova il Giardino della Biodiversità, costituito da cinque serre che propongono un viaggio nelle zone climatiche della terra: si attraversano cinque biomi, dalla foresta tropicale pluviale alla foresta tropicale subumida, passando poi alle aree temperate e mediterranee e infine a quelle aride. Il percorso intreccia botanica e antropologia, mostrando la storia della relazione tra uomo e mondo vegetale, dalla preistoria fino agli esperimenti del futuro. Le serre, che custodiscono 1.300 specie, sono state progettate per ridurre al minimo l’impatto ambientale, sfruttando l’energia rinnovabile di acqua e sole: ad esempio la riserva idrica proviene dal recupero delle acque piovane.

Tutte le informazioni utili alla visita dell’orto botanico di Padova sono reperibili sul sito internet. Ho visitato l’orto del corso della mia visita a questa splendida città, cui ho dedicato un articolo. Oltre all’orto botanico, a Padova considero imperdibile la visita della Cappella degli Scrovegni di Giotto, di cui parlo qui.

Altre immagini:

La mappa dell’orto botanico di Padova:

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