Colli di Firenze

I colli di Firenze: passeggiata fra ville e giardini fino a via san Leonardo

Giardino delle rose
Giardino delle rose

Compiere una passeggiata sui colli di Firenze è un modo diverso per scoprire e ammirare la città: sono numerosi gli itinerari che si allontanano dal centro storico e si snodano lungo i fianchi delle colline, percorsi che rivelano angoli meno consueti e regalano al contempo panorami indimenticabili.

L’itinerario che consiglio parte dal cuore del centro storico e in pochi passi permette di allontanarsi dalla confusione dei luoghi più affollati, grazie a un passaggio graduale dalla città alla campagna che si estende sui colli di Firenze. Consente di raggiungere splendidi giardini, osservare le antiche porte della cinta muraria due-trecentesca e i tratti sopravvissuti alle demolizioni ottocentesche, nonché passeggiare in una delle strade collinari più caratteristica ed amata, via san Leonardo.

Cappelle di Firenze. Deposizione di Pontormo nella cappella Barbadori della chiesa di santa Felicita
Deposizione di Pontormo nella cappella Barbadori della chiesa di santa Felicita

Partendo dal Ponte Vecchio questo percorso risale la collina e giunge fino a Porta san Giorgio, dalla quale parte via di san Leonardo – “una delle strade più belle del mondo” secondo il pittore Ottone Rosai che la abitò. Suggerisco di percorrere tutta la via arrivando fino allo storico Chalet Fontana, antico caffè fondato nel 1896 e nel corso del Novecento luogo di ritrovo di intellettuali ed artisti: lungo il percorso indicherò anche alcune deviazioni possibili, sì da apprezzare tutte le meraviglie che questi colli di Firenze offrono al visitatore curioso.

Per giungere fino a Porta San Giorgio si può partire da piazza santa Felicita: sulla piazza affaccia la chiesa omonima, che consiglio di visitare anche solo per ammirarvi la splendida Deposizione di Pontormo nella Cappella Barbadori. Alla Cappella, insieme ad altre a mio giudizio altrettanto imperdibili, ho dedicato un articolo. Da piazza santa Felicita parte Costa san Giorgio, un’erta via che costeggia la chiesa di san Giorgio, una delle più antiche parrocchie oggi concessa in uso alla Chiesa Ortodossa-Rumena, e la casa di Galileo Galilei, segnalata da una lapide: la casa venne acquistata dallo scienziato nel 1634 e Galilei vi soggiornò per qualche periodo (a pochi chilometri da qui si trova la Villa di Arcetri, dove lo scienziato trascorse gli ultimi anni di vita).

Giardino Bardini, scalinata barocca
Giardino Bardini. Scalinata barocca

A pochi passi di distanza da casa Galilei si trovano la Villa e il Giardino Bardini, la cui posizione panoramica offre una vista unica sulla città: è possibile ammirare Firenze da differenti prospettive passeggiando nel parco digradante lungo le pendici della collina fino alle sottostanti via dei Bardi e a piazza de’ Mozzi. In piazza de’ Mozzi affaccia il Museo Bardini, imperdibile esempio di casa-museo fiorentina.

Rimanendo su Costa san Giorgio si arriva in breve alla Porta san Giorgio, costruita nel 1324 su progetto attribuito all’Orcagna, ancora inserita in un tratto superstite di mura. Prese il nome dalla vicina chiesa di san Giorgio alla Costa ed è distinta, sopra la pietra di chiave di volta, da una copia del bassorilievo raffigurante san Giorgio e il drago, attribuito ad Andrea da Pontedera (l’originale si trova presso il Museo di Palazzo Vecchio).

Porta san Giorgio @destinationflorence
Porta san Giorgio @destinationflorence

Nella lunetta interna si ammira l’affresco quattrocentesco di Bernardo Daddi con la Madonna in trono con Gesù bambino fra san Giorgio e san Leonardo. Girando a destra subito varcata la porta si apre l’ingresso al Forte di Belvedere: realizzato alla fine del Cinquecento da Bernardo Buontalenti per volontà di Ferdinando I dei Medici, presenta la caratteristica pianta a stella a cinque punte. Due bastioni sono rivolti verso Firenze, gli altre tre a difesa della città verso le colline di san Miniato e Arcetri. Al centro si trova un contrafforte triangolare, detto la Diamantina, e sulla sommità una palazzina – preesistente al Forte e in esso inglobata – disegnata forse dall’Ammannati: costituiva un belvedere per la corte del granduca mediceo, e divenne centro di comando della nuova struttura fortificata, nonché forziere del tesoro dei Medici custodito nei suoi sotterranei.

Palazzina del Forte di Belvedere
Palazzina del Forte di Belvedere

Il Forte, che svolse la sua funzione strategica e militare senza mai essere attaccato, fu probabilmente commissionato da Ferdinando I in seguito al definitivo trasferimento della famiglia e della corte da Palazzo Vecchio a Palazzo Pitti: in caso di pericolo, il Granduca e i suoi congiunti avrebbero potuto trovarvi un veloce rifugio, data la sua maggiore vicinanza rispetto alla Fortezza da Basso, costruita da Antonio da Sangallo il Giovane per Giulio de’ Medici.

Girando attorno ai bastioni del Forte di Belvedere si arriva all’ingresso superiore del Giardino di Boboli, che si sviluppa lungo il fianco del colle arrivando fino a Palazzo Pitti nel suo asse principale nord-sud, e fino a porta Romana nel suo orientamento est-ovest. Il giardino di Boboli, creato dalla famiglia Medici alle spalle di Palazzo Pitti, è famoso per essere il modello di giardino all’italiana imitato in tutto il mondo.

Anfiteatro di verzura visto da Palazzo Pitti (sulla sinistra il Forte di Belvedere), Giardino di Boboli
Giardino di Boboli. Anfiteatro di verzura visto da Palazzo Pitti (sulla sinistra il Forte di Belvedere)

Costituisce inoltre l’esempio più riuscito dell’incontro e della compenetrazione fra la città di Firenze e la campagna circostante: ricco di statue, fontane, grotte, rappresenta infine un vero e proprio museo a cielo aperto.

Dalla Porta san Giorgio parte anche via di Belvedere, che con una ripida e breve discesa costeggiante le mura conduce alla Porta san Miniato: la via è assai più bassa rispetto alla base delle mura perché segue il “largo e sicuro fosso” (Benedetto Varchi, Storia fiorentina) ovvero il fossato di rinforzo del sistema difensivo. Porta san Miniato si chiama così perché portava alla basilica omonima dedicata al primo martire cristiano di Firenze, il principe armeno Miniato. A pochi passi da qui si trova l’ingresso a un altro splendido giardino, il Giardino delle Rose, che si estende lungo il pendio compreso tra le mura e il soprastante piazzale Michelangelo.

Colli di Firenze. Mura tra porta san Miniato e porta san Giorgio @MuseFirenze
Mura tra porta san Miniato e porta san Giorgio @MuseFirenze

Così chiamato perché ospita una collezione di oltre quattrocento varietà di rose, oltre ad altre piante e rarità botaniche, fu realizzato nel 1865 da Giuseppe Poggi su incarico del Comune di Firenze nell’ambito dei lavori di urbanizzazione in vista del trasferimento della capitale d’Italia da Torino. Dal 1998 qui si trova anche un’oasi giapponese Shorai, realizzata dall’architetto Yasuo Kitayama in segno dell’amicizia che lega Firenze alla città gemella Kyoto. Negli ultimi anni infine si è arricchito di una collezione di opere di Jean-Michel Folon, donate a Firenze.

Ritornando a Porta san Giorgio e mantenendosi sul crinale della collina si imbocca via san Leonardo, antica via sui colli di Firenze che passando dall’Impruneta costituiva il collegamento con il Chianti. Peculiarità di questa strada è il suo snodarsi fra i muri delle ville immerse nella campagna, al di là dei quali si estendono giardini, olivi, vigneti e cipressi.

Basilica di san Miniato al Monte
Basilica di san Miniato al Monte

I muri riportano ancora l’originaria decorazione graffita a motivi geometrici, realizzata graffiando l’intonaco fresco. Il pittore Ottone Rosai, che visse in una casa al n.49, così la descrisse: “la rivelazione più sorprendente riservatami dalla vita. Di una rarità incomparabile per la sua forma disegnata non da ingegneri, ma dall’andamento stesso del terreno in quanto trovasi alla sommità di una collina prospiciente su Firenze, larga poco più di un viottolo procede sinuosa e tortuosa tutta piena di segreti e di sorprese arrivando, con i suoi muri poco più alti di un uomo, con gli olivi che da questi si affacciano, con alcuni cipressi secolari che annunciano la presenza discreta e quasi intimidita di una villa ogni tanto, fino al grande piazzale del Poggio Imperiale […]. Le ville hanno tutte un nome come degli individui, quasi un permesso, un biglietto d’invito, la loro personale carta d’identità come diritto di cittadinanza. La Stross, la Spelman, Vecchietti, S.Agnese, Il gioiello, Il Barduccio, la rossa, il melagrano, e tra queste più umili, dal tono sottomesso ma sempre dignitose alcune case: le case dei coloni.

Colli di Firenze. Via di san Leonardo
Via di san Leonardo

Ma è lunga questa strada e la chiesa e le ville e le case sono distribuite così armoniosamente nello spazio e ognuna così giusta nel suo punto da ricordarci i ciondoli e i pendagli di collane regali disegnate da insigni artisti del quattro e cinquecento. Lo stesso cielo che s’appoggia alle piante e sui tetti pare che vi si adatti volta a volta inventando e variando il suo colore. Ferma ormai da secoli Via di San Leonardo in Arcetri è lì come incantata come se su Firenze facesse da corona, un’incoronatura degna di tal regina. Pochi viandanti passano oltre a quelli che vi abitano e sono innamorati, o poeti od artisti o qualche vagabondo“.

Colpisce il fascino romantico e insieme casalingo di questa via, con i cipressi e gli alberi che sembrano affacciarsi sopra i muri e l’andamento lineare interrotto dalle facciate e dagli ingressi delle ville e delle abitazioni. Dopo la cinquecentesca Villa Razzolini si trova la chiesa di san Leonardo in Arcetri, in romanico toscano con il muro a filaretto.

Villa Razzolini su via san Leonardo
Villa Razzolini su via san Leonardo

A suo interno custodisce il prezioso pergamo duecentesco che si trovava nell’antica chiesa di san Pier Scheraggio, qui rimontato nel 1782: fu il pergamo dal quale parlarono uomini di fede come sant’Antonino, ma anche intellettuali e politici tra i quali, forse, Dante Alighieri, Giovanni Boccaccio, Coluccio Salutati, Giano della Bella, Dino Compagni, poiché in san Piero si riuniva il Consiglio della Repubblica. Al civico 40 Villa il Gioiello appartenne alla famiglia Vettori, mentre sulla casa dove visse Rosai – che in molti dipinti raffigurò la via – una targa ricorda: “In questo studio ha vissuto e lavorato dal settembre 1933 al maggio 1957 Ottone Rosai pittore“. Anche Villa Piatti, al n. 53, è un esempio di architettura cinquecentesca, e precede di poco l’incrocio con il viale Galileo, oltre il quale via san Leonardo prosegue fino all’angolo con via Pian dei Giullari, dove finisce.

Colli di Firenze. Via di san Leonardo
Via di san Leonardo

All’incrocio con il viale si trova lo Chalet Fontana, antico caffè letterario fondato nel 1896 da Tullio Fontana sul modello dei caffè parigini. Tra i frequentatori Ottone Rosai, Vasco Pratolini, che lo cita nella sua “Cronaca Familiare”, Sandro Pertini, Leonardo Sciascia. Oggi accanto al caffè si trova il ristorante, che affaccia su uno splendido giardino, dove si trovano anche un orto e vivaio.

Informazioni utili: questo percorso può essere compiuto in ogni stagione e rivela sempre il suo fascino discreto. I luoghi che possono essere visitati lungo il tragitto hanno orari di apertura specifici, indico quelli ufficiali reperibili on line. Sul sito internet www.villabardini.it sono pubblicate tutte le informazioni utili alla visita del giardino e della Villa Bardini. Il Forte di Belvedere è aperto da giugno ad ottobre e durante il periodo estivo ospita mostre di arte contemporanea: musefirenze.it. Il Giardino di Boboli apre tutti i giorni alle 8,15, mentre l’orario di chiusura varia a seconda della stagione: tutte le indicazioni sul sito www.uffizi.it. Il Giardino delle rose è aperto tutti i giorni dalle 9,00: l’orario di chiusura varia dalle 16,30 in inverno alle 20,00 durante l’estate. Questo infine il sito internet dello Chalet Fontana: www.chalet-fontana.com.

Altre immagini della passeggiata sui colli di Firenze:

Mappa della passeggiata sui colli di Firenze:

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