Borgo di Santa Fiora, la Peschiera e il terziere di Montecatino dal Castello

Santa Fiora sul monte Amiata, uno dei borghi più belli d’Italia

Borgo di Santa Fiora, piazza Garibaldi con Palazzo Sforza, Palazzo Pretorio e la torre trecentesca
Piazza Garibaldi con Palazzo Sforza, Palazzo Pretorio e la torre trecentesca

Il borgo di Santa Fiora, in provincia di Grosseto, è incastonato lungo le falde del monte Amiata, antico vulcano ormai spento ricoperto da una rigogliosa foresta di faggi e castagni. Annoverato fra i Borghi più Belli d’Italia e blasonato dalla Bandiera Arancione del Touring Club Italiano, ha mantenuto con cura la sua struttura urbanistica medievale, articolata nei tre rioni – “Terzieri” – di Castello, Borgo e Montecatino, corrispondenti ad altrettante fasi di evoluzione urbanistica.

Citato per la prima volta nell’XI secolo come villaggio, dal XII secolo quale castello, il borgo di Santa Fiora presenta la sua parte più antica (il Castello) edificata sopra uno sperone di roccia di trachite. Il fascino di questo luogo – visitato anche dai pellegrini della vicina via Francigena – sta ancor oggi nell’armonia esistente fra i suoi edifici, la flora generosa (da cui, forse, deriva il nome del borgo) e l’acqua sorgiva che alimenta le numerose fontane, forza motrice degli antichi opifici come gualchiere, mulini e ferriere.

Uno scorcio del borgo
Uno scorcio

Nella piazza principale del rione di Castello si ammirano i resti delle fortificazioni aldobrandesche, il Palazzo Pretorio, il Palazzo Sforza e la Torre trecentesca, testimonianza dell’importanza che il borgo assunse nei secoli passati: fra il XIII e il XVII secolo Santa Fiora fu infatti capitale di una Contea di confine, fra la Toscana e lo Stato della Chiesa, dominio prima degli Aldobrandeschi (signori delle vicine Sovana e Sorano) e poi degli Sforza. Al piano terreno di Palazzo Sforza è allestito il Museo delle Miniere di mercurio del Monte Amiata, che ricostruisce la storia dell’attività estrattiva dagli Etruschi fino all’Otto e Novecento.

Andrea della Robbia e bottega, "Madonna della cintola", pieve delle Sante Flora e Lucilla
Andrea della Robbia e bottega, “Madonna della cintola”, pieve delle Sante Flora e Lucilla

Fra le chiese va senz’altro citata la pieve delle Sante Flora e Lucilla, risalente al XIV secolo: all’interno custodisce una magnifica raccolta di terrecotte di Andrea della Robbia e bottega: si ammirano il “Battesimo di Gesù con San Giovanni e gli Angeli” sopra il fonte battesimale, la pala d’altare raffigurante la “Madonna della cintola e santi”, i pannelli che ornano il pulpito con l'”Ultima Cena”, la “Resurrezione” e l’”Ascensione”, il trittico con l'”Incoronazione della Vergine” e le “Stimmate di San Francesco e San Girolamo” ai lati.

Percorrendo le vie dell’abitato di Santa Fiora – alcune particolarmente strette – si osservano le case medievali e i palazzi signorili di epoca rinascimentale, mentre varcando la Porticciola, che chiudeva a sud il terziere di Castello, si giunge nel rione di Borgo, sviluppatosi nel Trecento attorno al convento agostiniano di San Michele Arcangelo. Qui si trovava il Ghetto, oggi per lo più scomparso.

Borgo di Santa Fiora, la Peschiera e il terziere di Montecatino dal Castello
Santa Fiora, la Peschiera e il terziere di Montecatino dal Castello

L’ultimo terziere, delimitato dalla porta di San Michele, è Montecatino: è simboleggiato dalla Peschiera, una grande vasca alimentata dalle acque sorgive del Fiora, nella quale in epoca medievale venivano forse allevati i pesci da consumare durante i periodi di digiuno liturgico in sostituzione della carne. La sua realizzazione, forse opera dei monaci benedettini della vicina Abbadia di San Salvatore, risale al X-XI secolo: gli Aldobrandeschi – signori di Santa Fiora fino al 1439 – ne proseguirono l’attività, seguiti dagli Sforza (a cui si deve la creazione del giardino in stile rinascimentale).

Nel 1464 papa Pio II Piccolomini, in visita al conte Guido Sforza, testimoniò: “Nella peschiera sono allevate, come in un vivaio, trote grandissime”. Anche oggi questi esemplari nuotano nelle acque, riprodotti per ripopolare il torrente Fiora.

La Peschiera e dietro il terziere di Castello sopra lo sperone di roccia
La Peschiera e dietro il terziere di Castello sopra lo sperone di roccia

La Peschiera è circondata da un magnifico parco il cui aspetto attuale risale – come il bacino e il suo prospetto monumentale – all’epoca ottocentesca. Passeggiando nel parco è possibile osservare l’acqua sorgiva del Fiora, che sgorga in un canale fra gli alberi e confluisce dopo pochi metri nella vasca.

La Peschiera è inoltre affiancata dalla chiesa cinquecentesca della Madonna delle Nevi, costruita su un precedente tabernacolo recante l’immagine della Madonna a protezione delle acque. Nel corso di alcuni scavi archeologici sotto il pavimento della chiesa è stata rinvenuta una strada lastricata risalente al Trecento, attraversata da un torrente che scorre ancora oggi adducendo acqua alla vasca: è una chiesa sull’acqua, un altro luogo pieno di grazia nel magnifico borgo di Santa Fiora.

Via delle scalette
Via delle scalette

Informazioni utili: l’Ufficio turistico, ospitato nel Palazzo Pretorio in piazza del Castello, è ricco di pubblicazioni su Santa Fiora e il suo territorio. Il personale è preparato e prodigo di consigli e suggerimenti. Il Museo delle Miniere di mercurio fa parte del Parco Nazionale Museo delle Miniere dell’Amiata: la sua visita potrebbe accompagnarsi alla scoperta dei luoghi del Parco, ben illustrati nel sito www.parcoamiata.com. Oltre al borgo di Santa Fiora i centri abitati dell’Amiata sono Abbadia San Salvatore, Castel del Piano, Arcidosso e Piancastagniaio. Allontanandosi un po’ verso sud si raggiunge la Maremma dei tufi, con i magnifici borghi di Sovana, Sorano e Pitigliano. Andando invece a nord si raggiunge la Val d’Orcia, generosa di luoghi altrettanto imperdibili: Bagno Vignoni, San Quirico d’Orcia, Pienza, Radicofani, Montalcino…

Altre immagini:

Mappa del borgo di Santa Fiora:

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