La "Presa di Cristo" di Caravaggio dalla collezione Ruffo

La “Presa di Cristo” di Caravaggio dalla collezione Ruffo

La "Presa di Cristo" di Caravaggio dalla collezione Ruffo
La “Presa di Cristo” di Caravaggio dalla collezione Ruffo

A Palazzo Chigi ad Ariccia è in corso fino al 14 gennaio 2024 la mostra la “Presa di Cristo di Caravaggio dalla collezione Ruffo“, che espone il quadro raffigurante la “Presa di Cristo”, commissionato dalla famiglia Mattei e recentemente attribuito a Caravaggio.

Il dipinto, all’epoca sporco e con diverse ridipinture, fu mostrato al pubblico per la prima e unica volta nella celebre “Mostra del Caravaggio e dei caravaggeschi”, tenutasi nel 1951 al Palazzo Reale di Milano a cura di Roberto Longhi: fu presentato come la migliore copia di un originale perduto, di cui era rimasta solo una descrizione testuale.

La famiglia Mattei deteneva due versioni della “Presa di Cristo” come testimoniato dagli inventari: il prototipo, caratterizzato da una “cornice nera rabescata d’oro” fu commissionato nel 1603 a Caravaggio da Ciriaco Mattei ed in seguito posseduto da Asdrubale Mattei dal 1624 al 1638. Negli anni seguenti se ne perse traccia e riemerse, secondo quanto ricostruito in occasione della mostra di Ariccia, nel 1688 a Napoli, prima nell’inventario della collezione Vandeneynden – famiglia di mercanti fiamminghi – poi nella raccolta Colonna di Stigliano. Negli anni Trenta del Novecento l’ultima erede dei Colonna vendette Palazzo Zevallos Stigliano (vi ho dedicato un articolo quando ospitava la collezione d’arte di Gallerie d’Italia) e la sua collezione, compreso il quadro, che ricomparve nella raccolta Ruffo di Calabria, dai cui discendenti nel 2003 lo ha acquistato l’attuale proprietario, il mercante d’arte Mario Bigetti.

La "Presa di Cristo", particolare
La “Presa di Cristo”, particolare

Fra il 2003 e il 2004 il dipinto è stato restaurato e pulito: le indagini diagnostiche hanno rivelato la presenza di variazioni e pentimenti in corso d’opera, tali da confermarne lo status di “prototipo” e avvalorarne l’autografia caravaggesca, confermata da autorevoli studiosi. Contestualmente nel corso di diciotto anni si è dipanato un contenzioso legale circa la proprietà del quadro, contenzioso che dopo tre gradi di giudizio ha dato ragione all’attuale proprietario, cui l’opera è stata restituita nel 2022.

La seconda versione della “Presa di Cristo” posseduta dai Mattei è stata identificata con quella attualmente esposta alla National Gallery of Ireland: dopo il 1603 i Mattei avrebbero commissionato una seconda versione dell’opera a Caravaggio, utilizzandola come “sovrapporta”. Attribuita sin dagli anni Ottanta del Settecento a Gherardo delle Notti, nel 1802 fu venduta da Giuseppe Mattei al collezionista scozzese William Hamilton Nisbet. Trasferita in Scozia, l’opera fu acquistata dal collezionista John Kemp nel 1921 per sole otto ghinee e poi ceduta alla dottoressa irlandese Mary Lea-Wilson, che la donò al Collegio dei Gesuiti di Sant’Ignazio a Dublino. Nel 1993 fu attribuita a Caravaggio da Sergio Benedetti.

La "Presa di Cristo", particolare
La “Presa di Cristo”, particolare

Nel dipinto temporaneamente esposto a Palazzo Chigi, che conserva la cornice originaria nera dipinta ad arabeschi dorati, si osservano i personaggi a grandezza naturale posti a tre quarti di figura, avvolti dalle tenebre. L’episodio evangelico, che descrive una molteplicità di persone, è qui ridotto a poche figure, che strettamente collegate fra loro esprimono emozioni e sentimenti contrastanti: la rassegnazione di Cristo, la paura, il dolore, il senso della violenza. Una resa di grande drammaticità e forza espressiva. Una curiosità: nel portatore della lampada Roberto Longhi ha riconosciuto il “terzo autoritratto di Caravaggio” dopo il “Bacchino malato” e il “Martirio di san Matteo”.

Sono diciassette le versioni della “Presa di Cristo” note ad oggi: fra di esse, sono attribuite al Caravaggio le opere della collezione Ruffo di Calabria e della National Gallery of Ireland. Le altre redazioni sono sicuramente copie, a testimoniare l’enorme successo dell’iconografia caravaggesca.

Informazioni utili: per visitare la mostra suggerisco di consultare il sito internet di Palazzo Chigi ad Ariccia, palazzochigiariccia.it. A Caravaggio ho dedicato alcuni articoli del blog, in particolare l’itinerario per scoprirne le opere a Roma e quello sulle opere partenopee. A pochi chilometri da Ariccia si trovano Castel Gandolfo, con i magnifici giardini delle Ville Pontificie, e Nemi,  nel cui lago sono state ritrovate le due navi dell’imperatore Caligola.

Altre immagini:

Mappa di Palazzo Chigi ad Ariccia:

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