Basilica di santa Croce, Cappella Maggiore

La Basilica di santa Croce a Firenze e i suoi capolavori, da Giotto a Canova

Basilica di santa Croce, facciata
Basilica di santa Croce, facciata

La Basilica di santa Croce a Firenze fu fondata nel 1295 per volontà dei frati francescani. Fra le sue mura e negli spazi del complesso monumentale custodisce oltre sette secoli di storia, testimoniati da capolavori di Cimabue, Giotto, Donatello, Brunelleschi, Della Robbia, Bronzino, Vasari, Canova. “Tempio delle itale glorie” come la chiamò Ugo Foscolo, racchiude numerose sepolture di uomini illustri, fra i quali Michelangelo, Galileo, Machiavelli, Alfieri, Foscolo, Rossini. La ricchezza del suo patrimonio storico-artistico e il valore civile dei suoi monumenti fanno dunque della basilica di santa Croce non solo uno dei luoghi francescani più importanti, ma anche un simbolo identitario della città e dell’Italia.

Basilica di santa Croce, interno
Basilica di santa Croce, interno

La Basilica fu progettata da Arnolfo di Cambio a partire dal 1294 per i francescani e venne costruita sopra una piccola chiesa precedente, risalente al 1252. L’edificio fu portato a termine nel 1385 ma venne consacrato solo nel 1443 alla presenza di papa Eugenio IV. All’epoca di Arnolfo, oltre alla chiesa furono iniziati alcuni ambienti del convento annesso, come i loggiati, il primo Chiostro, il Refettorio, mentre altri vennero edificati nei secoli seguenti. Fra Trecento e Quattrocento le tombe terragne – di frati francescani, condottieri della Repubblica Fiorentina, importanti famiglie – cominciarono a ornare il pavimento della Basilica, arrivando a oltre mille nel 1655: esse erano simbolo di potere sociale, ricchezza, ed insieme celebrazione di umiltà. Nel Quattrocento Brunelleschi iniziò la costruzione della Cappella Pazzi e del secondo Chiostro, mentre nel 1566 per volere di Cosimo I de’ Medici la chiesa fu trasformata – sotto la direzione del Vasari – secondo i dettami della Controriforma: lungo le navate furono disposti quattordici grandi altari, ispirati a quelli del Pantheon di Roma, e venne eliminato il tramezzo che divideva le navate dal coro.

Agnolo Gaddi, Cappella Castellani, dettaglio del Miracolo della coppa d'oro
Agnolo Gaddi, Cappella Castellani, dettaglio del Miracolo della coppa d’oro

Nel corso dei secoli la Basilica di santa Croce fu luogo di sepoltura anche di molti artisti, scienziati, letterati e politici, a partire dai cancellieri della Repubblica Fiorentina Leonardo Bruni e Carlo Marsuppini, tradizione che fu ripresa dai Granduchi medicei con i monumenti di Michelangelo Buonarroti, Galileo Galilei e Niccolò Machiavelli. Nel corso dell’Ottocento la chiesa divenne quel pantheon nazionale celebrato dal Foscolo nel Dei Sepolcri: vi furono collocate le sepolture di Vittorio Alfieri – opera di Antonio Canova – dello stesso Foscolo, di Gioacchino Rossini.

La facciata della Basilica di santa Croce è ottocentesca: fu collocata tra 1854 e 1865 sull’originario fronte in pietra forte, in marmi bianchi e verdi che riprendono la tradizione cromatica degli altri monumenti fiorentini. Anche il campanile è neogotico, mentre sul fianco sinistro è addossato un portico trecentesco.

Benedetto da Maiano, Pulpito
Benedetto da Maiano, Pulpito

All’interno, la chiesa è spaziosa, adatta a contenere il vasto pubblico dei fedeli in occasione delle prediche dei francescani. E’ divisa in tre navate da due file di pilastri ottagonali, che reggono archi a mandorla. In controfacciata al di sotto del rosone si osserva un tondo con il monogramma di Cristo, proveniente dall’originaria facciata dove era stato fatto collocare da Bernardino da Siena in seguito alla pestilenza del 1437. Sempre in controfacciata si trovano i monumenti funebri di Gino Capponi e Giovan Battista Niccolini, quest’ultimo caratterizzato da una scultura della Libertà che, secondo alcuni studi, avrebbe influenzato Fréderic Bartholdi nella realizzazione della Statua della Libertà di New York.

Lungo la navata destra si osservano gli altari fatti erigere nel Cinquecento da Giorgio Vasari con pale che raccontano la Via Crucis. Qui si trova la tomba, progettata essa stessa dal Vasari, di Michelangelo: il corpo del Buonarroti, morto quasi novantenne a Roma, fu trafugato dai fiorentini con la complicità del nipote Leonardo e portato a santa Croce. Sul pilastro antistante il sepolcro si trova la tomba del Priore della Repubblica Francesco Nori, che morì per salvare Lorenzo de’ Medici durante la congiura dei Pazzi, sormontato dalla mandorla con la Madonna del latte di Antonio Rossellino.

Andrea della Robbia, Madonna col Bambino tra angeli e santi
Andrea della Robbia, Madonna col Bambino tra angeli e santi

Più avanti lungo la navata si trovano il cenotafio in ricordo di Dante Alighieri, le cui spoglie riposano – esule ghibellino – a Ravenna, e la tomba di Vittorio Alfieri opera del Canova. Addossato al terzo pilastro si ammira il pulpito ottogonale di Benedetto da Maiano, ornato da cinque rilievi con la vita di san Francesco e figure allegoriche. Vi è poi il Sepolcro di Niccolò Machiavelli, risalente al 1787, e l’Annunciazione di Donatello, eseguita in altorilievo nel 1435 per la famiglia Cavalcanti: in pietra serena, presenta la scena entro un’ambientazione all’antica con dettagli dorati ed elementi scultorei in terracotta. Dopo il portale che dà accesso al Chiostro si trova la Tomba di Leonardo Bruni di Bernardo Rossellino, mentre più avanti si incontrano il Monumento funebre di Gioacchino Rossini, ultima tomba eretta in santa Croce per ospitare il corpo del compositore – qui traslato dal cimitero parigino di Père Lachaise – e quello di Ugo Foscolo.

Taddeo Gaddi, Cappella Baroncelli, Storie della Vergine
Taddeo Gaddi, Cappella Baroncelli, Storie della Vergine

Al termine della navata di apre la Cappella Castellani, i cui affreschi sono opera di Agnolo Gaddi e bottega, e alla testata del transetto la Cappella Baroncelli, a due campate, affrescata da Taddeo Gaddi con Storie della Vergine e dell’infanzia di Gesù. Opera di Taddeo furono anche i cartoni preparatori della vetrata, a due luci, mentre la pala d’altare con l’Incoronazione della Vergine è segnata come “Opera del maestro Giotto”. Sulla parete destra si trova invece una Madonna della Cintola (iconografia molto cara nella vicina Prato, nel cui Duomo è custodita la venerata cintola di Maria) affrescata da Sebastiano Mainardi.

Sulla destra si apre l’ingresso all’androne del Noviziato, che conduce alla Cappella Medici o del Noviziato realizzata intorno al 1445 per volere di Cosimo de’ Medici: sull’altare si ammira una pala in terracotta invetriata di Andrea della Robbia raffigurante la Madonna col Bambino tra angeli e santi (1480). In questo ambiente si trovano anche tre grandi pale cinquecentesche tra cui la Deposizione dalla Croce di Francesco Salviati e la Discesa di Cristo al Limbo di Agnolo Bronzino. Tornando verso la chiesa lungo l’androne, a destra si accede alla Sagrestia, con alle pareti stalli lignei e armadi quattrocenteschi intarsiati. Si trova qui il monumentale (quasi quattro metri di altezza) Crocifisso di Cimabue risalente al 1280, pesantemente danneggiato dall’alluvione del 1966. Sulla parete sud si ammirano episodi della Vita di Cristo dipinti da Niccolò Gerini (Ascensione e Resurrezione), Taddeo Gaddi (Crocifissione), Spinello Aretino (Salita al calvario). Di fronte all’ingresso della sagrestia si apre la Cappella Rinuccini, affrescata fra il 1363 e il 1366 da Giovanni da Milano con Storie della Vergine e Storie della Maddalena: la cancellata che la chiude è quella originaria del 1371.

Basilica di santa Croce, Sagrestia, Episodi della Passione e Resurrezione di Cristo
Sagrestia, Episodi della Passione e Resurrezione di Cristo

Tornando nella Basilica si ammirano le cappelle del braccio sinistro del transetto, la Cappella Velluti, la Cappella Riccardi, la Cappella Giugni, le Cappelle Peruzzi e Bardi, dipinte da Giotto tra il 1315 e il 1335 per la committenza delle due illustri famiglie di banchieri: nella Cappella Peruzzi furono realizzate ad affresco le Storie di san Giovanni Battista e di san Giovanni Evangelista, nella Cappella Bardi fu raffigurata a secco la Vita di san Francesco, secondo la versione tramandata da Bonaventura da Bagnoregio. Al centro del transetto si trova la Cappella Maggiore della Basilica di santa Croce, affrescata intorno al 1380 con le Storie della Leggenda della Vera Croce da Agnolo Gaddi, figlio di Taddeo e ultimo dei pittori giotteschi. Le storie che qui si ammirano seguono il testo della Legenda Aurea di Jacopo da Varagine e furono da modello per Cenni di Francesco che affrescò con lo stesso tema la Cappella della Croce di Giorno della chiesa di san Francesco a Volterra (1410), nonché per Piero della Francesca per il ciclo dedicato alla Leggenda della Vera Croce nella chiesa di san Francesco ad Arezzo (1452-1466). Il Crocifisso sopra l’altare è del Maestro di Figline, collaboratore di Giotto, mentre il Polittico è una ricomposizione di opere di autori diversi. A sinistra della Cappella Maggiore si trovano la Cappella Spinelli, la Cappella di sant’Anna e della Madre Italiana – che custodisce una Pietà e un Crocifisso di Libero Andreotti del 1926 – la Cappella Ricasoli, la Cappella Pulci-Bernardi, affrescata intorno al 1330 da Bernardo Daddi, e infine la Cappella dei Conti Bardi di Vernio, decorata da Maso di Banco intorno al 1340 con le Storie di san Silvestro. Alla stessa famiglia è intitolata anche la cappella in testa al transetto, chiusa dall’originaria cancellata gotica del 1335, che custodisce il celebre Crocifisso ligneo di Donatello. A destra della Cappella Bardi si trova la Cappella Niccolini, seguita dalla Cappella Machiavelli-Salviati.

Basilica di santa Croce, Chiostro grande e Cappella Pazzi
Chiostro grande e Cappella Pazzi

Si percorre quindi la navata sinistra della Basilica di santa Croce, dove si incontra la Tomba di Carlo Marsuppini di Desiderio da Settignano, eretta nel 1455 rifacendosi al monumento funebre di Leonardo Bruni. Sugli altari che si susseguono lungo la navata si ammirano le pale dedicate agli episodi della Passione di Gesù, tra le quali l’Ascensione di Giovanni Stradano (1569) e la Pietà di Agnolo Bronzino. Si incontrano poi la lastra tombale di Lorenzo Ghiberti, le pale con l’Incredulità di san Tommaso di Giorgio Vasari, la Cena in Emmaus e la Resurrezione di Santi di Tito. Si ammira la Tomba di Galileo Galilei, realizzata nel 1737: fino ad allora il corpo dello scienziato era rimasto vicino alla Cappella Medici.

Filippo Brunelleschi, secondo Chiostro
Filippo Brunelleschi, secondo Chiostro

La visita del complesso di santa Croce prosegue uscendo dalla navata destra, andando verso i Chiostri, la Cappella Pazzi e il Museo. La Cappella Pazzi, che affaccia sul grande Chiostro trecentesco uscendo a destra dalla chiesa, è una piccola costruzione che serviva da cappella della famiglia Pazzi e da capitolo per i frati francescani. Commissionata da Andrea de’ Pazzi a Filippo Brunelleschi nel 1429, subito dopo il termine dei lavori alla Sagrestia vecchia di san Lorenzo, è una delle architetture più significative del Rinascimento. Il suo cantiere si protrasse a lungo a causa di alterne vicende, tra le quali la repressione subìta dalla famiglia in seguito alla congiura ordita contro i Medici, avvenuta il 26 aprile 1478, nella quale Giuliano fu ucciso e Lorenzo ferito. La costruzione presenta l’utilizzo costante della stessa unità di misura, 20 braccia fiorentine (circa 11,66 metri), applicata alla larghezza e all’altezza delle pareti del vano centrale, sormontato da una cupola di pari diametro. La cupola è divisa in dodici spicchi da nervature a ombrello, con una lanterna sulla sommità. L’altare è inserito in una scarsella coperta da una piccola cupola.

Basilica di santa Croce, Cappella Pazzi, Cupola
Cappella Pazzi, Cupola

Nei pennacchi vi sono tondi con gli Apostoli in terracotta invetriata di Luca della Robbia, autore anche del Sant’Andrea collocato sopra la porta d’ingresso. Il corpo centrale è preceduto da un portico con al centro una cupola decorata con tondi e rosoni invetriati, sempre di Luca della Robbia. Considero la Cappella Pazzi una delle tappe imperdibili di un percorso dedicato alla scoperta delle cappelle fiorentine. Essa affaccia sul Chiostro Grande, comunicante con il secondo Chiostro attribuito a Filippo Brunelleschi e risalente al 1453. Fra i due spazi si sviluppano gli ambienti che ospitano il Museo dell’Opera di santa Croce a partire dal Refettorio del convento, uno dei più antichi di Firenze: fu infatti costruito nei primi decenni del Trecento e ospita le opere che durante l’alluvione del 1966 – quando l’acqua arrivò a cinque metri di altezza e santa Croce fu definita “l’epicentro del disastro” – subirono danni ingentissimi. Sulla parete di fondo si trova il monumentale affresco di Taddeo Gaddi risalente al 1350 circa. L’affresco rappresenta l’Ultima cena sovrastata dalla Crocifissione, raffigurata come Albero della Croce dal cui tronco si dipartono dodici rami che formano medaglioni con i profeti. Il cenacolo di santa Croce è una delle tappe del mio itinerario dedicato ai cenacoli di Firenze.

Cenacoli di Firenze, Taddeo Gaddi, Cenacolo di santa Croce
Taddeo Gaddi, Cenacolo di santa Croce

Fra le altre opere esposte nel Museo vi sono gli affreschi staccati di Andrea Orcagna con il Trionfo della Morte, il Giudizio Universale e parte di un Inferno, ritrovati sotto l’intonaco cinquecentesco della navata destra della Basilica, il San Ludovico di Tolosa di Donatello in bronzo dorato, l’affresco staccato di Domenico Veneziano con San Giovanni Battista e Francesco, alcune terracotte invetriate robbiane.

Informazioni utili per la visita della Basilica di santa Croce: per organizzare la visita suggerisco di consultare il sito internet dell’Opera, www.santacroceopera.it. All’ingresso è possibile noleggiare un’audioguida oppure acquistare uno dei volumi dedicati al complesso, tra i quali consiglio “Guida alla Basilica di Santa Croce” di Francesco Vossilla per Scala, del quale mi sono avvalsa anche per la redazione di questo articolo.

Altre immagini della Basilica di santa Croce:

Mappa della Basilica di santa Croce a Firenze:

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