Galleria degli specchi di Palazzo Doria Pamphilj

Palazzo Doria Pamphilj a Roma, gioiello nel cuore della città

Galleria degli specchi di Palazzo Doria Pamphilj
Galleria degli specchi di Palazzo Doria Pamphilj

Palazzo Doria Pamphilj è uno dei palazzi più sontuosi di Roma, uno tra i pochissimi ad aver conservato intatto il suo eccezionale patrimonio di arredi ed opere d’arte: la collezione privata che vi è custodita annovera capolavori di Caravaggio, Tiziano, Raffaello, Carracci, Velázquez, nonché di maestri fiamminghi e di primitivi. Costituitosi nel corso di quattro secoli a partire dal primo edificio cinquecentesco, residenza del cardinale Fazio Santoro, il Palazzo è il risultato di ampliamenti, annessioni e trasformazioni, e vide succedersi le casate dei Della Rovere, degli Aldobrandini, dei Pamphilj e dei Doria, poi Doria Pamphilj.

Divenne possesso dei Pamphilj in virtù del matrimonio di Camillo – figlio dell’influente Donna Olimpia Maidalchini, cognata di papa Innocenzo X Pamphilj – con Olimpia Aldobrandini, che lo portò in dote insieme ad alcuni quadri. Camillo e Olimpia vi trasferirono la propria dimora alla metà del Seicento e avviarono importanti lavori di ampliamento al fine di ospitarvi la quadreria di famiglia: Camillo infatti, amante dell’arte e mecenate, acquistò personalmente diverse opere presso le botteghe dei pittori dell’epoca.

Sala del Pussino
Sala del Pussino

Il figlio di Camillo, Benedetto, proseguì la passione collezionistica del padre, portando il numero dei quadri della pinacoteca dai duecento ereditati a milletrecento, con una particolare predilezione verso i maestri fiamminghi e i paesaggi. Nel 1671 la famiglia genovese dei Doria si congiunse ai Pamphilj in seguito al matrimonio fra Giovanni Andrea III Doria e Anna Pamphilj, portando in dote alcune opere. Nei decenni seguenti il Palazzo Doria Pamphilj fu interessato da ulteriori lavori, tra i quali in particolare la Galleria, appositamente realizzata tamponando le arcate del primo piano del cortile per esporvi le opere d’arte raccolte nel corso dei secoli.

Dietro la maestosa facciata tardo-barocca su via del Corso, capolavoro del Valvassori, oltre il cortile d’ispirazione bramantesca dalle arcate rinascimentali, il cuore del Palazzo è rappresentato dai Quattro Bracci della Galleria, che insieme alla Sala dei Primitivi e alla Sala Aldobrandini custodisce la maggior parte della collezione.

Sala da ballo
Sala da ballo

L’aspetto attuale degli ambienti risale alla sistemazione settecentesca, nel susseguirsi degli spettacolari Saloni di rappresentanza: tra di essi la Sala del Pussino (soprannome di Gaspar Dughet), la Sala dei velluti (che ospita due busti di Alessandro Algardi e una tela del giovane Mattia Preti), la Sala da ballo, la Cappella progettata da Carlo Fontana tra il 1689 e il 1691.

Seguono i Quattro Bracci di Palazzo Doria Pamphilj: nel primo – la Galleria Aldobrandini – si ammirano le “Lunette Aldobrandini” di Annibale Carracci, alcune tele di Claude Lorrain, una “Lotta di putti” di Guido Reni. Nel piccolo Gabinetto Velázquez si trova il capolavoro della raccolta, il “Ritratto di Innocenzo X” di Diego Rodriguez de Silva y Velázquez del 1650, l’opera che tanto ispirò – e ossessionò – Francis Bacon. Accanto si ammira il “Ritratto di Innocenzo X” di Gian Lorenzo Bernini, che per il pontefice – tramite Donna Olimpia Maidalchini – realizzò anche la celeberrima Fontana dei Quattro Fiumi in piazza Navona.

Soffitto del primo braccio della Galleria e "San Sebastiano" di Marco Basaiti
Soffitto del primo braccio della Galleria e “San Sebastiano” di Marco Basaiti

Vi sono poi la celebre Galleria degli Specchi – con gli specchi settecenteschi importati da Venezia, le statue antiche, il soffitto affrescato con le “Storie di Ercole” di Aureliano Miliani (1731-1734) – fonte d’ispirazione per il Palazzo Reale di Genova e la sua Sala degli Specchi, e il terzo braccio – la Galleria Pamphilj – con l'”Allegoria” di Correggio, la “Santa Agnese” di Guercino, la “Veduta del porto di Napoli” di Pieter Bruegel il Vecchio, la “Madonna che adora il Bambino” di Guido Reni.

Nelle sale fra il terzo e quarto braccio della Galleria, lungo il prospetto su via del Corso, sono esposti i dipinti che arricchivano le ville di campagna della famiglia, in particolare di soggetto paesaggistico. Il quarto braccio – la Galleria Doria – custodisce il busto di Olimpia Maidalchini Pamphilj dell’Algardi, oltre a tele di Ribera e Jan Bruegel e al “San Sebastiano” di Marco Basaiti.

Cappella di Palazzo Doria Pamphilj
Cappella di Palazzo Doria Pamphilj

Nel Salone Aldobrandini di Palazzo Doria Pamphilj – ricostruito dopo il crollo del soffitto nel 1956 – si ammirano le tele di Caravaggio “Maddalena penitente” e il “Riposo durante la fuga in Egitto” – opere da non perdere in un itinerario romano dedicato ai capolavori del Merisi fra musei, chiese e collezioni private – oltre a innumerevoli sculture di epoca romana e a una “Deposizione” di Vasari (già a Sant’Agostino). Infine, nella suggestiva Sala dei Primitivi, si trovano tra le altre l'”Annunciazione” di Filippo Lippi, una serie di dipinti di scuola ferrarese, la “Crocifissione” di Memling.

Informazioni utili: per la visita di Palazzo Doria Pamphilj suggerisco di consultare il sito internet www.doriapamphilj.it, in riferimento ad orari e modalità di accesso. Accanto al Palazzo si trova il Collegio Romano, la cui chiesa – dedicata a Sant’Ignazio di Loyola – rappresenta con gli affreschi sulla volta uno dei capolavori del barocco a Roma. A pochi passi si erge inoltre un’altra sontuosa residenza privata romana, Palazzo Colonna, scrigno d’arte e di storia nel susseguirsi di magnifici monumentali saloni.

Altre immagini:

Mappa del Palazzo Doria Pamphilj:

About the author

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *