Santa Cecilia in Trastevere. Presbiterio

Le Chiese di Trastevere a Roma: quelle da non perdere, ecco l’itinerario

Santa Cecilia in Trastevere. Presbiterio
Santa Cecilia in Trastevere. Presbiterio

In Trastevere si trovano alcune delle chiese più belle e significative di Roma: alcune di esse – santa Maria, san Crisogono e santa Cecilia – sono tra le più antiche della città, parrocchie costituite presso le abitazioni private di coloro che si convertirono al cristianesimo. Le origini cristiane del quartiere affondano le proprie radici nella numerosa colonia ebraica presso la quale il messaggio evangelico cominciò a diffondersi sin dal I secolo d.C.. Nel 160 d.C. nacque Callisto, che fu papa dal 221 al 227 e dette grande impulso a questa comunità cristiana. Poco distante inoltre si era consumato il martirio di san Pietro, crocifisso secondo una tradizione sul Gianicolo dove ora sorge san Pietro in Montorio. Trastevere inoltre fu il rione del porto di Ripa, dove arrivavano le merci e i pellegrini diretti a san Pietro: fu il luogo scelto come dimora romana anche da san Francesco, che risiedette presso l’ospedale di san Biagio servendo i malati nel lebbrosario.

Ecco dunque l’itinerario di visita delle chiese di Trastevere a Roma, un percorso che si sofferma in quelle a mio giudizio davvero imperdibili per il loro patrimonio storico-artistico e la storia che testimoniano.

Santa Maria in Trastevere, abside - dettaglio dei mosaici
Santa Maria in Trastevere, abside – dettaglio dei mosaici

Santa Maria in Trastevere: è uno dei primi luoghi di culto a Roma, chiesa edificata secondo la tradizione nel III secolo nel punto in cui una polla di olio minerale – “fons olei” – scaturì dal terreno nel 38 a.C., ad anticipare la venuta del Signore fonte della vita. Fu quindi abbellita a più riprese nel corso del tempo a partire dall’VIII secolo, quando subì importanti interventi tra cui l’aggiunta delle navate laterali e la soprelevazione del presbiterio. Nel XII secolo versava in una situazione di grave deterioramento: Papa Innocenzo II decise di riedificarla dalle fondamenta impiegando anche numerosi reperti archeologici provenienti dalle Terme di Caracalla, come colonne e capitelli, per rinnovarne l’aspetto. Venne inoltre realizzato lo splendido mosaico del catino dell’abside, poi ulteriormente arricchita da mosaici con Storie della Vergine realizzati nel XIII secolo da Pietro Cavallini. Nel XVI secolo venne costruita la Cappella Altemps che custodisce l’icona della Madonna della Clemenza: la venerata immagine, ritenuta acheropita (ovvero realizzata non dall’uomo ma da mano divina) è datata al VI-VII secolo.

Santa Maria in Trastevere
Santa Maria in Trastevere

La chiesa è preceduta da un portico ornato da epigrafi, frammenti di marmi e di sarcofagi, che lo rendono un vero e proprio museo di antichità: i fregi floreali che decorano i portali d’ingresso provengono sempre dalle Terme di Caracalla. In facciata si ammira un mosaico risalente in gran parte al XIII secolo: in stile bizantino, la sua creazione risentì forse dell’influenza degli artisti veneziani che ornarono l’abside della basilica di san Paolo fuori le mura.

San Crisogono: la considero una delle chiese di Trastevere da visitare perché è la più antica insieme a santa Maria e a santa Cecilia. Del primo edificio, risalente al V secolo, rimangono le vestigia sotto la sagrestia. La chiesa che oggi si ammira fu fondata nel 1123 sulla basilica preesistente e fu poi restaurata nel XVII secolo. Della costruzione medievale si osservano le ventidue colonne in granito delle navate, di spoglio, lo splendido pavimento cosmatesco, il mosaico nell’abside attribuito a Pietro Cavallini.

Stefano Maderno, Santa Cecilia
Stefano Maderno, Santa Cecilia

Santa Cecilia in Trastevere: la Basilica di santa Cecilia venne edificata sulle fondamenta di alcune abitazioni romane e in particolare, secondo la tradizione, quella abitata dalla martire Cecilia. Di stirpe patrizia – la gens Cecilia cui era appartenuta anche Cecilia Metella sepolta nel mausoleo lungo la via Appia – la cristiana Cecilia fu indotta dai parenti a sposare il pagano Valeriano, ma decisa a mantenere la sua fede e la sua purezza convertì lo sposo e il cognato. Per questo, Valeriano e il fratello furono uccisi e Cecilia condannata a morire soffocata dai vapori del calidario della sua casa: salvata da un angelo, fu condannata alla decapitazione. Sopravvissuta ai tre colpi inferti dal carnefice, fu lasciata agonizzante per tre giorni sul pavimento, prima di spirare. Il corpo venne quindi sepolto nei pressi della via Appia accanto alle tombe dei parenti. Papa Pasquale I volle erigere una basilica per traslarvi le reliquie della santa, edificio a cui nel XII e XIII secolo vennero aggiunti il campanile e il portico. Alla fine del XIII secolo vennero chiamati a lavorare alla basilica Arnolfo di Cambio – che realizzò lo splendido ciborio – e Pietro Cavallini, autore di un ciclo di affreschi di cui rimangono quelli del Giudizio Universale nel coro delle monache. Alla metà del XV secolo venne aggiunta la cappella Ponziani, decorata sulla volta da affreschi tradizionalmente attribuiti a Pinturicchio (di cui invito a scoprire le opere a Roma), ma in realtà eseguiti da Pastura, suo stretto collaboratore. L’evento più significativo si verificò alla fine del secolo: nel 1599 infatti durante una ricognizione fu rinvenuto il corpo della santa, nella tomba in cui era stata traslata per volere di Pasquale I. Il suo corpo fu trovato intatto, sdraiato e avvolto in una veste bianca trapunta d’oro: l’avvenimento ebbe un’enorme risonanza e lo stesso papa Clemente VIII volle visitare la salma.

Santa Cecilia in Trastevere. Mosaico del catino dell'abside
Santa Cecilia in Trastevere. Mosaico del catino dell’abside

Soffermandosi nella visita della Basilica nel corso di questo itinerario dedicato alle chiese di Trastevere, nel catino absidale si può ammirare il mosaico del IX secolo raffigurante il Cristo al centro incoronato dalla mano del Padre, tra i santi Pietro e Paolo, a sinistra Pasquale I con santa Cecilia e a destra i santi Valeriano ed Agata. Al centro si innalza il ciborio di Arnolfo di Cambio, realizzato nel 1293 e, sotto l’altare, la statua di Cecilia di Stefano Maderno. La santa fu rappresentata dallo scultore nel modo esatto in cui il suo corpo era stato ritrovato, come immersa in un sonno profondo: la scultura è un’opera di straordinaria bellezza. In corrispondenza della controfacciata si trova l’affresco del Cavallini raffigurante il Giudizio Universale, unica testimonianza degli affreschi che decoravano la chiesa. Dal fondo della navata sinistra si accede alla cripta (rifatta agli inizi del Novecento) e agli scavi archeologici: essi consistono nei resti di una domus romana del II secolo a.C. e di una insula del II secolo d.C., con un ambiente identificato secondo la tradizione come il luogo del martirio di Cecilia.

Cappelle della navata sinistra
Santa Maria dell’Orto. Cappelle della navata sinistra

Santa Maria dell’Orto: la chiesa deve il suo nome a un’icona miracolosa dipinta sul muro di un orto intorno al 1488. Secondo la tradizione, un ortolano gravemente infermo si raccomandò alla Vergine e ottenne il miracolo della guarigione: in seguito a questo evento crebbe la devozione popolare e nel 1495 fu eretta una prima cappella per accogliere e venerare la santa immagine, che oggi si trova esposta sopra l’altare maggiore. Intorno al 1513 iniziarono i lavori per la realizzazione della chiesa, che venne conclusa intorno al 1566-1567. Considero santa Maria dell’Orto una delle chiese di Trastevere da visitare non solo per la storia della sua fondazione ma anche per la peculiarità e la bellezza del luogo. L’interno è magnificamente decorato, in virtù delle ricche donazioni effettuate dalle venti corporazioni di mestiere che qui avevano sede, fra cui le più importanti erano i Pizzicaroli, gli Ortolani, i Molinari, i Vermicellari (fabbricanti di pasta), i Sensali di Ripa e Ripetta (ovvero i mediatori commerciali che svolgevano la loro attività nei due porti sul Tevere), i Fruttaroli (uniti ai Limonari). Alla chiesa, alla sua storia e alla magnifica “Macchina delle Quarant’Ore” che viene allestita in occasione della messa del Giovedì Santo ho dedicato un articolo.

Chiese di Trastevere. Chiesa di San Francesco a Ripa, la Cappella Palluzzi Albertoni
San Francesco a Ripa, la Cappella Palluzzi Albertoni

San Francesco a Ripa: è la prima chiesa francescana di Roma, riedificata sul luogo di una chiesa precedente dedicata a san Biagio che apparteneva – insieme al convento annesso – all’ordine benedettino. Il monastero venne costruito nel 936-949 e dotato di un ospizio-ospedale per accogliere i lebbrosi e dare ospitalità anche ai pellegrini che arrivavano al porto di Ripa Grande: fra quest’ultimi Francesco d’Assisi, che fu accolto almeno sei volte in occasione delle visite a papa Innocenzo III. Nel 1579 il complesso passò all’ordine francescano, che riedificò la chiesa e ampliò l’ospizio. La cella in cui Francesco fu ospitato insieme ai suoi compagni divenne una cappella, posta sopra l’attuale sagrestia. Al suo interno dai primi del XVIII secolo si trova un curioso altare barocco in legno di noce: quando il meccanismo dell’altare viene messo in azione, tutti gli elementi che lo compongono ruotano per mostrare ciò che esso in realtà custodisce, una preziosa raccolta di reliquie. Nella chiesa si trovano inoltre la roccia sulla quale – si dice – il santo avrebbe riposato, un pezzo del cilicio che l’assisiate portava intorno alla vita e un pezzetto di benda intrisa di sangue utilizzata dopo aver ricevuto le stimmate sul monte Verna.

San Francesco a Ripa merita una sosta nel corso dell’itinerario dedicato alle chiese di Trastevere anche per il suo patrimonio storico-artistico: nella cappella Palluzzi Albertoni, sotto la pala d’altare del Baciccia raffigurante Sant’Anna con la Vergine e il Bambino, si ammira l’Estasi della beata Ludovica Albertoni, opera della maturità di Gian Lorenzo Bernini risalente al 1675.

Gian Lorenzo Bernini, Estasi della beata Ludovica - dettaglio
Gian Lorenzo Bernini, Estasi della beata Ludovica – dettaglio

La composizione, che mostra la santa nel momento dell’estasi mistica, fu arretrata dal Bernini rispetto alla parete di fondo per utilizzare la luce proveniente da due piccole finestre laterali: così facendo, il marmo della scultura viene colpito da un’illuminazione laterale radente di grande effetto scenografico. Un analogo sapiente ricorso all’illuminazione naturale proveniente da una finestra nascosta era stato utilizzato dal Maestro nell’Estasi di santa Teresa nella chiesa romana di santa Maria della Vittoria. San Francesco custodisce inoltre la tomba di Giorgio de Chirico, che visse a Roma gli ultimi trent’anni della sua vita nella casa di piazza di Spagna. Per volontà della moglie Isabella Pakszwer Far, nel 1992 le spoglie mortali del pictor optimus vennero traslate in questa chiesa dal cimitero del Verano: per dare adeguata ospitalità alla tomba fu ricavata una cappella cui si accede subito dopo l’ingresso a sinistra.

Il nome della chiesa rievoca infine il porto di Ripa, uno dei due porti di Roma sul Tevere. Qui sbarcavano alcuni tipi di merci e scendevano i pellegrini diretti a San Pietro, che percorrevano una strada lungo l’attuale via della Lungara, chiamata via Sancta; in senso inverso si muovevano invece coloro che erano diretti alla basilica di san Paolo fuori le mura. L’altro porto di Roma – più piccolo – era chiamato Ripetta e presentava una magnifica costruzione realizzata nel 1704 per volere di papa Clemente XI Albani, complesso architettonico purtroppo andato perduto.

San Benedetto in Piscinula
San Benedetto in Piscinula

San Benedetto in Piscinula. L’ultima tappa del percorso dedicato alle chiese di Trastevere è rappresentato da questa piccola chiesa, detta san Benedettino per le sue dimensioni contenute: fu costruita sulle rovine della Domus Aniciorum, la Casa degli Anicii, un’antica casa romana alla quale si dice appartenesse san Benedetto. La cella del santo – che rappresenta l’ambiente più antico, risalente all’VIII secolo – è ben visibile all’interno, e in esso un’iscrizione racconta: “Questi mattoni, parte delle antiche mura sulle quali fu costruita la chiesa, sono i soli ruderi visibili della Domus Aniciorum, unici testimoni della presenza, intorno al 495 d.C. di un giovane di famiglia patrizia chiamato Benedetto, il quale si era recato da Norcia a Roma, secondo la consuetudine del tempo, per prepararsi alla carriera senatoria. Da qui partì per Affile, città dove ebbe luogo il suo primo miracolo conosciuto. Raggiunse poi Subiaco, dove iniziò la sublime avventura contemplativa della famiglia benedettina, divenendo, così, per la posterità, il Santo e glorioso Patriarca del monachesimo occidentale“. Un altro elemento di curiosità ed interesse è rappresentato dal minuscolo campanile la cui campana – dal diametro di 45 centimetri e risalente al 1069 – si dice sia la più piccola e la più antica di Roma. La chiesa, datata XI secolo – presenta elementi risalenti ad epoche diverse: all’interno si trovano colonne di spoglio (dal I fino all’VIII secolo d.C.), il pavimento cosmatesco è del XII secolo così come gli affreschi, solo in parte rimasti.

San Benedetto in Piscinula, l'oratorio di san Benedetto
San Benedetto in Piscinula, l’oratorio di san Benedetto

Informazioni utili: la visita alle chiese di Trastevere richiede una minima preparazione logistica che tenga conto degli orari di apertura dei vari luoghi. Riporto di seguito le indicazioni che ho reperito in loco, indicazioni che consiglio tuttavia di verificare prima della visita. Non ho trovato informazioni in merito alla chiesa di San Crisogono.

Santa Maria in Trastevere: la chiesa è aperta tutti i giorni dalle 7,30 alle 21,00, secondo quanto indicato sulla pagina dedicata del sito della Diocesi di Roma.

Santa Cecilia in Trastevere: la portineria del monastero è aperta nei giorni feriali dalle 10,00 alle 12,30 e dalle 16,00 alle 18,00, nei giorni festivi dalle 11,30 alle 12,30 e dalle 16,00 alle 18,00. Gli affreschi del Cavallini sono visitabili nei giorni feriali dalle ore 10,00 alle 12,30 e nei giorni festivi dalle ore 11,30 alle ore 12,30. Questo inoltre il sito internet del monastero delle Benedettine di santa Cecilia: www.benedettinesantacecilia.it.

Santa Maria dell’Orto: la chiesa è visitabile tutti i giorni feriali dalle 9,30 alle 12,30 e dalle 15,30 alle 18,30, il sabato e la domenica dalle 10,00 alle 12,00. Ulteriori informazioni sono reperibili sul sito della Confraternita, www.santamariadellorto.it.

San Francesco a Ripa: la chiesa è aperta tutti i giorni dalle 7,00 alle 13,00 e dalle 15,00 alle 19,30. La chiesa ha anche un sito internet sul quale reperire molte informazioni utili, www.sanfrancescoaripa.it.

San Benedetto in Piscinula: la chiesa è aperta dal martedì alla domenica dalle ore 9,45 alle ore 11,45 e dalle ore 16,30 alle ore 19,30. Il sito internet è www.sanbenedettoinpiscinula.it.

Altre immagini delle chiese di Trastevere:

Mappa dell’itinerario dedicato alle chiese di Trastevere:

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