Chiesa di san Francesco e oratorio di san Bernardino

Lucignano, perla della Valdichiana: il borgo medievale dalla pianta ellittica

Chiesa di san Francesco e oratorio di san Bernardino a Lucignano
Chiesa di san Francesco e oratorio di san Bernardino

Chiamata “la perla della Valdichiana”, Lucignano ha mantenuto nel corso dei secoli il suo aspetto medievale, che le è valso anche il riconoscimento della Bandiera Arancione del Touring Club Italiano, nonché l’appartenenza all’Associazione dei Borghi più belli d’Italia. Passeggiando per le sue vie ben si comprende come questo borgo toscano sia un magnifico esempio di urbanistica medievale: l’abitato infatti asseconda il declivio del colle, partendo dal punto più elevato e sviluppandosi per anelli concentrici fino ad arrivare all’ellissi delle mura.

La zona fu abitata sin dall’epoca etrusca, come testimoniano le vicine necropoli di Poggio dei Morti e Moscino, mentre all’epoca romana – avara di testimonianze – risale il ricordo di una torre triangolare detta Torre Sillana, edificata per volontà di Lucio Cornelio Silla dopo la conquista della città nel I secolo a.C.. Il nome di Lucignano sembra derivante da Lucio Licinio Lucullo, il console a capo del contingente romano che si stabilì su questo colle e che fondò un castrum ribattezzato Lucinianum.

Palazzo Pretorio di Lucignano
Palazzo Pretorio

In epoca medievale Lucignano conobbe il suo periodo di maggiore importanza: ubicato in una zona strategica per il controllo dei collegamenti fra le città di Siena ed Arezzo, nonché lungo il tracciato della via Francigena, dopo il periodo di libero Comune fu ripetutamente conteso tra Arezzo, Siena e Perugia (la cui presenza è evidente nello stemma comunale, un grifone con una stella per indicare che la città sorge in collina).
Con il declino di Arezzo in seguito alla sconfitta di Campaldino (1289) e la sottomissione di Perugia allo Stato Pontificio, Lucignano entrò alla fine del Duecento nell’orbita di Siena, la cui influenza fu preponderante per lo sviluppo urbanistico e architettonico: sotto i senesi il centro fu munito della cinta muraria e fu edificata una rocca a difesa della città, sul colle di fronte. Alla metà del Cinquecento, dopo la sconfitta di Siena, Lucignano fu conquistata da Firenze e passò ai Medici, che fecero rafforzare il sistema difensivo. Con la fine delle vicende belliche europee ed interne ed in seguito con la costituzione del Granducato di Toscana, Lucignano – da crocevia e presidio fondamentale del territorio – conobbe un inevitabile ridimensionamento.

Porta Murata di Lucignano
Porta Murata

La visita del borgo può partire dalle sue mura, che si sviluppano nella parte bassa del colle e sono intervallate dalle porte che conducono in città: Porta san Giusto, che guarda a Siena, Porta sant’Angelo (chiusa alla fine del XVIII secolo, oggi un semplice passaggio), Porta san Giovanni – a pianta pentagonale, adiacente a quella che era la zona più povera dell’abitato – e infine Porta Murata, chiamata così perché venne murata nel XVI secolo in occasione della guerra di Siena. Sul lato esterno di Porta san Giovanni si possono ammirare le mura di Lucignano realizzate dai senesi nel 1371.

Vicino a Porta san Giusto si trova il Cassero, edificato da Siena nel corso del Trecento, munito di mastio e di torrino di guardia: dopo la conquista fiorentina perse la sua funzione e fu trasformato in deposito del grano, infine nell’Ottocento divenne un teatro. Di fronte al Cassero si trovano le Logge, costruite per volontà di Cosimo I de’ Medici: a cinque arcate con pilastri quadrati in pietra serena e volte a crociera, sulla parte superiore si aprono in una terrazza, mentre la scalinata adiacente conduce alla sommità del colle su cui – secondo la tradizione – si slanciava la Torre Sillana. Qui si erge la Collegiata e si trovano i monumenti simbolo del potere civile e religioso.

Cassero di Lucignano
Cassero

La Collegiata di Lucignano, dedicata a san Michele Arcangelo, fu costruita sul luogo dove si trovava una rocca forse di origine longobarda, distrutta nel 1556 da un fulmine, cui era addossata una piccola chiesetta già dedicata al santo longobardo. La chiesa attuale si deve ad Orazio Porta, mentre la scenografica scalinata di accesso, che nella sua pianta ellittica richiama la conformazione urbanistica del borgo, è opera del genio di Andrea Pozzo (architetto e pittore gesuita – celebre tra l’altro per le sue finte cupole dipinte a Roma, Arezzo e Vienna – fu attivo anche nella vicina Montepulciano). Al suo interno, la Collegiata ospita un imponente altare opera sempre del Pozzo (autore, tra l’altro, della macchina barocca dell’altare di Sant’Ignazio nella Chiesa del Gesù a Roma), nonché tele seicentesche tra le quali un’Ultima Cena attribuita a Rutilio Manetti. Nell’attigua cappella del Santissimo Sacramento, affrescata da Luigi Ademollo, è custodito il venerato Crocifisso miracoloso di Lucignano, risalente presumibilmente al XIV secolo.

Palazzo Pretorio, Sala del tribunale, Maestà
Palazzo Pretorio, Sala del tribunale, Maestà

Nella parte più alta del colle si trova il Palazzo Pretorio, risalente al Duecento e modificato più volte nel corso dei secoli: sulla sua facciata e sul fianco destro sono disposti stemmi cinquecenteschi di podestà e vicari. Al piano superiore – anticamente destinato ad ufficio e abitazione del Vicario – si trovano oggi gli uffici del Comune di Lucignano e la Sala del Consiglio, completamente affrescata dall’Ademollo con il Trionfo di Cesare – mentre a piano terreno si dispiega il Museo Civico, che raccoglie, tra le altre, opere di Bartolo di Fredi, Niccolò di Segna, Luca Signorelli (originario della vicina Cortona). L’ultima sala del percorso museale è la Sala del Tribunale, affrescata con un ciclo quattrocentesco dedicato agli uomini illustri della Bibbia e dell’antichità classica e una Maestà, ciclo ispirato ad analoghi esempi senesi tra cui quello del Palazzo Pubblico di Siena. Al centro della sala si ammira il celebre Albero d’oro di Lucignano, grande reliquiario realizzato dal 1350 al 1471 per la chiesa di San Francesco.

L'Albero d'oro di Lucignano
L’Albero d’oro di Lucignano

La sua preziosità merita qualche parola di descrizione: simbolo dell’albero francescano e del “Lignum Vitae” di San Bernardino, è infatti uno dei monumenti più straordinari dell’oreficeria italiana. Presenta la forma di albero a dodici rami, alle cui estremità si trovano piccole teche destinate ad ospitare reliquie francescane e schegge della Croce di Cristo. La base dell’albero è in rame dorato, di forma polilobata e mistilinea, incisa da racemi: in origine vi si trovavano quattro medaglioni smaltati, chiusi da cristalli di rocca, con immagini di santi. Sulla prima base poggia un piede più piccolo, dai contorni simili: diviso in spicchi, all’interno di ogni spicchio presentava santi raffigurati a smalto. Vi sono poi alcune cornici – tra le quali si trova una lamina recante una scritta – e poi il tronco, che sostiene una teca a forma di tempietto gotico, a tre piani che digradano verso l’alto, dalla sezione ottagonale. I lati del tempietto sono separati da pilastri dentati, sormontati da pinnacoli, e consistono in bifore divise da colonnine ritorte. Sulla sommità del tempietto è issato il fusto dell’albero, interrotto da sottili cornici, nell’alternanza di rami – dodici in tutto, sei per lato – e boccioli, da cui escono rametti di corallo. Ogni ramo, in argento dorato, è decorato da foglie di vite e da due piccoli medaglioni trilobati, che un tempo racchiudevano le reliquie. All’estremità di ciascun ramo è inserito un medaglione, recante sul verso uno smalto, sul recto una miniatura, raffiguranti santi e apostoli, ulteriormente ornati da cinque boccioli con rametti di corallo. Sulla sommità dell’Albero sono un Cristo crocefisso e un pellicano, simbolo cristologico, rappresentato mentre si ferisce il petto per nutrire i propri piccoli.

Dalla scritta sulla base conosciamo l’anno d’inizio dell’opera – 1350 – e quello in cui il reliquiario “foeliciter completum est”, 1471. Sappiamo altresì che la parte quattrocentesca è opera di Gabriello d’Antonio da Siena, mentre l’opera trecentesca è priva di paternità certa. Sono prive di sicura attribuzione anche le miniature sul recto dei medaglioni, realizzate da mani diverse.

Il video dell’Albero d’oro di Lucignano:

Chiesa di san Francesco, Trionfo della morte
Chiesa di san Francesco, Trionfo della morte

Accanto al Palazzo Pretorio si trova la chiesa di San Francesco, che si distingue per la sua facciata duecentesca con un paramento a bande orizzontali in arenaria e travertino. All’interno, con la tipica pianta a tau e copertura a capanna con capriate lignee, si osservano lacerti di affreschi tre-quattrocenteschi su cui, nel Cinque e Seicento, furono apposti altari: tra di essi spicca il Trionfo della Morte, al di sopra del timpano del secondo altare di destra, attribuito a un pittore senese vicino a Bartolo di Fredi. Considerato un’imitazione del celebre soggetto rappresentato da Buffalmacco nel Camposanto di Pisa, l’affresco di Lucignano si distingue per alcuni elementi peculiari come il paesaggio, che richiama la spoglia essenzialità delle crete senesi. Sull’altare maggiore si ammira un polittico di Luca di Tommè; il lato destro del transetto è interamente affrescato con Storie di san Francesco e di santi, e un’Adorazione dei Magi. Sul fianco destro della chiesa si apre l’oratorio di San Bernardino e sviluppa l’antico convento francescano, mentre sul retro del complesso – al centro di un grande piazzale – si slancia solitaria la Torre delle Monache, che faceva parte del sistema difensivo più antico.

Via di san Giuseppe a Lucignano
Via di san Giuseppe

A pochi passi dal sagrato di San Francesco, davanti alla facciata della chiesa di San Giuseppe, si trova l’imbocco della via omonima, che con le sue gradinate conduce alla sottostante via Matteotti. Su una pietra all’angolo di un’abitazione si legge la scritta “Libertà di suono e canto”, interpretata come un riferimento all’articolazione di Lucignano in due aree: la superiore, con il silenzio degli edifici simbolo del potere civile e religioso, e l’inferiore – abitata dalla popolazione, con il fermento della sua vita. A pochi passi dalla chiesa di San Giuseppe è situata la chiesa della Santissima Annunziata o della Misericordia, sede della Compagnia della Carità: al suo interno custodisce due terracotte invetriate di scuola robbiana, risalenti ai primi del Cinquecento, raffiguranti l’Annunciazione, nonché la venerata effige del Cristo morto, una statua ricavata – secondo la tradizione – da un unico tronco.

Chiesa di san Francesco, affreschi trecenteschi
Chiesa di san Francesco, affreschi trecenteschi

L’ultima chiesa del borgo di Lucignano è quella del Santissimo Crocefisso, di cui è visibile la sola facciata, collegata alla sottostante via Roma da una doppia scalinata in pietra serena: ai suoi piedi è collocato il Pozzo nuovo, una cisterna contraddistinta dalla presenza dello stemma cittadino. Sulla collina di fronte al paese si ergono i resti della fortezza realizzata da Siena e, a poca distanza, il cinquecentesco Santuario della Madonna della Querce, attribuito a Giorgio Vasari (originario di Arezzo) ed edificato in concomitanza con una fonte considerata miracolosa per la cura della sterilità e della mancanza di latte. In direzione di Foiano della Chiana si erge l’antica chiesa di San Biagio alla pieve vecchia, edificata su una chiesa paleocristiana di cui, purtroppo, non è rimasta traccia.

Informazioni utili: per la redazione di questo articolo mi sono avvalsa di fonti diverse, tra le quali la guida “Lucignano. Storia, arte, tradizione” a cura di Chiara Spadini e Valeriano Spadini, nonché l’utile App realizzata dal Comune, “Visit Lucignano”. Per la visita del Museo Civico consiglio di consultare il sito internet www.visitlucignano.it. Tra i borghi e le città che suggerisco di visitare nei dintorni, senz’altro Arezzo, Siena e Cortona, ma anche Montepulciano, Pienza e San Quirico d’Orcia.

Altre immagini di Lucignano:

Mappa:

About the author