San Miniato, seminario

San Miniato, arte e storia e buon vivere nel borgo della Toscana

Cattedrale di santa Maria Assunta e san Ginesio e campanile
Cattedrale di santa Maria Assunta e san Ginesio e campanile

Il borgo di San Miniato si trova nella campagna toscana a metà strada tra le città di Firenze e Pisa: caratterizzato da una storia millenaria e da un grande patrimonio storico-artistico, ha preservato nel corso dei secoli le sue tradizioni, la lentezza e qualità del vivere e l’autenticità dei prodotti tipici locali. La sua origine è antica, in quanto terra di insediamenti etruschi e romani, e legata all’impero fin dai tempi di Ottone I, legame da cui derivò il vecchio nome di San Miniato al Tedesco. Il borgo dette origine a dinastie e personalità importanti, tra le quali un ramo della famiglia Bonaparte, forse Matilde di Canossa, il pittore Ludovico Cigoli, in tempi moderni i fratelli Taviani. Passeggiare fra le sue vie e le piazze permette di ammirarne il bell’aspetto e scoprirne i tesori custoditi nei musei e nelle chiese.

San Miniato, rocca di Federico II
Rocca di Federico II

Il nucleo originario di San Miniato risale all’VIII secolo, quando diciassette longobardi – secondo un documento originale del 713 – edificarono una chiesa dedicata al martire Miniato, il principe armeno che subì il martirio della decapitazione sulle sponde dell’Arno a Firenze e le cui spoglie riposano nella basilica a lui intitolata (le foto sulla mia pagina Facebook). Ottone I di Sassonia, nel 962, ne fece uno dei centri della sua amministrazione imperiale: fra i vicari imperiali vi fu Bonifazio, Marchese di Toscana, padre di Matilde di Canossa. Vi dimorarono nel 1178 Federico il Barbarossa, più volte Enrico IV, Ottone IV e Federico II, che nel 1218 vi edificò il castello per controllare il territorio e raccogliere i tributi (uno dei numerosi castelli edificati dal re svevo, tra i quali anche nella vicina Prato).

Scalinata di piazza della Repubblica
Scalinata di piazza della Repubblica

Divenuta libero Comune in seguito al declino della dinastia sveva, San Miniato conobbe un periodo di grande fortuna e nel 1369 fu sottomesso dalla Signoria fiorentina. Nel 1622 divenne sede vescovile grazie all’intervento di Maria Maddalena d’Austria, moglie di Cosimo II de’ Medici. Anche Napoleone Bonaparte visitò San Miniato, quando durante la Campagna d’Italia si recò in visita allo zio Filippo: lo testimonia una lapide posta su Palazzo Bonaparte. Nel corso della Seconda Guerra Mondiale la città fu duramente colpita: durante i bombardamenti alleati il 22 luglio 1944 un proiettile entrò nel Duomo e uccise cinquantacinque persone che vi avevano trovato riparo. A questo tragico episodio si ispira La notte di San Lorenzo dei fratelli Taviani. L’esercito tedesco invece distrusse parte delle costruzioni medievali tra cui la rocca di Federico II, riedificata nel 1957.

San Miniato, Palazzo dei Vicari
Palazzo dei Vicari

La rocca di Federico II si trova sul punto più alto della città: simbolo di San Miniato, è una torre alta 37 metri dalla cui sommità si ammira la piana dell’Arno, le colline di Volterra e – nelle giornate terse – la vista spazia fino al mare. Insieme alla Torre Matilde, poi divenuta campanile della Cattedrale, costituiva il fulcro delle strutture difensive cittadine, svolgendo anche una funzione di controllo dei traffici fra Pisa e Firenze. Scendendo, si giunge nella piazza Prato del Duomo – nucleo più antico della città – su cui affaccia la cattedrale cittadina dedicata a santa Maria Assunta e a san Ginesio – patrono di San Miniato. Costruita nel XII secolo, la chiesa venne rimaneggiata più volte e restaurata nel 1860: presenta una facciata a salienti, ornata da scodelle di maiolica del Duecento di origine orientale e tre portali rinascimentali. La tozza torre campanaria era la Torre Matilde, riadattata a campanile.

Scalinata del Palazzo vescovile
Scalinata del Palazzo vescovile

Adiacente al Duomo si trova il Museo Diocesano, che raccoglie opere provenienti dalla cattedrale e dalle chiese del territorio tra cui un busto del Redentore della bottega del Verrocchio. Sulla piazza affacciano anche il Palazzo vescovile – la cui originaria struttura duecentesca è stata modificata nei secoli successivi, in particolare nel Settecento – e il Palazzo dei vicari imperiali, risalente al XII secolo.

Scendendo ancora si giunge sulla sinistra in piazza della Repubblica, sulla quale si sviluppa il Seminario, edificato nel Seicento e ampliato successivamente fino al 1713: l’edificio presenta un prospetto concavo perché segue l’andamento della cinta muraria, con una facciata affrescata con motti religiosi risalenti ai primi del Settecento. In basso è aperto da botteghe che in parte conservano gli sporti originali.

Chiesa del santissimo Crocifisso, interno
Chiesa del santissimo Crocifisso, interno

Proseguendo lungo via delle Vittime del Duomo s’incontra sulla sinistra la chiesa del Santissimo Crocifisso, realizzata tra il 1705 e il 1718 per custodire un crocifisso ligneo del X secolo, molto venerato: presenta una pianta a croce greca, con cupola su tamburo e sorge nello spazio tra la rocca, il Duomo e il Municipio. Il Municipio conserva, sulle pareti della Sala delle Sette Virtù, affreschi trecenteschi di Cenni di Francesco di ser Cenni. A piano terreno si trova invece l’Oratorio della Madonna di Loreto od Oratorio Loretino, decorato da affreschi risalenti alla fine del Trecento e ai primi del Quattrocento. Sull’altare si ammira un’ancona lignea del XVI secolo con santi, angeli e storie evangeliche di scuola fiorentina del Cinquecento.

Proseguendo, nella piazza omonima si trova Palazzo Bonaparte, che il 29 giugno 1797 ospitò Napoleone in visita allo zio canonico. Andando avanti su via Maioli, fiancheggiata da palazzi del XVI secolo, si giunge in piazza XX Settembre: qui si trovano l’Accademia degli Euleti – la più antica istituzione culturale sanminiatese, fondata nel Cinquecento  da un gruppo di intellettuali chiamati “Affidati” e ospitata nel seicentesco Palazzo Migliorati (dove è conservata anche la maschera funeraria di Napoleone) – e la chiesa di santa Caterina, appartenente agli agostiniani nel XIII secolo, il cui aspetto attuale risale al Seicento.

Municipio, sala delle sette Virtù
Municipio, sala delle sette Virtù

Tornando sui propri passi e salendo a destra dopo piazza Bonaparte si giunge alla chiesa di san Francesco, edificata al 1276 e ristrutturata nel Quattrocento. Annesso alla chiesa è il convento, secondo alcuni donato da nobili sanminiatesi a san Francesco nel 1211: il complesso venne ingrandito su progetto di frate Elia – compagno di san Francesco al quale si deve la costruzione della chiesa francescana di Cortona – e ristrutturato tra Seicento e Settecento. Proseguendo sulla stessa via si torna nel centro cittadino: lungo la salita che conduce a piazza della Repubblica si può osservare Palazzo Roffia, risalente alla seconda metà del Quattrocento, mentre andando in direzione di piazza del Popolo si giunge di fronte alla chiesa di san Domenico, dalla facciata incompiuta. All’interno sono da ammirare il sepolcro di Giovanni Chellini – opera di Bernardo Rossellino – e sull’altare la tavola con la Madonna col Bambino e santi del Maestro di San Miniato con predella con le Storie di san Giovanni Battista di Mariotto di Nardo. Alla sinistra della chiesa si apre la Via Angelica, composta da tre cappelle con affreschi del Trecento e decorazioni settecentesche.

Palazzo Grifoni
Palazzo Grifoni

Seguendo via Ser Ridolfo si incontra sulla sinistra Palazzo Formichini, eretto nel Cinquecento su progetto di Giuliano di Baccio d’Agnolo: modificato successivamente all’interno, presenta la facciata originale. Nella piazza omonima si eleva il Palazzo Grifoni, costruito alla metà del Cinquecento ad opera sempre di Giuliano di Baccio d’Agnolo, definito “cosa magnifica” da Giorgio Vasari. Tenendosi in via Giosuè Carducci (il poeta insegnò a San Miniato nel 1856-1857 dimorando nella prima casa a sinistra) si arriva alla chiesa della Santissima Annunziata, risalente al 1522, a pianta centrale con copertura a cupola ottagonale. All’interno – con decorazioni sei-settecentesche – si trova un’Annunciazione del tardo Trecento. L’ultimo luogo da visitare a San Miniato è l’ex monastero di santa Chiara, fondato nel Trecento, sede del Conservatorio costituito nel Settecento per volere del Granduca Pietro Leopoldo, con annessa la chiesa. Vi sono raccolte importanti opere d’arte tra cui dipinti del Cigoli e la Croce di Deodato Orlandi del 1301.

Chiesa di san Domenico, interno
Chiesa di san Domenico, interno

Informazioni utili. L’Ufficio turistico si trova in piazza del Popolo, di fronte alla chiesa di san Domenico, presente anche su internet all’indirizzo www.sanminiatopromozione.it. Fra le manifestazioni cittadine più importanti segnalo la Mostra Mercato Nazionale del tartufo bianco delle Colline Sanminiatesi, che si svolge ogni anno il secondo, terzo e quarto fine settimana di novembre. Oltre al tartufo San Miniato offre numerosi prodotti tipici di alta gastronomia, alcuni dei quali Presidio Slow Food. Per questo motivo il borgo è riconosciuto Città dei Sapori ed appartiene anche alla rete delle Cittàslow. A questo proposito, sono più di uno i luoghi dove mangiare bene, ne consiglio due, diversi: Papaveri e papere (www.papaveriepaolo.com) e l’Enosteria Nonna Adelaide. Forte è anche il rapporto con il teatro, a partire dal patrono cittadino san Ginesio protettore degli attori: nel 1947 fu fondato l’Istituto del Dramma Popolare, che annualmente allestisce un dramma inedito di soggetto religioso. Fra le manifestazioni segnalo il festival internazionale “La luna è azzurra”, dedicato al teatro di figura.

Campagna di San Miniato
Campagna di San Miniato

San Miniato si trova lungo la via Francigena, che attraversa il centro abitato e tocca l’antico borgo di San Ginesio, dove il vescovo Sigerico sostò nel suo viaggio di rientro a Canterbury. Lungo l’antica via di pellegrinaggio a breve distanza si trova anche un luogo di grande spiritualità ed arte, la Gerusalemme di San Vivaldo, che consiglio di visitare: situata nel comune di Montaione, venne realizzata ai primi del Cinquecento per ricreare i luoghi legati alla passione di Cristo. A 20 minuti di macchina da San Miniato si trova infine Castelfiorentino: chi ama l’arte di Benozzo Gozzoli non può perdere i due capolavori realizzati dal pittore alla fine del Quattrocento in Valdelsa, qui ospitati nel museo BoGo.

Altre foto:

Mappa di San Miniato:

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