Convento di Trinità dei Monti da piazza di Spagna

Il convento di Trinità dei Monti, un tesoro da scoprire a Roma

Convento di Trinità dei Monti da piazza di Spagna
Convento di Trinità dei Monti da piazza di Spagna

Il convento di Trinità dei Monti a Roma è un tesoro celato ai più: pur essendo aperto a tutti, sono pochi coloro che ne varcano le porte, senza fermarsi sulla celebre scalinata o attorno alla Barcaccia di piazza di Spagna. Come la chiesa che lo affianca, il convento fu voluto, finanziato e curato dai re di Francia e sin dalla sua fondazione nel 1494 fu considerato convento reale.

La sua costruzione fu infatti promossa dal re di Francia Carlo VIII sul Pincio, il colle così chiamato perché possesso della famiglia dei Pinci, già occupato dalla villa di Lucullo (I secolo a.C.) e poi teatro del celebre omicidio di Messalina per mandato del marito, l’imperatore Claudio (I secolo d.C.).

Il chiostro e le due torrette sulla facciata della chiesa
Il chiostro e le due torrette sulla facciata della chiesa

Divenuto proprietà dei Pinci, verso il 389 una cristiana di nome Proba vi stabilì una comunità religiosa per l’accoglienza di vedove e fanciulle senza famiglia, esperienza cui il sacco di Roma pose fine nel 410. Dopo la caduta dell’Impero Romano e un millennio di abbandono, la proprietà nel 1494 fu acquistata da Carlo VIII, che volle ospitarvi i religiosi dell’Ordine di san Francesco di Paola: il frate, canonizzato nel 1519 da papa Leone X, fu infatti chiamato in Francia dal re Luigi XI, che a causa di un’apoplessia confidava nella sua fama di taumaturgo.

Francesco di Paola rimase presso la corte francese dal 1483 fino alla morte, avvenuta nel 1507: assistette Luigi XI e, in seguito alla sua scomparsa, godette della stima del figlio e successore Carlo VIII.
Nel legame privilegiato che unì i Frati Minimi di Francesco di Paola, re Luigi XI e poi Carlo VIII risiede la ragione dell’edificazione della chiesa, del convento e la loro decorazione.

Il refettorio del convento affrescato da Andrea Pozzo. Sulle pareti scene dell'episodio evangelico delle Nozze di Cana, sul soffitto santi francescani e sovrani francesi
Il refettorio del convento affrescato da Andrea Pozzo. Sulle pareti scene dell’episodio evangelico delle Nozze di Cana, sul soffitto santi francescani e sovrani francesi

Nel corso della visita del convento si ammira il chiostro ornato da dipinti di stile manierista, raffiguranti nelle lunette le Storie della via di San Francesco di Paola (1579-1584) e sulle volte la serie completa dei ritratti dei settanta re di Francia entro medaglioni (un insieme davvero unico).

Nei corridoi al primo piano si trovano due anamorfosi dipinte dai Padri Minimi: in particolare quella meglio conservata, risalente al 1642, in virtù del suo effetto ottico mostra di scorcio la figura di San Francesco in preghiera sotto un albero, mentre ponendosi di fronte si osserva un paesaggio con il miracoloso attraversamento dello Stretto di Sicilia, che il Santo avrebbe compiuto in piedi sul proprio mantello.

L'anamorfosi in uno dei corridoi del convento. Di scorcio si osserva la raffigurazione di san Francesco di Paola in preghiera sotto un albero.
L’anamorfosi in uno dei corridoi del convento. Di scorcio si osserva la raffigurazione di san Francesco di Paola in preghiera sotto un albero.

Nel braccio settentrionale del corridoio si ammira inoltre un astrolabio catottrico (1687), ovvero un orologio solare nel quale il sole si riflette su di uno specchio collocato sul davanzale di una finestra: il raggio di luce, nella sua rifrazione, colpisce i muri e la volta dove sono dipinte, lungo linee orarie, nomi di città e paesi del mondo, oltre alle figure dello zodiaco.

Le anamorfosi e l’astrolabio testimoniano l’alto livello scientifico raggiunto dalla comunità dei Frati Minimi, che erano considerati fra gli uomini più dotti del loro tempo e la cui biblioteca era una delle più importanti e ricche di Roma: padre Emmanuel Maignan, autore dell’anamorfosi, professore e superiore del convento, era amico di Cartesio e di Mersenne e con quest’opera mise in pratica le proprie ricerche sull’ottica.

Il refettorio del convento affrescato da Andrea Pozzo. Scene di dettaglio dell'episodio evangelico delle Nozze di Cana. Al centro gli sposi
Il refettorio del convento affrescato da Andrea Pozzo. Scene di dettaglio dell’episodio evangelico delle Nozze di Cana. Al centro gli sposi

La visita consente inoltre di accedere al magnifico refettorio affrescato nel 1694 dal gesuita Andrea Pozzo (autore della straordinaria volta della chiesa di Sant’Ignazio a Roma), che inserisce la scena evangelica delle Nozze di Cana entro un’architettura in trompe-l’œil. Mentre sulle pareti sono disposti i personaggi che prendono parte al convito – con gli sposi raffigurati sulla parete di fronte alle finestre e Gesù e Maria su quella davanti all’ingresso – sulla volta si ricorda il carattere francese e reale del convento, con otto scene che ne rammentano la fondazione e i ritratti di quattro re francesi considerati santi: san Luigi, Carlomagno, Roberto il Pio e Gontrano.

La visita si conclude infine nella chiesa della Santissima Trinità dei Monti, in cui lavorarono artisti come Daniele Da Volterra (autore della famosa Deposizione nella Cappella Aldobrandini Bonfil e degli affreschi nella Cappella di Lucrezia della Rovere), i fratelli Federico e Taddeo Zuccari e Perin del Vaga (all’opera nella Cappella Pucci). La visita si svolge al di là della cancellata, che fu alzata nel 1679 all’altezza della quarta campata per preservare la clausura monastica.

L'anamorfosi in uno dei corridoi del convento. Di scorcio si osserva la raffigurazione di san Francesco di Paola in preghiera sotto un albero.
L’anamorfosi in uno dei corridoi del convento. Di scorcio si osserva la raffigurazione di san Francesco di Paola in preghiera sotto un albero.

Dal 2016 il complesso è affidato alla Comunità dell’Emmanuele. Tutte le informazioni utili alla visita sono reperibili sul sito internet trinitadeimonti.net. Accanto al convento si trova Villa Medici, mentre sulla sottostante piazza di Spagna affacciano due fra le case-museo più interessanti di Roma: la Keats-Shelley House, inaugurata nel 1909 nelle stanze che ospitarono fino alla morte John Keats, e la casa-museo di Giorgio de Chirico, dove l’artista visse insieme alla moglie Isabella Pakzswer Far i suoi ultimi trent’anni.

Altre immagini del convento di Trinità dei Monti:

Mappa del convento di Trinità dei Monti:

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