Visitare Petra. Il Monastero

Visitare Petra, la città dei “giochi di colore” scavata nella roccia

Tesoro di Petra
Tesoro di Petra

Visitare Petra è un’emozione indescrivibile: le imponenti rovine della favolosa capitale del regno dei Nabatei e le tombe monumentali scavate nella roccia testimoniano lo splendore di una delle città più ricche del mondo antico. Addentrarsi lungo il siq, la gola che conduce al “Tesoro” è un ricordo indelebile, pari alla consapevolezza di ammirare una delle meraviglie del mondo e il patrimonio più prezioso della Giordania.

Costruita in una vallata racchiusa da alte montagne lungo il percorso delle vie carovaniere fra Oriente e Occidente, la città fu chiamata Petra dai greci e dai romani, mentre il suo nome nabateo fu Rqm, ovvero “giochi di colore“, forse in riferimento alle incredibili sfumature della roccia arenaria con la quale fu edificata. Il periodo di massimo splendore fu tra il I secolo a.C. e il I secolo d.C., in particolare durante i regni di Areta III – che conquistò la città di Damasco – Oboda III e Areta IV, quando il dominio dei Nabatei conobbe la sua maggiore estensione: corrispondente all’attuale Giordania, esso comprendeva anche parte della Siria, dell’Egitto, dell’Arabia Saudita e di Israele.

Canale di adduzione dell'acqua, lungo il siq
Canale di adduzione dell’acqua, lungo il siq

Oltre alla felice posizione geografica quale crocevia di traffici – i principali prodotti commerciati dai Nabatei furono l’incenso e la mirra – Petra poté contare su un sistema difensivo naturale, costituito dai rilievi montuosi che la circondano, e attirò visitatori grazie al buon governo dei sovrani e alla sua natura cosmopolita, aperta alle influenze artistiche, culturali, religiose provenienti da ogni angolo del mondo. Nonostante l’aridità del luogo Petra fu una città florida, grazie alla creazione di una sofisticata rete di approvvigionamento idrico capace di assicurare acqua in ogni momento dell’anno. L’abilità idraulica dei Nabatei ideò e realizzò un sistema di canali – scavati sulle pendici delle colline – e di cisterne sotterranee per consentire la coltivazione dei campi, soddisfare le esigenze della popolazione – che nel periodo più felice arrivò a 30.000 persone – e alimentare un vasto complesso ricreativo di piscine e giardini.

Petra, le tombe e il teatro
Petra, le tombe e il teatro

Dopo la conquista di Damasco, avvenuta tra l’84 e il 72 a.C., un altro momento cruciale per la città fu, nel 64 a.C., la creazione della provincia romana della Siria per volere di Pompeo: il regno nabateo divenne cliente di Roma, finendo di volta in volta coinvolto nei conflitti interni dell’Impero. Alla morte di Areta IV la prosperità di Petra continuò, ma nel 106 d.C. Traiano ordinò l’annessione della Nabatea, decretandone la fine quale regno autonomo: l’età dell’oro della città cominciò a declinare. Nel 362 d.C. un terribile terremoto distrusse gran parte della città, evento che insieme al cambiamento delle rotte commerciali determinò la fine di Petra, che venne infine abbandonata.

La città conobbe secoli di abbandono ed oblìo, nota solamente ai beduini locali che la custodirono quale loro possesso: fu Johann L. Burckhardt che la riscoprì – sotto mentite spoglie – il 22 agosto 1812, seguendo le voci di un’antica città in rovina nascosta fra le montagne. Nel corso dell’Ottocento alcuni – sulla scorta del racconto di Burckhardt – si avventurarono per ammirarla, ma fu solo dopo la Prima Guerra Mondiale, con la creazione del regno di Transgiordania sotto il mandato britannico, che fu possibile intraprendere la prima campagna di scavo archeologico.

Le Tombe reali. In basso, i resti del Grande tempio meridionale e della Strada colonnata
Le Tombe reali. In basso, i resti del Grande tempio meridionale e della Strada colonnata

Per visitare Petra, sito patrimonio dell’umanità dal 1985, il percorso si addentra lungo la gola, chiamata Siq, che si sviluppa tortuosamente per quasi due chilometri, fiancheggiata da altissime parete di arenaria. Le pareti, che in alcuni punti superano i 100 metri di altezza, sono scavate in più punti rivelando canali di adduzione dell’acqua, nicchie e betili (rappresentazioni della divinità). All’inizio della gola si trova la Tomba degli Obelischi, risalente al 40-70 d.C., che insieme al sottostante triclinio di Bab al-Siq costituisce un complesso funerario unico: è il solo caso in tutta la città in cui tomba e triclinio – luogo di lutto per i parenti del defunto – sono collocati sulla stessa parete rocciosa. La tomba deve il suo nome ai quattro obelischi che ne sormontano l’accesso, una rappresentazione dei sepolti nella camera funeraria. Al centro, all’interno di una nicchia, si trova una statua maschile a grandezza naturale, recante un mantello sulla spalla sinistra. Il triclinio presenta invece una facciata con frontone semicircolare sorretto da colonne e pilastri, sormontato a sua volta da un ulteriore frontone spezzato.

Facciata del Tesoro
Facciata del Tesoro

Al termine del siq si giunge davanti al tempio di al -Khazneh Farun, l’edificio più scenografico di Petra e quello più memorabile: fu scolpito dai Nabatei nella parete rocciosa, un’impresa di sapiente ingegneria e una delle opere più belle del mondo antico. Il suo nome, “tesoro del faraone”, fu attribuito dai beduini, che immaginarono l’edificio contenesse le ricchezze di un re antico. La sua facciata ha dimensioni colossali, 23 metri di larghezza per quasi 40 di altezza, e venne ricavata scavando la pietra dall’alto verso il basso, estraendo una gran quantità di materiale che fu poi utilizzato per la costruzione di altri edifici. La facciata è composta da due parti, l’inferiore con sei colonne che sostengono l’architrave e il frontone, la superiore con una struttura circolare al centro – sormontata da un’urna – fiancheggiata da due strutture con frontone spezzato. Ai lati della facciata nella parte inferiore, all’interno di due nicchie tra le colonne, si trovavano due figure maschili insieme a due cavalli, rappresentazione dei Dioscuri che accompagnavano il defunto nell’aldilà. Nella parte superiore erano disposte nove sculture femminili, raffiguranti le amazzoni impugnanti asce nei corpi laterali, due nike alate sul fondo e, al centro, la dea Iside/Tyche, recante la cornucopia.

Varcato il vestibolo e superati sette gradini si accede a tre camere interne, una centrale e due laterali, realizzate secondo precisi calcoli matematici con l’obiettivo di evitare il cedimento e il crollo dell’intera struttura: qui non sono stati rinvenuti sarcofagi, mancanza che ha indotto a ritenere il luogo un cenotafio, ovvero un monumento funerario in onore di un personaggio importante.

Teatro @ wikipedia, Douglas Perkins
Teatro @ wikipedia, Douglas Perkins

Proseguendo lungo il siq si giunge alla sua fine, laddove sulla destra si trovano i resti del teatro di Petra, realizzato durante il regno di Areta IV (I secolo d.C.): edificato scavando la roccia e sfruttando il declivio della collina – tanto da demolire una fila di sepolture rupestri preesistenti – poteva contenere fino a diecimila spettatori. Venne pesantemente colpito dal terremoto del 363 d.C., che distrusse gran parte della scena. Accanto al teatro si ammirano alcune tombe rupestri, che si possono osservare anche in numerosi altri luoghi nel corso della visita: accanto alle tombe a fossa, destinate agli abitanti comuni, nelle pareti di arenaria furono realizzati veri e propri mausolei, caratterizzati dalle facciate scolpite secondo alcune tipologie stilistiche. Tra i vari tipi di decorazione, si trovano facciate a tempio, ad arco, con i merli.

Tomba corinzia
Tomba corinzia

Ai piedi del teatro si estendeva la città, attraversata dalla Strada colonnata che conduceva ai principali edifici, realizzata nell’unica striscia di terreno pianeggiante accanto al wadi – torrente – Musa. La via che si ammira oggi fu realizzata dai romani dopo l’annessione della Nabatea all’Impero romano (106 d.C.) sopra l’antico tracciato originario. Ai lati della strada si trovavano i portici, sostenuti da più di sessanta colonne, che ospitavano botteghe e negozi, e rappresentavano al tempo stesso il collegamento con i vari edifici situati sui versanti delle colline circostanti.

In origine la strada nabatea partiva dal monumentale complesso funerario delle Tombe reali, scavate sul versante occidentale del monte al-Khubtha, con le facciate allineate e rivolte al centro cittadino. Si ipotizza che tale complesso di mausolei venne realizzato per ospitare le sepolture del monarchi nabatei, anche se non è stata rinvenuta nessuna iscrizione a conferma di tale ipotesi. Le tombe che compongono il complesso sono quattro: la Tomba del Palazzo, la Tomba Corinzia, la Tomba della seta e la Tomba dell’urna.

Tomba dell'urna
Tomba dell’urna

La Tomba del Palazzo ha dimensioni stupefacenti, 49 metri di larghezza per 46 di altezza, con la facciata sviluppata su tre settori sovrapposti scanditi da cornici sporgenti, sostenute da file di colonne con frontoni semicircolari e triangolari. Il suo nome deriva dalla somiglianza con i palazzi ellenistici e testimonia la monumentalità di questa sepoltura, la più imponente di tutta Petra. La Tomba Corinzia, collocata accanto alla prima, è perfettamente allineata alla Strada colonnata e ricorda quella del Tesoro. Seguono la Tomba della seta, la meno imponente delle quattro, e infine la Tomba dell’urna, così chiamata in riferimento all’urna che ne corona la facciata: è realizzata al di sopra di un alto cortile porticato lungo oltre venti metri, sostenuto da una struttura ad arcate a due piani.

Lungo il lato meridionale della Strada colonnata si estendeva il mercato superiore, il Grande tempio meridionale e il complesso ricreativo di giardini e piscine, che secondo recenti ricerche comprendeva una piscina artificiale con al centro un’isola, raggiungibile solo in barca. Il Tempio meridionale era l’edificio più grande di Petra, articolato in due terrazze sovrapposte, collegate da scalinate, che assecondavano i dislivelli del versante. Venne realizzato durante il regno di Areta IV, nel corso di processo di rinnovamento e monumentalizzazione che coinvolse tutta la città. Preceduto da una scalinata di quaranta gradini che lo collegava alla Strada colonnata, il recinto inferiore era circondato da un portico con il tetto sorretto dal oltre centoventi colonne: ad esso seguiva, collegato da un’altra scalinata, il recinto superiore, al centro del quale si trovava il tempio vero e proprio, con colonne alte quindici metri. Una peculiarità di questo luogo è la presenza, dentro al tempio, di un teatro semicircolare a cielo aperto al posto della cella, capace di contenere oltre seicento persone: un elemento “estraneo” che ha indotto a ritenere il tempio destinato sì alle funzioni religiose, ma anche alle riunioni dei rappresentanti della cittadinanza, o dei monarchi, o del tribunale cittadino.

Tombe rupestri
Tombe rupestri

Al di là della Strada colonnata, di fronte al Grande tempio meridionale, si trovano i resti del Tempio dei Leoni Alati, di dimensioni molto più contenute, forse dedicato alla dea della fertilità. La Strada colonnata prosegue fino a raggiungere la porta del Temenos, edificata in epoca romana sopra una preesistente struttura nabatea. La sua funzione era quella di dividere la zona della vita cittadina e dei traffici commerciali dall’area religiosa del tempio di Qasr al-Bint. Tale tempio venne costruito all’inizio del I secolo d.C. all’estremità occidentale della città, ai piedi della montagna al-Habis. Edificato sopra un basamento e raggiungibile tramite una scalinata, presentava una forma cubica – con altezza di 32 metri, pari alle dimensioni dei lati della pianta – ed era preceduto da un grande altare quadrato.

Monastero
Monastero

Nel visitare Petra non si può tralasciare il Monastero, chiamato el-Deir, edificato sulle pendici della montagna a nord-est della città. Per raggiungere questo luogo – probabilmente un tempio – è necessario salire ottocento gradini, compiendo un percorso d’indimenticabile bellezza. La sua facciata è colossale (46 metri di larghezza per 48 di altezza), disposta su due livelli: in quello inferiore l’ingresso – soprelevato – è affiancato da due nicchie rettangolari con frontoni semicircolari, quello superiore ricorda il Tesoro, composto da tre strutture di cui quella centrale circolare, sormontata da un’urna di ben nove metri. La facciata fu realizzata scavando la montagna per una profondità di quindici metri, collocazione che ne ha permesso la conservazione, al riparo dal vento e dagli agenti atmosferici.

Tomba di Sesto Fiorentino
Tomba di Sesto Fiorentino

La visita di Petra può comprendere numerosi altri luoghi di grande interesse, tra i quali la Tomba del Soldato, una tomba rupestre con triclinio risalente alla prima metà del I secolo a.C, il vicino altare di al-Madhbah, realizzato sulla cima del colle Attuf per compiere riti sacrificali, la Tomba di Sesto Fiorentino, collocata nei pressi delle tombe reali e destinata al governatore romano dell’Arabia, Sesto Fiorentino, morto nel II secolo d.C.. A qualche chilometro da Petra si trova Siq al-Barid, una Petra in miniatura che si sviluppa attorno a una piccola valle: triclini, tombe, case scavate nella pietra arenaria, si possono ammirare dopo aver percorso una stretta gola.

Informazioni utili per visitare Petra: consiglio di consultare il sito internet dell’area archeologica, visitpetra.jo, ricco di indicazioni logistiche e approfondimenti storici. Per la redazione di questo articolo mi sono in parte avvalsa del numero speciale di “Storica” di National Geographic dedicato all’antica capitale nabatea. Leggendo quelle pagine ho potuto rivivere i ricordi e l’emozione provata durante la visita dell’indimenticabile Petra.

Ho dedicato una sezione del blog alle antiche città della storia: tra le maggiori che ho potuto ammirare vi sono Palmira in Siria, Volubilis in Marocco, Sukhothai e Ayutthaya in Thailandia, Fatehpur Sikri in India, Persepoli – con Pasargade e Naqsh-e Rostam – in Iran, Gerash in Giordania (oltre a Petra).

Visitare Petra, altre immagini:

Visitare Petra, la mappa:

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