Villa Medici a Roma

Villa Medici a Roma (e a Firenze): la storia e la collezione di antichità

Villa Medici a Roma
Villa Medici

La storia

Villa Medici si erge sulla collina del Pincio a Roma, circondata dal verde dei suoi magnifici giardini in posizione dominante sulla città. In questo luogo nel VI secolo a.C. il re Servio Tullio fece erigere un tempio alla dea Fortuna, mentre fra il 66 e il 63 a.C. il generale favorito di Silla, Lucio Licinio Lucullo, costruì la propria villa e i giardini. Più tardi fu creata una rete sotterranea di cisterne e gallerie che, beneficiando di un accesso privato all’Aqua Virgo, consentirono alla Villa di diventare la più lussureggiante proprietà privata di Roma.

Nei suoi giardini i sicari dell’imperatore Claudio uccisero Messalina, che aveva cercato di prendere possesso di questo luogo rimanendo vittima delle proprie macchinazioni. Acquisita dall’imperatore, nel III secolo la zona fu occupata dalle famiglie patrizie degli Acilii e poi dei Pinci. Delimitata dalla costruzione delle mura Aureliane (270-273 d.C.), fu residenza dell’imperatore Onorio (395-423 d.C.) e di Belisario, ma in seguito alla caduta dell’Impero Romano venne abbandonata.

Piazzale di Villa Medici a Roma e veduta della Galleria
Piazzale di Villa Medici e veduta della Galleria

Nel 1564 il cardinale Giovanni Ricci da Montepulciano acquistò il terreno, che custodiva ancora alcune vestigia del tempio della Fortuna, oltre a un piccolo edificio chiamato “Casina Crescenzi”. Il cardinale Ricci affidò a Nanni di Baccio Bigio l’incarico di integrare le costruzioni esistenti innalzando un imponente palazzo residenziale. Nel 1576 il cardinale Ferdinando de’ Medici acquistò la proprietà dagli eredi Ricci, affidando all’architetto Bartolomeo Ammannati la realizzazione del suo ambizioso progetto e a Jacopo Zucchi la decorazione interna (in particolare delle tre sale al primo piano che costituivano l’Appartamento del cardinale): la Villa doveva testimoniare la grandezza del Medici e rievocare la leggendaria residenza di Lucullo.

Facciata di Villa Medici a Roma. Dettaglio della parte centrale
Facciata di Villa Medici. Dettaglio della parte centrale

Nella facciata orientata verso il giardino furono inseriti bassorilievi di epoca classica appartenenti alla collezione di Ferdinando, amante delle antichità, mentre di lato venne costruita una galleria per esporre la collezione di statue. Il giardino fu concepito e realizzato con intento scenografico, sul modello degli orti botanici medicei di Firenze e Pisa, ornato anch’esso da sculture antiche e arricchito da piante rare. Le rovine del tempio della Fortuna furono interrate e su di esse venne realizzato un belvedere, il Parnaso, dalla forma evocante il tumulo di un sovrano etrusco, popolo dal quale i Medici affermavano di discendere (come racconta anche la storia della Chimera di Arezzo).

Sul perimetro delle mura Aureliane fu edificato un padiglione, costituito da una sala più grande chiamata Stanza degli uccelli, un vestibolo – la Stanza dell’Aurora – e un terrazzino. Recenti restauri hanno rivelato la magnifica decorazione della Stanza degli uccelli, dipinta da Jacopo Zucchi nel 1576-1577 con un pergolato abitato da uccelli e altri animali, mentre nella Stanza dell’Aurora si osservano tre interessante vedute della Villa, che ne testimoniano le fasi di edificazione.

Loggia detta di Cleopatra
Loggia detta di Cleopatra

Per costituire la propria collezione di arte antica Ferdinando acquisì alcune collezioni private, come la raccolta Della Valle (1584) – alla quale appartenevano, tra gli altri, i bassorilievi murati nella facciata posteriore della Villa e i Daci provenienti dal Foro di Traiano – e un importante nucleo di opere della collezione di Ippolito d’Este (tra cui l’Arianna addormentata). Il cardinale compì inoltre acquisti mirati, tra i quali la Venere de’ Medici – opera ellenistica di Kleomenes figlio di Apollodoros rinvenuta presso le terme di Traiano – e l’Arrotino, risalente al II secolo d.C., entrambi collocati nella Tribuna degli Uffizi. Al 1583 risale l’acquisto del gruppo della Niobe e dei Lottatori, rinvenuti nella Vigna Tommasini presso la Porta San Giovanni: anche i Lottatori – risalenti al I secolo a.C. e integrati da Ferdinando delle teste, perdute – si ammirano nella Tribuna degli Uffizi.

Scalinata d'ingresso della loggia di Villa Medici a Roma. Al centro la copia del Mercurio di Giambologna e ai lati i due Leoni
Scalinata d’ingresso della loggia di Villa Medici. Al centro la copia del Mercurio di Giambologna e ai lati i due Leoni

All’interno della Galleria edificata lungo il piazzale furono disposte sculture, inserite all’interno di nicchie alternate alle finestre, raggruppate per soggetto e stile: le Veneri, i Satiri, i ritratti degli imperatori, degli atleti, etc… fino a giungere alla statua di Marsia scorticato (oggi custodita agli Uffizi). La passione del Medici per i ritratti si dispiegò anche nel giardino, dove vennero collocate le settantadue erme a delimitare i parterres e i carrés.

La presenza di Ferdinando de’ Medici fu tanto determinante quanto di breve durata: nel 1587 il cardinale lasciò Roma per succedere al fratello Francesco I e diventare Granduca di Toscana. La collezione di opere antiche fu trasferita a Firenze mentre la frequentazione della villa da parte dei membri della famiglia divenne sempre più sporadica.

Jacopo Zucchi, Sala degli uccelli, dettaglio della decorazione del soffitto
Jacopo Zucchi, Sala degli uccelli, dettaglio della decorazione del soffitto

Nel 1803 gli eredi dei Medici, i Lorena, vendettero Villa Medici a Napoleone Bonaparte, che vi trasferì l’Accademia di Francia a Roma – fondata nel 1666 da Luigi XIV – trasformandone la destinazione: da palazzo privato, Villa Medici cominciò ad ospitare giovani artisti, che qui risiedevano e lavoravano. Gli ambienti della Villa e del giardino furono in parte modificati dai Direttori che si susseguirono alla guida dell’Accademia: tra di essi Ingres, che fece piantare i pini che continuano a caratterizzare il luogo, e Balthus, che avviò un ampio cantiere di restauro della Villa e dei giardini.

Ancora oggi artisti e ricercatori vivono e lavorano a Villa Medici secondo lo spirito e la missione originaria: l’istituzione organizza inoltre scambi culturali, esposizioni, convegni, con un’apertura internazionale a tutti gli ambiti della creazione.

Paolo Anesi, Veduta di Villa Medici, 1764
Paolo Anesi, Veduta di Villa Medici, 1764

La visita

Il percorso di visita di Villa Medici permette di ammirarne la magnificenza e al contempo d’intuire lo splendore della collezione d’arte antica che vi fu raccolta ai tempi di Ferdinando: per averne contezza è utile accompagnarla a una visita a Firenze, dove le opere furono trasferite a più riprese fino alla vendita della proprietà a Napoleone Bonaparte.

La veduta senz’altro più impressionante della Villa, concepita per suscitare ammirazione e stupore nei visitatori, è senz’altro quella della facciata che guarda al giardino. Inaspettato contraltare rispetto al prospetto principale, rivolto verso la città di Roma e caratterizzato dalla sobria linearità, la facciata posteriore è decorata da bassorilievi antichi disposti in maniera simmetrica: tra di essi in basso si osservano quelli decorati da bucrani e ghirlande provenienti dall’Ara Pacis.

Carré della Niobe. Giardino di Villa Medici a Roma
Carré della Niobe

L’aspetto della villa e del piazzale di fronte ad essa è testimoniata dal dipinto di Paolo Anesi “Veduta di Villa Medici” risalente al 1764 circa e custodito agli Uffizi: mostra la facciata e il piazzale antistante nell’aspetto dell’epoca.

Al centro della loggia, aperta verso il giardino da un arco a serliana, si trovano due scalinate ornate da due leoni, copia di quelli originali – uno antico e uno replica moderna di Flaminio Vacca – trasferiti a Firenze alla fine del XVIII secolo e collocati sotto la Loggia dei Lanzi. Sempre nella Loggia dei Lanzi hanno trovato collocazione anche le grandi statue di Sabine, che a Villa Medici erano state poste entro nicchie alle spalle dei leoni. Il Mercurio che oggi si slancia sulla fontana (e che nel dipinto di Anesi non è raffigurato) è anch’esso una copia: il bronzo originale del Giambologna si trova al Museo del Bargello, a Firenze.

Sala della Niobe, Galleria degli Uffizi
Sala della Niobe, Galleria degli Uffizi

I giardini sono rimasti pressoché inalterati dal XVI secolo, composti da sedici carrés, dal bosco e dai sei parterres che formano il piazzale di fronte alla Villa.

Nel piazzale si trovava un obelisco in granito rosa di Ramesse II (oggi sostituito da una copia, l’originale è nel Giardino di Boboli a Firenze insieme ai due grandi labra, provenienti forse dalle Terme di Traiano). Nel dipinto di Anesi si osservano inoltre due Daci prigionieri, recuperati nel Foro di Traiano e anch’essi trasferiti a Boboli.

Nella loggia di Cleopatra, al limitare dei carrés, si trovava la statua di Arianna addormentata (agli Uffizi): ritenuta erroneamente una Cleopatra, aveva dato il nome alla loggia. In uno dei carré si trovano infine le copie del gruppo scultoreo di Niobe con i figli, raffiguranti il mito di Niobe: la donna – con sei figli maschi e sei femmine – aveva osato vantarsi di aver avuto la prole più numerosa di Latona, madre di Apollo e Artemide. Per punirla della sua tracotanza Apollo uccise i maschi, Artemide le femmine. Il gruppo rappresenta quindi i giovani nel momento della morte, mentre Niobe assiste impotente al massacro. Le sculture originali – risalenti al IV secolo d.C. – furono rinvenute nel 1583 e acquistate da Ferdinando de’ Medici. Trasferite nel 1770 a Firenze, sono state sistemate nella sala degli Uffizi appositamente costruita in stile neoclassico per volere di Pietro Leopoldo, dove si ammirano insieme a due monumentali tele di Rubens.

Tribuna degli Uffizi. Al centro la Vedere de' Medici, accanto a lei a destra l'Arrotino, a sinistra i Lottatori. Di spalle a destra l'Apollino
Tribuna degli Uffizi. Al centro la Vedere de’ Medici, accanto a lei a destra l’Arrotino, a sinistra i Lottatori. Di spalle a destra l’Apollino

Postilla: le sculture di Villa Medici da Roma a Firenze

Oltre a quelle già citate, visitando le Gallerie degli Uffizi è possibile ammirare molte altre splendide opere appartenenti alla mirabolante collezione di Ferdinando de’ Medici. Tra di esse lo Spinario (I secolo a.C., esposto nel Verone), la Venere accovacciata (I secolo d.C.), il Sarcofago con scena di ratto delle Leucippidi (II secolo d.C. proveniente dalla collezione Della Valle), l’Apollino (I secolo d.C, nella Tribuna), la Leda e il cigno (II secolo d.C.), Ganimede con l’aquila (I-II secolo d.C., proveniente dalla collezione Della Valle), Pan e Dafni (I-II secolo d.C.), la Galatea (Nereide su ippocampo, II secolo d.C.), la Testa semicolossale di Zeus (II secolo d.C., già nella collezione Della Valle), il Cratere Medici (I secolo a.C.), l’Ercole Farnese (II secolo d.C.) e infine il Sileno con Bacco fanciullo, opera in bronzo di Jacopo del Duca (1571-1574) commissionata da Ferdinando come copia del Sileno Borghese.

Informazioni utili: per visitare Villa Medici suggerisco di consultare il sito internet www.villamedici.it, che riporta orari e modalità di visita. Per scrivere questo articolo mi sono avvalsa di varie fonti, tra le quali suggerisco la guida “Villa Medici” pubblicata da Electa per l’Accademia di Francia a Roma.

Altre immagini di Villa Medici a Roma:

Opere di Villa Medici a Firenze:

Mappa di Villa Medici a Roma:

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